ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00038

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 99 del 11/12/2018
Abbinamenti
Atto 6/00034 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00035 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00036 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00037 abbinato in data 11/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 11/12/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
ACQUAROLI FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
CROSETTO GUIDO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
FIDANZA CARLO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 11/12/2018


Stato iter:
11/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 11/12/2018
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
PARERE GOVERNO 11/12/2018
Resoconto FRACCARO RICCARDO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI PARLAMENTO E DEMOCRAZIA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/12/2018

DISCUSSIONE IL 11/12/2018

NON ACCOLTO IL 11/12/2018

PARERE GOVERNO IL 11/12/2018

RESPINTO IL 11/12/2018

CONCLUSO IL 11/12/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00038
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo di
Martedì 11 dicembre 2018, seduta n. 99

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo dei prossimi 13 e 14 dicembre,
   premesso che:
    l'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio europeo affronterà i temi del bilancio dell'Unione per il periodo 2021-2027, della strategia per il mercato unico, della migrazione, delle relazioni esterne, in vista del vertice con la Lega araba che avrà luogo nel febbraio 2019 e della lotta alla disinformazione;
    il 2 maggio 2018 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure nelle quali si delinea il prossimo quadro finanziario pluriennale dell'Unione per il periodo 2021-2027, predisposto in considerazione del recesso del Regno Unito dall'Unione europea;
    il Parlamento europeo in merito ha espresso la preoccupazione che la proposta della Commissione europea «indebolisca le principali politiche di solidarietà dell'Unione europea», e delusione per l'entità globale proposta per il prossimo QFP, sottolineando che «la suddetta entità, in termini di percentuale dell'RNL, è inferiore, in termini reali, all'entità dell'attuale QFP, a sua volta inferiore rispetto al QFP precedente e insufficiente, nei fatti, a coprire le pressanti necessità dell'Unione»;
    tra gli aspetti più critici del nuovo bilancio pluriennale figurano certamente la riduzione delle risorse destinate alla politica agricola comune e alla politica di coesione, che subiranno un taglio, rispettivamente, del 15 e del 10 per cento, nonché un taglio diretto del 45 per cento al Fondo di coesione e di oltre il 25 per cento al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale;
    il taglio proposto inciderà per circa due miliardi di euro sul comparto agricolo in ambito nazionale, andando a colpire uno tra i settori produttivi maggiormente in difficoltà, posto che, come segnalato da ultimo dal rapporto ISTAT del maggio 2018, nel 2017 si è riscontrata una diminuzione della produzione in volume del 2,4 per cento rispetto all'anno precedente;
    il taglio dei fondi destinati all'agricoltura è insostenibile per imprese che in Italia rappresentano un settore strategico attraverso produzioni d'eccellenza e la promozione del made in Italy nel mondo;
    inoltre, come rilevato in sede di Comitato europeo delle Regioni una simile riduzione non permetterebbe alle regioni europee di realizzare innovazione, inclusione e protezione dell'ambiente nelle zone rurali per tutto il prossimo decennio;
    in Italia, secondo un'analisi effettuata dalla Coldiretti, nel settore agricolo sono presenti oltre cinquantamila aziende guidate da under 35, che operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l'agricoltura sociale per l'inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l'agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili;
    per quanto riguarda la pesca, all'interno dell'Unione europea la nostra Nazione si colloca al primo posto per occupati nel settore, un comparto caratterizzato dalla presenza soprattutto di piccole e medie imprese, che negli ultimi anni ha, tuttavia, subito i sintomi di una crisi dovuta anche alla concorrenza di altri Stati dell'Unione europea;
    il taglio della politica di coesione si rivelerà particolarmente dannoso per quanto riguarda le azioni promosse da regioni ed enti locali, perché causerà una forte frammentazione e centralizzazione dei suoi interventi, ridimensionando pesantemente la sua capacità di intervento e, soprattutto, come stigmatizzato dal Presidente del Comitato europeo, senza affrontare «l'esigenza sempre più forte di una riduzione delle disparità in tutta l'Unione europea»;
    infine, il nuovo progetto di bilancio della Unione europea prevede un taglio del 6 per cento del Fondo sociale europeo, nonostante il suo ambito di applicazione ampliato e i forti squilibri esistenti nell'Unione in tema di occupazione;
    nel corso del 2018 l'Unione europea ha messo a punto la Strategia per il mercato unico dei beni e servizi, il cui obiettivo principale è quello di rimuovere dal mercato unico gli ostacoli economici che ancora sussistono, al fine di «creare nuove opportunità per i consumatori e per le imprese, incoraggiare l'ammodernamento e l'innovazione, e conseguire risultati pratici a beneficio dei cittadini nella loro vita quotidiana»;
    a fronte di tali ambiziosi propositi il mercato unico è invece spesso caratterizzato da fenomeni di concorrenza sleale tra Stati, praticata attraverso l'applicazione di politiche fiscali disomogenee volte ad attirare le imprese ad operare in uno Stato abbandonandone un altro;
    in questo tipo di pratiche risiede la ragione dei molti fenomeni di delocalizzazione che stanno interessando alcuni Stati membri e in particolar modo l'Italia con la conseguente perdita di posti di lavoro;
    in occasione del Consiglio dell'Unione europea dello scorso 12 marzo dedicato al tema della competitività è stato ribadito che «per affrontare le sfide e cogliere le opportunità emergenti, l'industria abbia bisogno di un ambiente normativo chiaro, prevedibile e non discriminatorio, che favorisca investimenti orientati al futuro»;
    in tema di migrazione il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno ha chiesto nuove misure per ridurre la migrazione illegale e prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015, convenendo che si tratta di una sfida, non solo per il singolo paese dell'Unione europea, ma per l'intera Europa;
    per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo centrale, i leader UE hanno convenuto di «intensificare gli sforzi per porre fine alle attività dei trafficanti dalla Libia o da altri paesi, continuare a sostenere l'Italia e gli altri Paesi UE in prima linea, rafforzare il sostegno a favore della regione del Sahel, della guardia costiera libica, delle comunità costiere e meridionali, e per condizioni di accoglienza umane e rimpatri umanitari volontari, e potenziare la cooperazione con altri paesi di origine e transito e aumentare i reinsediamenti volontari»;
    nell'ambito del medesimo vertice, inoltre, i capi di Stato o di governo dell'Unione hanno convenuto che nel territorio dell'Unione europea coloro che vengono salvati dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati;
    tali centri, da istituire negli Stati membri unicamente su base volontaria, consentirebbero un trattamento rapido e sicuro per distinguere i migranti irregolari, che sarebbero rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale, cui si applicherebbe il principio di solidarietà;
    i leader europei avevano anche chiesto l'inclusione di un nuovo specifico strumento di gestione della migrazione esterna nel prossimo bilancio a lungo termine dell'Unione europea (QFP);
    nonostante alcuni Stati abbiano già assunto l'iniziativa in merito all'istituzione dei centri sorvegliati ad oggi il Governo italiano non ha ancora provveduto, e, pertanto, i migranti che continuano ad arrivare illegalmente in Italia non sono trattenuti, ma vengono lasciati liberi di muoversi senza limitazioni di libertà sul territorio nazionale, non essendo sottoposti alla sorveglianza dello Stato;
    l'ingresso di immigrati illegali, dei quali non solo è spesso difficile accertare le generalità ma anche determinare con certezza lo stato di provenienza, rappresenta un serio pericolo per la sicurezza degli Stati europei, anche in considerazione delle notizie più volte pervenute dall’intelligence di alcuni Stati membri, che segnalavano il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti;
    in occasione del discorso sullo stato dell'Unione del 12 settembre 2018, la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva rimpatri volta ad accelerare le procedure e aumentare il numero dei rimpatri effettivi delle persone prive del diritto di soggiorno nell'Unione europea;
    tuttavia, tale proposta di revisione, puntando a una sorta di temperamento del principio dello Stato di primo approdo attraverso l'introduzione di un meccanismo di ricollocazione di richiedenti asilo per quote obbligatorie, per l'ennesima volta non accoglie le richieste dell'Italia per la revisione del principio dello Stato di primo approdo;
    il persistente disinteresse verso la questione della cosiddetta rotta mediterranea, emergenza nella quale l'Italia continua ad essere lasciata sola a gestire ingenti flussi di immigrati irregolari, il clamoroso fallimento del meccanismo di ricollocazione, e, in modo ancora più eclatante le iniziative di singoli Stati membri che hanno disposto la chiusura delle proprie frontiere e la sospensione dell'accordo di Schengen sulla libera circolazione delle persone dimostrano quanto l'Europa continui ad essere lontana da una logica di burden sharing rispetto al fenomeno dell'immigrazione;
    il calo degli arrivi di migranti irregolari registrato a partire dal 2017 non è stato accompagnato dalla diminuzione delle presenze nelle strutture di accoglienza, le quali hanno continuato a registrare un andamento crescente, e nel 2018 la spesa per operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, accoglienza e istruzione sarà compresa tra 4,6 e 5 miliardi di euro, continuando a gravare sul nostro prodotto interno lordo per circa lo 0,3 per cento l'anno;
    tutti questi elementi dimostrano chiaramente la necessità e l'urgenza di un'inversione di rotta nella quale l'Italia non sia più lasciata sola rispetto al fenomeno migratorio ma l'Unione europea diventi finalmente parte attiva nella soluzione del problema;
    nel marzo 1997 l'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi stipulò un accordo con il premier albanese per la realizzazione di un blocco navale della Marina militare per il respingimento dei migranti diretti in Italia, in cambio di aiuti come cibo e medicinali e l'impegno per la ricostruzione delle strutture statali albanesi;
    l'Unione europea persegue con convinzione l'obiettivo della difesa delle proprie frontiere esterne, e l'adesione a sistemi di gestione dell'immigrazione che aprono, di fatto, all'immigrazione incontrollata, ideati in ambito extraeuropeo quale quello disegnato dal Global compact on migration l'accordo internazionale in attesa del voto di ratifica dell'Assemblea generale dell'Onu, previsto il prossimo 19 dicembre, non deve essere sostenuto da alcuno Stato membro,

impegna il Governo:

   1) con riguardo alle politiche di bilancio,
    a) ad adottare ogni iniziativa affinché i livelli di finanziamento per PAC e politica di coesione per l'Unione europea a 27 mantengano almeno il livello di finanziamento del precedente quadro finanziario pluriennale;
    b) in questo quadro, in particolare, a sostenere il ripristino dei fondi in favore di agricoltura, pesca e ambiente e di tutti quelli destinati alla realizzazione di interventi volti a realizzare maggiore equità tra i singoli Stati dell'Unione e offrire sostegno ai cittadini;
   2) con riguardo alla tematica del mercato unico, ad assumere iniziative urgenti per l'adozione di politiche volte a contrastare la concorrenza fiscale sleale tra Stati membri al fine di contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni intracomunitarie;
   3) con riferimento al tema delle migrazioni,
    a) ad adottare iniziative per attivare immediatamente i centri sorvegliati nei quali trattenere chi entra illegalmente in Italia nelle more del vaglio della domanda di protezione e al fine di eseguire tutti gli opportuni accertamenti di sicurezza, rispettando il principio che, per chi entra illegalmente in uno Stato europeo, non possa essere sufficiente dichiararsi richiedente asilo per non essere sottoposto ad alcuna forma effettiva di controllo o restrizione;
    b) ad adottare ogni opportuna iniziativa per l'istituzione urgente di una missione militare europea, con la partecipazione di tutti gli Stati membri, per la creazione di un blocco navale davanti alle coste libiche che possa impedire il passaggio delle imbarcazioni cariche di migranti irregolari. La missione dovrà essere realizzata in accordo e collaborazione con entrambe le autorità di governo presenti sul territorio libico, qualificandole come interlocutori dell'Unione e fornendo alle stesse sostegno economico e operativo per il controllo del proprio territorio e della rotta attraverso il deserto sfruttata dai trafficanti;
    c) ad assumere iniziative affinché l'Unione europea assuma una unanime posizione di rifiuto del Global compact for migration, impegnando i singoli Stati membri a votare in senso contrario alla sua ratifica da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni unite;
    d) ad adottare iniziative per garantire la immediata creazione di centri hot spot nei Paesi del Nord Africa;
    e) a promuovere la creazione di un fondo europeo, alimentato con risorse dell'Unione, con una dotazione di tre miliardi di euro per la realizzazione di accordi di riammissione con i Paesi di origine dei migranti e il potenziamento delle operazioni di rimpatrio;
    f) a promuovere il potenziamento del ruolo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, con particolare riguardo alle attività di rimpatrio dei migranti irregolari, alla cooperazione con gli Stati terzi, al sostegno agli Stati membri nella gestione delle frontiere, e all'aumento delle risorse impiegate in termini di personale e di equipaggiamento;
    g) a promuovere e sostenere l'urgente adozione di misure volte a potenziare e rendere effettivi i rimpatri dei migranti irregolari che non hanno titolo ad alcuna forma di protezione internazionale, anche attraverso la stipula di accordi di riammissione con gli Stati di provenienza, dando priorità a quelli dai quali originano i maggiori flussi;
   4) con riguardo al vertice con la Lega araba previsto per il prossimo mese di febbraio,
    a) a sostenere la necessità che l'Europa ottenga reciprocità di trattamento dei culti religiosi con le Nazioni della Lega Araba;
   5) ad affrontare il tema del terrorismo internazionale con una formale richiesta dell'Unione europea affinché gli Stati della Lega Araba taglino ogni sovvenzione diretta o indiretta alle organizzazioni terroristiche di matrice islamista.
(6-00038) «Lollobrigida, Meloni, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Crosetto, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

mercato unico

coesione economica e sociale