ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00022

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 61 del 11/10/2018
Abbinamenti
Atto 6/00018 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00019 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00020 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00021 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00023 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00024 abbinato in data 11/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANDELLI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
PRESTIGIACOMO STEFANIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
CANNIZZARO FRANCESCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
D'ETTORE FELICE MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
PELLA ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/10/2018
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 11/10/2018


Stato iter:
11/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 11/10/2018
Resoconto SAVONA PAOLO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/10/2018

DISCUSSIONE IL 11/10/2018

DICHIARATO PRECLUSO IL 11/10/2018

CONCLUSO IL 11/10/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00022
presentato da
BRUNETTA Renato
testo di
Giovedì 11 ottobre 2018, seduta n. 61

   La Camera,
   premesso che:
    il World Economie Outlook dell'FMI, presentato a Bali, registra il deterioramento del contesto globale con una frenata della crescita, che nel 2018 e 2019 si fermerà al 3,7 per cento, con una correzione al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alle stime di luglio. I rischi geopolitici internazionali e le incognite relative ai venti di guerre commerciali, insieme al ciclo di rialzo dei tassi della Federal Reserve Usa, rallentano l'economia mondiale. Per l'Italia, in linea con le previsioni precedenti, il Pil è stimato all'1,2 per cento nel 2018 e all'1 per cento nel 2019;
    le stime di crescita del Pil italiano inserite dal Governo nella Nota di aggiornamento del DEF, rispettivamente pari a +1,5 per cento nel 2019, +1,6 per cento nel 2020, +1,4 per cento nel 2021, risultano di molto distanti non solo da quelle del Fondo Monetario Internazionale ma anche da quelle di tutti gli altri organismi nazionali e internazionali di previsione, e pertanto irraggiungibili;
    non si ritiene realistico che un misero 0,2 per cento incrementale di investimenti pubblici nel 2019, pur con effetto traino sugli investimenti privati, possa generare la florida crescita prevista dal Governo, né tanto meno si può ritenere investimento produttivo l'introduzione del reddito di cittadinanza;
    ne derivano dei rapporti deficit/Pil (pari al 2,4 per cento nel 2019; 2,1 per cento nel 2020 e 1,8 per cento nel 2021) e debito/Pil (130 per cento nel 2019; 128,1 per cento nel 2020 e 126,7 per cento nel 2021) artatamente più bassi rispetto a quelli che effettivamente si realizzeranno, per cui è possibile fin da ora immaginare che saranno richiesti interventi correttivi già dalla prossima primavera o al massimo nell'autunno 2019;
    l'Ufficio Parlamentare di bilancio non ha utilizzato mezzi termini per bocciare il quadro macroeconomico del Governo, definendo «ottimistiche» le stime in esso contenuto, irrealizzabili le privatizzazioni e sottolineando il mancato blocco dell'aumento dell'Iva negli anni successivi al 2019;
    sempre l'Ufficio parlamentare di bilancio sostiene che «nelle motivazioni addotte per richiedere alle Camere l'aggiornamento del piano di rientro, si fa riferimento al peggioramento della congiuntura per l'anno in corso e i successivi, ma manca una esplicita analisi del ciclo economico, che costituisce la dimensione a cui fa diretto riferimento il comma 5 dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012»;
    oltre all'Ufficio parlamentare di bilancio, nonostante le critiche del quale il Governo ha deciso di voler andare avanti, anche Banca d'Italia, Corte dei Conti e Istat si sono espressi negativamente sull'impianto complessivo della manovra;
    il rischio che il Paese corre è quello di un eventuale commissariamento da parte della Troika (Fondo Monetario Internazionale, Commissione europea, Banca centrale europea) e/o l'introduzione di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani;
    il clima e il contesto economico italiani e, soprattutto, la credibilità del Paese sono ai minimi storici. Caduta di credibilità che si riassume in 140 miliardi di euro di fuga dei capitali, 120 miliardi di euro in meno di capitalizzazione in borsa e aumento dello spread. In altri termini, una tassa che il Governo ha già imposto all'Italia e che costa oltre 6 miliardi per il 2019;
    dallo scorso 1o ottobre il Quantitative Easing della Banca Centrale Europea è stato dimezzato. L'impegno del Governo italiano era di ridurre il rapporto deficit/Pil ma non lo ha mantenuto. Autorevoli esponenti dell'Esecutivo attaccano in continuazione l'Europa e i mercati, dimenticando che è l'Italia ad avere bisogno dei mercati e non il contrario;
    nelle prossime settimane l'Italia rischia il tracollo, dopo la bocciatura della Nota di aggiornamento del DEF da parte della Commissione europea, l'aumento irreversibile dello spread e il probabile downgrade da parte delle agenzie di rating;
    secondo i calcoli di Banca d'Italia, per ogni 100 punti di spread in più, si riduce dell'8 per cento la liquidità del sistema bancario, riducendo di conseguenza l'erogazione di prestiti e finanziamenti a famiglie e imprese per investimenti e consumi;
    dopo un periodo di sostanziale stabilità il prezzo del petrolio registra una rapida ascesa. Diversi i fattori, sia geopolitici che strutturali, spingono verso una riduzione dell'offerta globale di greggio: il collasso della produzione del Venezuela, l'acuirsi delle sanzioni USA all'Iran, il non decollo della produzione di shale oil negli Stati Uniti, l'incognita della produzione dell'Arabia Saudita, l'unico Paese che può realisticamente aumentare l'offerta in pochi mesi. Se, attualmente, il prezzo oscilla intorno agli 80$/barile, non è da escludere il formarsi di una bolla speculativa che potrebbe spingere il prezzo fino ai 100$/barile nei prossimi mesi, con un indubbio effetto impattante sul Pil;
   considerato che:
    i previsti aumenti di IVA e accise verranno sterilizzati solamente per il 2019, mentre per gli anni 2020 e 2021 l'Esecutivo intende cancellarli solo parzialmente, rinviando ancora una volta al prossimo Programma di Stabilità la definizione di interventi che consentano la definitiva eliminazione delle clausole di salvaguardia;
    il Governo ha rinunciato ad avviare da subito la riforma dell'imposta sui redditi delle famiglie con la graduale introduzione di una flat tax, limitandosi ad un intervento sul regime dei contributi minimi, che prevede l'innalzamento a 65 mila euro della soglia di ricavi per accedere alla tassazione sostitutiva del 15 per cento, senza, ad oggi, peraltro chiarire la presenza o meno di eventuali modifiche sui coefficienti di redditività e dei limiti per compensi e investimenti. Per quanto attiene la rimodulazione delle aliquote Irpef per le persone fisiche non è presente neppure una minima indicazione di un cronoprogramma di sua attuazione;
    l'introduzione del cosiddetto Reddito di Cittadinanza dovrebbe avere il duplice scopo di sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa e di fornire un incentivo al reinserimento nel mercato del lavoro, attraverso percorsi formativi vincolanti con l'obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro «eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore»;
    tale previsione richiederebbe, da un lato, la capillare presenza sul territorio di centri per l'impiego funzionanti e coordinati con il livello di governo regionale; dall'altro di un sistema di controlli efficiente in grado di prevenire ogni forma di abuso. È del tutto evidente che entrambe le condizioni non sono attualmente presenti, ne è ipotizzabile che siano pienamente operative nei tempi prospettati dall'Esecutivo per attivare un intervento che si tradurrebbe esclusivamente in un'ennesima forma di assistenzialismo;
    prerequisito indispensabile è, tuttavia, che vi siano posti di lavoro da poter offrire. Diventa pertanto fondamentale puntare, più che su un reddito di cittadinanza, su un reddito di ricerca e innovazione sfruttando le opportunità fornite dalle nuove tecnologie e investendo in innovazione e nuove competenze. In tale contesto, occorre rendere definitivamente operativo il credito d'imposta per le spese di formazione 4.0 del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e a prevedere il rifinanziamento, nell'ambito del disegno di legge di bilancio 2019, delle agevolazioni previste dal Piano nazionale Impresa 4.0, strumento fondamentale per ridurre il gap competitivo delle imprese italiane;
    occorre dare priorità a quegli interventi volti a creare e favorire l'occupazione, come l'introduzione di una completa detassazione e decontribuzione per le nuove assunzioni di giovani o l'eliminazione degli oneri fiscali e contributivi per gli over 55 che, perso il lavoro, riescono a reinserirsi in altre imprese. Sotto tale profilo si evidenzia, altresì, che non sussistono al momento prove evidenti, né previsioni attendibili che permettano di considerare una corrispondenza tra il numero di quanti lasciano il lavoro accedendo alla pensione e il numero di nuovi assunti. Più specificatamente i dati OCSE dimostrano che in molti paesi sussistono contemporaneamente lavoratori anziani e tassi di occupazione giovanile sostenuti;
    a tre anni dall'introduzione obbligatoria dell'alternanza scuola-lavoro va stimolato un nuovo e più intenso rapporto tra studio e lavoro al fine di avvicinare ulteriormente e far dialogare il mondo della scuola con quello delle attività produttive. Sono stati migliaia di progetti di eccellenza realizzati e per questo ogni idea di ridurre ore e risorse, specie negli istituti tecnici, è da scongiurare. È fondamentale per il pieno successo formativo degli studenti poter meglio conoscere il mondo dell'impresa, anche per una scelta consapevole del proprio futuro lavorativo, soprattutto in un contesto in cui la manifattura ha bisogno di quasi 300 mila tecnici nei prossimi anni;
    la rapida evoluzione del mercato del lavoro, il combinato disposto della globalizzazione delle merci, del lavoro e degli uomini, per un verso, e la diffusione sempre più universale delle nuove tecnologie della comunicazione, della produzione e del commercio, per l'altro verso, hanno reso superato e obsoleto il paradigma formativo che sta alla base dell'attuale organizzazione dell'istruzione terziaria richiedendo viceversa profili professionali specifici e specializzati. Lo spostamento negli anni passati di tutta l'istruzione e formazione professionale superiore radicata nei territori e nel tessuto economico nazionale sull'università e sulla rigidità dei suoi ordinamenti sempre più centralizzati ha, fin dall'inizio, comportato il progressivo distanziamento tra teoria e pratica e tra cultura/ricerca scientifica ed esercizio professionale determinando la separazione cronologica e logica tra i tempi della formazione teorica e quelli del successivo impegno professionale pratico e ha introdotto nel sistema la nobilitazione del prestigio sociale della prima contro la subalternità del secondo;
    per quanto attiene alle infrastrutture, è fondamentale rilanciare una politica industriale e delle infrastrutture che permetta alle imprese italiane di accrescere la produttività e che consenta all'Italia di restare inserita nei flussi commerciali tra l'Europa e il resto del mondo. Per questo il rilancio infrastrutturale del Paese è una sfida non ulteriormente rimandabile. Un grande Paese che vuole guardare al futuro deve investire nella progettazione di nuove opere e nella riqualificazione delle infrastrutture esistenti, cominciando dal completamento, senza ulteriori ritardi e veti ideologici, delle grandi opere strategiche attualmente in corso (Gronda autostradale di Genova, la Pedemontana lombarda, il terzo valico, il collegamento tra Brescia e Padova e la tratta Torino-Lione). Occorre realizzare un grande piano infrastrutturale che assieme alle grandi opere riguardi una diffusa attività di manutenzione ordinaria, senza tralasciare il grande tema della rigenerazione urbana. In questo contesto va rivisto il Codice degli appalti per rilanciare gli investimenti e l'occupazione, prevedendo anche una corsia preferenziale per le micro e piccole imprese, che costituiscono il 99,4 per cento del tessuto produttivo italiano;
    in continuità con il cosiddetto «Contratto di governo» e con le linee programmatiche esposte dal Presidente del Consiglio dei ministri e, nonostante la presenza di uno specifico dicastero, la Nota di aggiornamento non contiene una strategia generale di intervento per il Mezzogiorno, né è ipotizzabile che ci si limiti alla proroga della decontribuzione per i neoassunti. È invece fondamentale dare attuazione di un grande Piano per il Sud, da realizzarsi, tra le altre cose, attraverso uno sviluppo infrastrutturale e industriale del Sud Italia ed un uso più efficiente dei fondi europei. Investimenti, infrastrutture e garanzia di adeguati livelli nei servizi, nei trasporti, nella scuola, nell'università, nell'assistenza sanitaria, devono essere le leve per far decollare il Sud,

impegna il Governo

   1) a prevedere la disattivazione delle clausole di salvaguardia relative all'aumento dell'IVA e delle accise sulla benzina e sui tabacchi previsto a legislazione vigente non solo per l'anno 2019, ma anche per i successivi anni 2020 e 2021, senza fare ricorso a fonti di finanziamento fantasiose e pericolose, quali per esempio una imposta patrimoniale che andrebbe a incidere negativamente sul valore dei beni mobili e immobili degli italiani;
   2) a ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese attraverso l'eliminazione di accise «anacronistiche» sui carburanti e l'introduzione di una «vera» Flat Tax — di cui non si ravvisa minimamente il sentore — con un'aliquota unica per tutti al 23 per cento integralmente coperta attraverso la definizione di tutto il contenzioso e delle pendenze tributarie nel segno di un «condono fiscale», la revisione delle tax expenditures e la riduzione della spesa pubblica improduttiva: una rivoluzione fiscale, dunque, accompagnata dall'adozione di misure puntuali finalizzate alla riduzione dei costi della burocrazia e i tempi della giustizia;
   3) a deflazionare il contenzioso civile e penale, come raccomandato dal Rapporto OCSE, adottando ogni iniziativa normativa volta a garantire: maggiori investimenti in informatizzazione; l'implementazione di tecniche di caseflow management (ovverosia di tecniche di raccolta, gestione e analisi dei dati all'interno degli uffici giudiziari al fine di consentire l'elaborazione di best practices per la fissazione e la gestione di scadenze, l'esame preventivo dei procedimenti in entrata e la loro assegnazione a iter procedurali differenziati in base alle loro caratteristiche, la precoce identificazione e gestione dei casi più complessi e potenzialmente più problematici. Tra le tecniche di gestione dei flussi considerate nell'analisi, la precoce identificazione e gestione dei casi più complessi e potenzialmente più problematici è associata a durate minori dei procedimenti. La disponibilità di informazioni sui flussi, le durate, i carichi di lavoro e altre dimensioni operative è condizione necessaria per la programmazione del lavoro all'interno degli uffici e per la successiva verifica dei risultati, per la valutazione della performance dei giudici e del personale amministrativo); la creazione di sezioni specializzate, specialmente in ambito commerciale; l'assegnazione al magistrato responsabile dell'ufficio giudiziario di maggiori poteri e responsabilità di gestione delle risorse (ciò a tendenziale preferenza dei sistemi dualistici che prevedono anche la figura di manager amministrativi); la presenza di filtri nel giudizio in appello la creazione di una «task force di riserva» di magistrati, distaccata di volta in volta nei distretti dove si registrano tassi più elevati di arretrato giudiziario; tempi stretti e perentori per il deposito delle CTU (consulenze tecniche d'Ufficio); l'introduzione di apposite disposizioni che impongano al giudice di tentare, nelle varie fasi del processo, la conciliazione delle parti o la soluzione transattiva della vicenda; l'introduzione di rimedi disciplinari effettivi contro i magistrati che registrino performance inadeguate in termini di tempistiche processuali; la presenza di appositi URP (uffici di relazioni con il pubblico) nei tribunali, che sgravano le cancellerie di una serie di adempimenti non necessari di interfaccia con avvocati e utenti;
   4) a tutelare il risparmio degli italiani come fonte di eventuale finanziamento di manovre economiche in caso di pretesa «emergenza nazionale», nonché a implementare la detassazione degli strumenti di risparmio da cui le imprese italiane hanno tratto maggior beneficio nel corso del 2017: ci si riferisce, fra l'altro, ai PIR (Piani individuali di Risparmio) che nel primo anno di attivazione hanno registrato la raccolta di circa 11 miliardi di euro. Sotto tale profilo appare opportuno adottare puntuali iniziative volte ad aumentare le risorse che i risparmiatori privati ed istituzionali possono investire nei PIR, semplificando e riducendo i costi per consentire alle PMI di quotarsi e di emettere obbligazioni e consentendo, infine, ai PIR la possibilità di sottoscrivere anche quote di fondi immobiliari e di fondi infrastrutturali nella prospettiva di offrire la possibilità di sottoscrivere quote di un Fondo Immobiliare ad hoc in cui far confluire il patrimonio pubblico, cosicché il risparmio degli italiani, oltre al rilancio dell'economia reale, potrà essere utilizzato anche per abbattere il debito pubblico;
   5) a innalzare il tasso di occupazione del Paese, quale obiettivo strategico per conseguire un mercato del lavoro più dinamico e più inclusivo, per sostenere un sistema di welfare più equo, per garantire un processo di mobilità sociale necessario al fine di aumentare le opportunità dei giovani, anche mettendo in competizione i centri per l'impiego e le agenzie interinali ed evitando inutili restrizioni normative alle dinamiche del mercato del lavoro, promuovendo i processi di reindustrializzazione con robuste politiche attive fondate sulla cooperazione tra Stato e Regioni, accompagnando le nuove organizzazioni del lavoro con strumenti capaci di tutelare i lavoratori, incentivare gli investimenti delle imprese, aumentare i posti di lavoro;
   6) a introdurre una completa detassazione e decontribuzione per sei anni delle nuove assunzioni di giovani e rafforzare i percorsi di transizione scuola-lavoro, evitando nel modo più assoluto di tornare indietro di almeno 15 anni qualora, nell'ambito del disegno di legge di bilancio per il 2019, dovessero risultare ridotti del 50 per cento i tetti orari e i finanziamenti della misura relativa all'alternanza scuola lavoro. Sotto tale profilo appare quanto mai necessario prevedere investimenti e l'impegno di risorse finanziarie volte allo sviluppo di percorsi duali scuola-lavoro nonché misure volte a qualificare le nuove generazioni e riqualificare quanti espulsi dal mercato del lavoro invece di impegnare ingenti risorse pubbliche in favore di misure di mero sussidio quali il reddito di cittadinanza;
   7) a intervenire a valorizzare la formazione superiore tecnica al di fuori dell'istruzione superiore universitaria fondata sul paradigma integrativo tra teoria e pratica, tra cultura generale e specifica (professionale), tra competenze trasversali e specialistiche, tra formazione umana e formazione professionale, tra studio, imprese e territorio, potenziando la rete di istituzioni superiori di istruzione e formazione non universitarie, affinché attui l'alleanza tra istruzione tecnica, territori, imprese e forze sociali, al fine di formare profili professionali strettamente correlati con le esigenze derivanti dalle trasformazioni del mondo del lavoro;
   8) a introdurre la decontribuzione dei percorsi formativi volti all'acquisizione delle qualifiche professionali di I e II livello nell'ambito del quadro europeo delle qualifiche, nonché dei percorsi di apprendistato formativo di III livello;
   9) a intervenire sulle norme previdenziali della cosiddetta riforma Fornero per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di accedere con maggiore flessibilità al trattamento pensionistico senza penalizzazioni e al tempo stesso sviluppare e rafforzare misure che offrano alle imprese strumenti di trasferimento delle esperienze da parte dei lavoratori in uscita verso quelli in entrata quali l'apprendistato e l'alternanza scuola lavoro;
   10) a permettere alle lavoratrici e ai lavoratori che non possano proseguire nel mondo del lavoro e abbiano necessità di andare in pensione, di accedere al trattamento previdenziale senza penalizzazioni, grazie al ricorso a fondi di solidarietà che non gravino sulle risorse pubbliche;
   11) a provvedere alla realizzazione di una anagrafe unica dei beneficiari delle misure assistenziali al fine di conoscere l'effettivo status delle famiglie e dei singoli che in Italia ricevono assistenza così da permettere una attenta analisi delle dinamiche di allocazione delle risorse pubbliche e perseguire le dovute politiche di efficientamento del sistema assistenziale;
   12) a rivedere la nuova disciplina sul lavoro occasionale, introdotta dall'articolo 54-bis del decreto-legge n. 50 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2017, che ha sostituito lo strumento del voucher — e che di fatto si è rivelata decisamente insoddisfacente — al fine di renderlo funzionale e concretamente utilizzabile quale strumento di semplificazione ed emersione, valutando la possibilità di introdurre, alla stregua del modello tedesco, gli istituti del lavoro intermittente e del lavoro a orario ridotto;
   13) a rivedere il Codice degli appalti per rilanciare gli investimenti — con priorità per quelli immediatamente cantierabili — e l'occupazione, prevedendo la piena applicazione delle norme del Codice volte a favorire la partecipazione alle gare delle micro e piccole imprese (che costituiscono il 99,4 per cento del tessuto produttivo italiano) e a contrastare l'artificiosa crescita del valore degli appalti, sia la semplificazione degli adempimenti a carico degli amministratori specie per le procedure sotto-soglia, al contempo garantendo un'adeguata formazione degli stessi, funzionale a dotarli delle competenze necessarie a «maneggiare» la complessa normativa di settore;
   14) a confermare senza esitazione la realizzazione delle grandi opere in corso quali la Gronda autostradale di Genova, la Pedemontana lombarda, il Terzo Valico dei Giovi, il collegamento tra Brescia e Padova, la tratta Torino-Lione, anche al fine di evitare la perdita di finanziamenti dell'Unione Europea, nonché il Gasdotto Tap;
   15) a procedere all'effettivo pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese, con l'obiettivo di convergere verso la media europea, nel rispetto della direttiva comunitaria «Late Payments», anche al fine di scongiurare la procedura di infrazione in corso, prevedendo l'adozione di misure volte a generalizzare il principio di compensazione automatica tra crediti e debiti;
   16) ad adeguare ai parametri medi occidentali gli stanziamenti per la Difesa, e provvedere concretamente a reperire le necessarie risorse da destinare ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nell'ambito delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, tenuto conto delle specifiche richieste volte a fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza e urgenza, data la necessità di rendere più efficaci i servizi di controllo del territorio e di tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, nonché per la contrattazione collettiva, i miglioramenti economici e l'adeguata dotazione di mezzi e tecnologie adeguati al contrasto al crimine e al terrorismo per il medesimo personale;
   17) ad assicurare la continuità degli investimenti in sistemi d'arma Camm-er per 545 milioni di euro, nonché l'acquisto di 20 Droni Piaggio per 766 milioni di euro considerata la possibilità del loro utilizzo anche in ambito civile e la loro rilevanza cruciale per la sicurezza del Paese, il nostro comparto industriale e gli impegni assunti a livello internazionale;
   18) a trasformare il reddito di cittadinanza in un reddito di ricerca e innovazione, partendo innanzitutto dalla rivoluzione digitale che sta trasformando il modo di operare delle aziende che occorre sostenere con appositi incentivi anche per aiutare a comprendere il percorso di trasformazione digitale; e ancora investire nella formazione e prevedere il rifinanziamento integrale, nell'ambito del disegno di legge di bilancio 2019, delle agevolazioni previste dal Piano nazionale Impresa 4.0, che devono considerarsi strumento fondamentale per ridurre il gap competitivo delle imprese italiane. In tale quadro appare altresì necessario attuare un poderoso piano di investimenti in ricerca e sviluppo nei settori del risparmio energetico, dei servizi collettivi ad alto contenuto tecnologico, nell'ideazione di nuovi prodotti che realizzano un significativo miglioramento della protezione dell'ambiente per la salvaguardia dell'assetto idrogeologico e della prevenzione del rischio sismico, dei processi di produzione o di valorizzazione di prodotti, dello sviluppo di soluzioni per la gestione del ciclo dei rifiuti, della progettazione di nuovi sistemi di mobilità ecologici e sostenibili;
   19) ad incrementare gli stanziamenti della cosiddetta Nuova Sabatini, misura di sostegno volta alla concessione alle micro, piccole e medie imprese di finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari impianti e attrezzature, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (legge n. 98 del 2013);
   20) a rafforzare le misure volte a contrastare la delocalizzazione e la «cannibalizzazione» delle imprese italiane, implementando le politiche avviate con la Delibera Cipe n. 14 del 28 febbraio 2018 e il decreto-legge n. 87 del 2018, con l'adozione di nuovi strumenti che coinvolgano sia investitori, anche istituzionali, sia le parti sociali, valutando altresì di estendere gli ambiti di applicazione della golden share e in tale quadro di semplificare le norme che consentono agli enti territoriali il riuso delle aree e dei siti industriali dismessi sul proprio territorio a fini di insediamento di attività produttive con l'obiettivo di avviare proprie strategie di rilancio economico. Contestualmente a rafforzare le politiche che consentano il rimpatrio delle imprese italiane che hanno precedentemente delocalizzato sul modello delle analoghe politiche adottate da altri Paesi europei (Francia, GB);
   21) a prorogare i regimi di incentivazione fiscale, rivolti a cittadini e imprese, in materia di efficienza energetica e di ristrutturazione edilizia, con particolare riferimento alla ristrutturazione antisismica;
   22) a sostenere la nascita di imprese operanti nei settori delle tecnologie innovative, favorendo lo sviluppo dei processi di ricerca comuni tra imprese, università e centri di ricerca;
   23) a rimettere al centro dell'agenda del Governo le liberalizzazioni, la concorrenza e la tutela dei consumatori in settori nevralgici per il Paese come quello dell'energia, dei trasporti e dei rifiuti;
   24) ad interrompere il trend decrescente in termini reali del rapporto spesa sanitaria/PIL impedendo che la percentuale della spesa sanitaria scenda sotto la soglia di quel 6,5 per cento che l'OMS individua come livello minimo, pena l'impossibilità di garantire la piena erogazione da parte delle regioni dei livelli essenziali di assistenza, attuando altresì un principio di parità pubblico-privato per quanto attiene alle condizioni contrattuali dei lavoratori che operano in ambito sanitario, stante l'assenza di alcuna copertura economica per i lavoratori privati del servizio sanitario nazionale che vanno tutelati al pari dei dipendenti pubblici e assolvono ad una funzione essenziale per il soddisfacimento di un pubblico interesse, il diritto alla salute, garantito dalla nostra Carta Costituzionale;
   25) in merito alle politiche in materia di disabilità, ad attivarsi fattivamente sul fronte della inclusione sociale delle persone con disabilità. La Convenzione dell'ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, in particolare, dispone che sia necessario «Assicurare che le persone con disabilità abbiano l'opportunità di organizzare, sviluppare e partecipare ad attività sportive e ricreative specifiche per le persone con disabilità e, a questo scopo, incoraggiare la messa a disposizione, sulla base di eguaglianza con gli altri, di adeguati mezzi di istruzione, formazione e risorse». Sotto tale profilo appare, dunque, indispensabile provvedere con le risorse necessarie — anche aggiornando i LEA — per fornire gli ausili di nuova tecnologia necessari alla pratica sportiva;
   26) a contrastare l'emergenza demografica dell'Italia e il calo della natalità con un sistema di misure che favoriscano la famiglia come nucleo fiscale, incentivino il continuo passaggio lavoro-famiglia delle donne, sostengano il mantenimento dei bambini nei primi anni di età, incrementando le risorse destinate a rafforzare la rete scuole dell'infanzia (3-6 anni), in particolare nelle regioni meridionali, laddove questa rete appare più debole;
   27) a promuovere un Piano contro l'esclusione sociale che abbia l'obiettivo di azzerare la povertà nell'arco del quinquennio, attraverso una modularità di interventi sia di carattere monetario sia di carattere reale e che si fondi sull'introduzione di un reddito di dignità (imposta negativa sul reddito) che è dimostrato essere più efficace del reddito di cittadinanza poiché non crea distorsioni nel mercato del lavoro e implica una minore complessità burocratica, oltre che ad essere culturalmente basato sul concetto di società attiva e non di società passiva;
   28) a ridurre il deficit strutturale e nominale al fine di azzerarli entro l'anno 2020, nel rispetto degli impegni presi con l'Unione europea;
   29) a ridurre strutturalmente il debito pubblico attraverso una strategia di politica economica che consenta di attivare un circolo virtuoso rappresentato da minori tasse, più investimenti e consumi, più crescita e minore deficit, e ad accompagnare e rafforzare tale processo in forza degli introiti derivanti dai piani di valorizzazione e di dismissione del patrimonio pubblico, fermo restando una valutazione di convenienza nel medio periodo. Le soluzioni basate sull'utilizzo di imposte patrimoniali sono, al contrario, illusorie e pericolose, perché impoveriscono il Paese, rendendolo facile preda dei fondi «avvoltoio»;
   30) ad attuare un grande Piano strategico per il Sud, che abbandoni le vecchie e fallimentari logiche assistenzialiste, e guidi il Meridione nel processo di riallineamento ai migliori standard nazionali ed europei, fondati sull'iniziativa e sul merito. Il Piano deve realizzarsi attraverso misure che rilancino incisivamente lo sviluppo infrastrutturale e industriale del territorio, catalizzino gli investimenti pubblici e privati al Meridione, risolvano le non più tollerabili criticità connesse alla disoccupazione dei giovani e delle donne, rendano finalmente effettivo il circuito scuola-formazione-lavoro. Nella prospettiva di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico del Sud, fra l'altro, si ritiene necessario estendere l'obbligo di destinare una quota di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionato alla popolazione di riferimento, attualmente previsto solo per le amministrazioni centrali, anche alle società e imprese a partecipazione pubblica, anche adottando ogni iniziativa di competenza al fine di elevare tale quota (cosiddetta «del 34 per cento»), sino al 45 per cento, in analogia alla cosiddetta «Clausola Ciampi». Questa misura fungerebbe da fondamentale volano degli investimenti pubblici e dello sviluppo infrastrutturale sul territorio da parte dei principali operatori economici della realtà italiana. Per il raggiungimento delle finalità così delineate, è fondamentale un uso più efficiente dei fondi europei e un approccio più concreto alle politiche di coesione. In questa direzione, l'obiettivo, assolutamente alla portata, è quello di ottenere dalle competenti Istituzioni sovranazionali gli indispensabili margini di flessibilità, essenzialmente in ambito tributario, da utilizzare per accompagnare e sostenere le misure del Piano strategico per il Sud. In questo quadro appare quanto mai fondamentale adottare apposite iniziative per realizzare un vero shock fiscale nelle regioni del Mezzogiorno attraverso la sterilizzazione dell'aliquota IRES favorendo le imprese estere ma anche italiane che oggi delocalizzano ad investire nel Mezzogiorno attraverso l'utilizzo di risorse oggi mal orientate, nonché prevedere l'integrale rifinanziamento della misura relativa al cosiddetto «Bonus Sud» e potenziare il funzionamento dell'Agenzia per la coesione. Infine, nel quadro del rilancio e dello sviluppo del Sud, al fine di dare una risposta a migliaia di persone che oggi versano in stato di ingenza e non possono accedere alle cure, appare indispensabile introdurre un reddito di salute accompagnato dall'essenziale miglioramento della rete sanitaria;
   31) a sostenere una politica industriale e delle infrastrutture che permetta alle imprese italiane di accrescere la produttività, adottando misure volte a velocizzare l'utilizzo delle risorse per le infrastrutture previste dal Def dell'aprile 2018, valutate in 137,4 miliardi di euro, di cui 103 già disponibili, al fine di consentire all'Italia di restare inserita nei flussi commerciali tra l'Europa e il resto del mondo, abbattendo così i costi di trasporto e le strozzature della logistica che sono un freno anche alla localizzazione di nuove imprese, permetta di puntare all'obiettivo strategico di fare del nostro Paese il primo paese manifatturiero in Europa, in questo modo garantendo la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro;
   32) a valorizzare gli strumenti del partenariato pubblico privato per garantire il coinvolgimento dell'iniziativa e dei capitali privati nella cura dell'interesse pubblico, in una prospettiva di sussidiarietà orizzontale e responsabilizzazione della società civile;
   33) ad adottare disposizioni affinché le pubbliche Amministrazioni (e i gestori di pubblici servizi ex articolo 6-ter del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82) non possano richiedere ai contribuenti e ai loro intermediari i documenti di cui siano già in possesso e siano conservati dalla stessa o da altra Amministrazione, in modo tale che i contribuenti e i loro intermediari possano consultare e richiedere copia dei documenti da loro trasmessi e conservati dalle pubbliche Amministrazioni;
   34) a prevedere, nell'ambito della valorizzazione della socialità nelle grandi Città e nelle periferie, la promulgazione di un pacchetto di leggi che consti di agevolazioni nella realizzazione, gestione e manutenzione di impianti sportivi polivalenti mediante la creazione di uno Sportello Unico per lo Sport in ogni provincia, che provveda a seguire direttamente tutte le iniziative imprenditoriali utili allo sviluppo del settore;
   35) ad escludere la materia delle concessioni demaniali dall'applicazione della direttiva 2006/123/CE, partendo da un semplice presupposto: la direttiva Bolkestein è una normativa dell'Unione europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune e non ai «beni» ed escludere il commercio su aree pubbliche dall'applicazione della direttiva citata ovvero delimitarne l'applicazione mediante l'individuazione di criteri per la concessione delle autorizzazioni;
   36) a istituire il Ministero dell'agricoltura e dell'agroalimentare, cui affidare le competenze su tutta la filiera nazionale della produzione e trasformazione agricola, di export e turismo agroalimentare, di contrasto all’Italian sounding alle sofisticazioni alimentari, di promozione dei prodotti e della cucina italiana nel mondo: istituzione su cui si registra il consenso delle forze politiche di maggioranza e opposizione, anche in considerazione di rafforzare in contributo che l'agroalimentare apporta al reddito nazionale;
   37) a rafforzare le politiche sia di rilancio del Made in Italy, sia di tutela, con particolare riferimento alla lotta alla contraffazione di prodotto ed alla tutela della proprietà industriale, in considerazione il peso preminente svolto nel nostro sistema economico dal settore manifatturiero e il contributo crescente dell’export nella formazione del PIL nazionale e alla sua tenuta;
   38) rilanciare il settore turistico-alberghiero, sostenendone le attività e gli investimenti, implementando la dotazione finanziaria, a partire dal 2019, del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive; alleggerendo l'imposizione patrimoniale attraverso l'integrale deducibilità dell'IMU dalle imposte sui redditi e dall'Irap per gli immobili strumentali delle imprese turistico ricettive; rimodulando la Tari per le aree scoperte e pertinenziali; rivedendo il regolamento sugli affitti brevi, al fine di individuare un insieme di tutele che devono assicurare i soggetti non imprenditori; consolidando l'occupazione nel settore turismo, attraverso apposite misure di agevolazione contributiva;
   39) mettere in campo un insieme di disposizioni per il rilancio del settore immobiliare, da sempre motore di sviluppo e di crescita del Paese, a partire da un serio e strutturato piano di rigenerazione urbana legato a una mirata semplificazione normativa, prevedendo, inoltre, una revisione generale della tassazione che ha penalizzato il settore in questi ultimi sette anni e introducendo la cedolare secca per gli immobili adibiti ad uso commerciale.
(6-00022) «Brunetta, Mandelli, Occhiuto, Prestigiacomo, Cannizzaro, D'Attis, D'Ettore, Pella, Paolo Russo, Lupi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

assetto territoriale

finanziamento pubblico