ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00010

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 20 del 27/06/2018
Abbinamenti
Atto 6/00006 abbinato in data 27/06/2018
Atto 6/00007 abbinato in data 27/06/2018
Atto 6/00008 abbinato in data 27/06/2018
Atto 6/00009 abbinato in data 27/06/2018
Atto 6/00011 abbinato in data 27/06/2018
Atto 6/00012 abbinato in data 27/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/06/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARFAGNA MARIA ROSARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
VITO ELIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
TRIPODI MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
BIANCOFIORE MICHAELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
CAPPELLACCI UGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
NAPOLI OSVALDO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
RUGGIERI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
SIBILIA COSIMO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/06/2018
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 27/06/2018


Stato iter:
27/06/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 27/06/2018
Resoconto SAVONA PAOLO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 27/06/2018
Resoconto FUSACCHIA ALESSANDRO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto FIDANZA CARLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MOLINARI RICCARDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
PARERE GOVERNO 27/06/2018
Resoconto SAVONA PAOLO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/06/2018

DISCUSSIONE IL 27/06/2018

NON ACCOLTO IL 27/06/2018

PARERE GOVERNO IL 27/06/2018

RESPINTO IL 27/06/2018

CONCLUSO IL 27/06/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00010
presentato da
GELMINI Mariastella
testo di
Mercoledì 27 giugno 2018, seduta n. 20

   La Camera, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri,
   premesso che:
    al prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018, si discuteranno i temi più urgenti all'ordine del giorno inerenti alla migrazione, alla sicurezza e difesa, all'occupazione, alla crescita e competitività, all'innovazione e all'Europa digitale, al bilancio a lungo termine dell'Unione europea (QFP 2021-2027), le relazioni esterne;
    il vertice si inserisce in un contesto di importanti cambiamenti sul versante dei rapporti internazionali e delle relazioni diplomatiche dell'Unione, anche a causa di scontri interni ai paesi membri e alle famiglie politiche europee, su temi determinanti come quello della gestione dei flussi migratori e della governance economica dell'Unione;
    il summit dagli esiti incerti – come ha lasciato intendere anche l'incontro informale preparatorio del Consiglio a 16 Paesi – sta creando profonde divisioni e rischia di non approdare a nessun accordo, inaugurando un pericoloso precedente che mira solo a soluzioni parziali, calibrate su interessi di singoli paesi, mediante intese bilaterali o trilaterali e non sulla base di accordi comuni europei;
    è, dunque anche dall'esito di questi negoziati e dall'appuntamento cruciale delle elezioni del 2018 del Parlamento europeo che si decideranno le sorti dell'Unione; in gioco è la stessa sopravvivenza dell'Europa, così come prefigurata dai padri fondatori;
    con riferimento al fenomeno migratorio:
   a) la gestione dei flussi migratori, sia con riferimento ai «movimenti primari» dai Paesi terzi verso l'Unione europea, sia a quelli «secondari» all'interno della stessa è uno dei temi più caldi e al contempo strategico; indice dello stato dell'Unione rende evidente quanto il venir meno del vincolo solidaristico tra gli Stati membri, principio costitutivo e fondante dei Trattati, stia producendo una situazione di disgregazione e di paralisi decisionale, che favorisce il diffondersi di un sentimento di sfiducia, tale da mettere a rischio l'intera Europa, il suo rilancio e il processo di integrazione;
   b) primo banco di prova per il nuovo Governo è il posizionamento dell'Italia, proprio a partire dal tema della migrazione, stretto tra la necessità di far valere ragioni e interessi italiani e l'opportunità di non distruggere le alleanze storiche e strategiche, messe a repentaglio dai recenti scontri tra il Governo italiano con alcune Cancellerie europee e dallo scivolamento su uno schema di alleanze sovraniste dei Paesi dell'est e del blocco di Visegrad. Occorre, inoltre, scongiurare l'intento di sostituire l'Italia con il nuovo Esecutivo spagnolo nel triangolo tradizionale Berlino-Parigi-Roma, con conseguente posizione di isolamento del nostro Paese e di emarginazione nelle battaglie decisive del sud Europa e del Mediterraneo;
   c) è evidente che occorra innanzitutto attivarsi per evitare l'implosione di fatto di Schengen, con la messa in discussione di principi fondanti come quello della libera circolazione europea, e scongiurare che prevalga un approccio divisivo e inconcludente, che penalizzerebbe comunque l'Italia, in prima linea nel fronteggiare le crisi migratorie nel Mediterraneo;
   d) al summit informale preparatorio del Consiglio del 24 giugno 2018, il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato l’« European multilevel strategy for migration» (Strategia europea multilivello) con i 10 obiettivi per passare dalla situazione emergenziale alla gestione strutturale del fenomeno, con la regolazione dei flussi primari (ingressi) in Europa, condizione imprescindibile per regolare successivamente i flussi secondari (spostamenti intraeuropei); tuttavia, tale incontro si è concluso senza un accordo, in quanto permangono divergenze su punti critici come quello della gestione dei movimenti cosiddetti «secondari»; sul punto, la soluzione ipotizzata dalla proposta franco-tedesca penalizzerebbe fortemente l'Italia;
   e) il programma della Commissione europea (Agenda europea sulla migrazione 2015-2016) volto a rendere permanente il meccanismo automatico di ricollocamento dei richiedenti asilo non è stato applicato;
   f) il sistema della gestione dei flussi non solo non ha funzionato ma ha diviso ancor più profondamente i Paesi membri, con il gruppo cosiddetto di Visegrad completamente inottemperante agli obblighi di ricollocamento dei rifugiati, mentre altri Paesi ripristinano le barriere alle proprie frontiere e si arroccano sui propri interessi;
   g) il fenomeno delle migrazioni, oramai a carattere strutturale, evidenzia la necessità a che le operazioni di salvataggio in mare e di prima accoglienza, così come le procedure per l'identificazione dei flussi migratori provenienti dall'Africa (rotta libica e tunisina) non possano continuare a ricadere solo sull'Italia – un Paese che da anni salva in mare migliaia di profughi, prigionieri della tratta di organizzazioni criminali, spesso nella latitanza dell'Unione europea;
   h) la posizione di solitudine dell'Italia nelle politiche di accoglienza si è aggravata in particolare a seguito delle decisioni dei recenti Governi di centro-sinistra che hanno accettato un accordo a ribasso sulla gestione dei migranti in cambio di una esigua flessibilità sui vincoli di bilancio;
   i) la questione ha rilevanza europea, così come europea deve essere la sua soluzione, pena il rischio che l'Europa venga percepita dai suoi cittadini come matrigna, sempre rigida nei controlli delle regole contabili e inadempiente, quando non assente, sulla crisi migratoria;
   l) a maggio 2016 la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma del Regolamento di Dublino, intesa a istituire un nuovo sistema di distribuzione delle domande di asilo (COM(2016)270) – un primo passo ma ancora con numerose criticità;
   m) a ottobre del 2017 il Parlamento europeo – dopo un ampio dibattito che ha visto in prima fila i rappresentanti italiani del Ppe – ha approvato il testo della Commissione per la riforma dei meccanismi di Dublino, apportando importanti miglioramenti nell'ottica di coniugare solidarietà e fermezza (2016/0133(COD) c.d. Dublino IV), aprendo così la strada al negoziato con il Consiglio;
   n) tuttavia, dopo mesi di tentennamenti e divisioni, il 4 giugno 2018 i Governi hanno deciso di sospendere i negoziati. Il Governo italiano ha votato contro il testo di compromesso presentato dalla Presidenza bulgara, un testo persino peggiorativo rispetto al sistema attuale di Dublino e in netta opposizione al progetto di riforma approvato dal Parlamento europeo, in quanto mantiene fermo il criterio della competenza del primo Paese di ingresso, prevedendo quote di ripartizione solo a fronte di situazioni di assoluta emergenza e con carico abnorme su un solo Paese, ma ignora completamente i legami significativi del richiedente con un dato Paese, insieme a un allungamento della presa in carico del richiedente asilo;
   o) l'Italia col suo voto contrario si è di fatto allineata alle posizioni di Austria, Romania, Slovenia, Slovacchia e Ungheria, Paesi anch'essi contrari ma per motivi opposti a quelli del nostro Paese. A tal proposito, è emblematica la decisione, adottata dal Parlamento ungherese, di voler introdurre in costituzione il divieto di accoglienza dei migranti economici illegali;
   p) l'attuale sistema sulla gestione dei flussi non è più sostenibile. La decisione italiana è volta a disincentivare gli sbarchi di immigrati e rappresenta indubbiamente un segnale forte all'Europa affinché non latiti ma compia finalmente un cambio di passo sulle politiche migratorie, tuttavia tale avviso dalla forte valenza politica non può costituire la soluzione decisiva in quanto richiede risposte concordate a livello europeo;
   q) occorre infatti agire in un contesto europeo e sovranazionale in modo coordinato, risolutivo e convincente, volto ad evitare che l'affermazione meramente conflittuale dei legittimi interessi nazionali non determini una condizione di isolamento, del tutto inefficace al raggiungimento degli obiettivi da conseguire;
   r) contemporaneamente, si è aperto un fronte di tensione interno alla cosiddetta « Große Koalition» in Germania il cui terreno di scontro è il « Masterplan» sull'immigrazione predisposto dal Ministro dell'interno, Horst Seehofer, il quale contiene un punto ritenuto irricevibile dal nostro Paese: i futuri richiedenti asilo che siano già registrati in altri Paesi dell'Unione europea – o siano stati già espulsi dalla Germania – (i cosiddetti movimenti secondari) verrebbero immediatamente respinti alle frontiere tedesche, con destinazione quasi certa italiana, senza – peraltro – nessun'altra contropartita;
   s) va segnalato che a febbraio 2018 è scaduta la missione Triton, ad oggi sostituita dall'operazione Themis, la quale, allo scopo di rendere effettiva la solidarietà e la cooperazione tra Stati membri e agenzie europee, si attiene a un modello più coerente con le nuove rotte migratorie, facendo venir meno la clausola che obbligava di fatto qualunque imbarcazione a portare i naufraghi soccorsi in Italia, avendo come limite tassativo le 24 miglia dalle coste italiane (con un arretramento rispetto a quanto previsto in precedenza). La Valletta, tuttavia, non ha ancora ratificato la modifica di Triton che inserisce Malta nella lista dei «porti sicuri» e, in base alla ripartizione Sar prevista dalla Convenzione di Amburgo, il Governo maltese, pur essendo responsabile di una zona vastissima, si è avvalso finora della cooperazione dell'Italia per il pattugliamento della propria area di responsabilità;
   t) tuttavia il vero tema da affrontare a livello europeo, quello numericamente più consistente, è senza dubbio quello legato alle migrazioni economiche, in particolare dall'Africa;
   u) secondo recenti dati delle Nazioni Unite, la popolazione africana, attualmente di 1,2 miliardi, raggiungerà gli 1,7 miliardi nel 2030 e i 3 miliardi nel 2063; il Rapporto Onu del 2017, « World population prospects», segnala come nel 2050 un quarto dell'umanità sarà in Africa, a fronte di una decrescita in Europa con 30 milioni di persone in meno;
   v) è necessario che le proposte italiane in favore della creazione di centri di smistamento e protezione a livello europeo nei Paesi di origine o transito, insieme alla predisposizione di un «Piano Marshall europeo per l'Africa» adeguatamente finanziato e alla riforma di Dublino, a partire dal testo approvato dal Parlamento europeo, divengano finalmente materia di trattativa al tavolo di Bruxelles, per una maggiore assunzione di responsabilità dell'intera Unione europea e un più rigoroso rispetto dei diritti dei migranti e rifugiati, mediante una più stretta collaborazione tra Unione europea, OIM e UNHCR;
   z) è necessario altresì che l'Italia si impegni ad abolire il permesso di soggiorno per motivi umanitari –rilasciato qualora non vi siano i presupposti per concedere il permesso per asilo politico o per protezione sussidiaria – in quanto questa è una soluzione che non trova applicazione negli altri Paesi europei e che porta a concedere autorizzazioni a soggiornare in Italia anche ai migranti economici;
   con riferimento alla sicurezza e difesa:
   a) l'Europa deve sostenere il proprio ruolo di partner credibile e affidabile nel settore della sicurezza e della difesa europea, migliorando gli investimenti nel settore, lo sviluppo delle capacità e la prontezza operativa. Queste iniziative possono rafforzare la sua autonomia integrando e rafforzando le attività della Nato;
   b) è necessario mantenere il rispetto degli impegni del Pesco (cooperazione strutturata permanente), lo sviluppo ulteriore dei progetti iniziali e la costruzione del quadro istituzionale, in modo pienamente coerente con il riesame annuale coordinato sulla difesa e il piano di sviluppo delle capacità rivisto adottato nell'ambito dell'Agenzia europea per la difesa;
   c) bisogna evidenziare i progressi nella mobilità militare nel quadro della Pesco e della cooperazione Unione europea-Nato, e si attende che i requisiti militari previsti dal piano d'azione dell'Unione europea siano ultimati;
   d) è necessario un ulteriore approfondimento della cooperazione Unione europea-Nato; determinante sarà il prossimo appuntamento dell'11-12 luglio 2018 a Bruxelles per il summit Nato, chiamato ad approvare la direzione strategica della Nato per i prossimi anni, tra cui rileva la necessità di sviluppare ulteriormente le capacità militari dei Paesi membri, il rafforzamento della Nato per proiettare stabilità e combattere il terrorismo, anche attraverso il lancio di una nuova missione di addestramento in Iraq e un maggiore sostegno a Giordania e Tunisia;
   e) è inoltre importante che l'Alleanza guardi anche a sud oltre che a est, per una più intensa cooperazione tra Nato e Unione europea nel Mediterraneo – in considerazione della collocazione geopolitica del nostro Paese, esposto più di altri alla pressione migratoria dall'Africa e al tentativo di numerosi « foreign fighters» di rientrare in Europa, sfruttando anche i barconi dei trafficanti o le più confortevoli nuove rotte tunisine;
   f) gli aspetti militari e civili devono essere affrontati in modo globale con particolare attenzione ai risultati concreti; ed è necessario un ulteriore coordinamento tra gli Stati membri per ridurre la minaccia proveniente dalle attività di intelligence ostile;
   con riferimento al rafforzamento dell'eurozona e alla governance economica dell'Unione europea:
   a) il Consiglio di giugno 2018 potrà rappresentare l'occasione per discutere del rafforzamento dell'eurozona (roadmap);
   b) nelle scorse settimane, Germania e Francia, per azione diretta della Cancelliera tedesca Angela Merkel e del Presidente francese Emmanuel Macron, hanno lavorato assieme sul tema della riforma della governance europea, giungendo a produrre una proposta congiunta («Dichiarazione di Meseberg») che prevede la creazione di un bilancio unico europeo per gli investimenti, di un Ministro unico delle finanze e di un Fondo monetario europeo in grado di superare l'attuale Meccanismo di stabilità europea (cosiddetto fondo «salva Stati»), basato su un meccanismo concessionale in grado di intervenire nelle situazioni di crisi debitorie degli Stati;
   c) nel caso in cui dovesse essere approvata l'istituzione del suddetto Fondo monetario si verrebbe a creare un governo dell'unione monetaria nel quale sostanzialmente il Bundestag conquisterebbe un potere speciale di indirizzo sulle politiche economiche di tutti gli Stati membri e conquisterebbe le basi giuridiche per poter guidare presto o tardi l'Italia verso un eventuale « default», più o meno ordinato, alla prossima crisi del debito sovrano;
   d) nella «Dichiarazione di Meseberg» viene prevista l'introduzione di clausole (« Euro CaCs with single limb aggregation») che favoriscono una ristrutturazione concordata dei debiti dichiarati «non sostenibili» dall'analisi sulla sostenibilità del debito con i creditori;
   e) il suddetto Fondo monetario, così come proposto nella «Dichiarazione di Meseberg», dal momento che può prendere decisioni, nei casi più delicati all'unanimità del consiglio (dove sono rappresentati gli azionisti, cioè i Governi dell'euro) e negli altri con una maggioranza con almeno l'80 per cento dei diritti di voto, metterebbe Germania e Francia nella posizione di avere un diritto di veto individuale su ogni decisione;
   f) uno dei temi nell'agenda del Consiglio riguarderà poi il completamento dell'unione bancaria, in particolare l'introduzione di nuovi requisiti patrimoniali per gli istituti di credito, più restrittivi di quelli già attualmente previsti, con la possibile proposta di introdurre un tetto molto basso sul rapporto tra crediti deteriorati e dimensione del bilancio degli istituti;
   g) l'esito della roadmap sulla governance economica dell'Unione avrà un impatto decisivo per l'Italia, anche alla luce della conclusione del Quantitative easing, programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce già dimezzato da gennaio 2018 da 60 a 30 miliardi di euro al mese e che dal 31 dicembre 2018 si avvierà al superamento (dimezzato a 15 miliardi di euro fino al 31 dicembre 2018 per avere termine dal 2019); contemporaneamente per Mario Draghi si concluderà il mandato alla guida della Bce nel 2019, la cui sostituzione (presumibilmente a guida tedesca) aprirà a numerose incognite per il nostro Paese;
   con riferimento al bilancio pluriennale europeo:
   a) il 2 maggio 2018 la Commissione europea ha proposto per il quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea (QFP-2021-2027) un programma di 1,279 miliardi di euro in impegni, pari all'1,114 per cento del reddito nazionale lordo dei 27 Stati membri e che prefigura, nel nuovo contesto di minori entrate a causa della Brexit, per taluni capitoli di bilancio una riduzione, mentre per altri un aumento;
   b) i finanziamenti incrementati riguardano: Erasmus+, corpo di solidarietà europeo, transizione digitale, rafforzamento della gestione delle frontiere esterne, migrazione e asilo, guardie di frontiera e costiere, investimenti in ricerca e innovazione e nel settore della sicurezza, Fondo per la difesa e finanziamenti per le azioni esterne;
   c) per altri capitoli si ipotizza una riduzione delle risorse, con particolare riferimento alla politica agraria comune (PAC) che vede un taglio del 5 per cento, e alla politica di coesione con un taglio del 7 per cento – quest'ultimo rilevante in quanto la politica di coesione, con l'utilizzo dei fondi strutturali, è quella che più avvicina i cittadini all'Europa. Per quanto riguarda la Pac, con la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea, la dotazione complessiva passa da 408 a 365 miliardi di euro, con una riduzione pari a 43 miliardi. L'Italia con il nuovo bilancio Unione europea, potrebbe perdere 2,7 miliardi, pari a una riduzione del 6,9 per cento;
   d) le recenti proposte della Commissione per il Qfp 2021-2027 rivedono profondamente i criteri per l'assegnazione dei fondi di coesione, in una direzione più favorevole all'Italia: alle nostre regioni infatti verrebbero assegnati 38,6 miliardi di euro, al posto dei 36,2 del settennato precedente (+6 per cento), mentre i Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) sarebbero i più colpiti dai tagli (-25 per cento) e pertanto questi Paesi annunciano già battaglia;
   e) al prossimo Consiglio è opportuno che il Governo espliciti la propria posizione volta a tutelare gli interessi nazionali, valutando se appoggiare le proposte della Commissione sul capitolo dei fondi di coesione e attivarsi per ridurre i tagli previsti per l'agricoltura e la pesca;
   f) una partita importante per il nuovo quadro finanziario e bilancio Ue riguarderà anche la discussione su nuove entrate, in favore di risorse proprie dell'Unione europea, come le tasse sui colossi del web, le cui entrate dovrebbero essere destinate alle politiche per l'Europa del futuro (arresto dei flussi migratori, investimenti, imprese, competitività, occupazione) oltre a mitigare alcuni tagli previsti;
   con riferimento alle relazioni esterne:
   a) il Consiglio europeo del 22-23 marzo 2018 ha ribadito l'impegno nei confronti di un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole, imperniato sull'OMC, fermo nella convinzione che il commercio libero ed equo sia uno dei motori più potenti della crescita, esprimendo rammarico circa la decisione degli USA di imporre tariffe sull'importazione di acciaio e alluminio – misure non giustificate da motivi di sicurezza nazionale; le politiche protezionistiche degli USA costituiscono un rimedio inadeguato a risolvere i problemi degli squilibri commerciali;
   b) va sottolineato come le tensioni protezionistiche emerse negli ultimi mesi hanno già rallentato la forte crescita del commercio internazionale registrata nel 2017 e raffreddato la fiducia delle imprese manifatturiere europee e asiatiche. Nell'area Euro il PIL, nel primo trimestre, ha decelerato allo 0,4, in termini congiunturali e dallo 0,7 del quarto trimestre 2017,

impegna il Governo:

 1) con riferimento al fenomeno migratorio:
   a) ad abolire, mediante iniziative normative d'urgenza, il permesso di soggiorno per motivi umanitari previsto dall'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo n. 286/1998, non esistendo un tale tipo di protezione a livello europeo;
2) per quanto riguarda le politiche sull'immigrazione, a ribadire la necessità che l'Unione europea condivida con l'Italia il peso e i costi della pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale, mediante le seguenti azioni:
   a) la ripresa del negoziato per il superamento delle norme anacronistiche del regolamento di Dublino III, volto ad eliminare gli oneri a carico dei paesi di primo approdo, partendo dal testo approvato dal Parlamento europeo;
   b) il potenziamento del controllo delle frontiere esterne Ue, mediante il rafforzamento di Frontex e l'implementazione di un'efficiente Guardia costiera europea, in favore di una gestione forte e condivisa, atta a contrastare la tratta di esseri umani e a combattere le reti criminali di trafficanti che si arricchiscono grazie all'immigrazione clandestina;
   c) l'arresto dei flussi all'origine, prima che partano i viaggi, mediante la creazione di Centri europei di assistenza, informazione e protezione nei paesi di origine o di maggiore transito, con procedure rispettose dei diritti fondamentali, anche con il supporto di UNHCR e OIM;
   d) la definizione urgente di un «Piano Marshall europeo per l'Africa», adeguatamente finanziato, oltre a destinare maggiori risorse per la cooperazione e sviluppo in favore del Trust Fund Ue-Africa che, a differenza degli ingenti finanziamenti alla Turchia, registra mancati appostamenti sia a carico del bilancio Ue che dai paesi membri, al fine di intervenire sulle cause degli esodi verso l'Europa;
   e) un maggiore sostegno ai Paesi coinvolti nell'attuale crisi migratoria (Grecia ed Italia) per la piena applicazione del piano di azione de La Valletta, per una rafforzata cooperazione tra gli Stati;
   f) la promozione e il rilancio di accordi bilaterali da parte dell'Europa e dei singoli Stati membri con i Paesi di origine per i rimpatri dei migranti economici irregolari, sulla scia di quanto fatto dai Governi Berlusconi, come premessa per bloccare le partenze di migranti irregolari, stroncare le attività degli scafisti, e facilitare le procedure di espulsione dei clandestini;
   g) l'apertura immediata di corridoi umanitari di accesso in Europa, ossia di misure di evacuazione dei destinatari della protezione – anche attraverso l'utilizzo di mezzi aerei – per garantire canali di accesso legali e controllati attraverso i Paesi di transito ai rifugiati che scappano da persecuzioni, guerra e conflitti, per evitare essi debbano affidarsi a trafficanti e scafisti per raggiungere il territorio dell'Unione europea, e porre fine così alle stragi in mare;
   h) la ripresa degli accordi di collaborazione politica, economica e infrastrutturale con la Libia, anche al fine di un potenziamento della sua Guardia costiera civile e militare;
   i) la necessità di condizionare l'attribuzione dei fondi europei, in particolare della politica di coesione, al pieno rispetto da parte di tutti gli Stati membri degli obblighi in materia di immigrazione e asilo;
   l) rafforzare la politica europea di vicinato (PEV), che mira a gestire le relazioni dell'Unione europea con 16 Paesi vicini, meridionali e orientali, al fine di promuovere l'integrazione economica e la pacificazione nelle aree di conflitto;
   m) rafforzare gli accordi di collaborazione con la Tunisia perché si impegni a fermare la nuova rotta migratoria illegale ed attivare il massimo impegno per il controllo di ogni rotta di migrazione illegale (sia quelle di mare, provenienti da Egitto, Libia, Tunisia, sia quelle tradizionali di terra) per prevenire il probabile tentativo di rientro in Europa dei « foreign fighters» che erano impegnati in Siria e in Iraq;
   n) proseguire l'impegno in favore di un migliore coordinamento a livello europeo nella lotta al terrorismo, promuovendo una più stretta cooperazione e comunicazione tra i servizi di intelligence nazionali, e potenziando a livello europeo le attività di ricerca e sviluppo nel settore della cyber-sicurezza, con particolare riferimento alle tecnologie di informazione e comunicazione, agli standard di sicurezza e ai regimi di certificazione, favorendo ogni iniziativa volta a sostenerne il finanziamento attraverso le risorse dell'Unione europea;
   o) razionalizzare la presenza delle ONG, conformandosi ad obblighi e requisiti per lo svolgimento dei compiti di SAR, nel rispetto delle forme di accreditamento e certificazione ai fini della massima trasparenza, nella piena collaborazione con le autorità italiane e consentendo l'intervento tempestivo della polizia giudiziaria contestualmente al salvataggio da parte delle ONG;
3) con riferimento alla politica estera (PESC) e di difesa (PSDC) comune, ad attivarsi per:
   a) ribadire l'importanza di definire una nuova strategia globale in materia di politica estera e di sicurezza in cui sia riconosciuto un rilievo centrale dell'assetto geopolitico dell'area mediterranea, caratterizzata da forte instabilità e fonte di gravi minacce per la sicurezza dell'Unione, per un deciso spostamento dell'asse di attenzione dell'Unione europea verso l'area del Mediterraneo, in termini di cooperazione sia politica che economica;
   b) garantire, nell'ambito delle iniziative volte alla stabilizzazione della Libia, un ruolo primario all'Unione europea e all'Italia in particolare, anche in considerazione degli storici legami con lo Stato nordafricano, in particolare per il sostegno alla ricostruzione delle istituzioni militari e civili e del tessuto sociale e politico del Paese;
   c) ribadire la necessità di implementare il processo di integrazione in materia di difesa, e sostenere e rafforzare la politica di sicurezza e ravvicinare gli strumenti di difesa comune, anche mediante il potenziamento delle risorse in favore del Fondo per la difesa europea;
4) per quanto riguarda la riforma dell'eurozona, ad assumere iniziative per:
   a) definire un piano di riforme della governance dell'eurozona finalizzato a una maggiore integrazione del mercato interno, in particolare nel settore dei servizi, ancora troppo segmentato, migliorare la regolazione e la normativa comunitaria, costruire nuove infrastrutture, migliorare i piani di approvvigionamento energetico, dare impulso agli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, capitale umano;
   b) attivarsi in favore dell'inserimento della golden rule, ovvero lo scomputo dal debito degli investimenti strutturali;
   c) chiedere e stimolare una revisione dei Trattati e dei regolamenti (a cominciare da Fiscal Compact, Six Pack e Two Pack) tornando allo spirito originario del Trattato di Maastricht, in modo da consentire agli Stati che non sono in grado di rispettare i limiti del debito pubblico di poter procedere con politiche virtuose che comportino miglioramenti progressivi, senza soggiacere a piani di rientro forzosi;
   d) completare l'Unione bancaria per una piena stabilizzazione del sistema creditizio e dell'area euro, con la creazione di un backstop del Single Resolution Fund e l'istituzione di uno schema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS), insieme alla creazione di un budget dell'Eurozona che consenta investimenti, rilancio economico e maggiore convergenza tra le diverse economie;
   e) sostenere l'introduzione di un fondo europeo contro la disoccupazione;
   f) opporsi a qualsiasi proposta di modificare l'attuale Meccanismo di stabilità europea, trasformandolo in un Fondo monetario europeo basato su criteri di concessionalità, secondo il paradigma «soldi in cambio di riforme», proponendo invece la creazione di un meccanismo di ripartizione delle risorse di livello europeo basato su principi solidaristici, tipici di un normale sistema di federalismo fiscale;
   g) opporsi a qualsiasi proposta di introdurre dei tetti quantitativi ai crediti non esigibili (cosiddetti NPL) detenuti dagli istituti di credito, proponendo invece l'introduzione di tetti massimi per la detenzione in bilancio di attività finanziarie di Livello 2 e 3 (cosiddetti « asset tossici»);
5) per quanto attiene a competitività, crescita e occupazione, nuovo QFP 2011-2017:
   a) ad assumere iniziative per porre al centro dell'agenda europea il rilancio della crescita e dell'occupazione in Europa, utilizzando appieno tutti gli strumenti necessari per realizzare gli investimenti strategici, nonché applicando con intelligenza i meccanismi sulla flessibilità di bilancio;
   b) a ribadire la necessità che i fondi strutturali europei, rilevanti nell'ambito del nuovo ciclo della politica di coesione – quale strumento volto a correggere gli squilibri sia tra gli Stati membri che al loro interno, nonché di collegamento diretto tra l'Unione europea e le sue regioni e città – debbano essere indirizzati in favore di progetti e investimenti a carattere strutturale, non per la spesa corrente o per interventi di natura meramente assistenziale;
   c) al fine di raggiungere gli obiettivi di rilancio del tessuto economico e di ritrovare un equilibrio sociale nelle aree interessate dagli eventi sismici che si sono susseguiti dal 24 agosto 2016 in poi nelle regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, a considerare ogni utile iniziativa volta ad aprire un tavolo di confronto con l'Unione europea, volto all'inserimento dei territori ricompresi nel cratere delle regioni citate, fra quelli che possono accedere ai benefici delle aree depresse, così come individuate dalla normativa vigente, ed essere ammesse agli interventi dei Fondi strutturali ex obiettivo 1;
   d) ad attivarsi per respingere le ipotesi di taglio alle risorse previste per la PAC, nell'ambito del bilancio pluriennale Ue 2021-2027, che incidono sull'agricoltura italiana per 2,7 miliardi, e la cui riduzione, bocciata dal Parlamento europeo, è tale da mettere in pericolo il ruolo determinante della politica agricola nelle sfide sui cambiamenti climatici, la messa in sicurezza del territorio e la salute dei cittadini europei.
(6-00010) «Gelmini, Carfagna, Occhiuto, Vito, Valentini, Rossello, Ravetto, Brunetta, Tripodi, Biancofiore, Cappellacci, Fitzgerald Nissoli, Napoli, Orsini, Battilocchio, Ruggieri, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Lupi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

coesione economica e sociale

politica comunitaria dell'ambiente