ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 169 del 02/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 02/05/2019
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 02/05/2019
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 02/05/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 02/05/2019
Stato iter:
27/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/06/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 27/06/2019
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 02/05/2019

DISCUSSIONE IL 27/06/2019

SVOLTO IL 27/06/2019

CONCLUSO IL 27/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02022
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Giovedì 2 maggio 2019, seduta n. 169

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, SCALFAROTTO e DE MARIA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa, parrebbe che il Governo sia intenzionato a riaprire il consolato a Bengasi, in Libia, apertura prevista per il 28 aprile 2019, ma attualmente rinviata su richiesta dell'autorità di Tripoli ufficialmente per «via del conflitto in corso», ufficiosamente perché il Consiglio presidenziale avrebbe detto chiaramente al Governo in carica che, a guerra in corso, l'apertura del consolato a Bengasi sarebbe stata considerata un ulteriore favore al generale Haftar;

   quest'ultimo ha esortato al ritiro del contingente italiano che opera nell'ospedale da campo a Misurata, città controllata da una milizia fedele a Serraj, poiché considerato dal generale ormai solo un sostegno alle milizie di Serraj e non più aiuto umanitario;

   di tutta risposta il Presidente del Consiglio Conte ha offerto aiuto medico ai feriti delle milizie che sostengono Haftar, affermando che «poiché siamo in una zona controllata dal governo di Tripoli abbiamo offerto ai feriti di Haftar la possibilità di raggiungere il nostro ospedale via mare. I nostri medici sono a disposizione di chiunque ne abbia bisogno». È questo, secondo gli interroganti, un gesto molto forte di apertura al generale Haftar da parte dell'Italia;

   l'Italia è ufficialmente schierata – ancora – assieme a Gran Bretagna, Unione europea, Qatar, Turchia e movimenti islamisti, con il Governo di Fayaz Serraj, riconosciuto dall'Onu. Dopo il cambio di alleanza degli Stati Uniti e con le dichiarazioni di Donald Trump di sostegno ad Haftar – ma non prendendo ancora una posizione definitiva – anche l'Italia sembra che sia rimasta un po’ disorientata –:

   se il Governo stia cambiando le alleanze internazionali e quali siano gli orientamenti al riguardo, posto che questa assenza di una chiara politica estera non appare agli interroganti il modo migliore per difendere gli interessi strategici dell'Italia.
(5-02022)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 27 giugno 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02022

  Sin dall'inizio della crisi libica, l'Italia è sempre stata in prima linea nel sostegno internazionale al processo politico a guida onusiana e nel consolidamento delle istituzioni libiche.
  L'interesse nazionale italiano è saldamente ancorato al rispetto dei principi di unità, sovranità, integrità territoriale e stabilità duratura e sostenibile della Libia.
  Condizione, quest'ultima, imprescindibile per contrastare la minaccia terroristica, prevenire flussi migratori illegali e tutelare i nostri interessi energetici. L'Italia riconosce e sostiene pienamente il Consiglio presidenziale/Governo di Accordo Nazionale, legittimamente riconosciuto dalla Comunità internazionale. Al contempo riteniamo che il Generale Haftar sia un interlocutore con il quale sia necessario dialogare nel perseguimento di una soluzione politica della crisi libica.
  La posizione italiana si ispira al principio di inclusività, ovvero si fonda sulla necessità di coltivare un dialogo tra tutte le diverse anime politiche libiche, perché solo attraverso un costante dialogo intra-libico si potrà evitare un'ulteriore escalation militare e far avanzare il processo politico. Tale approccio inclusivo è rivolto anche a tutti gli attori internazionali che giocano un ruolo in Libia, per tentare di trovare insieme soluzioni condivise all'attuale stallo nel processo politico.
  Su tali presupposti, nell'attuale situazione di conflitto in Libia, l'azione italiana si sviluppa lungo tre direttrici principali:
   1) azione di persuasione nei confronti di tutte le parti libiche coinvolte per evitare ulteriori escalation, ridurre la conflittualità e raggiungere un cessate il fuoco, accompagnato dall'attuazione di tregue umanitarie;
   2) soluzione politica e rifiuto di una soluzione militare. In tale ottica continuiamo a sostenere convintamente gli sforzi del Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite Salamé per un rapido riavvio del dialogo tra le parti;
   3) favorire la più ampia coesione della Comunità internazionale sul dossier libico, essenziale per assicurare il pieno sostegno alla centralità dell'azione dell'ONU. È infatti nostra convinzione che solo attraverso l'unità di intenti della Comunità internazionale sia possibile giungere ad una soluzione politica definitiva, nell'interesse primario della stessa popolazione libica.

  È in tale ottica che l'Italia ha accolto il recente annuncio del Presidente Serraj di voler convocare un forum di dialogo libico, in coordinamento con la missione in Libia delle Nazioni Unite, con il fine ultimo di condurre il Paese ad elezioni entro il 2019. Come Italia, siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa volta a favorire una soluzione negoziata della crisi libica e che sia incentrata sul ruolo essenziale delle Nazioni Unite come guida del dialogo politico.
  Fin dall'avvio delle ostilità, l'Italia ha condotto un'intensa attività diplomatica a più livelli che si è concretizzata in una serie di contatti a tutto campo che hanno coinvolto le controparti libiche, i principali attori regionali e internazionali e l'ONU, per scongiurare il rischio di un ulteriore aggravamento della situazione e impedire lo scoppio di una guerra civile suscettibile di gravi conseguenze per la popolazione libica e per la stabilità dell'intera regione.
  Con particolare riferimento alle controparti libiche, numerosi sono stati i contatti a tutti i livelli. Solo per citare gli ultimi, il Presidente del Consiglio Conte ha incontrato a Roma il Presidente Serraj, lo scorso 7 maggio, e il Generale Haftar lo scorso 16 maggio. Anche grazie alla perdurante, piena operatività dell'Ambasciata d'Italia a Tripoli, l'Italia mantiene un dialogo con tutti i rappresentanti libici e in particolare con la città di Misurata che rappresenta una realtà politica, militare ed economica di primissimo rilievo negli equilibri della Libia, anche nell'ottica del futuro assetto politico del Paese.
  Continuiamo allo stesso tempo a mantenere stretti contatti con i partner internazionali maggiormente coinvolti sul dossier libico, invitandoli ad utilizzare la loro influenza per indurre le parti ad allentare le tensioni e a riavviare un dialogo costruttivo. In tale ambito, frequenti sono stati i contatti tanto a livello politico, quanto a livello alti funzionari con i partner del formato P3+1 (Francia, USA, UK) +1 (Italia) e P3(Francia, USA, UK)+3 (Italia, Egitto, Emirati Arabi Uniti), le cui ultime riunioni si sono svolte rispettivamente lo scorso 21 giugno a Londra e lo scorso 24 aprile a Roma, alla presenza dello Rappresentante Speciale Salamé. Una nuova riunione del formato P3+3 si terrà il domani 28 giugno, sempre a Roma.
  A ciò si affiancano i frequenti contatti con ulteriori attori internazionali, particolarmente profilati sul dossier libico, quali Russia, Arabia Saudita, Algeria, Qatar e Turchia.
  Nell'ambito dell'azione italiana volta a favorire la coesione internazionale sul dossier, già all'indomani dello scoppio delle ostilità – solo per citare alcuni passi più recenti – il Ministro Moavero ha promosso l'adozione di una dichiarazione congiunta dei Ministri degli esteri del G7 insieme all'Alto rappresentante Mogherini a Dinard (5 aprile) e ha giocato un ruolo chiave nell'elaborazione della dichiarazione dell'Alto rappresentante Mogherini per conto dell'UE sulla situazione in Libia (11 aprile). In occasione del Consiglio affari esteri all'Ue, al quale è anche intervenuto il rappresentante Speciale Salamé, lo scorso 13 maggio, anche grazie al ruolo chiave svolto dall'Italia, è stata adottata una Dichiarazione a 28 sulla Libia che ha veicolato in maniera unitaria messaggi chiave, quali l'appello al cessate il fuoco, alla protezione dei civili e all'assistenza umanitaria, il ritorno al dialogo politico e il sostegno a UNSMIL. Da ultimo, la tradizionale posizione italiana è stata riconosciuta e fatta propria dalle conclusioni del Consiglio europeo del 20-21 giugno scorso.
  In questo momento critico per la Libia, l'Italia continua a mantenere uno stretto coordinamento con l'ONU, la cui azione deve rimanere centrale per riaprire le prospettive di dialogo. L'Italia, anche grazie all'azione dell'Ambasciata a Tripoli, ha assicurato un costante contatto con la Missione UNSMIL e con il Rappresentante Speciale Salamé, che il Ministro Moavero prevede di incontrare nuovamente domani 28 giugno, in occasione della partecipazione del Rappresentante Speciale alla riunione P3+3.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

guerra

aiuto umanitario

consolato