ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00210

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 31 del 20/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: BOLOGNA FABIOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/07/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
CHIAZZESE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
LAPIA MARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
VOLPI LEDA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
MAMMI' STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
MENGA ROSA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
PROVENZA NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
SAPIA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
TROIANO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/07/2018
Stato iter:
01/08/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2018
Resoconto FUGATTI MAURIZIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 01/08/2018
Resoconto BOLOGNA FABIOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/07/2018

DISCUSSIONE IL 01/08/2018

SVOLTO IL 01/08/2018

CONCLUSO IL 01/08/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00210
presentato da
BOLOGNA Fabiola
testo di
Venerdì 20 luglio 2018, seduta n. 31

   BOLOGNA, MASSIMO ENRICO BARONI, LOREFICE, CHIAZZESE, D'ARRANDO, LAPIA, LEDA VOLPI, MAMMÌ, MENGA, NAPPI, NESCI, PROVENZA, SAPIA, SARLI, SPORTIELLO, TRIZZINO, TROIANO, DI LAURO, IANARO e TUZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Repubblica italiana, come recita l'articolo 1 della Carta costituzionale, è fondata sul lavoro e lo Stato ha il dovere di assicurare tutte le misure necessarie al fine di tutelare l'esercizio sicuro e salubre di ogni professione;

   da tempo dilaga il fenomeno della violenza, tanto più odiosa se si esercita verso categorie professionali come il personale sanitario, negli ambulatori di guardia medica, nei nosocomi, nonché in occasione degli interventi del personale sanitario tramite il 118; in ogni luogo dove sia doveroso far intervenire personale sanitario, medico ed infermieristico, dipendente del sistema sanitario nazionale, regionale e di quello convenzionato, sono in crescita fenomeni di aggressione verbale e fisica, con una escalation della violenza ingiustificata e sproporzionata; spesso solo il pronto intervento delle forze dell'ordine ha scongiurato l'aggravarsi delle conseguenze della commissione di fattispecie criminose;

   viene messo in crisi il sistema di tutela di beni giuridici garantiti costituzionalmente con pari dignità: il diritto al lavoro, il diritto all'integrità fisica nell'esercizio del lavoro, il diritto ad ottenere cure proporzionate allo stato di bisogno; non si può lasciare impunito l'esercizio della giustizia personale tramite violenza privata; l'insoddisfazione non può certo giustificare lo scagliarsi contro il personale sanitario, verbalmente o fisicamente, per motivi futili violando le regole sociali e comportamentali;

   il fenomeno è grave e serviranno anche attività in sinergia con varie agenzie territoriali al fine di ragionare adeguatamente sulle diverse misure da attuare per prevenire il dilagare del fenomeno; già da tempo i sindacati di categoria delle professioni sanitarie stanno richiedendo misure idonee per tutelare i lavoratori con specifici strumenti;

   tra le idee avanzate, ci sono la revisione delle raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza degli operatori sanitari, l'emanazione di disposizioni in tema di buone pratiche per i direttori generali delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale, l'istituzione di una Commissione parlamentare sulla violenza contro gli operatori sanitari, iniziative normative per rendere tale reato perseguibile d'ufficio e non su querela di parte, una comunicazione efficace verso la popolazione, tramite forme di pubblicità progresso, per far comprendere che «chi aggredisce un medico aggredisce se stesso»;

   secondo quanto si evince dalla raccomandazione n. 8, del novembre 2007 del Ministero della salute, finalizzata a prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, i citati atti di violenza costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione –:

   quali iniziative, anche in sinergia con gli altri Ministri competenti, intenda porre in essere per garantire l'incolumità e la serenità lavorativa dei professionisti del mondo sanitario, anche in attuazione della raccomandazione del Ministero della salute indicata in premessa.
(5-00210)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 1 agosto 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00210

  Innanzitutto desidero ringraziare l'onorevole interrogante poiché mi consente di illustrare le iniziative che il Ministero della salute ha già avviato in relazione ad una problematica che rappresenta una obiettiva priorità tra i settori di intervento di cui si è voluto fare carico il nuovo Governo, già immediatamente dopo il suo insediamento.
  Il verificarsi di atti di violenza in ambito sanitario è, difatti, un fenomeno ben noto e risalente nel tempo: eppure, nonostante le numerose sollecitazioni manifestate nella scorsa legislatura anche in sede parlamentare, nulla di concreto è stato fatto per garantire una tutela qualificata e differenziata ad una categoria caratterizzata, purtroppo, da uno specifico, e maggiore, fattore di rischio.
  Il Ministero della salute, infatti, è ben consapevole che gli esercenti le professioni sanitarie possono subire, nel corso della loro attività lavorativa, atti di violenza con una frequenza più elevata rispetto ad altri settori lavorativi.
  La cronaca anche di queste ultime settimane ci consegna, infatti, numerosi episodi di aggressione, in grado di determinare lesioni personali anche importanti.
  I fattori di rischio responsabili di tali atti di violenza sono numerosi, ma l'elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l'erogazione della prestazione sanitaria e che vede spesso coinvolti soggetti, quali il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l'effetto di alcol o droga.
  Ecco perché si ritiene che il SSN a differenza di altri ambiti, abbia una doppia responsabilità, ovvero quella di prendersi cura e tutelare i soggetti che necessitano di cure, nonché di tutelare la sicurezza ed il benessere fisico del personale sanitario che vi opera.
  A fronte di questa consapevolezza, che si vuole ribadire con forza in questa sede, il Ministero della salute ritiene di dover intervenire tempestivamente, adottando una pluralità di misure che possano consentire – viste nel loro insieme, in un'ottica di sistema – la realizzazione di risultati concreti e, soprattutto, duraturi.
  Non vi è dubbio, tuttavia, che – poiché tali iniziative dovranno determinare un profondo mutamento d'approccio alla problematica e considerato che le stesse richiedono la collaborazione di una pluralità di soggetti istituzionali – in questa sede, oggi, si possa delineare solo il percorso al quale il Ministero si atterrà fin dalle prossime settimane e di cui, posso assicurare fin da ora, si potranno presto apprezzare risultati concreti.
  Innanzitutto sono lieto di poter dare notizia che il Ministro della salute ha già inviato alla Presidenza del Consiglio, per il consueto esame preliminare, uno schema di disegno di legge governativo che intende affrontare in modo sistematico i vari aspetti del fenomeno; tra questi, mi fa piacere, in particolare, segnalare che uno speciale rilievo è assegnato proprio alle iniziative di comunicazione ed informazione citate dall'onorevole interrogante.
  Il cuore del provvedimento, tuttavia, risiede anche in altre misure: mi riferisco alla necessità di individuare uno specifico «luogo» di analisi del fenomeno, a cui poter attribuire il compito di monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e di proporre l'adozione d'idonee misure per ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, nonché di verificare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste dalle vigenti disposizioni a garanzia dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro; e mi riferisco, altresì, alla scelta di inserire una specifica aggravante, in un'ottica di prevenzione penale generale, a carico dell'autore di reati in danno degli esercenti le professioni sanitarie: in poche parole, dunque, pene più severe per gli aggressori.
  Indipendentemente dall'approvazione di queste norme, in cui il Ministero crede molto e che si confida possano essere arricchite dal dibattito parlamentare, desidero informare che si sta valutando, proprio in questi giorni, di adottare ulteriori iniziative finalizzate a dare una risposta concreta, e in tempi brevi, alle forti richieste in termini di sicurezza dei presidi ospedalieri.
  Informo, dunque, che il 25 luglio u.s. il Ministro della salute ha inviato al Ministro dell'interno la richiesta di poter valutare una rimodulazione dei dispositivi di sicurezza esistenti in modo tale che possano essere considerate anche le peculiari e maggiori esigenze di sicurezza dei presìdi sanitari ed ospedalieri.
  Contestualmente, nell'ambito della medesima attività di stretta collaborazione intrapresa con il Ministero dell'interno, si stanno valutando ulteriori iniziative, ancora più concrete, finalizzate ad assicurare una tutela specifica agli esercenti le professioni sanitarie, nella consapevolezza, condivisa da quel Ministero – al quale afferisce, occorre ribadirlo, la primaria competenza in tema di prevenzione dei reati e tutela della sicurezza pubblica – che tali soggetti meritino l'adozione di misure particolari ed ulteriori in considerazione degli specifici fattori di rischio cui sono sottoposti.
  Concludo, pertanto, dando la massima assicurazione circa l'impegno che il Ministero della salute profonderà affinché le summenzionate iniziative possano vedere presto la luce, nella convinzione che esse trovino la condivisione dell'Amministrazione dell'interno e la piena collaborazione degli Enti del Servizio Sanitario nazionale, il cui contributo, ovviamente, risulta massimamente necessario.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

servizio sanitario nazionale

professioni paramediche