Legislatura: 18Seduta di annuncio: 136 del 05/03/2019
Primo firmatario: SOZZANI DIEGO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/03/2019 ROSSO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/03/2019 MULE' GIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/03/2019 GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/03/2019
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 06/03/2019 Resoconto SOZZANI DIEGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE RISPOSTA GOVERNO 06/03/2019 Resoconto DI MAIO LUIGI MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 06/03/2019 Resoconto ROSSO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 06/03/2019
SVOLTO IL 06/03/2019
CONCLUSO IL 06/03/2019
SOZZANI, ZANGRILLO, ROSSO, MULÈ e GELMINI. —
Al Ministro dello sviluppo economico
. — Per sapere – premesso che:
seppur la quota di servizi immateriali cresca nelle economie sviluppate, l'Italia rimane caratterizzata da una forte vocazione manifatturiera sostenuta dall'esportazione;
Istat conferma a gennaio 2019 un marcato aumento congiunturale delle esportazioni (+5,9 per cento) e una contrazione delle importazioni (-2,6 per cento), con prevalenza di beni pesanti e durevoli sempre più movimentati verso l'estero;
l'Italia, come è noto, non è un'economia autosufficiente, per cui il proprio sviluppo e la crescita debbono passare dall'importazione di materie prime, dalla loro lavorazione di qualità e quindi dall'esportazione di prodotti trasformati;
questa dinamica attiva direttamente tre settori principali: trasporto e logistica, manifattura e industria, che contano centinaia di imprese e decine di migliaia di addetti impiegati su tutto il territorio nazionale;
la vocazione manifatturiera e industriale italiana non può non basarsi su una forte interconnessione con il resto del continente europeo, che si traduce nel necessario e fondamentale aggancio dell'Italia alla rete Ten-T europea e al corridoio Mediterraneo, attraverso anche la linea Torino-Lione;
sulla medesima linea il Governo ha mostrato una sostanziale incertezza e instabilità: dopo il primo blocco nel corso del 2018 e le successive differenti versioni dell'analisi costi-benefici del team del professor Ponti, le posizioni No-Tav governative vacillano;
il blocco dei lavori del Tav ha arrecato finora danni ingenti all'occupazione, alla manifattura e all'industria italiana, con rischiose ricadute in termini economici, finanziari e sociali. Molte delle maggiori imprese di costruzioni del Paese versano in difficoltà finanziarie (Trevi) e amministrative (Condotte, Astaldi, Cmc);
secondo le stime, in Italia il progetto Tav attiverebbe circa 9 miliardi di euro, dei quali 3,1 di spesa diretta nei cantieri, 3,4 per fornitori e 2,5 nell'indotto;
con riguardo alle ricadute occupazionali, il Tav in un decennio produrrebbe 52 mila unità lavorative in più, tre quarti dei quali in settori diversi da quello delle costruzioni;
Istat ha confermato come nel 2018 l'economia sia cresciuta dello 0,9 per cento, in netto rallentamento rispetto al +1,6 per cento del 2017, con un debito pubblico aumentato al 132,1 per cento nel 2017;
senza il Tav le perdite si attesteranno su livelli troppo rilevanti da poter essere riassorbiti dall'intera economia; più in generale, per la complessiva azione «blocca cantieri» del Governo si stimano 27 miliardi di euro di perdite –:
quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere per contrastare le ricadute negative derivanti dal blocco dei cantieri Tav. (3-00584)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):trasporto pubblico
impatto sociale
importazione