Legislatura: 18Seduta di annuncio: 81 del 12/11/2018
Primo firmatario: UNGARO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/11/2018
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 13/11/2018 Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) REPLICA 13/11/2018 Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/11/2018
DISCUSSIONE IL 13/11/2018
SVOLTO IL 13/11/2018
CONCLUSO IL 13/11/2018
UNGARO. —
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni del capo negoziatore europeo per la «Brexit» Michel Barnier e dalle posizioni del Governo britannico, caratterizzate peraltro anche dall'acuirsi delle frizioni politiche interne, vi è la possibilità che i negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea si concludano senza un preciso accordo tra le due parti, ovvero con il cosiddetto « no deal» prima della data del 29 marzo 2019;
l'attesa riunione del Consiglio europeo del 17 ottobre 2018 sulla «Brexit» ha portato a un altro nulla di fatto. Non si è trovato un compromesso sulle questioni che ancora bloccano un accordo definitivo e che riguardano soprattutto il confine irlandese. La Premier Theresa May ha tenuto un nuovo discorso davanti agli altri 27 Capi di Stato e di Governo dell'Unione, ma ha usato solo 15 dei 30 minuti a sua disposizione e soprattutto non ha proposto nessuna novità concreta rispetto alle posizioni già note del suo Governo. Secondo alcune fonti autorevoli citate dal Financial Times, il limite per negoziare un accordo è stato tacitamente posticipato da novembre a dicembre 2018;
questo scenario è estremamente preoccupante, perché l'accordo Unione europea-Regno Unito prevede, tra gli altri temi, la tutela integrale dei diritti acquisiti civili dei cittadini italiani ed europei residenti nel Regno Unito, mentre con il « no deal» non vi sarebbero più differenze tra cittadini comunitari ed extracomunitari agli occhi delle autorità britanniche: si tratta di uno scenario preoccupante che prelude a probabili difficoltà per i cittadini italiani ed europei che non saranno in grado di ottenere il « settled status» per risiedere, lavorare e curarsi;
già da alcuni mesi si registrano, anche in previsione della rivoluzione «Brexit» e nonostante il gran lavoro degli uffici da poco rinforzati in altre unità di personale, lunghe attese e criticità nei servizi consolari, ad esempio per il rilascio di passaporti, documenti d'identità, naturalizzazioni per matrimonio –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della questione e se non ritenga opportuno, in via temporanea, data la straordinarietà e unicità del processo di «Brexit» dall'Unione europea, adottare per il biennio 2019-2020 iniziative per il raddoppiamento, senza ulteriori oneri per lo Stato, di tutto il personale consolare presente in Gran Bretagna per risolvere il problema dell'inevaso e per affrontare le evidenti necessità future.
(3-00312)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):politica commerciale comune
cittadino della Comunita'
cittadino straniero