ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00347

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 334 del 05/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
APREA VALENTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
CASCIELLO LUIGI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
MARIN MARCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
SACCANI JOTTI GLORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00347
presentato da
GELMINI Mariastella
testo di
Martedì 5 maggio 2020, seduta n. 334

   La Camera,

   premesso che:

    l'emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19 e le misure di distanziamento fisico e sociale che sono state adottate richiedono un approccio alla risoluzione dei problemi più che mai multidisciplinare, capace di coniugare l'aspetto della tutela della salute pubblica con lo svolgimento delle normali attività produttive, scolastiche e culturali dei cittadini e delle imprese;

    le informazioni di cui si dispone al momento indicano che i bambini e i giovani sono meno esposti al contagio da Covid-19 e di conseguenza meno esposti ai rischi che la riapertura delle scuole potrebbe comportare per la loro salute fisica;

    viceversa, la sospensione delle attività scolastiche e le misure restrittive stanno certamente dispiegando soprattutto sui bambini i loro effetti negativi per quanto riguarda i danni educativi, psicologici e culturali di lungo periodo;

    contemporaneamente, non è possibile ignorare che intervenire con la mera riapertura delle scuole, senza intervenire su altri fattori, metterebbe a rischio la salute degli adulti che operano nelle istituzioni scolastiche – educatori, insegnanti, personale ausiliario – e dei familiari degli studenti, soprattutto i nonni che sono i soggetti più esposti al contagio;

    numerose associazioni che si occupano di infanzia, studiosi e professionisti dell'età evolutiva richiamano l'attenzione sulle ripercussioni che le misure restrittive stanno determinando sull'equilibrio psicofisico dei bambini e dei ragazzi sui quali, non solo ricadono le conseguenze del divieto di socialità (sia dentro che fuori le istituzioni scolastiche), ma anche le difficoltà economiche e comportamentali che le famiglie hanno dovuto affrontare da un giorno all'altro: spazi compressi, clausura forzata, difficoltà economiche cui si sono affiancate problemi di natura organizzativa che hanno, sicuramente, esacerbato le convivenze soprattutto nelle famiglie numerose;

    la didattica a distanza, adottata nell'immediato in un'ottica meramente emergenziale, come risposta e come strumento per tentare di dare una sorta di continuità all'anno scolastico e all'insegnamento, ha sopperito parzialmente all'interruzione delle attività didattiche ma non ha tenuto, e ancora non tiene, conto, delle difficoltà di natura economica e sociale con le quali si sono confrontati genitori e alunni, con particolare attenzione alla disponibilità di dispositivi, alla difficoltà di connessione, alla mancanza di spazi sufficienti per lo svolgimento in contemporanea di attività di lavoro in modalità agile e di didattica in modalità digitale, così da ampliare il gradiente di disuguaglianza tra studenti, da rendere per alcuni poco efficace tali attività e da chiedere un ulteriore sforzo di adattamento ai ragazzi e ai bambini costretti a non uscire di casa;

    la didattica digitale non può essere pensata come un mero spostamento delle routine didattiche in presenza nella scuola tradizionale;

    la scuola sembra la vittima prescelta che il Governo ha deciso di sacrificare in questo difficile momento di emergenza, l'unica per la quale sembra si possa derogare il ritorno alla funzionalità fino a settembre, in virtù del fatto che si riesce ad immaginare esclusivamente un modello di didattica in presenza tradizionalmente svolta nelle classi;

    il sistema scuola costituisce un organismo estremamente complesso e articolato in maniera capillare sul territorio, il che non rende certamente semplice intervenire a modificare e ripensare sia le strutture materiali che il paradigma organizzativo ed educativo;

    è questo il momento di piegare l'avversità dell'emergenza e tramutarla in occasione da cogliere per introdurre nel sistema formativo un'autentica rivoluzione organizzativa culturale e didattica: per i docenti, per le famiglie, per gli studenti;

    innovare non vuol dire rinnegare le tradizioni ma da queste partire per pensare nuovi paradigmi, nella stratificazione e nel superamento di quello che è stato e che altro non è che la base per ciò che dovrà essere: le premesse normative sono già disponibili e, se il sistema non avesse forzato fino allo stremo l'autoriproduzione di sé stesso, l'emergenza del lockdown scolastico non ci avrebbe trovato impreparati;

    in tal senso i prossimi mesi sono strategici per poter costruire un nuovo modo di fare scuola, per operare un salto di mentalità e non, giungere impreparati al prossimo anno scolastico;

    il nuovo modello didattico non potrà prescindere da attività svolte in presenza, in quanto rimane fondamentale la relazione interpersonale tra il docente e il discente, ma sarà necessario organizzarsi utilizzando ambienti interni ed esterni agli edifici, mettere a sistema un'offerta formativa ordinata per piccoli gruppi diacronici e sincronici di insegnamento e/o di apprendimento, che siano a volta a volta di compito, di progetto, di competenza e/o elettivi, organizzare il lavoro per piccoli gruppi di livello e/o di riequilibrio degli apprendimenti;

    tutto ciò avrà ancor più senso se saranno garantiti a ciascuno studente i piani di studio personalizzati proposti nella legge n. 53 del 2003 ma successivamente accantonati e dimenticati dalle politiche scolastiche;

    le attività didattiche in presenza dovranno quindi sviluppare il focus sui singoli studenti, affiancate da attività a distanza che porranno maggiormente l'accento sulla modalità di lavoro collaborativa; l'uso del digitale dovrà diventare strumento prezioso per qualificare l'insegnamento e per l'apprendimento, in un'ottica di integrazione delle modalità tradizionali con tutte le potenzialità offerte dalla tecnologia digitale; la rete, infatti, per definizione, richiede un'attività di relazione, di sviluppo della collaborazione, di lavoro di gruppo;

    sarebbe necessario organizzare laboratori di approfondimento, recupero e sviluppo degli apprendimenti al fine di permettere alle famiglie e agli studenti di affrontare eventuali ritardi e carenze al di fuori della soluzione individuale delle lezioni private e di proposte di meri corsi di recupero in ambito scolastico spesso non efficaci;

    il problema che si pone al Governo e al legislatore è connesso anche con quell'aspetto attinente all'organizzazione familiare conseguente alla ripresa delle attività produttive che appare un discorso di giusta sensibilità sociale, che si aggiunge a quella educativa e che non può essere ignorato;

    il 4 maggio 2020 è prevista la riapertura di parte delle attività produttive il che, per i genitori con figli in età di non autosufficienza, aggiunge a questa situazione di disagio generale anche quello specifico dell'affidamento dei figli, in quanto non sarà possibile lasciarli ai nonni, per i quali rimangono vigenti le indicazioni in merito al distanziamento, le scuole sono chiuse, i luoghi solitamente dedicati ad accogliere bambini e ragazzi nel periodo di inattività scolastica, al momento, non sono operativi e l'utilizzo di baby sitter, oltre a presentare problemi organizzativi, richiederebbe anche un impegno economico difficile da sostenere in un periodo di diffusa e crescente crisi economica e senso di insicurezza per il futuro;

    questo scenario complesso non può essere ignorato dal Governo che deve prevedere che tutti i locali e gli spazi con vocazione educativa disponibili nei territori, a cominciare dai locali delle istituzioni scolastiche pubbliche (statali e paritarie), siano messi a disposizione coinvolgendo attori pubblici e del privato sociale, affinché si possa dar vita a un servizio educativo e didattico qualificato, attivo dalla mattina alla sera, offerto agli studenti e alle famiglie, su base volontaria;

    la socializzazione dei soggetti in età evolutiva è stata fin troppo costretta e negata in questi mesi e non è pensabile che possa essere sacrificata anche nei prossimi mesi;

    in tal senso, particolare attenzione va prestata alla fascia di età 0-6 anni per la quale vanno individuati spazi specifici sicuri sia dal punto di vista educativo che della sicurezza dei luoghi;

    non si può inoltre ignorare che da tempo ormai la comunità scientifica richiama l'attenzione dei Governi e dei cittadini sulla probabilità che ci si troverà a confrontarsi con sempre maggiore frequenza con nuove epidemie, anche in forma pandemica, derivanti dal modello di sviluppo e dagli effetti della globalizzazione selvaggia di questi ultimi vent'anni che è causa di una eccessiva vicinanza tra animali finora selvatici e l'uomo, aumentando in tal modo i rischi significativi di spillover zoonotici;

    tale premessa rende evidente che alcune delle misure sanitarie assunte in questo periodo diventeranno elementi strutturali delle politiche sanitarie ed entreranno a far parte del vissuto quotidiano dei cittadini,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per sviluppare, dal mese di giugno al mese di agosto, il format di una scholé estiva con interventi volti a:

   a) sviluppare azioni di welfare in coordinamento con i comuni e con il privato sociale, prevedendo l'apertura immediata della scholé estiva, che accolga i bambini e i ragazzi interessati per l'intera giornata, rispettando tutti i presidi sanitari necessari per offrire alle famiglie e agli studenti, se lo vogliono e ne hanno bisogno, l'opportunità di un servizio qualificato sul piano educativo e didattico;

   b) organizzare i Larsa (laboratori di approfondimento, recupero e sviluppo degli apprendimenti) per permettere ai bambini e ai ragazzi che ne facciano richiesta di recuperare eventuali lacune negli apprendimenti accumulate nel periodo di chiusura delle scuole da febbraio a giugno;

   c) organizzare un'attività formativa in E-learning, garantendo a tutti la possibilità di accesso, anche utilizzando le misure e le risorse previste dal Ministero dell'istruzione con i provvedimenti emanati durante lo stato di emergenza;

   d) organizzare attività libere, anche all'aperto, che possono andare da corsi personalizzati di nuoto a giochi di squadra, da attività motorie a corsi per suonare strumenti musicali o ascoltare musica, da esperienze laboratoriali di pittura, di teatro, di campeggio, di libere esplorazioni botaniche e biologiche di campi, boschi, parchi, fiumi e altro ad esperienze di service learning ad alta sensibilità civica e sociale;

   e) prevedere tempestivamente interventi di edilizia scolastica per le scuole statali e paritarie del sistema pubblico nazionale volti a rivedere l'organizzazione degli spazi scolastici per la predisposizione di spazi ampi e modulari e di laboratori per rispettare le disposizioni di sicurezza dopo Covid-19 e per l'introduzione di nuove metodologie didattiche fondate non più sull'organizzazione per classi, ma per piccoli gruppi di compito, di progetto, di competenza e/o elettivi con docenti che non siano solo insegnanti, ma anche tutor di 10-12 studenti fissi, per l'intera durata del percorso formativo;

   f) avviare nel più breve tempo possibile, trattative per la modifica temporanea del contratto di lavoro (Ccnl) dei docenti, in modo da: rendere obbligatoria l'erogazione della Scholé estiva; garantire subito il riconoscimento delle coperture assicurative per attività extracurriculari; rendere obbligatoria la co-progettazione della Scholé estiva con le aziende sanitarie, con le regioni, con i comuni e il privato sociale, a partire dalle scuole paritarie; definire una nuova articolazione dei quadri orari e dell'organizzazione del lavoro scolastico;

   g) avviare un piano straordinario di formazione dei docenti delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie sulle competenze di didattica innovativa personalizzata e digitale, nella logica dell'innovazione educativa e didattica anche in regime di sicurezza dopo Covid-19;

   h) monitorare le buone pratiche già in atto nel Paese attivate grazie anche a politiche regionali e all'autonomia scolastica e, sulla base di queste, sviluppare protocolli e consolidare modelli di didattica innovativa che utilizzino sia la didattica digitale che la didattica in presenza da implementare a partire dall'inizio del prossimo anno scolastico nel mese di settembre 2020.
(1-00347) «Gelmini, Palmieri, Aprea, Spena, Casciello, Marin, Saccani Jotti, Vietina».