ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00009

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 20 del 27/06/2018
Abbinamenti
Atto 1/00012 abbinato in data 16/07/2018
Atto 1/00016 abbinato in data 16/07/2018
Atto 1/00018 abbinato in data 16/07/2018
Atto 1/00020 abbinato in data 11/09/2018
Atto 1/00023 abbinato in data 11/09/2018
Atto 1/00029 abbinato in data 11/09/2018
Firmatari
Primo firmatario: CARNEVALI ELENA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/06/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
CAMPANA MICAELA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
SCHIRO' ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
SIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 27/06/2018
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2018
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 19/07/2018


Stato iter:
11/09/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/07/2018
Resoconto VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/07/2018
Resoconto SEGNANA STEFANIA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SIRACUSANO MATILDE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GIANNONE VERONICA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 11/09/2018
Resoconto COMINARDI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/09/2018
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto LORENZIN BEATRICE MISTO-CIVICA POPOLARE-AP-PSI-AREA CIVICA
Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
Resoconto APREA VALENTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZIELLO EDOARDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
PARERE GOVERNO 11/09/2018
Resoconto COMINARDI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/07/2018

ATTO MODIFICATO IL 04/07/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/07/2018

DISCUSSIONE IL 16/07/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/07/2018

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 19/07/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/09/2018

DISCUSSIONE IL 11/09/2018

NON ACCOLTO IL 11/09/2018

PARERE GOVERNO IL 11/09/2018

RESPINTO IL 11/09/2018

CONCLUSO IL 11/09/2018

Atto Camera

Mozione 1-00009
presentato da
CARNEVALI Elena
testo presentato
Mercoledì 27 giugno 2018
modificato
Martedì 11 settembre 2018, seduta n. 42

   La Camera,
   premesso che:
    negli ultimi anni, i Governi a guida del Partito Democratico hanno perseguito politiche di sviluppo improntate, congiuntamente, alla crescita e all'inclusione sociale, secondo un approccio sistemico e non meramente emergenziale, che ha segnato un cambiamento di paradigma nelle politiche sociali di contrasto alla povertà;
    in particolare, con l'approvazione della legge 15 marzo 2017, n. 33 (legge delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali) e della sua disciplina attuativa (decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, recante disposizioni per l'introduzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà), l'Italia si è dotata strutturalmente – per la prima volta nella sua storia – di una misura unica nazionale di contrasto alla povertà, intesa come impossibilità di disporre dell'insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso;
    la nuova misura unica di contrasto alla povertà è il reddito di inclusione, individuato dalla nuova disciplina come livello essenziale delle prestazioni da garantire uniformemente su tutto il territorio nazionale: una misura che non è solo uno strumento di sostegno al reddito, ma un progetto per l'autonomia, dato che il nucleo familiare, affiancato dai servizi territoriali, è tenuto a condividere un percorso finalizzato all'inclusione sociale e lavorativa, che prevede non solo l'attivazione di specifici sostegni, sulla base dei bisogni manifestati complessivamente dalla famiglia, ma anche l'impegno a svolgere specifiche attività, alle quali è condizionata l'erogazione del beneficio;
    il reddito di inclusione si articola in due componenti: un beneficio economico erogato mensilmente, come da indirizzi europei, e una componente di servizi alla persona, attivata sulla base di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà;
    i servizi sociali territoriali sono componente fondamentale della lotta alla povertà, in quanto portatori di competenza e conoscenza sulla tematica, di buone pratiche e servizi innovativi, ma storicamente scontavano gravi carenze in termini di numero di risorse umane ed economiche e la gradualità dell'estensione del reddito di inclusione è derivata dalla necessità del loro rafforzamento, tramite l'utilizzo dei fondi del PON inclusione, dei Fondi sociali europei e una percentuale del Fondo nazionale per il contrasto alla povertà;
    pienamente operativo dal 1o gennaio 2018, dopo appena tre mesi, il reddito di inclusione aveva già raggiunto oltre 110 mila famiglie (317 mila persone), cui si devono aggiungere le 119 mila famiglie ancora coperte dal sostegno per l'inclusione attiva (la misura vigente fino al 2017, destinata ad essere progressivamente sostituita dal reddito di inclusione): in totale – secondo i dati dell'Osservatorio statistico sul reddito di inclusione (Inps e Ministero del lavoro e delle politiche sociali) pubblicati il 29 marzo 2018 – nel primo trimestre 2018 sono risultati coperti dalla misura unica nazionale contro la povertà oltre 230 mila nuclei familiari e circa 870 mila persone;
    dal 1o luglio 2018, grazie alle risorse stanziate nella XVII legislatura, il reddito di inclusione diventerà una misura pienamente universale, raggiungendo la sua vocazione originaria e superando ogni limitazione categoriale del beneficio: in virtù di questo allargamento già previsto della platea, entro la fine del 2018, i nuclei familiari beneficiari del reddito di inclusione arriveranno fino a 700 mila, corrispondenti a quasi 2,5 milioni di persone;
    sul tema del contrasto alla povertà, il contratto (rectius programma) di Governo dedica molto spazio al cosiddetto reddito di cittadinanza, ovvero un sostegno al reddito per i cittadini italiani che versano in condizione di bisogno, per un ammontare fissato in 780 euro mensili per persona, attraverso meccanismi e coperture poche chiare, tanto che in una prima bozza del documento programmatico se ne stimavano gli oneri in 17 miliardi di euro, importo poi scomparso nel testo definitivo. Tuttavia, secondo diversi osservatori ed esperti i costi ammonterebbero a circa 30 miliardi di euro;
    per di più, l'ipotesi che tale istituto possa essere riservato esclusivamente ai «cittadini italiani», si scontrerebbe con l'obbligo di rispettare la normativa europea che obbliga alla parità di trattamento nella fruizione delle prestazioni sociali anche per i cittadini comunitari e quelli extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno di lunga durata;
    il reddito di cittadinanza proposto prevede il solo obbligo di iscrizione ai centri per l'impiego – strutture per le quali si propone una significativa e propedeutica implementazione finanziaria ed organizzativa, spostando temporalmente in avanti la reale praticabilità del nuovo strumento di contrasto della povertà – facendo così derivare la condizione di povertà esclusivamente dalla situazione lavorativa, a differenza di quanto invece prevede il reddito di inclusione, il quale appropriatamente considera come fattori determinanti anche la condizione di disagio sociale e la povertà educativa;
    la forte aspettativa che si è diffusa, soprattutto in alcune aree del Paese, vista l'entità della misura economica proposta, potrebbe tradursi in una altrettanto forte frustrazione, stante i tanti profili problematici, soprattutto per quanto concerne la sua praticabilità finanziaria;
    sembrerebbe molto più proficuo indirizzare le risorse per aumentare la platea e il beneficio economico previsto dal reddito di inclusione, un istituto appena partito, introdotto dal Governo pro tempore a guida Partito Democratico e costruito con progettazione partecipata insieme all'Alleanza contro la povertà, di cui fanno parte realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, enti di rappresentanza del terzo settore, sindacati;
    in coerenza con tale impostazione e con le citate novità intervenute a decorrere dal 1o luglio 2018, è stata depositata un'apposita proposta di legge finalizzata a:
     a) incrementare l'ammontare del beneficio economico, prevedendo una serie di interventi il cui combinato disposto porterà l'importo massimo del beneficio per una famiglia di 5 componenti a un ammontare pari a 750 euro;
     b) allargare la platea dei beneficiari al fine di portare il numero di famiglie beneficiarie a circa 1 milione e 400 mila, per poi arrivare a raggiungere tutte le famiglie che secondo le stime Istat si trovano in condizioni di povertà nel nostro Paese, rendendo il reddito di inclusione compiutamente universale non solo nel disegno, ma anche nei suoi effetti generali;
     c) favorire l'occupabilità dei beneficiari del reddito di inclusione, prevedendo che i suoi beneficiari possano accedere all'assegno di ricollocazione previsto dal « Jobs Act», anche in deroga alle condizionalità previste in via ordinaria per l'accesso a quell'istituto (permanenza in Naspi e stato di disoccupazione di durata non inferiore a quattro mesi): inoltre, a titolo di riconoscimento della peculiare condizione di svantaggio dei beneficiari del reddito di inclusione, si dispone che in caso di successo occupazionale, l'importo dell'assegno di ricollocazione per questi soggetti sia riconosciuto in misura raddoppiata, a parità di altre condizioni;
     d) innalzare la quota del Fondo povertà destinata al rafforzamento degli interventi e dei servizi sociali in ossequio al carattere peculiare del reddito di inclusione: una misura che non è solo uno strumento di sostegno al reddito, ma un progetto per l'autonomia, dato che il nucleo familiare, affiancato dai servizi territoriali, è tenuto a condividere un percorso finalizzato all'inclusione sociale e lavorativa, che prevede non solo l'attivazione di specifici sostegni, sulla base dei bisogni manifestati complessivamente dalla famiglia, ma anche l'impegno a svolgere specifiche attività, alle quali è condizionata l'erogazione del beneficio,

impegna il Governo:

1) a dare continuità all'applicazione del reddito di inclusione, potenziandone anziché minandone l'architettura, stante la sua immediata praticabilità ed efficacia, nonché la dichiarata volontà di tutte le forze politiche di contrastare la povertà e l'esclusione sociale;

2) a non disperdere e a non vanificare i risultati richiamati in premessa, sopprimendo una misura che funziona e introducendone un'altra che non è definita nei tempi, nei modi, nei costi, né tantomeno nelle coperture finanziarie;

3) ad assumere le iniziative di competenza per non interrompere ed anzi rafforzare il potenziamento dei servizi sociali territoriali, assicurando stanziamenti adeguati e non sottraendo parte delle risorse ai fondi europei messi a disposizione per tale fine;

4) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per potenziare, anche a tali fini, i centri per l'impiego e la rete nazionale delle politiche attive del lavoro, incrementandone la presenza, l'efficienza e la qualità dei servizi su tutto il territorio nazionale.
(1-00009)
(Nuova formulazione) «Carnevali, Gribaudo, Lepri, Viscomi, De Filippo, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Romina Mura, Zan, Campana, Ubaldo Pagano, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Siani, Bruno Bossio, Cenni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

integrazione sociale

esclusione sociale

ufficio del lavoro