ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01550/049

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 121 del 06/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: SQUERI LUCA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 06/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/02/2019
PORCHIETTO CLAUDIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/02/2019
FIORINI BENEDETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/02/2019
CARRARA MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/02/2019
POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 06/02/2019


Stato iter:
06/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 06/02/2019
GALLI DARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 06/02/2019

PARERE GOVERNO IL 06/02/2019

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 06/02/2019

CONCLUSO IL 06/02/2019

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01550/049
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Mercoledì 6 febbraio 2019, seduta n. 121

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 11-quater del provvedimento in esame modifica la disciplina relativa alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche prevedendo la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia alle stesse, sia con riferimento alle cosiddette «opere bagnate» (dighe, condotte etc.) a titolo gratuito, sia per quel che riguarda le cosiddette «opere asciutte» (beni materiali), rispetto alle quali è prevista la corresponsione di un prezzo da quantificare al netto dei beni ammortizzati, ai precedenti concessionari;
    in particolare si prevede, modificando l'articolo 12 del decreto legislativo n. 79 del 1999, che le regioni, possano ritenere sussistente «..un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell'uso a fine idroelettrico..», prefigurando una possibile dismissione di impianti di generazione idroelettrica per destinare gli invasi ad altro uso;
    la stragrande maggioranza delle dighe è stata costruita nella prima metà del secolo scorso. L'idroelettrico, che veniva chiamato «l'oro bianco», ha sostenuto lo sviluppo a inizio ’900 del sistema industriale del Nord, fornendo energia pulita a basso costo. La sola Lombardia ha 75 grandi dighe;
    lo sfruttamento dell'acqua per la produzione di energia elettrica ha permesso di soddisfare una consistente parte dei fabbisogni elettrici degli italiani (circa l'80 per cento, fino agli anni ’60) e tuttora fornisce un importante contributo alla produzione nazionale: circa il 14 per cento della generazione elettrica totale nazionale e circa il 40 per cento della generazione elettrica da rinnovabili;
    in Italia esistono circa 500 grandi invasi, la gran parte dei quali svolge anche la funzione di produrre energia. Secondo i dati GSE del 2014 sono 303 gli impianti che svolgono anche la funzione di grande derivazione idroelettrica, con potenza superiore ai 10 MW. L'idroelettrico ha circa 18,5 GW installati al 2015 e nel 2018 ha generato circa 50 teravattora, contribuendo al buon posizionamento dell'Italia rispetto ai target climatici europei;
    il recente Rapporto 2017 dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) dedica un capitolo intero alle Alpi per avvisarci di come gli impatti del cambiamento climatico saranno particolarmente rilevanti in questa macroregione. Tra le criticità messe in evidenza va sottolineata la forte diminuzione in termini di estensione e volume dei ghiacciai;
    i ghiacciai fornivano acqua nella stagione estiva. Questa funzione regolatoria che avevano un tempo, potrà in futuro essere svolta accumulando l'acqua in eccesso che cade nei mesi invernali negli invasi delle grandi dighe, che la rilasceranno gradualmente e in modo programmabile, generando elettricità e soddisfacendo le esigenze della popolazione, dell'agricoltura e delle imprese;
    le grandi derivazioni idroelettriche non «consumano» l'acqua, come fa ad esempio l'agricoltura, ma la rilasciano secondo modalità che ottimizzano la produzione elettrica e che possono essere coordinate con gli altri usi dell'acqua;
    ciò è ancora più vero se si considera la possibilità di incrementare l'accumulo delle acque (hydrostorage) rafforzando i pompaggi in connessione con le grandi derivazioni idroelettriche. Sono denominati «pompaggi» i sistemi nei quali si prevede di utilizzare l'energia in eccesso (in particolare quella intermittente e non programmabile di eolico e fotovoltaico), per riportare l'acqua da un bacino più in basso verso uno più in alto e per poterla riutilizzare nella generazione elettrica;
    i pompaggi sono diventati importanti nell'ottica dell'obiettivo comunitario legato alla necessità di aumentare l'accumulo di energia. Un rapporto dell'European Joint Research Institute del 2013, stima al 2040 in 40 TWh la necessità ulteriore di immagazzinamento di energia. E-Storage un consorzio di ricerca finanziato dall'Unione Europea, in un recente rapporto ha individuato una potenzialità di hydrostorage, per la sola Italia di 154 GWh in Italia, che potrebbero in un anno, ipotizzando un uso quotidiano, consentire di immagazzinare e rilasciare per l'Italia circa 56 TWh;
    si consideri che la nostra attuale capacità di hydrostorage è di circa 8 TWh l'anno, ma ormai da molti anni ne usiamo solo intorno ai 2 TWh l'anno, nonostante la nostra grande produzione di elettricità solare, che sarebbe comodo immagazzinare nei bacini montani. Secondo alcuni studi la capacità di contenimento degli invasi potrebbe aumentare fino al 40 per cento, con l'applicazione di sole misure di disinterramento;
    è chiaro quindi che le dighe hanno una valenza multifunzionale che non può essere né abbandonata, né destinata ad un unico scopo,

impegna il Governo:

   in sede di applicazione dell'articolo 11-quater del provvedimento in esame e al fine di coordinarlo con la revisione della Strategia energetica nazionale in corso:
    a rafforzare le azioni volte ad aumentare la generazione idroelettrica, al fine di contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi al 2030 del Piano energia clima;
    a rafforzare le capacità di hydrostorage, in considerazione delle potenzialità individuate in premessa;
    ad adottare azioni volte ad incrementare la capacità degli invasi, riconoscendo al sistema nazionale delle grandi dighe una multifunzionalità consistente nell'accumulazione e nella conservazione delle acque, ai fini del contrasto degli effetti del cambiamento climatico, e nella generazione di energia pulita e programmabile.
9/1550/49Squeri, Barelli, Porchietto, Fiorini, Carrara, Polidori.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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