ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01408/043

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 101 del 13/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: CONTE FEDERICO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 13/12/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 13/12/2018
MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI 13/12/2018
ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI 13/12/2018


Stato iter:
13/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 13/12/2018
BITONCI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 13/12/2018

ACCOLTO IL 13/12/2018

PARERE GOVERNO IL 13/12/2018

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 13/12/2018

CONCLUSO IL 13/12/2018

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01408/043
presentato da
CONTE Federico
testo di
Giovedì 13 dicembre 2018, seduta n. 101

   La Camera,

   premesso che:

    un totale ripensamento del ruolo dei Parchi, custodi della natura e identità fondamentali per la sostenibilità ambientale, sociale e l'avvio di nuove economie, può aiutare a cogliere le nuove sfide del futuro attraverso l'istituzione di un sistema integrato di aree protette e politiche di sviluppo sostenibile;

    ad oltre 20 anni dalla nascita di Appennino Parco d'Europa (Ape), l'iniziativa approvata dal CIPE nel 2006 che oltre al Ministero dell'Ambiente ha visto coinvolte 14 regioni (dal Piemonte alla Calabria), 51 province, 188 comunità montane ed oltre 1.600 comuni, è necessario un rilancio operativo e gestionale alla luce del Piano di Azione (P.d'A.), per la natura i cittadini e l'economia dell'UE, con il rinnovato obiettivo di promuovere su tutta l'area appenninica una strategia integrata di sviluppo compatibile con il patrimonio ambientale e storico culturale;

    l'ambito territoriale di riferimento di APE è di 9.585.000 ettari, pari al 46 per cento dell'intero territorio nazionale. Il sistema delle aree naturali protette coinvolte in APE è costituito da: 9 parchi nazionali pari a 841.000 ettari; 65 riserve naturali statali pari a 47.453 ettari di cui 23 ricomprese nei parchi nazionali; 28 parchi regionali pari a 300.446 ettari; 32 riserve regionali pari a 25.067 ettari; 12 altre aree protette pari a 10.209 ettari, per un totale di 1.193.423 ettari, quindi il 56,60 per cento delle aree protette inserite nell'elenco ufficiale;

    si tratta, pertanto, di un territorio costituito per il 12,45 per cento da aree protette, quota destinata ad aumentare con la prossima istituzione dei parchi nazionali dell'Appennino Tosco-Emiliano, della Sila e della Val d'Agri e con l'inserimento nell'elenco ufficiale delle aree protette di molti parchi regionali e riserve istituite di recente;

    con atto del 27 aprile 2017, l'Unione europea (UE) si è dotata di un quadro per la protezione della biodiversità, delle specie e degli habitat naturali che non ha pari al mondo e dopo aver svolto un controllo di adeguatezza sulle direttive «Uccelli» e «Habitat», ha adottato un nuovo piano d'azione atto a garantire che questi strumenti legislativi consentano non soltanto di tutelare rigorosamente la natura, ma anche di migliorare la qualità della vita degli europei e creare benefici economici;

    in questi anni l'Appennino e le Aree Protette sono diventate laboratori di autenticità e qualità della vita, utili per ripensare al ruolo dei parchi che devono essere custodi della natura su cui costruire bellezza, identità e nuove economie. Biodiversità, cultura e tradizioni, sono infatti tesori importanti da salvaguardare, per questo è necessario creare opportunità economiche e servizi che favoriscano il ripopolamento e la «conservazione» della storia dei luoghi;

    non sono pertanto più eludibili la definizione e l'attuazione di una strategia nazionale, in grado di assicurare una più efficace governance dell'Appennino in grado di proiettarlo sullo scenario euro-mediterraneo, attraverso un accordi istituzionali tra governo, enti territoriali e locali regioni, ed enti che gestiscono le aree protette, e l'avvio di una nuova fase aperta al protagonismo e al coinvolgimento delle associazioni, delle imprese e delle tante organizzazioni della società, in particolare del territorio, con la quale andranno sviluppate più intense e continuative forme di collaborazione istituzionale e di coinvolgimento degli attori sociali, nazionali e locali per rafforzare le buone pratiche di Ape e delle aree protette e garantire, soprattutto, condizioni di vita per chi vuole investire sul territorio, in particolare nella gestione forestale sostenibile e nell'agricoltura di montagna, particolarmente faticosa;

    la suddetta fase andrebbe stimolata e sostenuta con nuovi strumenti da concordare con l'UE, come ad esempio le Zone Economiche Speciali per lo Sviluppo Sostenibile, o lo sviluppo locale di tipo partecipativo (Community Led Local Development) di cui agli articoli 32-35 del Regolamento (UE) n. 1303/2013);

    le ZES (acronimo di Zone Economiche Speciali) delimitano un'area entro cui un'attività economica può essere svolta in maniera agevolata, grazie a forme di sostegno che possono comprendere il supporto negli investimenti, canali privilegiati di dialogo con autorità locali o statali, oltre ad incentivi fiscali sotto forma di esoneri o crediti d'imposta;

    come evidenziato dalla Corte dei Conti nella sua ultima relazione al parlamento i parchi nazionali della Campania, della Basilicata, della Calabria e della Puglia tra loro interconnessi per ragioni storiche, geografiche e naturalistiche, presentano particolari esigenze legate al loro diverso grado di sviluppo. In Campania, ciò assume particolare rilevanza per il Parco del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni per i quali i fondamentali fattori strutturali – la grande estensione territoriale, la diffusione dell'abitato (95 comuni oltre i borghi) e la conformazione morfologica – prefigurano potenzialmente la genesi di una nuova polis, non una struttura fisica ma una comunità a scala vasta,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di istituire, nell'ambito dell'Appennino Parco d'Europa, il «Parco degli Appennini meridionali», costituito dai parchi nazionali della Campania, della Basilicata, della Calabria e della Puglia, e di individuare e delimitare un'area No-Tax per imprese e persone, con un reddito inferiore a 20 mila euro all'anno, residenti in comuni ricadenti nel medesimo territorio che hanno subito, negli ultimi dieci anni, uno spopolamento superiore al 30 per cento.
9/1408/43. (Testo modificato nel corso della seduta) Conte, Fornaro, Muroni, Rostan.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica forestale

parco nazionale

ipersfruttamento delle risorse