ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01346/133

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 91 del 27/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: MORANI ALESSIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/11/2018


Stato iter:
28/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2018
Resoconto MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 28/11/2018
Resoconto MOLTENI NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/11/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/11/2018

NON ACCOLTO IL 28/11/2018

PARERE GOVERNO IL 28/11/2018

RITIRATO IL 28/11/2018

CONCLUSO IL 28/11/2018

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01346/133
presentato da
MORANI Alessia
testo presentato
Martedì 27 novembre 2018
modificato
Mercoledì 28 novembre 2018, seduta n. 92

   La Camera,
   premesso che:
    il Decreto introduce radicali cambiamenti nella disciplina dell'asilo, dell'immigrazione e della cittadinanza, alcuni dei quali sono stati, aggiunti mediante emendamenti nel passaggio parlamentare al Senato che induriscono ulteriormente un'iniziativa legislativa già molto aspra;
    il passaggio dalla figura del permesso di soggiorno per motivi umanitari (pensato nella previgente disciplina come clausola generale) ad un ristretto numero di permessi di soggiorno per «casi speciali» necessiterebbe di alcune misure aggiuntive rispetto alle previsioni del decreto-legge, che siano idonee a rendere tale passaggio meno traumatico;
    ad oggi, infatti, circa 140.000 persone titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari rischiano di cadere o di ricadere in una condizione di irregolarità del soggiorno che li esporrà al rischio di povertà estrema, di marginalità e di devianza;
    ce lo hanno sottolineato con forza le principali associazioni che operano nel campo delle migrazioni: Comunità di Sant'Egidio, Adi, Centro Astalli, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), Tavola Valdese, Casa della Carità di Milano, Fondazione Migrantes, Ascs (Agenzia scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo) che hanno rivolto un appello a noi parlamentari, tutti, «perché si adoperino, in queste ultime e brevi ore di dibattito parlamentare, a migliorare le norme sottoposte al loro scrutinio. Per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene aumentare l'irregolarità ma rafforzare i percorsi di integrazione»;
    riguardo alla nuova disciplina dei permessi di soggiorno per casi speciali nell'appello ci si riferisce alla preoccupazione per il fatto che i nuovi permessi di soggiorno siano configurati come autorizzazioni estremamente precarie, quasi sempre non rinnovabili e non convertibili, ad esempio, in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, il che potrebbe significare che successivamente al primo anno di applicazione della nuova disciplina, molti tra coloro che oggi stanno per prendere un permesso di soggiorno lo perderanno, diventando irregolari;
    si va dunque generando, in nome della sicurezza, un inasprimento della disciplina del soggiorno che aumenterà la propensione all'illegalità e renderà più fragile la coesione sociale anche per le famiglie italiane, mentre per le imprese diverrà più difficile reperire legalmente mano d'opera giovane e motivata, ad esclusivo vantaggio dei pochi imprenditori disonesti e della criminalità organizzata;
    molte più risorse verranno impiegate per la detenzione amministrativa degli stranieri in condizione di irregolarità sino a 180 giorni e forse anche più, in luogo del termine massimo di 90 giorni vigente sino ad oggi: ciò accade, peraltro, senza avere acquisito l'autorevolezza necessaria per ottenere dai governi dei paesi di origine accordi di rimpatrio ad un tempo efficaci e rispettosi dei diritti umani fondamentali e, nel contempo, le politiche di promozione dell'integrazione vengono sottovalutate, sottraendo loro l'intelligenza politica e gli investimenti che sarebbero necessari;
    la stessa protezione internazionale viene mortificata mediante la predisposizione di procedure che paiono avere l'unico obiettivo della celerità, senza garantire un ascolto adeguato, senza alcuna certezza di un giusto procedimento ed in diversi casi senza nemmeno consentire l'ingresso e l'ospitalità del richiedente asilo sul territorio nazionale;
    non può, inoltre, non destare preoccupazione l'aumento delle pene detentive motivate solo dalla irregolarità del soggiorno per coloro che sono stati respinti od espulsi, anche in considerazione (nonché in decisa controtendenza) con le politiche portate avanti dai nostri Governi di contrasto al sovraffollamento carcerario, politiche che ci hanno, tra l'altro, permesso di uscire dalle procedure di infrazione europee;
    non si può non denunciare la grave involuzione di civiltà giuridica esercitata riguardo alle procedure per l'acquisto della cittadinanza: in un Paese che ha fatto della trasparenza e della regolamentazione dei tempi procedimentali (determinati ordinariamente in un massimo di 90 giorni) i suoi due basilari obiettivi di riforma della pubblica amministrazione, si colora di toni fortemente discriminatori la decisione di determinare in ben 48 mesi il termine procedimentale per la definizione delle domande di acquisto della cittadinanza da parte di persone residenti in Italia già da molti anni, in deciso contrasto con le esigenze di onestà, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione, che vengono così umiliate dall'eliminazione dell'obbligo a rispondere con un minimo di sollecitudine;
    ad una domanda che dovrebbe ritenersi di grande importanza sia per il richiedente sia per la grande comunità dei cittadini,

impegna il Governo

a riconsiderare integralmente l'impianto normativo relativamente a quanto esposto in premessa, nonché ad effettuare un monitoraggio sull'impatto delle nuove norme, comunque, a verificarne, con cadenza almeno semestrale la prassi applicativa.
9/1346/133Morani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

nazionalita'

diritto di soggiorno

diritti umani