ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01346/131

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 91 del 27/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: VAZIO FRANCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BAZOLI ALFREDO PARTITO DEMOCRATICO 27/11/2018
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 27/11/2018
ANNIBALI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 27/11/2018
MICELI CARMELO PARTITO DEMOCRATICO 27/11/2018


Stato iter:
28/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 28/11/2018
Resoconto MOLTENI NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/11/2018

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 28/11/2018

DISCUSSIONE IL 28/11/2018

RITIRATO IL 28/11/2018

CONCLUSO IL 28/11/2018

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01346/131
presentato da
VAZIO Franco
testo presentato
Martedì 27 novembre 2018
modificato
Mercoledì 28 novembre 2018, seduta n. 92

   La Camera,
   premesso che:
    nella scorsa legislatura abbiamo approvato la legge n. 161 del 17 ottobre 2017 «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate» realizzando, così, una riforma complessiva del codice antimafia che, riformando il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, è intervenuta in materia di beni e aziende confiscate alla criminalità organizzata con l'obiettivo di confiscare i beni di provenienza maliosa, prosciugare il riciclo dei proventi di attività illecite, contrastare le mafie colpendo il loro patrimonio illecito; per questa legge si è lavorato sulla scia della legge che porta il nome di Pio La Torre e Virginio Rognoni, secondo il metodo indicato con forza e applicato con l'esempio da Giovanni Falcone. L'impianto normativo si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure per il contrasto sistematico delle organizzazioni criminali, per colpirle nelle imprese da esse illecitamente gestite; dall'altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse, affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro, per tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l'odiosa convinzione che «la mafia dà lavoro, lo Stato no». È stata altresì ampliata la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre che agli indiziati di aver aiutato latitanti di associazioni per delinquere, la misura può essere applicata anche a chi sia indiziato di far parte di associazioni criminali finalizzate alla corruzione, fermo restando il requisito della sproporzione dei patrimoni disponibili;
    la legge di bilancio 2018 (Legge 205 del 2017) ha stabilito che, fino all'adeguamento dell'organico previsto dal Codice antimafia (200 unità), l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata può avvalersi di un massimo di 100 unità di personale non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni e di enti pubblici economici. Negli stessi limiti, possono essere oggetto di comando presso l'Agenzia un massimo di 20 unità di personale, con analoga qualifica, proveniente dalle Forze di polizia a ordinamento civile e militare;
    i governi a guida PD, nella scorsa legislatura, hanno rivisto quindi l'organizzazione e la dotazione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, adeguando organizzazione e risorse dell'Anbsc alle novità introdotte dalla richiamata riforma del Codice antimafia (con la legge n. 161/2017) che ne potenziano la struttura, ampliando la dotazione organica da 30 a 200 unità e creando il Comitato consultivo di indirizzo, in aggiunta agli altri organi: direttore, consiglio direttivo e collegio dei revisori;
    l'articolo 36 del decreto reca modifiche al codice antimafia in materia di procedure di gestione e destinazione dei beni confiscati, andando ad insistere, sul comma 3 dell'articolo 48 del Codice antimafia e aprendo, incredibilmente, alla vendita ai privati;
    nell'ambito delle misure di sicurezza, valutata l'urgenza di fornire un sostegno agli amministratori locali vittime di intimidazioni di cui alla legge 3 luglio 2017, n. 105;
    preliminarmente va sottolineata quantomeno con perplessità il mettere insieme temi quali la sicurezza, la lotta alle mafie e l'immigrazione;
    tale scelta che riteniamo assurda e irresponsabile, presenta molteplici profili di pericolosità, tra i quali la possibilità che i beni messi all'asta rischino seriamente di essere venduti a prezzi svalutati e che, altresì, il loro acquisto possa essere realizzato da componenti di quella «area grigia», composta da professionisti, imprenditori, faccendieri, che agisce formalmente nella legalità, ma in realtà opera per la riuscita di operazioni commerciali e finanziarie capaci di riciclare il danaro sporco e di provenienza illecita (es. evasione fiscale, truffe, frodi). Il rischio che si aggirino i paletti previsti per garantire una vendita controllata sono concreti. Tra l'altro non si tiene conto che già oggi non sono destinati i beni immobili con maggiori problematiche, perciò è prevedibile che scarse saranno le vendite a buon fine,

impegna il Governo

ad istituire presso il Ministero dell'interno il «Fondo per il sostegno agli amministratori locali vittime di intimidazioni», a disciplinare i criteri e le modalità per la presentazione delle richieste da parte dei soggetti intimiditi, nonché a provvedere alla relativa dotazione finanziaria.
9/1346/131Vazio, Bazoli, Morani, Annibali, Miceli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

aiuto alle imprese

riciclaggio di denaro