ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01374

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 873 del 18/10/2017
Abbinamenti
Atto 7/01191 abbinato in data 25/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: ALBERTI FERDINANDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2017
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/10/2017
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/10/2017
BERNARDO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/11/2017
BERNARDO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/10/2017

DISCUSSIONE IL 25/10/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/10/2017

DISCUSSIONE IL 08/11/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/11/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/11/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/11/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01374
presentato da
ALBERTI Ferdinando
testo di
Mercoledì 18 ottobre 2017, seduta n. 873

   La VI Commissione,

   premesso che:

    la legge 11 marzo 2014, n. 23, all'articolo 15, ha delegato il Governo ad introdurre, in considerazione delle politiche e delle misure adottate dall'Unione europea per lo sviluppo sostenibile e per la green economy, nuove forme di fiscalità nel rispetto del principio della neutralità fiscale, finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, anche in funzione del contenuto di carbonio e delle emissioni di ossido di azoto e di zolfo, prevedendo che il maggior gettito fosse destinato prioritariamente alla riduzione della tassazione sui redditi e al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili;

   fin dalla comunicazione della Commissione europea del 26 settembre 1997, è stata introdotta la possibile applicazione delle imposte ambientali a livello comunitario;

   la direttiva 2003/96/CE di cui alla comunicazione COM (2011) 169 della Commissione, ammette esenzioni e riduzioni fiscali in particolare per ragioni di politica ambientale e sanitaria;

   la risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2017 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi nel 2017 a Bonn (Germania) ricorda che, se si vuole conseguire l'obiettivo della temperatura media mondiale, è necessaria una rapida decarbonizzazione e il picco delle emissioni di gas a effetto serra nel mondo deve essere raggiunto il prima possibile; la risoluzione rammenta che le emissioni globali dovrebbero essere gradualmente eliminate entro il 2050 o subito dopo, per mantenere il pianeta su una traiettoria delle emissioni efficiente in termini di costi che sia compatibile con gli obiettivi relativi alla temperatura fissati dall'accordo di Parigi;

   sono diversi gli interventi a livello internazionale che hanno l'intento di gestire le emissioni al fine di tutelare l'ambiente e il benessere delle persone, ai quali il Parlamento europeo fa riferimento, tra cui: la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) e il relativo protocollo di Kyoto, l'accordo di Parigi e la COP 21, la COP 8 di Doha (Qatar) del 2012, la risoluzione del 6 ottobre 2016 sull'attuazione dell'accordo di Parigi e la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Marrakech (Marocco) del 2016 (COP 22), la dichiarazione adottata dai capi di Stato e di Governo in occasione del vertice del G7, tenutosi al castello di Elmau (Germania) il 7 e l'8 giugno 2015, il comunicato emesso dai leader del G7 nel 2017 e, in particolare, il comunicato di Bologna dei Ministri dell'ambiente del G7, nonché l'enciclica di Papa Francesco Laudato Si’;

   il veloce consumo delle risorse naturali che, negli anni successivi al 2000, ha visto una costante accelerazione delle produzioni, 4 impone un approccio circolare all'economia anche al fine di razionalizzare le risorse per la tutela dell'ambiente e delle società future;

   è innegabile che in Italia la quota di utilizzo di fonti energetiche fossili sia ancora troppo elevata nonostante gli enormi passi in avanti fatti attraverso l'utilizzo delle energie rinnovabili;

   i rischi ambientali ed i cambiamenti climatici sono sempre più importanti ed incidono direttamente anche sull'economia reale e finanziaria che tiene sempre più in considerazione il fattore di rischio maggiore delle realtà ambientalmente insostenibili che subiscono una svalutazione della propria attività;

   il meccanismo di mercato europeo attraverso l’Emission Trading Scheme (ETS) per il contenimento delle emissioni di CO2, non ha dato i risultati sperati e si necessita di ulteriori strumenti che incentivino l'abbattimento delle emissioni;

   in uno studio recente di Nomisma Energia si evidenzia come in Europa, a fronte di un contributo alla riduzione delle emissioni di circa 70 milioni di tonnellate l'anno dovuto alle fonti rinnovabili, a causa del bassissimo prezzo delle quote di emissione, la crescita delle rinnovabili è avvenuta soprattutto a discapito delle centrali a ciclo combinato a gas, piuttosto che di quelle a carbone o a lignite (assai più inquinanti ma molto meno costosi), facendo registrare anche l'aumento delle emissioni di altre sostanze inquinanti, quali polveri, ossidi di zolfo e di azoto;

   il sistema fiscale italiano non risulta ancora adeguato alle esigenze sopra esposte, anche a causa della mancanza dei decreti attuativi di cui all'articolo 15 della legge 11 marzo 2014, n. 23;

   si necessita pertanto di una riforma fiscale che, superando eventualmente l'attuale sistema di accise, introduca una nuova imposta sulle emissioni;

   è altresì vero che diversi studi indicano che la più grande forza del cambiamento sono le scelte di acquisto dei cittadini che vanno informati e sensibilizzati sulla necessità di una differenziazione delle imposte e quindi di prezzo tra prodotti sostenibili e non;

   le politiche fiscali sono strumenti idonei a modificare e correggere consumi e investimenti verso prodotti e settori a minor impatto ambientale e socialmente più sostenibili, anche attraverso imposte sul consumo che stimolino le aziende esterne all'Europa a diminuire le emissioni e consentano una perequazione dei costi ambientali e energetici europei con quelli di altri Paesi;

   è necessaria una conversione verso le fonti rinnovabili e la dematerializzazione dei processi, l'introduzione di indicatori che raffrontino la crescita con la sostenibilità anche attraverso proiezioni sugli effetti che le decisioni di policy del Governo hanno sulle emissioni di CO2;

   Il Piano d'azione nazionale ed appositi decreti emanati dal Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, individuano un set di criteri ambientali «minimi» (CAM) per gli acquisti in diverse «categorie merceologiche»;

   diversi metodi di calcolo come il Life Cycle Assessment (LCA) danno la possibilità di valutare il ciclo di vita di prodotti o servizi;

   i CAM e il LCA possono essere strumenti utili per essere utilizzati come indicatori per la tassazione differenziata ambientale;

   una nuova imposta ambientale dovrebbe incidere sui consumi ed essere modulata in base a opportuni indicatori ambientali. Ad indicatori migliorativi dovrebbe essere associata una tassazione complessiva inferiore; viceversa, ad indicatori peggiorativi una tassazione superiore. Con questo meccanismo, le imprese sono incentivate a produrre e importare prodotti a minor impatto ambientale, rendendo competitivi e appetibili quei beni che rispettano i requisiti minimi di sostenibilità;

   è inoltre auspicabile una revisione della normativa vigente, orientata alla realizzazione di un progressivo passaggio dall'attuale sistema impositivo basato sulla tassazione del reddito d'impresa e da lavoro, verso un modello basato sul prelievo sui consumi, così come raccomandato dall'Unione europea;

   in Italia sono attualmente censiti 57 siti di interesse nazionale (SIN) inquinati e non sempre, nonostante il principio europeo: «chi inquina paga», vengono reperiti i fondi necessari per la bonifica dell'ambiente;

   l'articolo 14 della direttiva 2004/35/CE – garanzia finanziaria –, prevede il ricorso all'assicurabilità del rischio ambientale e, conseguentemente, il ristoro del danno ambientale; questo consentirebbe la bonifica e il ripristino dei siti inquinati da parte di chi ha prodotto l'inquinamento attraverso l'intervento di un terzo garante,

impegna il Governo:

  ad assumere iniziative per introdurre un'imposta ambientale per le emissioni (Iape) – sulla base delle emissioni climalteranti a prescindere dal luogo di fabbricazione ed applicata sui consumi, in armonia con quanto già previsto e stipulato a livello europeo, che dia anche la possibilità di incentivare le attività con minor impatto ambientale, oltre a disincentivare le attività con impatto ambientale elevato;

  ad assumere iniziative per ridurre, in misura corrispondente, la tassazione sui redditi d'impresa, mantenendo una sostanziale neutralità fiscale e invarianza di gettito;

  a promuovere, in sede nazionale ed europea, l'adozione di un sistema di certificazione dei prodotti e dei servizi finalizzato alla creazione di indici standard di valutazione dell'impronta ecologica, basato sull'analisi del ciclo di vita, che tenga conto dei fattori maggiormente impattanti sull'ambiente e sulla salute dell'uomo, oltre alle emissioni climalteranti, anche al fine del calcolo dell'imposta ambientale per le emissioni (Iape);

  ad assumere iniziative per prevedere l'assicurabilità del rischio ambientale per tutte le attività produttive potenzialmente inquinanti, non solamente quelle a rischio d'incidente rilevante, incluso il trasporto di merci pericolose;

   a revisionare le imposte e le agevolazioni fiscali con finalità ambientale, assumendo iniziative per procedere all'eliminazione di quelle risultate inefficaci per la tutela ambientale.
(7-01374) «Alberti, Pesco, Villarosa».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

politica comunitaria dell'ambiente

trasporto di merci pericolose