ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00370

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 898 del 06/12/2017
Abbinamenti
Atto 1/01701 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01763 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01765 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01769 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01770 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01766 abbinato in data 06/12/2017
Atto 1/01773 abbinato in data 06/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: DI VITA GIULIA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 06/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NUTI RICCARDO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 06/12/2017
MANNINO CLAUDIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 06/12/2017


Stato iter:
06/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 06/12/2017
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 06/12/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC-IDEA
Resoconto VARGIU PIERPAOLO MISTO-DIREZIONE ITALIA
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI MISTO-CIVICI E INNOVATORI-ENERGIE PER L'ITALIA
Resoconto SCOPELLITI ROSANNA ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto FOSSATI FILIPPO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MATTIELLO DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 06/12/2017
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/12/2017

DISCUSSIONE IL 06/12/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 06/12/2017

ACCOLTO IL 06/12/2017

PARERE GOVERNO IL 06/12/2017

APPROVATO IL 06/12/2017

CONCLUSO IL 06/12/2017

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00370
presentato da
DI VITA Giulia
testo di
Mercoledì 6 dicembre 2017, seduta n. 898

   La Camera,
   premesso che:
    la necessità di contenere la spesa sanitaria, che rappresenta al netto del costo del debito e della spesa previdenziale un sesto della spesa pubblica complessiva, è un vincolo che si pone oggi e continuerà a porsi anche per gli anni a venire. Ciò è sicuramente possibile anche senza ridurre il volume e le qualità delle prestazioni anzi, in molti casi, migliorandone capillarità e standard;
    il Sistema sanitario nazionale presenta una marcata disomogeneità a livello territoriale, con effetti sulla qualità del servizio erogato e soprattutto sull'equità e l'universalità stessa del diritto alla salute. Ciò è determinato anche dalla pluralità di modelli organizzativi esistenti tra le diverse aziende sanitarie. Per realizzare una maggiore omogeneità dei modelli organizzativi è necessario identificare standard omogenei di qualità, economicità ed efficienza. Va rafforzato il potere di indirizzo, controllo e verifica a livello centrale;
    tra le aree di azione nelle quali un intervento strutturale coordinato e incisivo sarebbe in grado di determinare aumenti di efficienza, aumenti della qualità delle prestazioni e riduzioni di costo in grado di autofinanziare nella prima fase gli investimenti necessari vi sono certamente quelle della revisione e trasparenza di tutti i costi del sistema sanitario, della trasparenza e lotta alla corruzione e dell'accelerazione delle politiche di digitalizzazione della sanità;
    secondo tutti i dati internazionali, la sanità permane uno dei settori più a rischio corruzione. Un quinto della spesa sanitaria nei Paesi Ocse è inefficace – nella migliore delle ipotesi – o produce spreco, causato da prestazioni non necessarie o con costi gonfiati, dall'eccesso di burocrazia e da corruzione e frode;
    lo stesso presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha sottolineato che la sanità è tra i dieci comparti in cui è maggiormente percepito il fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione;
    la corruzione e sprechi si confermano dunque il primo male del Servizio sanitario nazionale. Ecco perché nell'ultimo piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) è stata posta grande attenzione al settore della sanità, che per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti, i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare particolare preoccupazione;
    la corruzione in sanità, che – secondo i dati forniti dal Libro Bianco ISPE Sanità e confermati da quelli Ocse 2017 – si aggirerebbe in Italia sui 23 miliardi di euro, sommando anche inefficienze e sprechi, toglie risorse preziose alla qualità dei livelli essenziali di assistenza che sono un diritto costituzionale per tutti i cittadini;
    è necessario, dunque, investire energie e risorse per tutelare il Sistema sanitario nazionale da sprechi, inefficienze e corruzione;
    la sanità digitale è – o meglio, dovrebbe essere – la via principale per il contrasto a due dei principali problemi relativi alla gestione ottimale delle risorse del Ssn: inefficienza e corruzione;
    lo sviluppo della sanità digitale, come in generale la realizzazione della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, non è però solo lo strumento principale per migliorare i servizi ai cittadini, rendere efficiente e sostenibile il sistema pubblico, creare le basi per enormi opportunità di sviluppo economico. È, anche, come ricordato dal «Rapporto Curiamo la Corruzione 2017», realizzato da Transparency International Italia insieme a Censis, Ispe Sanità (Istituto per la promozione dell'etica in sanità) e Rissc (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità), uno degli strumenti principali per combattere contro la corruzione e le distorsioni del sistema burocratico. Non a caso tra i principali ostacoli della trasformazione digitale;
    in Italia la digitalizzazione in sanità è in ritardo pur essendo, secondo esperti e addetti ai lavori, un importante strumento per contrastare la corruzione. Solo il 6 per cento degli italiani prenota, ad esempio, visite online, contro un terzo di finlandesi e danesi, e il 27 per cento degli spagnoli. E solo il 31 per cento dei medici utilizza le reti digitali per lo scambio dei dati sui pazienti con altri operatori sanitari, mentre in Danimarca si arriva al 92 per cento, in Spagna al 64 per cento, nel Regno Unito al 53 per cento secondo i dati pubblicati nell'ultimo report «Curiamo la corruzione»;
    le regioni più virtuose sono il Veneto, il Lazio e il Trentino Alto Adige, mentre la regione rimasta più indietro è la Puglia, dove meno dell'1 per cento dei cittadini ha prenotato visite online. Eppure, il 18,8 per cento degli italiani è convinto che un utilizzo più intenso di internet nella pubblica amministrazione renderebbe le procedure più trasparenti, dando più forza ai cittadini. Oltre a far risparmiare tempo e denaro. Questa opinione è condivisa anche dal 71 per cento dei dirigenti delle strutture sanitarie, certi che la normativa che obbliga le Asl a dotarsi di un sito web permetta un maggiore controllo dei costi e dei servizi, e costituisca un reale deterrente alla corruzioni;
    pur avendo registrato negli ultimi anni un'accelerazione sul piano normativo, la digitalizzazione della sanità italiana procede a un ritmo più lento di quello previsto dall'Agenda digitale, per cui entro la fine del 2017 il processo di informatizzazione del sistema sanitario dovrà essere compiuto, almeno sulla carta. Ad esempio, l'introduzione del fascicolo sanitario elettronico, annunciato come una rivoluzione in termini di risparmio di tempi e di costi, al momento risulta attivo solo in 5 regioni (Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana) ed è in fase di sperimentazione o di implementazione nelle altre. Si è poi ancora lontani dall'adempimento dell'obbligo di legge che imponeva a tutte le aziende sanitarie di attivare i pagamenti online e di rendere disponibili i referti in formato digitale entro il mese di novembre 2015;
    l'informatizzazione e le tecnologie digitali possono e devono contribuire non solo a migliorare l'integrazione dei servizi, ma anche a garantire sempre più la trasparenza delle informazioni, anche in relazione alla gestione del servizio sanitario nazionale. Da questa innovazione i benefici attesi secondo recenti studi potrebbero produrre, anche nel breve termine, un risparmio annuo di circa 6 miliardi di euro di spesa sanitaria, migliorando al contempo i livelli di assistenza;
    da qui la necessità di pervenire ad una rapida e integrale attuazione del Patto per la sanità digitale volto al conseguimento degli obiettivi di efficienza, trasparenza, e sostenibilità del Ssn, attraverso l'impiego sistematico dell'innovazione digitale in sanità, così come contemplato dall'articolo 15, comma 1, del Patto per la salute per gli anni 2014-2016;
    anche la digitalizzazione degli atti e dei procedimenti amministrativi di gara, di stipula del contratto e di sua esecuzione consente l'analisi comparativa dei dati e dei flussi della massa di beni, servizi e lavori contrattati dalla pubblica amministrazione e può assicurare una maggiore deterrenza a compiere atti corruttivi;
    a tal fine un ruolo significativo nel controllo della qualità delle prestazioni può essere esercitato anche dalla società civile, dai cittadini, consumatori e utenti anche associati, soprattutto ove si estendano anche alla fase di esecuzione i principi di trasparenza e pubblicità mediante strumenti IT (open data);
    le banche dati possono inoltre dare consistenza e intellegibilità del dato reputazionale di coloro che hanno partecipato alle gare o eseguito contratti pubblici, sicché la conoscenza della qualità e tempestività dell'impresa, parte di un contratto pubblico, dovrebbe divenire un incentivo al conseguimento del valore aggiunto reputazionale, determinando un vantaggio competitivo, anche nel mercato privato;
    anche l'utilizzo dei big data sanitari rappresenta oggi una delle sfide più importanti per assicurare una maggiore efficienza ed efficacia ai sistemi sanitari;
    secondo alcune stime, per esempio, il semplice tele-monitoraggio a casa dei malati cardiologici realizzato attraverso sistemi di screening di massa sfruttando le tecniche del cloud computing, e dell'intelligenza artificiale ridurrebbe il numero di giorni di degenza del 26 per cento e consentirebbe un risparmio del 10 per cento dei costi sanitari, con un aumento dei tassi di sopravvivenza del 15 per cento. Agendo in una fase ancora precedente, quando ancora gli individui non hanno cognizione di essere malati, è possibile un intervento terapeutico molto più tempestivo e di conseguenza un sostanziale miglioramento dei tassi di sopravvivenza, dei tassi di disabilità e una riduzione dei costi sanitari, nonché una minore mortalità e minore morbilità. Si effettuerà quindi un'analisi costi-benefici, considerando il costo dello screening di massa con i benefici della prevenzione in termini di minori costi per il sistema sanitario che in maggiori benefici per il paziente;
    altra misura fondamentale per prevenire il fenomeno della corruzione in sanità è l'adozione di adeguate misure per la tutela del dipendente che segnala situazioni di illecito (cosiddetto whistleblower);
    in tal senso l'Assemblea della Camera dei deputati ha approvato definitivamente, il 15 novembre 2017, la proposta di legge A.C. 3365-B volta a introdurre misure di protezione dei lavoratori dipendenti, tanto del settore pubblico quanto del settore privato, che segnalano reati o irregolarità dei quali vengono a conoscenza nell'ambito del rapporto di lavoro;
    l'istituto del whistleblowing, indispensabile in una prospettiva di coinvolgimento della parte migliore dell'amministrazione nella politica di prevenzione della corruzione, necessita tuttavia di disposizioni attuative e di precise linee guida tali da garantire chiarezza ed omogeneità del processo di segnalazione degli illeciti su tutto il territorio nazionale,

impegna il Governo:

   1) ad assumere iniziative per rendere trasparenti le forme di utilizzo delle risorse pubbliche utilizzate, nonché dei pagamenti effettuati presso le strutture sanitarie italiane, dando concreta attuazione alle normative già esistenti in favore della trasparenza, in particolare al decreto legislativo n. 33 del 2013, che si focalizza sulla pubblicazione on-line delle informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni;
   2) a completare il programma di informatizzazione del Sistema sanitario nazionale previsto dall'articolo 15 del Patto per la salute e dal Patto per la salute digitale, entro e non oltre le scadenze programmate dall'Agenda digitale, con particolare riferimento al fascicolo sanitario elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione di referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e ai pagamenti on-line;
   3) ai fini dell'effettiva razionalizzazione ed efficacia della spesa sanitaria, a valutare di intraprendere il processo di sperimentazione del socc – lo strumento operativo di controllo per il monitoraggio dei livelli di corruzione sviluppato dall'istituto per la promozione dell'etica in sanità (Ispe) –, o comunque di qualsiasi altro modello gestionale analogo messo a punto da équipe indipendenti di esperti nel settore da sviluppare e applicare anche in via sperimentale, inizialmente anche solo in talune regioni selezionate;
   4) a garantire il controllo dei processi amministrativi e della qualità delle prestazioni attraverso l'implementazione mediante strumenti IT (open data) e di banche dati;
   5) a valutare l'opportunità di realizzare una rete centralizzata di gestione dei big data per la raccolta e la gestione integrata dei dati in possesso dei vari enti sanitari e sociosanitari, come Inps, Inail, Ragioneria generale dello Stato, Ministero della salute, Ministero delle politiche sociali, Dipartimento delle pari opportunità, fino alle regioni e le strutture ospedaliere, valutando in tal senso l'opportunità di realizzare forme di collaborazione con le università italiane per la realizzazione della stessa rete e la successiva analisi dei dati, in particolare al fine di estrapolare informazioni utili per migliorare l'offerta sanitaria nel Paese ed eliminare eventuali sacche di inefficienze individuate;
   6) in accordo e con il supporto di Anac ed Agenas, ad introdurre precise linee guida nazionali al fine da garantire uniformità applicativa e chiarezza nella procedura di segnalazione degli illeciti da parte dei whistleblowers nel contesto in esame;
   7) in ossequio al principio della trasparenza, a valutare l'opportunità di rendere pienamente accessibili, anche su piattaforma online dedicata e mediante oscuramento di eventuali dati sensibili, le relazioni aventi ad oggetto le ispezioni ministeriali e dei Nas condotte presso le strutture sanitarie italiane;
   8) a fornire una relazione periodica al Parlamento sull'attuazione del protocollo di intesa del 21 aprile 2016 stipulato tra Anac e Ministero della salute e dell'atto integrativo del 26 luglio 2016 siglato anche dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), avente ad oggetto le attività di verifica e monitoraggio dello stato di attuazione ed implementazione delle misure di trasparenza ed integrità e di prevenzione della corruzione da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale in conformità al Piano nazionale anticorruzione – sezione sanità.
(6-00370)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Di Vita, Nuti, Mannino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

servizio sanitario nazionale

sistema sanitario