ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00257

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 670 del 12/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2016
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/09/2016
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 14/09/2016


Stato iter:
14/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/09/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/09/2016
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CAUSIN ANDREA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/09/2016
Resoconto BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/09/2016

ACCOLTO IL 14/09/2016

PARERE GOVERNO IL 14/09/2016

DISCUSSIONE IL 14/09/2016

APPROVATO IL 14/09/2016

CONCLUSO IL 14/09/2016

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00257
presentato da
BRATTI Alessandro
testo presentato
Lunedì 12 settembre 2016
modificato
Mercoledì 14 settembre 2016, seduta n. 672

   La Camera,
   esaminata la relazione di approfondimento sulla situazione territoriale della regione Veneto (Doc. XXIII, n. 17), approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati nella seduta del 23 giugno 2016;
   premesso che:
    l'attività di indagine conoscitiva sulla regione Veneto ha affrontato in modo analitico le numerose criticità emerse, come rilevate nel corso delle tre missioni effettuate nella regione e segnalate alla Commissione nel corso delle numerose audizioni svolte, con particolare riferimento da ultimo, a quelle concernenti la presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle province di Vicenza, Verona e Padova, che interessano una popolazione complessiva di oltre 250.000 abitanti;
    il lavoro della Commissione parte dalla constatazione che nel territorio re- gionale insistono ben 1.500 impianti di trattamento di rifiuti speciali, il cui puntuale controllo risulta difficile da realizzare malgrado l'impegno dell'ARPA Veneto, con la conseguenza che, nelle pieghe delle verifiche e dei controlli effettuati, vengono comunque conferiti presso molti impianti rifiuti, anche pericolosi, che non potrebbero essere ricevuti in quanto non ricompresi nel relativo codice CER, ma che in virtù di un meccanismo illecito noto come «giro bolla», a seguito di operazioni di illecita miscelazione, vengono poi smaltiti presso altri impianti compiacenti mediante la falsificazione dei documenti di accompagnamento;
    più in generale, al fine di contrastare il proliferare di impianti a bassa tecnologia e, viceversa, favorire operatori che investono in tecnologie più innovative, la Commissione ravvisa l'utilità di prevedere un riferimento normativo puntuale con riguardo al confine tra trattamento di recupero e trattamento di smaltimento, oppure una norma che stabilisca una percentuale minima di recupero, al di sotto della quale il trattamento non può dirsi appartenente alla filiera del recupero, diventando, piuttosto, un pretrattamento effettuato su un rifiuto destinato allo smaltimento;
    in tale contesto si evidenzia il fatto che l'anzidetto fenomeno è risultato molto diffuso nella regione Veneto, laddove, peraltro, il complesso delle vicende giudiziarie rappresentato nella relazione da conto di un sistema illecito di smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, da parte di un numero considerevole di aziende industriali venete produttrici che appare altamente pervasivo, significativo per dimensione, nonché alternativo a quello legale; un sistema che, malgrado l'assenza della criminalità organizzata, posta in evidenza dai magistrati della DDA di Venezia, sconta tuttavia un atteggiamento di diffusa omertà tra gli operatori economici; tale sistema, volto solo al perseguimento del mero profitto, emerge evidente dal fatto che miscele di rifiuti pericolosi sono state ampiamente immesse sul mercato come materia prima secondaria e diffusamente utilizzate, tra l'altro, anche in opere pubbliche, come i sottofondi di rilevati stradali e ferroviari;
    esempio più recente ed eclatante del fenomeno anzidetto è dato dalle recenti vicende giudiziarie, che vedono il coinvolgimento di tutte le imprese indagate che hanno operato nella realizzazione dell'autostrada A/31, cosiddetta «Valdastico Sud», che collega Vicenza a Rovigo (attualmente sono nella fase iniziale del rinvio a giudizio innanzi al tribunale di Venezia tre distinti procedimenti penali promossi dalla direzione distrettuale antimafia, che investono numerosi lotti dell'autostrada e molte imprese fornitrici dei materiali utilizzati, in cui le perizie, eseguite in sede di incidente probatorio, hanno posto in evidenza la qualità di rifiuto di tali materiali);
    con le modalità anzidette, non solo rifiuti pericolosi che avrebbero dovuti essere sottoposti a trattamento hanno invece avuto una diversa destinazione, ma operatori economici, i quali avrebbero dovuto pagare per il loro smaltimento, hanno viceversa ottenuto un guadagno; nel caso di specie, il problema non sembra destinato ad esaurirsi con la ultimazione del primo tronco autostradale della «Valdastico Sud», in quanto è già prevista la costruzione di un secondo tronco autostradale, denominato «Valdastico Nord», destinato a collegare Vicenza con Trento, per un costo stimato di circa 2.000 milioni di euro, sicché sussiste il concreto rischio che, in mancanza di una più puntuale attenzione da parte della stazione appaltante sulla qualità dei materiali utilizzati, anche tale secondo tratto autostradale potrebbe essere realizzato con le stesse illecite modalità del primo tratto;
    si contano nella regione Veneto 485 siti contaminati, tra i quali vanno ricompresi numerosi siti in cui hanno operato società che per lunghi anni hanno gestito illecitamente i rifiuti speciali, anche pericolosi, e che dopo il sequestro degli impianti da parte dell'autorità giudiziaria sono state dichiarate fallite;
    in tutti i casi anzidetti, i costi – anche per molte decine di milioni di euro – connessi alle attività di allontanamento dei rifiuti pericolosi, alla messa in sicurezza, al ripristino e alla successiva bonifica dei siti contaminati, sono rimasti a carico degli enti territoriali, i quali, tuttavia, sono sprovvisti delle risorse necessarie per sostenere tali spese, con la conseguenza che, dopo l'allontanamento totale o parziale dei rifiuti più pericolosi, tali siti versano tuttora in stato di abbandono in attesa di fondi, così aggravando il degrado ambientale del territorio regionale;
    allo scopo di fronteggiare in modo adeguato tale situazione sarebbe opportuno prevedere, oltre al rilascio di adeguate polizze fideiussorie da parte delle società o degli enti che gestiscono gli impianti e/o le discariche, soprattutto, l'accantonamento obbligatorio da parte delle stesse di quote del corrispettivo versato dalle aziende che conferiscono i rifiuti, in modo da costituire un fondo di riserva per affrontare le successive operazioni di messa in sicurezza e di bonifica dei siti;
    preso atto della situazione drammatica in cui versa la discarica di Ca’ Filissine, nel comune di Pescantina, in provincia di Verona, gestita dalla Daneco Impianti, la quale, dopo una gestione dissennata della discarica – che ne ha determinato la rottura del fondo impermeabile, con la fuoriuscita di enormi quantità di percolato, fino a superare i trenta metri di altezza – ha abbandonato la partita, lasciando al piccolo comune di Pescantina e alla regione Veneto gli oneri connessi alla messa in sicurezza della discarica;
    una quantità rilevante di fanghi di depurazione, proveniente anche dal trattamento delle acque reflue urbane, risulta largamente in eccesso rispetto alle effettive esigenze del mercato e viene distribuito, spesso non trattato adeguatamente, sui terreni agricoli; in tale contesto si inserisce la vicenda della società Co.im.po.Srl, sita in Adria, località di Cà Emo, dove lo scorso 22 settembre 2014, a seguito dello sversamento di acido solforico, si verificava una reazione chimica dalla quale scaturiva una nube tossica che provocava la morte di quattro lavoratori addetti all'operazione anzidetta;
    numerose vicende giudiziarie hanno interessato la centrale termoelettrica di Polesine Camerini e, al di là delle responsabilità penali, che hanno visto il coinvolgimento dei vertici dell'Enel che gestiva l'impianto, ci si attende che la stessa società provveda alle bonifiche necessarie in tempi rapidi;
    di notevole rilevanza è stata la vicenda giudiziaria dell'ingegnere Fabio Fior – dirigente generale della Direzione Tutela Ambiente della regione Veneto fino al mese di agosto 2010 e, successivamente, dirigente del Settore Energia fino alla data del suo arresto, avvenuto nel mese di ottobre 2014, e solo di recente dimessosi – condannato dal gup presso il Tribunale di Venezia, con sentenza n. 1251/15 del 21 ottobre 2015 per una serie di reati, che vanno dall'abuso d'ufficio, al falso e all'associazione per delinquere, in funzione della consumazione di reati ambientali da parte di imprenditori che gestivano impianti di trattamento di rifiuti;
    inoltre, il Fior è stato rinviato a giudizio davanti al tribunale di Padova per i reati di abuso d'ufficio, falso e peculato, consumati in Padova nel periodo compreso tra il 2 marzo 2006 e il 12 gennaio 2012, mediante l'utilizzo di fondi regionali dell'importo di cinque milioni di euro, in virtù di più delibere regolarmente approvate dalla stessa regione, per la realizzazione della forestazione di una discarica posta nel comune di Sant'Urbano (PD), che viceversa non è stata realizzata del tutto;
    la documentazione acquisita consente di affermare: 1) che il Fior ha potuto, per tanti lunghi anni, consumare i reati contestati e ritenuti dal gup, grazie alle coperture politiche e amministrative di cui egli godeva; 2) che, comunque, l'attività delittuosa del Fior è proseguita anche oltre e ininterrottamente fino al mese di ottobre 2014, quando è stato arrestato; va altresì tenuto presente che buona parte delle aziende a cui è riferibile il Fior stanno ancora operando nel settore ambientale in Veneto e altrove;
    infine, particolare attenzione la relazione dedica all'inquinamento da PFAS nella Valle del Chiampo, che vede un inquinamento della falda sotterranea e dei corsi d'acqua superficiali, esteso per circa 160 Kmq, con il coinvolgimento di ambiti territoriali compresi nelle province di Vicenza, Verona e Padova, la cui origine è stata individuata dall'ARPA Veneto negli scarichi dell'azienda chimica Miteni Spa, posta nel comune di Trissino (VI), che da anni produce – e continua tuttora a produrre – sostanze perfluoroalchiliche (PFAS);
    in via generale, la situazione appare molto grave poiché le sostanze perfluoroalchiliche sono composti molto pericolosi, accertati ormai da anni a livello mondiale, che interagiscono fortemente con il metabolismo animale e umano, con il rischio di conseguenze dannose per l'ambiente e per la stessa popolazione;
    allo scopo di fornire una valutazione di tali rischi il più possibile completa e dettagliata, anche alla luce delle esperienze di altri Paesi e degli studi scientifici sinora effettuati dalla comunità nazionale e internazionale, la Commissione di inchiesta ha disposto un supplemento di indagini, i cui risultati sono di prossima pubblicazione;
    la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le regioni e gli enti territoriali interessati.
(6-00257) «Bratti, Zolezzi, Zaratti, Pastorelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione dei rifiuti

edificio per uso industriale

protezione dell'ambiente