ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00085

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 309 del 14/10/2014
Abbinamenti
Atto 6/00082 abbinato in data 14/10/2014
Atto 6/00083 abbinato in data 14/10/2014
Atto 6/00084 abbinato in data 14/10/2014
Atto 6/00086 abbinato in data 14/10/2014
Atto 6/00087 abbinato in data 14/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 14/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 14/10/2014


Stato iter:
14/10/2014
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/10/2014

DICHIARATO PRECLUSO IL 14/10/2014

CONCLUSO IL 14/10/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00085
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Martedì 14 ottobre 2014, seduta n. 309

   La Camera,
   premesso che:
    la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, al pari con i rapporti dei principali organismi di analisi economica nazionali ed internazionali, definiscono un quadro di chiaro peggioramento di tutti i dati della nostra economia e, per stessa ammissione del Governo, di un Paese che non dà segnali di ripresa né miglioramento da nessun punto di vista, sconfessando chiaramente i «peccati di ottimismo» dell'attuale e dei precedenti Governi;
    l'Italia e l'Europa sono bloccate e i parametri che possono dare indicazioni relativamente a consumi, fiducia, iniziativa e capacità di reazione di persone ed imprese sono modificati in profondità;
    in soli 6 mesi il Governo Renzi ha dovuto correggere al ribasso la previsione del PIL addirittura di un punto percentuale (da +0,8 a -0,3), attestando alternativamente una superficiale sottovalutazione della situazione, una incapacità di comprensione dello scenario, o una dolosa narrazione non veritiera della realtà;
    a dispetto delle promesse in merito alla revisione della spesa, che avrebbe dovuto determinare risparmi per 32 miliardi in tre anni a partire dal 2014, la legge di stabilità e alcuni decreti approvati nell'anno in corso hanno previsto di impegnare tali risparmi per generare nuova spesa; all'indomani dell'abbandono da parte del quarto commissario alla spending review, nessun risparmio mirato è stato attuato ed anzi le maggiori spese dovranno essere coperte con tagli lineari;
    la nota di aggiornamento al DEF prevede un aumento del Deficit, che si ripercuoterà inevitabilmente sul già ingente debito pubblico; come ammette lo stesso Governo, ciò sarebbe reso possibile da un deficit che oggi, dopo anni di tagli che hanno bloccato il Paese e anche per ricalcolo statistico, si attesterebbe al 2,2 per cento del PIL, a fronte del 2,9 per cento accettabile per l'Europa;
    elemosinare decimi di punto percentuale da parte di commissari-burocrati di un'Unione europea che nulla ha saputo fare per tutelare i propri cittadini da una crisi economica di natura inizialmente esogena e finanziaria appare inadeguato e profondamente ingiusto nei confronti di persone, famiglie ed imprenditori che quotidianamente sperimentano disoccupazione, impoverimento, taglio di servizi anche socio sanitari, fallimenti, sfiducia, e paura; come suggeriscono ormai a grande voce anche illustri economisti, occorre superare al più presto il sistema rigido ed inefficiente di vincoli europei meramente statistici per potere intraprendere azioni concrete di rilancio economico e sociale, di tutela del territorio e delle infrastrutture essenziali;
    permangono profonde, se non addirittura aumentate, differenze di responsabilità nell'impiego dei fondi pubblici da parte dei diversi territori del Paese: secondo il centro studi sanità pubblica dell'università Bicocca di Milano le sperequazioni, nelle quali la sanità gioca un ruolo fondamentale quanto delicato, sembrano addirittura aumentate: a titolo di mero esempio, stabilendo una unità di misura uniforme, a Napoli si spendono oltre 17 mila euro a posto letto solo per le pulizie, ma a Cagliari solo 3.500;
    il Federalismo Fiscale, basato sul meccanismo dei costi e dei fabbisogni standard per regioni ed enti locali relativo ai livelli essenziali delle prestazioni e alle funzioni fondamentali rappresenta l'unico vero strumento per effettuare una spending review efficace nel sistema delle autonomie territoriali, e va esteso anche all'apparato centrale dello Stato, vero centro di spesa pubblica;
    stando a quanto riportato nella nota di aggiornamento, i dati relativi all'indebitamento dello Stato nel periodo tra il 2015 e il 2018 sono stati calcolati considerando di uscire dalla gestione unificata della tesoreria nel 2018, anziché nel 2015 come inizialmente previsto; si ricorda che l'accentramento delle tesorerie degli enti locali e territoriali fu imposta dal Governo Monti per coprire con un artificio contabile buchi di cassa di alcuni enti meno virtuosi e dello Stato stesso, a danno delle disponibilità degli enti gestiti con maggiore efficienza che si sono visti scippare una cifra intorno ai 30 miliardi; la misura, venduta dall'allora premier Monti come temporanea, rischia, come nella peggiore tradizione nazionale, di diventare permanente;
    il nostro sistema fiscale è costruito sul combinato negativo che ad una alta pressione fiscale associa alta burocratizzazione e complessità del prelievo. Un simile sistema finisce con il rendere conveniente elusione, evasione, delocalizzazione anche, per mezzo della costituzione di veicoli societari esteri. Si consente a chi può permettersi comportamenti elusivi di sfuggire all'imposizione relativa alle fasce più alte di reddito, posizionando un'enorme onere fiscale sulle spalle del ceto medio. È oggi urgente una diversa distribuzione del carico fiscale, con un aumento della base imponibile e una riduzione delle aliquote, nonché uno «shock» semplificativo sulle modalità del prelievo;
    lo stesso presidente della Commissione europea Barroso ha dichiarato che «L'Italia ha grandi potenzialità» ma «ci sono le tasse sull'energia più alte del mondo e una fiscalità troppo alta limita la competitività delle aziende». Nonostante ciò il Governo continua ad adottare provvedimenti che trovano copertura con aumenti di accisa anche sui prodotti energetici, sottoforma di clausole di salvaguardia,

impegna il Governo

   a farsi promotore, in quanto presidente di turno dell'Unione europea, di una riforma profonda dell'impianto economico dell'Unione europea e dell'area Euro, abolendo il Patto di Stabilità, compreso il Patto di stabilità interno, al fine di potere attuare misure straordinarie per la ripresa economica, per gli investimenti infrastrutturali in particolare per quelli ad impatto positivo contro il rischio idrogeologico e sismico del territorio, che genererebbero inoltre nuovo gettito e posti di lavoro;
   a ripristinare dal 1o gennaio 2015 la gestione decentrata delle tesorerie degli enti locali e territoriali;
   a pianificare i trasferimenti agli enti locali e territoriali, nonché in ambito sanitario, superando definitivamente il criterio della spesa storica a favore del sistema dei costi e dei fabbisogni standard, applicando in ogni dimensione del Paese il Federalismo Fiscale;
   ad utilizzare le leve fiscali disponibili, nel quadro dell'armonizzazione comunitaria in materia di accise, per ridurre significativamente il carico fiscale sui prodotti energetici al fine di non penalizzare ulteriormente le attività economiche ed industriali;
   a disegnare nel quadro della legge di stabilità per il 2015 un sistema fiscale radicalmente nuovo per cittadini e imprese, basato su una unica aliquota fiscale non superiore al 20 per cento corretta (per le persone fisiche) da una deduzione fissa su base familiare che ne garantisca la progressività.
(6-00085) «Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Busin, Caon, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini, Simonetti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica fiscale

prodotto energetico

rilancio economico