ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00078

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 251 del 24/06/2014
Abbinamenti
Atto 6/00077 abbinato in data 24/06/2014
Atto 6/00079 abbinato in data 24/06/2014
Atto 6/00080 abbinato in data 24/06/2014
Atto 6/00081 abbinato in data 24/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: GIORGETTI GIANCARLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 24/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 24/06/2014


Stato iter:
24/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/06/2014
Resoconto SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/06/2014
Resoconto DI LELLO MARCO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto DELLAI LORENZO PER L'ITALIA
Resoconto BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto DE GIROLAMO NUNZIA NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SPERANZA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/06/2014

NON ACCOLTO IL 24/06/2014

PARERE GOVERNO IL 24/06/2014

DISCUSSIONE IL 24/06/2014

RESPINTO IL 24/06/2014

CONCLUSO IL 24/06/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00078
presentato da
GIORGETTI Giancarlo
testo di
Martedì 24 giugno 2014, seduta n. 251

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sul Consiglio europeo del 26 e 27 giugno prossimi,
   premesso che:
    al Consiglio europeo viene attribuita la funzione di organo di indirizzo politico. Secondo il dettato del Trattato sull'Unione europea «Il Consiglio europeo dà all'Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti politici e le priorità politiche generali» scandisce, quindi, la vita politica e lo sviluppo dell'Unione europea. Esso svolge un ruolo capitale in tutti i settori di competenza comunitaria, mediante attività di impulso, di coordinamento, di arbitrato o di risoluzione di questioni particolarmente controverse;
    il 26 e 27 giugno 2014 nella riunione del Consiglio europeo si affronteranno dei punti fondamentali in materia di crescita, competitività ed occupazione. Secondo l'ordine del giorno provvisorio presentato, si procederà a uno scambio di opinioni sulle misure da prendere a livello nazionale e approverà le raccomandazioni specifiche per paese destinate a orientare gli Stati membri nelle loro riforme strutturali, nelle politiche di occupazione e nei bilanci nazionali. Inoltre si tornerà ad affrontare la politica in materia di clima ed energia ed infine verranno affrontate questioni specifiche in materia di relazioni esterne alla luce degli sviluppi del panorama internazionale;
    essendo essenzialmente il Consiglio europeo un vertice durante il quale i leader dell'Unione europea definiscono le priorità politiche e le principali iniziative, e dovendo, dal primo luglio prossimo, presiedere il semestre europeo, questa riunione è l'occasione per mettere in evidenza le priorità che dovranno essere affrontate nel prossimo futuro;
    i dati sulla disoccupazione periodicamente diffusi dall'Istituto nazionale di statistica testimoniano che l'occupazione nel nostro Paese continua a rappresentare una vera e propria emergenza sociale. Nel primo trimestre 2014 il tasso di disoccupazione è risultato pari al 13,6 per cento, in aumento di 0,8 punti su base annua, confermando che il tasso resta ai livelli massimi sia dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) che trimestrali (1997). Record storico anche per la disoccupazione giovanile (fascia 15-24 anni) che registra il 43,3 per cento;
    tale andamento è ancor più allarmante in ambito europeo; secondo i dati Eurostat di aprile scorso, il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato una distanza abissale tra Germania (7,9 per cento) e Italia (43,3 per cento);
    questi dati certificano che a nulla sono valsi finora i provvedimenti in materia di rilancio dell'occupazione attuati dai Governi di centro-sinistra succedutisi negli ultimi anni, rivelatisi come misure tampone e non già quali interventi strutturali del mercato del lavoro italiano;
    la stessa Corte dei conti nel suo Rapporto 2014 sulla finanza pubblica definisce il bonus di 80 euro di cui al decreto-legge n. 66 del 2014 recentemente convertito in legge con voto di fiducia, soltanto un «surrogato», rilevando una «riluttanza» della politica nel decidere una riforma dell'Irpef «in una prospettiva che non si configuri come uno sgravio generalizzato» ed evidenziando anche come «il sistema tributario italiano è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e mal distribuito». Nel 2013, sottolinea la magistratura contabile, la pressione fiscale era pari al 43,8 per cento del Pil, quasi 3 punti in più rispetto al 2000 e 4 in confronto alla media Ue, per cui invita nel Rapporto ad una «riduzione e riequilibrio della pressione tributaria»;
    crescita occupazionale e ripresa economica sono due facce della stessa medaglia, non può esserci l'una senza l'altra e per mettere in moto entrambe è urgente una politica strutturale di detassazione alle imprese e di considerevole abbattimento del cuneo fiscale;
    è indubbio, infatti, che per incentivare la produttività e creare nuovi posti di lavoro è necessario ridare ossigeno all'imprenditoria, specie quella media-piccola, che rappresenta tutt'oggi la base del tessuto economico del nostro Paese e da sempre le fondamenta su cui poggia l'intera economia europea;
    non appare, pertanto, condivisibile la scelta del Governo in carica di rinviare alla parte finale del semestre di presidenza dell'Unione europea il vertice sul lavoro previsto per luglio prossimo;
    è comprovato, altresì, che l'accesso dei giovani al lavoro è stato penalizzato nell'ultimo biennio – oltre che dalla crisi economica in atto – dal repentino innalzamento dell'età pensionabile attuato nel nostro ordinamento con l'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, che ha sfavorito l'ingresso nel mondo del lavoro ed allungato l'attività lavorativa di milioni di donne già impegnate nel lavoro familiare;
    a tal proposito si evidenzia che la Germania ha varato una «contro-riforma» previdenziale che entrerà in vigore il prossimo 1o luglio contraddistinta da una retromarcia sull'età pensionabile (con un anticipo di ben 4 anni e senza alcuna penalità) e da un aumento dei contributi figurativi concessi alle lavoratrici madri che abbiano interrotto l'età lavorativa;
    la tendenza costante degli ultimi anni ad un apprezzamento della moneta europea rispetto al dollaro, moneta fortemente utilizzata negli scambi internazionali, incide negativamente sulle attività produttive europee sfavorendo la ripresa industriale ed occupazionale. Secondo molti analisti per tornare ad un rapporto più equilibrato che permetta la ripresa significativa delle esportazioni europee, unica possibilità di traino economico a fronte di una domanda interna congelata dal crollo dei redditi, la moneta europea dovrebbe essere svalutata almeno del 20 per cento;
    un riequilibrio nel rapporto euro-dollaro sarebbe importante soprattutto per economie, come quella del nostro Paese, con una naturale vocazione all’export, con la conseguenza inoltre di immettere preziosa liquidità nel sistema economico;
    la strategia comune europea su fonti rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di gas serra cosiddetta «pacchetto clima-energia 20-20-20» costituisce un impegno importante nel processo negoziale per la lotta ai cambiamenti climatici per il post-Kyoto, ovvero dopo il 2012, ed è preliminare alla riaffermazione della posizione dell'Unione europea di ridurre unilateralmente le emissioni del 20 per cento entro il 2020 e, in caso di accordo internazionale, di impegnarsi progressivamente per il 2030 e il 2050 a ridurre rispettivamente del 30 per cento e del 50 per cento le proprie emissioni rispetto ai livelli del 1990;
    l'ultimo rapporto di analisi curato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA) sullo stato di adeguamento degli Stati membri dell'Unione europea, rileva progressi importanti per la riduzione delle emissioni di gas serra e sul fronte delle energie rinnovabili ma carenze sullo sviluppo delle attuali politiche sull'efficienza energetica; sono in linea con la tabella di marcia solo 4 Paesi: il Belgio, l'Estonia, Malta e la Spagna;
    allo scopo di incoraggiare i progetti degli enti locali per l'incremento dell'efficienza energetica occorre un insieme di finanziamenti e incentivi coordinati; a tal fine, la Commissione europea sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri alla creazione di nuovi sbocchi economici per rafforzare le tecnologie legate all'efficienza energetica ed ecologica, ad esempio negli edifici e nei veicoli puliti, puntando sull'efficienza e sulla qualità della spesa ai fini del perseguimento degli obiettivi;
    tuttavia, negli ultimi anni, le regole stringenti del Patto di stabilità e crescita imposte dalla Commissione UE e le conseguenti norme nazionali sul Patto di stabilità interno costituiscono un vincolo insormontabile alla spesa delle amministrazioni locali; infatti, anche nei casi di disponibilità di risorse, gli investimenti dei comuni e delle province per l'attuazione di programmi per l'incremento dell'efficienza energetica sono frenati dal Patto di stabilità interno, in quanto rientrano nel patto sia i cofinanziamenti dei fondi messi a disposizione dai programmi comunitari sia i progetti propri e le iniziative degli enti locali;
    sulla scia dei provvedimenti adottati per la golden rule sulle infrastrutture, in merito all'uscita dal patto delle spese sostenute per le reti infrastrutturali inserite nei corridoi Ten-T, occorre attuare un passo importante a livello dell'Unione europea, per escludere dal rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita, e conseguentemente dal Patto di stabilità interno, delle spese sostenute dai comuni e dalle province per finanziare interventi per l'incremento dell'efficienza energetica;
    la pressione migratoria sul nostro Paese risulta in continuo aumento, anche a causa della forte instabilità determinatasi sulle sponde meridionali del Mediterraneo, in Medio Oriente e nell'Africa subsahariana, e della concomitante scelta politica di utilizzare assets militari nazionali per salvaguardare la vita in mare rinunciando a qualsiasi politica di contenimento e dissuasione dei flussi;
    la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato il nostro Paese in ragione del trattamento degradante inflitto alla popolazione carceraria. Dai dati forniti dal Ministero della giustizia, aggiornati al 31 maggio 2014, risulta che il numero dei detenuti attualmente presente nei nostri istituti penitenziari ammonta a 58.861 unità a fronte di una capienza di 49.588 posti. Di questi 19.939 sono stranieri comunitari e non;
    la possibilità di rimpatriare i detenuti nei rispettivi Stati di origine permetterebbe di ricondurre la popolazione carceraria entro i limiti della capienza effettivamente disponibile;
    alla convenzione sul trasferimento di detenuti stranieri, adottata a Strasburgo il 21 marzo 1983, ratificata dall'Italia con la legge 25 luglio 1988, n. 334, mancano sia come firmatari della convenzione che come accordi bilaterali, i Paesi che per nazionalità affollano maggiormente gli istituti penitenziari, ovvero il Marocco che conta una popolazione carceraria di 3.534 detenuti (17,7 per cento) seguito dalla Romania con 3.400 detenuti (17,1 per cento) ed infine dalla Tunisia con 2.258 detenuti (11,3 per cento),
  impegna il Presidente del Consiglio dei ministri, in occasione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014:

   a dare priorità al reperimento di nuove ed ulteriori risorse destinate ad una significativa e sistematica riduzione del costo del lavoro, realizzando interventi di redistribuzione territoriale delle risorse in favore di quei territori maggiormente competitivi;
   ad attuare con decisione politiche di contrasto alla disoccupazione giovanile, volte al ripristino del principio dell'equità generazionale fortemente tradito con le riforme Fornero del lavoro e delle pensioni;
   a garantire il ricambio generazionale nel mercato del lavoro, allineandosi ai Paesi europei che riformano il proprio sistema pensionistico consentendo il ritiro anticipato senza alcuna penalità e, a tal fine, procedendo a livello italiano con l'abrogazione della riforma delle pensioni varata dall'ex Ministro Fornero;
   a promuovere e realizzare in seno alle istituzioni comunitarie azioni dirette e/o mediate dalla BCE al fine di raggiungere un rapporto di cambio tra l'euro e le altre monete, in particolare quella statunitense, maggiormente rispondente al reale rapporto tra i parametri economico-occupazionali e finanziari delle economie dei rispettivi territori, e funzionale alla ripresa economica;
   ad assumere le opportune iniziative affinché uno degli obiettivi prioritari e fondamentali del prossimo semestre italiano di Presidenza europea diventi l'esclusione, dalla contabilizzazione delle spese ai fini del rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita europeo e, conseguentemente, dai vincoli previsti dal Patto di stabilità interno, delle risorse stanziate dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali per finanziare gli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica stabiliti a livello dell'Unione europea nell'ambito del «pacchetto clima-energia 20-20-20», con particolare riferimento alle risorse di cofinanziamento dei programmi comunitari stanziati dai comuni e dalle province;
   a perseguire nelle competenti sedi europee una efficace politica di condivisione dell'emergenza migratoria ed in particolare della gestione del gran numero di profughi in arrivo sulle coste italiane, eventualmente ponendo sul tappeto anche la questione di una nuova politica comune dei rimpatri e dell'accoglienza di coloro che risultino davvero nella necessità di essere protetti e tutelati, senza incoraggiare alcun abuso;
   a dare impulso, in sede europea, alla stipula di accordi bilaterali con i Paesi terzi al fine di far scontare la pena detentiva o una misura privativa della libertà personale nel Paese di origine nel pieno rispetto dei diritti umani;
   a far valere le ragioni italiane nelle opportune sedi comunitarie al fine di ottenere che l'Europa si impegni a rispettare il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri nel suo complesso, così come prescritto dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
(6-00078) «Giancarlo Giorgetti, Buonanno, Fedriga, Rondini, Prataviera, Borghesi, Attaguile, Marcolin».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

rendimento energetico

riduzione delle emissioni gassose

accordo bilaterale

disoccupazione giovanile

Consiglio europeo

diritti umani

politica comunitaria dell'occupazione

politica migratoria comunitaria