ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00059

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 193 del 19/03/2014
Abbinamenti
Atto 6/00056 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00057 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00058 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00060 abbinato in data 19/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 19/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
CAPEZZONE DANIELE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
VITO ELIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
VELLA PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
MARTI ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014
LATRONICO COSIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014


Stato iter:
19/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
COMUNICAZIONE GOVERNO 19/03/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/03/2014
Resoconto GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TANCREDI PAOLO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCHIRO' GEA PER L'ITALIA
Resoconto DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
 
INTERVENTO GOVERNO 19/03/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/03/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CICCHITTO FABRIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 19/03/2014
Resoconto BOSCHI MARIA ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RIFORME COSTITUZIONALI E RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/03/2014

DISCUSSIONE IL 19/03/2014

NON ACCOLTO IL 19/03/2014

PARERE GOVERNO IL 19/03/2014

RESPINTO IL 19/03/2014

CONCLUSO IL 19/03/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00059
presentato da
BRUNETTA Renato
testo di
Mercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

   La Camera,
   udite le dichiarazioni del Presidente del Consiglio,
   premesso che:
    in data 20 e 21 marzo si terrà a Bruxelles la riunione dei Capi di Stato e di Governo (Consiglio europeo), che sarà incentrato, oltre che sulle politiche di sviluppo – in particolare industria, energia, infrastrutture, ricerca scientifica, innovazione ed ambiente – sulla valutazione dei progressi complessivi realizzati nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche del 2013, cui faranno seguito gli orientamenti sul programma di stabilità e convergenza e sul Programma nazionale di riforma 2014 per l'attuazione delle priorità indicate nell'analisi annuale della crescita presentata dalla Commissione europea;
    in data 5 marzo la Commissione europea con specifica comunicazione (COM(2014)150 final) rivolta al Parlamento europeo e all'Eurogruppo, ai sensi del Regolamento (UE) 1176/2011, ha deciso di sottoporre a «specific monitoring of the policies recommended by the Council to the Members States with excessive imbalances (Croatia, Italy and Slovenia)», dove per «squilibri eccessivi» si intendono, ai sensi dell'articolo 2 del Regolamento richiamato, «squilibri gravi, compresi quelli che mettono o potrebbero mettere a rischio il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria»;
    nel Bollettino della BCE (marzo 2014, pag. 85) si afferma che «la raccomandazione della Commissione del novembre 2013 indicava la necessità di ulteriori misure di risanamento per assicurare l'osservanza del Patto di stabilità e crescita (cioè per conseguire l'obiettivo di medio termine di un bilancio strutturale in pareggio nel 2014 e assicurare progressi sufficienti verso il rispetto del criterio per il debito durante la fase di transizione). Finora, tuttavia, non sono stati compiuti progressi tangibili per quanto riguarda la raccomandazione della Commissione. In prospettiva, è importante effettuare i necessari interventi affinché siano soddisfatti i requisiti previsti dal meccanismo preventivo del Patto di stabilità e crescita, soprattutto per quanto riguarda la riconduzione del rapporto debito/PIL su un percorso discendente, come segnalato anche di recente dalla Commissione europea nel contesto dell'esame approfondito sull'Italia». Valutazione non solo tecnica, ma che acquista un forte significato giuridico ed istituzionale, visto quanto dispone il Regolamento UE 472/2013 in tema di «gravi difficoltà per quanto riguarda la stabilità finanziaria» di ciascun Paese. Da qui il forte richiamo alla dinamica del debito pubblico contenuto nel giudizio della Banca centrale;
    l'insieme di queste posizioni non tiene tuttavia conto dei cosiddetti «fattori rilevanti», come esplicitamente menzionati nei regolamenti del Consiglio europeo n. 1175/2011 e n. 1177/2011, che rendono la posizione italiana più solida di quella di altri partner, a partire dall'andamento del deficit di bilancio per il 2014 che per l'Italia è previsto del 2,6 per cento (pari alla media dell'Eurozona), ma che in Spagna e Francia – rispetto ai quali la Commissione non ha espresso alcun rilievo – si prevede, rispettivamente, il 5,8 ed il 4 per cento. Si deve aggiungere che il deficit strutturale, corretto per l'andamento del ciclo, che la Commissione valuta in –0,6 per cento è di gran lunga inferiore alla media dell'eurozona (-1,6 per cento) e tra i grandi partner commerciali inferiore solo alla Germania; mentre per Francia, Spagna e la stessa Inghilterra si registrano valori ben superiori. Rispettivamente -4,3 per cento, -2,5 per cento e -4,8 per cento. Del resto, sono anni che l'Italia presenta un avanzo primario, aggiustato per il ciclo, di tutto rispetto: valori positivi fin dal 2005, mentre negli altri Paesi e nelle medie dell'Eurozona le risultanze sono state ben peggiori ed in alcuni anni addirittura negative. Altro dato che dimostra la solidità di fondo dell'economia italiana è quello relativo alla bilancia commerciale. Gli attivi realizzati e previsti superano nel triennio 2013-2015 il 2 per cento del PIL. Sono ben superiori alla media dell'Eurozona, sul cui dato medio pesa tuttavia la Germania con un surplus che si avvicina al 7 per cento. Depurando questo elemento il confronto risulterebbe ancor più illuminante. Anche sul rapporto debito/PIL è necessaria una riflessione più attenta. Sulla sua dimensione pesano, per circa 4 punti di PIL, il sostegno offerto (via finanziamento dell'EFSF) ai Paesi in crisi, e per un altro punto e mezzo il pagamento dei vecchi debiti della pubblica amministrazione. Sono, infine, da considerare gli altri «fattori rilevanti» a partire dalla solidità finanziaria delle famiglie italiane – la migliore a livello internazionale in forza del minor debito accumulato – e la dimensione dell'economia sommersa. Quest'ultima rappresenta un fatto certamente riprovevole, contribuisce tuttavia, in misura maggiore alla dimensione effettiva del PIL, rendendo meno drammatici i rapporti deficit e debito/PIL;
    un'analisi più veritiera della situazione italiana dimostra, pertanto, un gioco di luci e di ombre che esclude qualsiasi giudizio manicheo. Che vi siano problemi è indubbio, ma è altrettanto evidente che vi sono delle potenzialità da cui si può partire per invertire la tendenza. Tanto più che i risultati dell'ultimo trimestre, se interpretati correttamente, mostrano un barlume di ripresa più consistente di quanto a prima vista si possa pensare;
    i vincoli che si dovranno superare sono pertanto più di natura giuridica che non di sostanza. Attengono alle riforme introdotte negli ultimi anni, nella gestione della finanza pubblica. Riforme tese ad un pieno coinvolgimento del Parlamento, nella definizione delle relative strategie nell'individuazione di maggioranze assolute nell'approvazione dei relativi provvedimenti come si evince dal comma 3 dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 («Disposizioni per l'attuazione del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione») che nella gerarchia delle fonti ha un valore sovraordinato alle leggi ordinarie, visto che ai sensi del comma 2 della medesima, può «essere abrogata, modificata o derogata solo in modo espresso da una legge successiva approvata ai sensi dell'articolo 81, sesto comma della Costituzione». Vale a dire «a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera»;
    lo stesso comma 3 dell'articolo 6 della legge precedentemente indicata stabilisce che qualora il Governo intenda «discostarsi temporaneamente dall'obiettivo programmatico di medio termine», come indicato dal regolamento UE 1175/2011 (articolo 5) debba sentire la Commissione europea per avviare una complessa procedura in cui siano evidenti le cause che lo hanno determinato e definire un conseguente piano di rientro. E che la deliberazione «con la quale ciascuna Camera autorizza lo scostamento e approva il piano è adottata a maggioranza assoluta dei relativi componenti». Il tutto possibile solo nel caso si siano prodotti in precedenza «eventi eccezionali», nella specifica fattispecie dal precedente comma 2;
    il valore di queste norme è evidente. Sono state costruite per evitare che una semplice maggioranza parlamentare possa utilizzare lo strumento della finanza pubblica per fini impropri – specie se di natura elettoralistica – che andrebbero a danno dell'intero Paese;
    tutto ciò premesso e considerato che i contenuti programmatici dell'azione di Governo illustrati dal Presidente del Consiglio sembrano prescindere dal quadro normativo così delineato e rischiano di determinare un ulteriore scostamento dall'obiettivo a medio termine previsto dalla legislazione in essere sebbene abbiamo solide motivazione di carattere economico e congiunturale;
    considerato altresì che il loro perseguimento non può prescindere dal rispetto dei Trattati europei e delle norme di carattere costituzionali che li integrano,

impegna il Governo:

   ad adottare l'unica strategia possibile che consenta di rilanciare il ciclo economico, nel rispetto delle regole costituzionali e dei Trattati internazionali;
   a predisporre, a tal fine, un piano di riforme coerenti con le raccomandazioni formulate dal Consiglio europeo il 29 maggio 2013, (COM(2013) 362 final) in occasione della fuoriuscita dalla procedura d'infrazione. Riforme che dovranno essere così configurate:
    1) «dare tempestivamente attuazione alle riforme in atto adottando in tempi rapidi le disposizioni attuative necessarie, dandovi seguito con risultati concreti a tutti i livelli amministrativi e con tutti i portatori d'interesse e monitorandone l'impatto; potenziare l'efficienza della pubblica amministrazione e migliorare il coordinamento tra i livelli amministrativi; semplificare il quadro amministrativo e normativo per i cittadini e le imprese, abbreviare la durata dei procedimenti civili e ridurre l'alto livello di contenzioso civile, anche promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali di risoluzione delle controversie; potenziare il quadro giuridico relativo alla repressione della corruzione, anche rivedendo la disciplina dei termini di prescrizione; adottare misure strutturali per migliorare la gestione dei fondi dell'Unione europea nelle regioni del Mezzogiorno in vista del periodo di programmazione 2014-2020;
    2) promuovere nel settore bancario pratiche di governo societario che sfocino in una maggiore efficienza e redditività, per sostenere il flusso del credito alle attività produttive; proseguire i lavori di controllo qualitativo delle attività in tutto il settore bancario e agevolare la risoluzione dei prestiti in sofferenza iscritti nel bilancio delle banche; promuovere maggiormente lo sviluppo dei mercati dei capitali al fine di diversificare e migliorare l'accesso delle imprese ai finanziamenti, soprattutto sotto forma di partecipazione al capitale, e promuoverne peraltro la capacità d'innovazione e la crescita;
    3) dare attuazione effettiva alle riforme del mercato del lavoro e del quadro per la determinazione dei salari per permettere un migliore allineamento dei salari alla produttività; realizzare ulteriori interventi a promozione della partecipazione al mercato del lavoro, specialmente quella delle donne e dei giovani, ad esempio tramite la garanzia per i giovani; potenziare l'istruzione professionalizzante e la formazione professionale, rendere più efficienti i servizi pubblici per l'impiego e migliorare i servizi di orientamento e di consulenza per gli studenti del ciclo terziario; ridurre i disincentivi finanziari che scoraggiano dal lavorare le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare e migliorare l'offerta di servizi di assistenza alla persona e di doposcuola; intensificare gli sforzi per scongiurare l'abbandono scolastico e migliorare qualità e risultati della scuola, anche tramite una riforma dello sviluppo professionale e della carriera degli insegnanti; assicurare l'efficacia dei trasferimenti sociali, in particolare mirando meglio le prestazioni, specie per le famiglie a basso reddito con figli;
    4) trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente assicurando la neutralità di bilancio; a tal fine, rivedere l'ambito di applicazione delle esenzioni e aliquote ridotte dell'IVA e delle agevolazioni fiscali dirette e procedere alla riforma del catasto allineando gli estimi e rendite ai valori di mercato; proseguire la lotta all'evasione fiscale, migliorare il rispetto dell'obbligo tributario e contrastare in modo incisivo l'economia sommersa e il lavoro irregolare;
    5) assicurare la corretta attuazione delle misure volte all'apertura del mercato nel settore dei servizi; eliminare le restrizioni che sussistono nei servizi professionali e promuovere l'accesso al mercato, ad esempio, per la prestazione dei servizi pubblici locali, dove il ricorso agli appalti pubblici dovrebbe essere esteso (in sostituzione delle concessioni dirette); portare avanti l'attivazione delle misure adottate per migliorare le condizioni di accesso al mercato nelle industrie di rete, in particolare dando priorità alla costituzione dell'Autorità di regolamentazione dei trasporti; potenziare la capacità infrastrutturale concentrandosi sulle interconnessioni energetiche, sul trasporto intermodale e, nelle telecomunicazioni, sulla banda larga ad alta velocità, tra l'altro al fine di superare le disparità tra Nord e Sud)»;
   a garantire che l'intero ammontare residuo dei fondi strutturali Ue assegnati all'Italia nel quadro del bilancio 2007-2013 sia utilizzato entro il 2015, conformemente alle regole europee, così scongiurando il concreto rischio di perdere queste risorse fondamentali per la crescita del Paese;
   a considerare la prima raccomandazione di cui al documento (COM(2013) 362 final), che si richiama in seguito per memoria, come una subordinata rispetto all'obbiettivo prioritario dell'attuazione del progetto riforma, eventualmente prevedendo il necessario piano di rientro, secondo le procedure previste dalla legge 243 del 2012 precedentemente citata;
   a sottoporre detto piano alla preventiva approvazione del Parlamento – secondo quanto disposto dalla legge 243 del 2012 – per poi avviare il necessario confronto in sede europea chiedendo la preventiva ed anticipata sperimentazione dei «Contractual agreement» in linea con lo «stage 2 (2013-2014)» del documento «Towards a genuine economie and monetary union» del 5 dicembre 2012 che completa il ciclo delle riforme del bilancio avviato con il Six pack e del Two pack, nonché del «Treaty on Stability, coordination and Governance”, al fine di ottenere maggiore e significativa flessibilità sul deficit e sull'applicazione del Fiscal compact, in virtù dei «fattori rilevanti», come esplicitamente menzionati nei regolamenti del Consiglio europeo n. 1175/2011 e n. 1177/2011;
   a valutare con grande attenzione ogni iniziativa che – in violazione della legge costituzionale n. 243 del 2012 – possa essere censurata a livello europeo, con il risultato di far fallire così il necessario percorso di flessibilità e riforme.
(6-00059) «Brunetta, Gelmini, Capezzone, Vito, Palese, Sandra Savino, Chiarelli, Vella, Marti, Latronico».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

liberalizzazione del mercato

detrazione fiscale

regolamento CE