ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 193 del 19/03/2014
Abbinamenti
Atto 6/00057 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00058 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00059 abbinato in data 19/03/2014
Atto 6/00060 abbinato in data 19/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: SPERANZA ROBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE GIROLAMO NUNZIA NUOVO CENTRODESTRA 19/03/2014
ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/03/2014
DELLAI LORENZO PER L'ITALIA 19/03/2014
PISICCHIO PINO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 19/03/2014
DI LELLO MARCO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 19/03/2014
ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 19/03/2014
FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 19/03/2014


Stato iter:
19/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
COMUNICAZIONE GOVERNO 19/03/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/03/2014
Resoconto GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TANCREDI PAOLO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCHIRO' GEA PER L'ITALIA
Resoconto DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
 
PARERE GOVERNO 19/03/2014
Resoconto BOSCHI MARIA ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RIFORME COSTITUZIONALI E RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
INTERVENTO GOVERNO 19/03/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/03/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CICCHITTO FABRIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/03/2014

DISCUSSIONE IL 19/03/2014

ACCOLTO IL 19/03/2014

PARERE GOVERNO IL 19/03/2014

DISCUSSIONE IL 19/03/2014

APPROVATO IL 19/03/2014

CONCLUSO IL 19/03/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00056
presentato da
SPERANZA Roberto
testo di
Mercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

   La Camera,
   premesso che:
    il Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2014 sarà incentrato sul semestre europeo, sulla competitività industriale, sul clima e sull'energia, sui preparativi per il prossimo vertice UE-Africa e sulle relazioni con l'Africa e sulla situazione dell'Ucraina;
    in particolare, il Consiglio europeo concluderà la prima fase del semestre europeo, valutando i progressi realizzati nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese del 2013 e fornendo agli Stati membri orientamenti sui loro programmi di stabilità e convergenza e i loro programmi nazionali di riforma 2014 per l'attuazione delle priorità indicate nell'analisi annuale della crescita presentata dalla Commissione;
    a partire da una valutazione intermedia fornita dalla Commissione, il Consiglio europeo farà il punto della situazione relativa all'attuazione della strategia Europa 2020 ed, eventualmente, fornirà orientamenti;
    il Consiglio europeo, inoltre, terrà un primo dibattito orientativo sulla base della comunicazione della Commissione relativa a un quadro in materia di clima ed energia per il periodo dal 2020 al 2030 ed esaminerà lo stato di attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo di maggio 2013 in materia di energia;
    come noto, il pacchetto clima ed energia per il 2030, adottato dalla Commissione europea, prevede un target per la riduzione del 40 per cento delle emissioni climalteranti rispetto ai livelli del 1990, vincolante a livello europeo e dei singoli stati membri, un target di aumento al 27 per cento della quota di rinnovabili rispetto ai consumi finali di energia vincolante a livello europeo, e un target per l'efficienza energetica rinviato all'adozione della prossima direttiva in materia, obiettivi ambiziosi che permettono di rimanere nella traiettoria che consente il rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni all'80-95 per cento rispetto al 1990 fissato dall'Unione europea per il 2050;
    in Italia e in Europa si sommano crisi economica, crisi occupazionale ed emergenza climatica: per scongiurare l'avverarsi di una jobless recovery, di una ripresa che non crea posti di lavoro, è necessario concentrarsi sui settori che hanno un maggior potenziale di creazione di posti di lavoro, quali quelli legati alla salute, all'ICT e all'efficienza energetica, tipicamente un settore ad alta intensità di lavoro, interamente non delocalizzabile;
    clima ed energia non sono in contraddizione con l'industria, ma anzi possono aiutarla ad adeguare la propria attività ai nuovi obiettivi;
    una base industriale europea forte e competitiva costituisce il motore della crescita economica e dell'occupazione, tema rispetto al quale il costo dell'energia nella produzione industriale, lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, lo sviluppo delle infrastrutture, l'attività brevettuale, le catene di valore globali, la specializzazione intelligente e le tecnologie abilitanti fondamentali (KET) rappresentano questioni fondamentali;
    per attuare una reale politica industriale dell'Unione europea, la Commissione ha fornito al Consiglio due comunicazioni («Per una rinascita industriale europea» e «Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali») che costituiscono la base delle decisioni che saranno adottate dalla riunione del 20-21 marzo. Tali comunicazioni, note anche come industrial compact, tuttavia, non prevedono parametri e sanzioni ma soltanto indirizzi, priorità e obiettivi destinati alla rinascita industriale che non sembrano possano portare a obblighi formali;
    nell'ambito della strategia di politica industriale europea appare prioritaria la semplificazione della regolamentazione e nella riduzione degli oneri da essa derivanti, soprattutto per le PMI;
    è necessario che la politica europea in materia di energia e di clima definisca un equilibrio avanzato tra gli obiettivi climatici e ambientali e la competitività dell'industria europea, assicurando prezzi dell'energia accessibili, competitività industriale, sicurezza dell'approvvigionamento energetico;
    la rinascita industriale è un tema importante, condivisibile e che richiede sostegno politico al massimo livello ma che rischia, tuttavia, di essere limitato dal fatto che la sua traduzione in politiche concrete viene affidata pienamente ai Paesi membri nei quali sono molto differenziati intensità, qualità e modi della politica industriale e, soprattutto, vincoli finanziari;
    è necessario cogliere il risultato dal significativo sforzo di consolidamento fiscale che ha interessato la gran parte dei Paesi europei tra cui l'Italia: ora che i conti pubblici presentano margini di sostenibilità ben più ampi rispetto alla situazione pre-crisi, occorre porre il tema centrale della crescita e del sostegno all'occupazione al centro del dibattito politico in sede europea, anche in vista delle prossime elezioni e del pericolo che si affermino formazioni anti-euro;
    lo sforzo per correggere l'andamento dei conti pubblici è stato imponente negli ultimi due anni, con un aggiustamento fiscale di circa 3 punti percentuali in termini strutturali grazie al quale la soglia del 3 per cento non è stata superata;
    l'uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi dell'Unione europea è uno dei risultati visibili di quest'azione. Il calo dello spread sotto i 200 punti base testimonia come gli sforzi del Paese siano stati importanti e riconosciuti;
    la Commissione europea ha pubblicato il 5 marzo scorso le conclusioni scaturite dagli esami approfonditi relativi alle economie di 17 Stati membri, secondo le quali «la Germania dovrebbe orientare le priorità strategiche verso il rafforzamento della domanda interna e della crescita a medio termine, mentre la Francia e l'Italia dovrebbero affrontare gli ostacoli alla crescita a medio termine pur dedicandosi alle riforme strutturali e al risanamento di bilancio»;
    è auspicabile che il Consiglio europeo inviti gli Stati membri, nella predisposizione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità a tenere conto dei risultati della recente analisi della Commissione nell'ambito delle procedure per gli squilibri macroeconomici. In questo contesto, sarebbe necessario che le conclusioni del Consiglio europeo ribadissero che anche un surplus troppo alto nella bilancia commerciale, rilevato in alcuni Stati membri, è un fattore di squilibrio che va corretto mediante misure di stimolo della domanda interna;
    il programma di riforme annunciato dal Presidente del Consiglio dei ministri è in linea con le indicazioni emerse dall'analisi della Commissione;
    la competitività dell'economia italiana è oggi limitata, tra l'altro, dall'elevato cuneo fiscale sul costo del lavoro, un problema che il Governo si accinge ad affrontare, anche alla luce del fatto che l'andamento dell'economia ha effetti sul rispetto dei parametri di finanza pubblica, i cui andamenti derivano prevalentemente dal denominatore del rapporto, cioè dalla crescita modesta degli anni precedenti la crisi e poi dalla profonda recessione;
    occorre fornire segnali concreti in direzione del sostegno alla crescita e dell'occupazione ed è, pertanto, necessario il prossimo Consiglio europeo inviti gli Stati membri e le altre Istituzioni dell'Unione, in vista della predisposizione, nell'ambito della procedura del semestre europeo, dei programmi di stabilità e dei programmi nazionali di riforma, a considerare prioritaria l'adozione di misure di stimolo immediato della ripresa economica, attraverso investimenti in settori ad alto potenziale di crescita, quali le infrastrutture, la green economy, i settori industriali strategici, la ricerca e l'innovazione;
    andrebbe altresì posto all'attenzione del Consiglio europeo il completamento di alcuni aspetti dell'Unione economica e monetaria rimasti sinora singolarmente ai margini del dibattito istituzionale, quali la mutualizzazione del debito sovrano degli Stati dell'area euro e l'emissione di titoli europei per finanziare grandi progetti in grado di rilanciare stabilmente l'economia europea;
    è necessario che il Consiglio europeo definisca una reale politica industriale dell'Unione europea, che abbia al centro due elementi chiave per l'economia italiana ed europea, le PMI e il settore manifatturiero; occorre in particolare che le Istituzioni dell'Unione perseguano l'obiettivo condivisibile del 20 per cento di PIL realizzato dall'industria manifatturiera entro il 2020 in modo equilibrato e coerente, senza pregiudicare il tessuto produttivo di alcuni Stati membri e privilegiare quello di altri, come avvenuto in un passato recente;
    l'attuazione di una reale politica industriale dell'Unione postula la definizione di una chiara strategia e di un numero limitato di priorità e misure concrete da parte del Consiglio europeo che, quale massima istanza politica dell'Unione, può stabilire una cornice comune a tutte le politiche di settore necessarie per rilanciare strutturalmente l'economia reale e bloccare il processo di deindustrializzazione in Europa;
    la comunicazione sulla rinascita industriale europea (COM(2014)14), presentata dalla Commissione europea in vista del Consiglio europeo denuncia l'assenza da parte della Commissione di una effettiva visione di politica industriale, non indicando le reali priorità dell'azione europea e prospettando conseguentemente una serie non coordinata di interventi settoriali;
    è necessario che il Consiglio europeo definisca una strategia di politica industriale che assicuri un punto di equilibrio tra l'esigenza di adeguare la normativa e le politiche dell'Unione all'evoluzione tecnologica, economica e sociale, da un lato, e la richiesta dei soggetti industriali di avere periodi di stabilità normativa e di ridurre significativamente gli oneri regolamentari;
    appare essenziale per perseguire gli obiettivi di crescita e di occupazione stabiliti a livello europeo la programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2014-2020, che costituiscono la principale risorsa a disposizione del nostro Paese per realizzare politiche di sviluppo coerenti;
    in questo contesto occorre garantire il coinvolgimento del Parlamento nella fase definizione del contratto di partenariato 2014-2020 attualmente in corso di negoziazione con la Commissione europea;
    il Consiglio europeo di dicembre 2013 ha definito gli elementi essenziali dei partenariati per la crescita, l'occupazione e la competitività (cosiddetti «strumenti di convergenza»), rinviando tuttavia al Consiglio europeo di ottobre 2014, che avrà luogo nel corso del semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea, l'adozione di una decisione definitiva al riguardo; in base agli orientamenti assunti dal Consiglio europeo, i partenariati sarebbero attuati mediante il ricorso ad «accordi contrattuali» con i quali gli Stati interessati si impegnerebbero ad attuare, ottenendo un sostegno finanziario, riforme economiche, nei settori del mercato del lavoro e dei prodotti, dell'efficienza del settore pubblico, della ricerca e innovazione, dell'istruzione e formazione professionale e dell'inclusione sociale;
    per quanto riguarda la crisi in Ucraina, l'esito principale del Consiglio dei ministri degli esteri è una risposta unitaria dell'Unione europea, fatta di misure mirate ma anche di un'indicazione esplicita di sviluppare il rapporto Ue-Russia, basato sull'interesse reciproco e sul rispetto del diritto internazionale, per evitare qualunque tentazione di isolamento internazionale;
    le decisioni che saranno assunte dal Consiglio europeo presentano una forte rilevanza anche in vista della preparazione del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, trattandosi della prima riunione formale di tale istituzione cui prende parte il nuovo Governo;
    è necessario che il Governo, in linea di continuità con il precedente esecutivo, ponga al centro del programma del proprio semestre il rilancio del processo di integrazione politica in senso federale, che è il presupposto necessario per dotare l'Unione della capacità di rispondere adeguatamente alle dinamiche globali e impedire che le logiche nazionali prevalgano sull'interesse comune. Solo un'unione dotata di un governo economico, di un'autonoma capacità fiscale, di una reale politica estera, e di politiche comuni efficaci negli altri settori chiave può rispondere alle aspettative dei cittadini europei e giocare un ruolo a livello globale;
    la prossima legislatura europea dovrebbe essere chiaramente percepita dai cittadini – nella campagna per le elezioni europee – come legislatura «costituente», volta ad avviare un processo di riforma dell'Unione in senso federale e democratico, con il pieno coinvolgimento dei Parlamenti,

impegna il Governo:

   a concentrare la sua azione in Europa sui temi della crescita e dell'occupazione, della competitività e dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e dei diritti, del rafforzamento della proiezione esterna e degli assetti istituzionali dell'Unione che saranno al centro della nostra Presidenza nel secondo semestre del 2014;
   a sostenere in tutte le sedi europee politiche che stimolino la competitività, sostengano la creazione di posti di lavoro e combattano la disoccupazione, a cominciare da quella giovanile, esprimendo il forte sostegno dell'Italia ai contenuti e agli obiettivi della comunicazione «Verso una rinascita dell'industria Europea» della Commissione;
   ad adoperarsi affinché il Consiglio tenga adeguatamente conto del nesso fra competitività industriale, politiche ambientali e politiche energetiche, così come dell'efficienza nell'utilizzo delle risorse, e del loro contributo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, definendo una strategia di politica industriale europea che contempli:
    adeguati incentivi, anche di carattere finanziario, agli investimenti nei settori strategici, nelle nuove tecnologie e nelle competenze, in grado di consolidare il vantaggio competitivo dell'Europa nell'economia mondiale, fondato su beni e servizi ad elevato valore aggiunto, sulla gestione efficace delle catene di valore e sull'accesso ai mercati globali;
    la creazione di specifiche linee di credito presso la Banca europea per gli investimenti al fine di promuovere l'internazionalizzazione e la competitività delle imprese europee nonché di finanziare investimenti in settori industriali chiave, sul modello di quanto proposto dalla Commissione europea per l'edilizia sostenibile;
   a promuovere una trattazione organica ed equilibrata dei temi relativi alla politica industriale, ai costi dell'energia e alla lotta contro i cambiamenti climatici e stimolare l'elaborazione di un programma per l'industria, suggerendo che la tematica venga nuovamente trattata al Consiglio europeo dell'ottobre 2014;
   ad adoperarsi affinché l'Unione europea attui una strategia di politica industriale incentrata su un numero limitato di priorità, quali, in particolare:
    la riduzione degli oneri regolamentari e amministrativi per le imprese, in particolare per le piccole e medie, a livello europeo e nazionale, sulla base di un programma di intervento specifico ed organico che contempli scadenze puntuali per le istituzioni e per gli Stati membri, a tal fine anche esortando gli Stati membri ad introdurre un sistema di valutazione di impatto ex ante degli effetti della regolamentazione sulle imprese;
    il ricorso preferenziale ai regolamenti piuttosto che alle direttive per disciplinare materia di rilievo per il settore industriale, in modo da eliminare le differenze nella tempistica di entrata in vigore delle normative nazionali di attuazione e ridurre il rischio di divergenze nel recepimento, nell'interpretazione e nell'applicazione;
   a sostenere la prosecuzione dei contatti con i più importanti partner commerciali bilaterali, tra cui gli USA, il Canada, il Giappone e l'India, per garantire un migliore accesso dell'industria europea ai loro mercati; l'avanzamento dei negoziati di accordi di libero scambio globali e di accordi sull'accreditamento e l'accettazione dei prodotti industriali tra l'Unione europea e i Paesi del Mediterraneo meridionale e quelli del Partenariato orientale; l'impegno dell'Unione europea, nell'ambito degli organi del WTO, per evitare che Paesi terzi creino barriere tecniche agli scambi; l'iniziativa per garantire che i diritti di proprietà industriale delle imprese europee siano tutelati, in particolare nei Paesi dell'ASEAN e del MERCOSUR, soprattutto nell'interesse delle industrie creative per le quali la contraffazione rappresenta un problema grave;
   a promuovere, anche in vista della Presidenza italiana dell'Unione europea, l'avvio di una riflessione preliminare, all'interno delle singole formazioni consiliari, sulla futura revisione della strategia Europa 2020;
   a sostenere l'adozione del Pacchetto clima-energia e a promuovere, in vista del Vertice ONU sul Clima di fine settembre 2014 e della Conferenza di Parigi del 2015, il raggiungimento di una posizione dell'Unione europea sul tema della politica del clima e dell'energia che concili le esigenze di assicurare costi energetici contenuti, competitività industriale, sicurezza degli approvvigionamenti, raggiungimento degli obiettivi ambientali, crescita e innovazione; in tale quadro, a favorire la coerenza tra le linee guida in materia di clima ed energia, in corso di revisione, e le politiche energetiche e climatiche;
   a sostenere, nella definizione del quadro clima-energia al 2030, il principio di una equa ripartizione degli impegni e degli oneri (burden sharing) che tenga anche conto delle capacità di spesa degli Stati membri e delle esigenze di consolidamento fiscale, nonché delle azioni già intraprese e dei costi marginali delle azioni future, considerando altresì le misure necessarie al miglioramento della rete e al rafforzamento della concorrenza, nello stesso contesto, favorire la tutela della competitività delle industrie energivore e assicurare condizioni di leali competizione industriale all'interno dell'Unione e sul piano globale;
   a promuovere il rilancio della politica energetica dell'Unione, perseguendo in primo luogo il completamento del mercato interno dell'energia, sotto il profilo regolatorio e degli investimenti infrastrutturali, con il rafforzamento delle interconnessioni;
   più in generale, a definire tempestivamente, in stretto raccordo con le Camere, il programma dell'Italia per il prossimo semestre di Presidenza dell'Unione europea, individuando tra gli obiettivi prioritari:
    il contemperamento, in sede di applicazione delle regole vigenti o prospettando appropriate modifiche legislative, tra la stabilità delle finanze pubbliche e l'adozione di misure per il rilancio della crescita e dell'occupazione, soprattutto giovanile, e per contrastare povertà e discriminazione sociale;
    il proseguimento della tabella di marcia per un'autentica Unione economica e monetaria, con particolare riferimento alla introduzione di meccanismi per la mutualizzazione del debito sovrano dei Paesi dell'area euro, anche nelle forme, proposte in diverse sedi, in base alle quali ciascun Paese deve farsi carico del pagamento della propria quota di interessi, alla creazione di un'autonoma capacità fiscale dell'Eurozona e l'emissione in comune di titoli per finanziare grandi progetti in grado di rilanciare stabilmente l'economia europea;
    l'avvio di un dibattito/una riflessione congiunta delle istituzioni europee e degli Stati membri che ponga le premesse per una fase nuova della costruzione europea volta alla realizzazione di un'unione politica in senso federale;
   a sostenere l'estensione della golden rule in modo da permettere lo scomputo di alcune voci di spesa per investimenti che possano esercitare un impatto a breve positivo sulla crescita territoriale e sulla riduzione della disoccupazione dai parametri finanziari rilevanti nel processo europeo di coordinamento dei bilanci pubblici nazionali;
   per quanto riguarda l'unione bancaria, ad affermare con forza la necessità di avviare il previsto meccanismo di risoluzione delle crisi con autonome e adeguate risorse ed evitare scelte e indirizzi contrari all'interesse del Paese, in particolare in materia di valutazione dei titoli pubblici posseduti dalle banche e dalle assicurazioni e di metodi di vigilanza sulle piccole banche territoriali;
   a riferire tempestivamente alle Camere sullo stato del negoziato con la Commissione europea in merito al contratto di partenariato per la programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, anche in vista dell'attuazione del comma 246 dell'articolo 1 della Legge di stabilità 2014, in base alla quale il Governo, prima della stipula definitiva dell'accordo con le autorità dell'Unione europea, lo trasmette al Parlamento per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti;
   ad assicurare, nella fase di preparazione delle decisioni che il Consiglio europeo di ottobre 2014 adotterà in merito ai partenariati per la crescita, l'occupazione e la competitività, che gli accordi contrattuali bilaterali tra Stati membri ed Istituzioni dell'Unione europea siano utilizzati in via prioritaria per sostenere riforme strutturali a lungo termine favorevoli alla crescita e all'occupazione, nel rispetto del quadro istituzionale e delle procedure previste dai Trattati, assicurando in particolare, il coinvolgimento del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali e salvaguardando il principio di unitarietà dell'ordinamento europeo e di parità tra gli Stati membri e la coerenza complessiva del coordinamento delle politiche economiche a livello europeo;
   a confermare la disponibilità dell'Unione europea a sostenere sia la scelta sovrana dell'Ucraina verso l'integrazione economica e l'associazione politica con l'Unione europea che la sua integrità territoriale nonché ad assistere l'Ucraina nel processo di risanamento dell'economia e di riforme interne, dando seguito alla decisione dei Capi di Stato e di Governo UE di procedere alla firma della sezione politica dell'Accordo di Associazione in occasione del Consiglio europeo del 20-21 marzo e reiterando l'invito all'Ucraina ad una maggiore inclusività ed al rispetto di diritti e prerogative delle minoranze nazionali.
(6-00056) «Speranza, De Girolamo, Andrea Romano, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Alfreider, Formisano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica commerciale comune

politica industriale

zona euro

politica comunitaria

diritti delle minoranze

Ucraina