ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00044

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 156 del 21/01/2014
Abbinamenti
Atto 6/00043 abbinato in data 21/01/2014
Atto 6/00045 abbinato in data 21/01/2014
Atto 6/00046 abbinato in data 21/01/2014
Atto 6/00047 abbinato in data 21/01/2014
Atto 6/00048 abbinato in data 21/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: GIORGETTI GIANCARLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 21/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/01/2014


Stato iter:
21/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 21/01/2014
Resoconto CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 21/01/2014
Resoconto DI LELLO MARCO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GITTI GREGORIO PER L'ITALIA
Resoconto MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto COSTA ENRICO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/01/2014

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 21/01/2014

PARERE GOVERNO IL 21/01/2014

DISCUSSIONE IL 21/01/2014

VOTATO PER PARTI IL 21/01/2014

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 21/01/2014

CONCLUSO IL 21/01/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00044
presentato da
GIORGETTI Giancarlo
testo di
Martedì 21 gennaio 2014, seduta n. 156

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia e premesso che:
    l'amministrazione della giustizia in Italia viene avvertita sempre di più dai cittadini come lontana e inadeguata nell'assicurare tutela ai diritti e nel contribuire al progresso civile del Paese;
    il numero dei processi pendenti sia nel settore civile che in quello penale, l'impossibilità che questi siano definiti in tempi ragionevoli, nonché l'adozione sistematica di provvedimenti cosiddetto «svuota carceri», comportano ormai una sfiducia generalizzata dei cittadini nel sistema giustizia;
    occorre, invece, affrontare con decisione il tema della giustizia e porre mano a riforme che costituiscano reale attuazione dei principi della ragionevole durata e del giusto processo;
    il sistema giustizia ha, infatti, un notevole impatto sul tessuto economico e in particolare sulle imprese, come dimostra il rapporto «Doing Business», stilato ogni anno dalla Banca Mondiale per individuare in quali Paesi sia più vantaggioso investire, che prende tra i diversi parametri (avvio di impresa, accesso al credito, sistema fiscale, eccetera) la durata media di un procedimento civile, ad esempio per il recupero di un credito, dato sicuramente importante per una azienda;
    secondo l'ultimo rapporto Doing Business del 2012 l'Italia, nella materia dell'esecuzione dei contratti, è al 158o posto su 183 Paesi esaminati: nella classifica la seguono quasi esclusivamente nazioni dell'Africa o in generale del cosiddetto terzo mondo;
    i dati della nostra giustizia determinano, dunque, nelle aziende straniere la decisione di non delocalizzare nel nostro Paese le proprie attività economiche;
    sempre secondo il rapporto Doing Business, tale inefficienza comporta almeno la perdita dell'1 per cento di Pil all'anno, mentre, secondo uno studio della Confartigianato Lombardia, l'eccessiva durata dei processi costa alle imprese 2,3 miliardi di euro l'anno e oltre 450 milioni solo alla Lombardia;
    l'inefficienza del nostro sistema giudiziario ha, dunque, anche gravissime ripercussioni di natura economica, soprattutto in un momento di grave crisi come quella che sta ora attraversando il nostro Paese con 1.626 aziende che chiudono ogni giorno ed un tasso di disoccupazione pari a 12,7 per cento, che raggiunge il 41,6 per cento tra giovani;
    un efficiente sistema giudiziario e la garanzia della legalità costituiscono questioni interconnesse e di grande rilevanza sociale, non più rinviabili e che vanno assicurate con interventi strutturali e non emergenziali come quelli adottati negli ultimi mesi;
    è necessario bloccare «ogni manovra» che consenta, l'utilizzo degli istituti dell'amnistia e dell'indulto, ed impedire, altresì l'utilizzo di strumenti «spuri» che consentano, di fatto, una depenalizzazione di una «categoria» o «gruppi» di reato, come proposto da alcune iniziative legislative in itinere;
    nonostante negli ultimi due anni siano stati adottati già due provvedimenti, che di fatto costituiscono dei veri e propri indulti, ossia il decreto-legge cosiddetto, «Severino», convertito in legge n. 9 del 2012 e il decreto-legge cosiddetto «Cancellieri», convertito in legge n. 94 del 2013, ancora oggi sono all'esame, rispettivamente della Camera dei deputati e del Senato, due provvedimenti, più noti come «svuotacarceri» e «salvadelinquenti», ossia l'Atto Camera n. 1921 «Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146; recate misure urgenti in tema dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria» e il disegno di legge Atto Senato n. 925 in materia di pene detentive non carcerarie e di sospensione del provvedimento per messa alla prova;
    questi ultimi due provvedimenti, unitamente ai dati ufficiali sull'aumento dei reati predatori nel 2012 ed in particolare nel primo semestre del 2013 dei furti in appartamento, che in alcune città come Bologna e Milano, registrano un incremento del 30 per cento, dimostrano che qualsiasi provvedimento sostanzialmente di clemenza non ha alcun effetto deflativo sul sovraffollamento carcerario ma bensì un effettivo accrescitivo dei fenomeni criminosi, con aggravio dei costi a carico dei cittadini e del sistema giustizia;
    considerato che circa un terzo dei detenuti in carcere oggi è in attesa di giudizio, una riforma della giustizia che assicuri un processo equo e celere avrebbe sicuramente un miglior effetto deflativo sull'emergenza carceraria, nel rispetto del principio della certezza anche della pena e del processo;
    occorre altresì predisporre un piano di riforme organiche e strutturali con provvedimenti in grado di garantire un più equilibrato rapporto fra i poteri dello Stato, uscendo da logiche emergenziali o d'occasione, che minano l'obbligatorietà dell'azione penale che risulta oggi di fatto disattesa;
    dette riforme non devono peraltro procedere nel senso di determinare, nel processo penale, una diminuzione delle garanzie difensive dell'imputato, né dette garanzie, debbono essere abbandonate a causa della ragionevole durata del processo, posto che quest'ultima è essa stessa un diritto dell'imputato;
    le riforme devono invece procedere nel senso di garantire un'effettiva parità tra accusa e difesa, con un giudice che sia effettivamente terzo tra le due parti, con una reale responsabilizzazione, anche disciplinare, dei magistrati inquirenti e giudicanti, una separazione delle carriere, una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura;
    il recupero di efficienza del sistema giustizia passa necessariamente attraverso una valorizzazione della magistratura onoraria tenuto conto dell'importante ruolo che oggi svolge nell'amministrare la giustizia;
    i dati forniti con riguardo alle cause pendenti, circa 5 milioni e mezzo per il processo civile e 3 milioni per quello penale, rimangono allarmanti e non rassicura il lieve calo registrato per i processi penali, che invece attesta la sempre più sfiducia dei cittadini a rivolgersi all'autorità giudiziaria per la sostanziale impunità garantita ai colpevoli dei reati e la difficoltà ad avere accesso alle strutture giudiziarie per i tagli operati da questo Governo alle sedi di tribunale e procure;
impegna il Governo e, in particolare, il Ministro della giustizia ad intraprendere tutte le iniziative necessarie a realizzare:
   a) la revisione della composizione e del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura e la fissazione dei suoi compiti in via tassativa, in modo che venga impedito all'organo di autonomia della magistratura ogni travalicamento di funzioni;
   b) la modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, con modalità tali da garantire ai cittadini ingiustamente danneggiati da provvedimenti del giudice o del pubblico ministero, di ottenere, altresì in tempi ragionevoli, il risarcimento dei danni direttamente dal magistrato, pur con la previsione di meccanismi volti ad eliminare il pericolo di azioni intimidatorie e strumentali e comunque nel pieno rispetto dei principi di cui all'articolo 25 della Costituzione;
   c) la compiuta modernizzazione tecnologica di tutti gli uffici giudiziari, nonché la completa implementazione del processo telematico;
   d) la riforma organica della magistratura onoraria, tenuto conto del ruolo importante che già oggi svolge nell'amministrare la giustizia, e quello ancor più rilevante che potrebbe assumere, al fine di darle una piena ed esaustiva collocazione ordinamentate, facendo proprie le proposte di legge già depositate alla Commissione Giustizia della Camera n. 409 recante «Delega al Governo in materia di elezione popolare dei giudici di pace» e n. 1654 concernente «Disposizioni concernenti l'ufficio del giudice di pace e modifiche alla disciplina relativa alla sua competenza». Ai giudici di pace occorre garantire la professionalità, la stabilizzazione dell'incarico e l'inserimento a pieno titolo nel sistema di governo autonomo della magistratura; ai giudici onorari di tribunale ed ai vice procuratori onorari occorre garantire, anche con provvedimenti urgenti – considerata l'attuale insostituibilità – la stabilizzazione e la definizione, chiara ed univoca, con norme di rango primario, delle funzioni non di mera supplenza, inserendo anche queste figure nel sistema di governo autonomo della magistratura;
   e) la reiezione di tutte le iniziative atte a consentire l'applicazione degli istituti dell'amnistia e dell'indulto, nonché norme che di fatto, attraverso un «mascheramento», non consentono l'effettività della pena, applicano una depenalizzazione o comunque consentano l'inprocedibilità per fatti ritenuti di lieve entità;
   f) la completa e piena attuazione del piano straordinario penitenziario e la messa in sicurezza o in funzione delle 38 strutture esistenti che potrebbero essere utilizzate come istituti di pena;
   g) l'attuazione degli accordi bilaterali in essere ed un deciso impegno nella stipula di nuovi accordi bilaterali con altri Stati, affinché i detenuti stranieri scontino la pena nei Paesi di origine, tenuto conto che attualmente circa il 40 per cento dei detenuti sono stranieri, con punte, nelle case di reclusione del Nord anche del 70 per cento;
(6-00044) (Testo risultante dalla votazione per parti separate) «Giancarlo Giorgetti, Molteni, Attaguile, Allasia, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

responsabilita' civile

accordo bilaterale

revisione della legge

riforma giudiziaria

sanzione penale

detenuto

sistema giudiziario