ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00036

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 102 del 22/10/2013
Abbinamenti
Atto 6/00037 abbinato in data 22/10/2013
Atto 6/00038 abbinato in data 22/10/2013
Atto 6/00039 abbinato in data 22/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: SPERANZA ROBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNETTA RENATO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/10/2013
DELLAI LORENZO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 22/10/2013
PISICCHIO PINO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 22/10/2013
DI LELLO MARCO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 22/10/2013
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013
BARUFFI DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013
GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013


Stato iter:
22/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/10/2013
Resoconto ALLI PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 22/10/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/10/2013
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNO FRANCO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API)
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCHIRO' GEA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERGAMINI DEBORAH IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 22/10/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/10/2013

DISCUSSIONE IL 22/10/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/10/2013

ACCOLTO IL 22/10/2013

PARERE GOVERNO IL 22/10/2013

APPROVATO IL 22/10/2013

CONCLUSO IL 22/10/2013

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00036
presentato da
SPERANZA Roberto
testo di
Martedì 22 ottobre 2013, seduta n. 102

   La Camera,
   in vista della riunione dei Capi di Stato e di Governo (Consiglio europeo) che si terrà a Bruxelles il 24 e 25 ottobre 2013;
   premesso che:
    l'agenda del prossimo Consiglio europeo del 24-25 ottobre include temi che orienteranno in maniera significativa la vita comunitaria degli anni a venire, relativi in particolare al mercato interno, alle iniziative di crescita e investimento, ai temi dell'occupazione e dell'Europa sociale, al completamento del mercato unico digitale e allo spazio europeo della ricerca;
    quanto ai temi della ricerca e dell'innovazione, il Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre, per la prima volta, sarà dedicato a questi problemi, con particolare riferimento al completamento del mercato unico digitale europeo entro il 2015 e dello spazio europeo e della ricerca (SER) entro il 2014, nell'ambito dei quali anche il nostro Paese presenterà il progetto strategico nazionale per l'Agenda Digitale;
    data la potenziale ricaduta, in termini di crescita ed occupazione, del rafforzamento dell'economia digitale dell'Unione Europea, è necessario muovere da una impostazione di agenda digitale ad un di economia digitale, affrontando, in quest'ottica, i temi più rilevanti, quali investire nell'economia digitale, sviluppare nuove tecnologie (e tra queste il 4G) e promuovere un mercato unico per il cloud computing, e impegnandosi a sostenere il rafforzamento della rete europea di coordinatori digitali affidandogli il compito di elaborare idee in materia di cloud computing open data e big data;
    l'obiettivo comune di un rilancio degli investimenti in ambito europeo – di cui i settori delle telecomunicazioni e della ricerca costituiscono l'asse portante – risponde all'esigenza di far fronte alla concorrenza di colossi americani e asiatici e di rispondere all'emergenza occupazionale, attraverso il doppio volano dello sviluppo dei servizi e dell'ammodernamento delle infrastrutture digitali;
    occorre superare le attuali arretratezze, tra cui rilevano programmi nazionali di ricerca operanti in base a normative diverse, con conseguenti barriere finanziarie e gestionali, mentre la percentuale di spesa pubblica destinata agli investimenti nella ricerca e nello sviluppo risulta in preoccupante calo in molti Stati membri; tutto ciò richiede l'urgenza di un'azione in favore di una maggiore mobilità, una cooperazione a livello transfrontaliero e un rafforzamento dei sistemi di ricerca a livello europeo, capace di intervenire anche sulle filiere inerenti le diverse capacità digitali europee (digital skills) – dei progettisti, dei produttori, fino a quelle degli utenti dei servizi e dei prodotti digitali – sia per migliorare la qualità della ricerca che le qualifiche professionali dei ricercatori, sia per incrementare le risorse finanziarie, anche a sostegno di iniziative quali la Grand Coalition for Digital Jobs;
    il completamento del mercato interno delle Telecomunicazioni è l'elemento chiave per promuovere lo sviluppo del settore e in genere dell'economia digitale europea, con riflessi estremamente positivi sui rimanenti comparti dell'economia, come mostra l'esperienza americana (produttività totale dei fattori) il cui maggior tasso di sviluppo si deve, in larga misura, alla diffusione delle tecnologie ICT, tenendo conto che la frammentazione amministrativa e regolamentate è uno dei principali ostacoli alla crescita di questa industria in futuro; in tale contesto, è necessario sostenere l'approvazione della proposta di regolamento sul mercato interno delle telecomunicazioni, tenendo conto delle diverse specificità e della natura dei servizi, coinvolti in modo da garantire ampia flessibilità operativa e finanziaria ai singoli Stati e adeguata proporzionalità di intervento da parte delle Autorità nazionali di regolamentazione;
    il completamento del Mercato Interno Digitale europeo ha implicazioni politiche persino più rilevanti, dato il suo potenziale impatto sulla vita quotidiana dei cittadini europei, temi come quello dell'identità digitale europea incidono direttamente sul rapporto tra cittadino e sistema comunitario, e possono contribuire in maniera decisiva all'avvento di una coscienza comune europea;
    il mercato digitale pubblico deve divenire un fattore rilevante di promozione degli investimenti e dell'innovazione tecnologica, pertanto il Consiglio Europeo dovrà riconoscere l'importanza di questa tecnostruttura, nelle sue sinergie pubblico-privato, come motore di competitività dell'industria digitale europea nel mercato globale e accelerare l'adozione delle misure necessarie per realizzare un mercato interno europeo del commercio on line;
    il Consiglio europeo farà il punto sull'attuazione del Piano, adottato nella sua riunione del giugno 2012, per promuovere la crescita, l'occupazione e la competitività europea ed, eventualmente, fisserà nuovi orientamenti per quanto riguarda l'attuazione del piano d'investimenti per l'Europa, (in particolare di quelli affidati alla BEI), l'analisi dei progressi sull'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile al fine di renderla pienamente operativa entro il gennaio 2014, la valutazione dei progressi relativi alla semplificazione della normativa e alla riduzione dei suoi oneri a livello nazionale e dell'UE;
    il Consiglio europeo sarà altresì chiamato a valutare i lavori in corso su tutti gli elementi costitutivi dell'UEM rafforzata, in particolare per quanto riguarda il coordinamento rafforzato delle politiche economiche e la dimensione sociale dell'UEM, nonché l'andamento dei lavori per il completamento dell'unione bancaria, in particolare l'attuazione del meccanismo di vigilanza unico e le rimanenti proposte in sospeso per completare l'unione bancaria, alla presenza del presidente della BCE Draghi;
    sei anni di crisi finanziaria, prima, globale e poi dei debiti sovrani nell'area dell'euro, e due recessioni hanno colpito duramente l'economia dell'area e quella italiana: l'ampliamento dei differenziali tra i rendimenti dei titoli di Stato dell'area euro è stato il riflesso di due componenti, una nazionale, connessa alle singole debolezze economiche e finanziarie, e una europea, legata all'incompletezza del disegno istituzionale dell'area e i conseguenti timori di rottura dell'unione monetaria; le tensioni sono state contrastate con una strategia che ha visto i Paesi in difficoltà impegnarsi ad attuare politiche di bilancio prudenti e riforme strutturali a sostegno della competitività, mentre è stato avviato un articolato processo di riforma della governance economica dell'Unione, relativo al rafforzamento delle regole di bilancio, soprattutto nella parte preventiva, e all'estensione della sorveglianza multilaterale agli squilibri macroeconomici;
    di particolare rilievo è stata l'azione della BCE, i cui interventi non sono stati rivolti a venire incontro alle difficoltà dei singoli Stati, ma ad eliminare quelle asimmetrie che impedivano alla politica monetaria di esercitare la sua corretta influenza sulle economie di Paesi caratterizzati da diversi squilibri economici e finanziari;
    se grazie a queste misure, le condizioni finanziarie nell'area dell'euro sono oggi molto meno tese rispetto alla fine del 2011, il raggiungimento di equilibrio stabile è tuttavia ancora lontano, poiché, continua a mancare un meccanismo di riduzione delle divergenze nelle strutture economiche dei Paesi dell'area euro, in assenza del quale non sarà possibile dare definitiva soluzione neanche ai problemi dei debiti sovrani, al tempo stesso, tuttavia, risultano ancora in gran parte irrisolti i problemi relativi alle asimmetrie del ciclo economico, che privilegiano alcuni Paesi a danno di altri e che devono essere affrontati con uno sforzo comune, teso, a riequilibrare le tendenze spontanee del mercato, derivanti dalle politiche invariate;
    l'Unione bancaria rappresenta un passaggio di fondamentale importanza e si compone di tre elementi: un meccanismo unico di supervisione, un meccanismo unico di risoluzione delle crisi e, nella prospettiva dell'unione di bilancio, un'assicurazione unica dei depositi nella sua realizzazione è stata data priorità al meccanismo unico di supervisione a livello europeo, costituito dalla BCE e dalle autorità nazionali, il cui regolamento è stato approvato dal Parlamento europeo lo scorso 12 settembre e che dovrà ora essere approvato anche dal Consiglio;
    poiché l'Unione bancaria è essenziale per contribuire al raggiungimento di condizioni più distese sui mercati finanziari nell'area dell'euro e nel nostro Paese e all'interruzione della spirale negativa tra rischio sovrano e banche, è necessario completare il meccanismo di supervisione con un sistema unico di risoluzione delle crisi bancarie insistendo per il raggiungimento di un accordo sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi che includa anche un Fondo Unico di risoluzione delle crisi bancarie, e a una regolamentazione per le garanzie dei depositi bancari il più possibile armonizzata;
   considerato che:
    le vicende tragiche del 3 e 11 ottobre 2013, in cui barconi carichi di migranti sono naufragati a Lampedusa, causando centinaia di vittime hanno imposto drammaticamente all'attenzione di tutta Europa la insostenibile situazione di tanti uomini e donne che fuggono da zone di guerra o da regimi liberticidi, finendo nelle mani di trafficanti di uomini e rischiando la propria vita in avventurose traversate del Mediterraneo;
    lo stesso Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha affermato, in occasione della sua visita a Lampedusa, che «l'UE deve intensificare gli sforzi per prevenire tragedie del genere e insieme agli Stati membri prendere importanti decisioni e mostrarsi solidale con i migranti e con i Paesi più esposti ai flussi migratori, anche perché le tragedie dell'immigrazione devono essere considerate problema di tutta l'Europa»;
    la presa di coscienza di un'emergenza umanitaria che l'Italia, così come tutti i Paesi dell'Europa mediterranea, non può assolutamente gestire da sola ha fatto sì che, su impulso opportuno del Governo italiano, l'agenda del Consiglio europeo si ampliasse a comprendere questo tema;
    in generale la dimensione del Mediterraneo, intesa anche come recupero di una iniziativa politica europea sulla regione, appannatasi dopo il fallimento dell'Unione per il Mediterraneo e a seguito delle vicende dei cambi di regime nei Paesi del Magreb, è indiscutibilmente necessaria, stante la preoccupante instabilità di molti Paesi della sponda sud;
    sul tema dell'immigrazione si sono proposti anche da parte del Commissario europeo agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, la creazione di task-force congiunte per pattugliare la zona tra Cipro, la Sicilia e la Spagna, e poi da più parti l'istituzione di corridoi umanitari, la revisione delle regole comuni sull'asilo, il rafforzamento di Frontex, agenzia europea per le frontiere esterne che oggi dispone di un budget di soli 80 milioni annui e di circa 220 unità, con mezzi messi a disposizione dagli Stati membri solo su base volontaria, e quindi si è creata una certa attesa per le indicazioni del Consiglio europeo, che potrebbero dare nuovo impulso a una politica comune verso l'immigrazione,

impegna il Governo:

   a sostenere il completamento del mercato interno digitale europeo, per divenire fattore rilevante di promozione e di investimenti nell'innovazione tecnologica in ambito europeo, anche mediante un riconoscimento di un ruolo sinergico tra settore pubblico e privato, quale motore di competitività dell'industria digitale europea nel mercato globale;
   a sostenere il pacchetto legislativo sul mercato interno digitale proposto dalla Commissione europea, anche mediante il ricorso a una procedura veloce di approvazione volta a scongiurare eventuali rinvii che ne pregiudicherebbero l'approvazione (in considerazione dell'imminente scadenza delle elezioni del Parlamento europeo) e ad evitare che tale pacchetto normativo sia svuotato di alcune delle «azioni faro» contenute nella Strategia per la crescita «Europa 2020»;
   a denunciare l'impatto delle politiche di austerità sul livello degli investimenti pubblici per la ricerca e l'innovazione, crollati allo 0,72 per cento del PIL europeo nel 2013, con un forte squilibrio tra i Paesi europei, tendenze che sono state accentuate dal permanere di asimmetrie di carattere economico e finanziario, che andranno affrontate in modo contestuale alle politiche di rigore, e a promuovere il massimo uso dei fondi Horizon 2020 e COSME per sostenere la ricerca e la sua traduzione in prodotti e servizi commercializzabili;
   a sostenere le misure necessarie per dare impulso e accelerare il completamento dello Spazio Europeo della Ricerca (SER), in considerazione del ruolo cruciale della conoscenza nel processo di trasformazione dell'Unione, quale condizione indispensabile per la crescita e l'occupazione; ad attivarsi, a tal fine, per sostenere l'adozione di misure concrete contenute nel Manifesto «Una per la ricerca», recentemente lanciato a Bruxelles su iniziativa di un gruppo di Membri del Parlamento Europeo;
   a promuovere l'adozione da parte dell'UE delle misure necessarie per far progredire in modo concreto l'Area europea della ricerca, ed in particolare a sostenere l'eliminazione degli ostacoli amministrativi e normativi alla mobilità dei ricercatori, favorendo il coordinamento dei sistemi contributivi e pensionistici, la portabilità dei finanziamenti, l'apertura delle strutture di ricerca e l'orientamento al merito dei sistemi di assunzione e di carriera nazionali, e a favorire un maggior accesso alle strutture pubbliche di ricerca degli Stati membri di ricercatori di piccole e medie imprese, così da creare un vero e proprio mercato del lavoro europeo per i ricercatori di qualunque Stato membro;
   in materia economica e sociale, a svolgere un ruolo attivo nel riorientare le politiche europee in direzione della crescita e della creazione di posti di lavoro, vigilando sull'attuazione del Patto per la crescita e l'occupazione adottato dal Consiglio Europeo del giugno 2012, e a promuovere l'attuazione delle decisioni prese al Consiglio europeo del giugno 2013 relative, in particolare, alla possibilità, per i Paesi che sono usciti dalla procedura per disavanzo eccessivo, di sfruttare le opportunità offerte dalla nuova disciplina del Patto di stabilità e crescita che consente di equilibrare le necessità in investimenti pubblici produttivi con gli obiettivi della disciplina di bilancio, e volte a potenziare gli strumenti di finanziamento delle piccole e medie imprese, in particolare attraverso un più attivo intervento della BEI;
   a sottolineare l'importanza di una rapida partenza dell'iniziativa europea per l'occupazione giovanile il 1o gennaio 2014 e a presentare entro il 31 ottobre 2013, attraverso un adeguato coinvolgimento del Parlamento, il piano nazionale per l'attuazione, della Youth Guarantee, facendo ricorso a tutte le risorse disponibili a livello comunitario, a partire dal Fondo Sociale europeo e da un maggiore contributo della BEI per porre in essere misure per contrastare la disoccupazione giovanile e promuovere la connessione tra gli studi e il mercato del lavoro;
   a favorire altresì il rafforzamento delle politiche europee di contrasto alla disoccupazione con meccanismi strutturali più incisivi a vantaggio dei Paesi a più elevato tasso di disoccupazione, che amplino lo spazio del mercato e di conseguenza consentano a questi Paesi politiche nazionali specifiche, andrà comunque rafforzato il ruolo e le dotazioni finanziarie del Fondo sociale europeo;
   in materia di Unione economica e monetaria, a richiamare l'esigenza di compiere progressi in modo equilibrato e bilanciato su tutte e quattro le direttrici poste dal Rapporto dei quattro Presidenti Verso una autentica unione economica e monetaria, così da arrivare progressivamente a definire una vera e propria politica economica della zona euro, sostenendo la necessità di pervenire a una diagnosi condivisa dei problemi della zona euro come base per definire le Raccomandazioni Specifiche dirette ai singoli Stati membri, in modo da assicurare un aggiustamento più equilibrato tra i Paesi in deficit e i Paesi in surplus;
   a sottolineare l'importanza di sviluppare la dimensione sociale dell'UEM, assicurando che una migliore conoscenza delle dinamiche e dei trend sociali in atto possa informare le valutazioni della Commissione sull'economia degli Stati membri, assicurando che gli appositi indicatori identificati assicurino un monitoraggio di qualità e tempestivo dei fenomeni sociali, anche attraverso opportune forme di coinvolgimento delle parti sociali;
   a sostenere la possibilità che siano praticate a livello europeo politiche asimmetriche, favorendo l'attuazione di politiche espansive e di sostegno della domanda nei Paesi eccedentari;
   per quanto riguarda l'unione bancaria, ad affermare con forza la necessità di completare il sistema mediante strumenti coordinati di contrasto alle crisi finanziarie e l'accelerazione dell'introduzione del Single Resolution Mechanism, con l'istituzione di un Fondo unico di risoluzione delle crisi dotato di risorse finanziarie proprie provenienti dal settore privato, e per l'istituzione di un sistema comune di «backstop» entro la fine dell'anno, e di un meccanismo armonizzato di assicurazione dei depositi, entrambi indispensabili per allineare le responsabilità di supervisione a quelle di gestione e risoluzione delle crisi e spezzare il legame tra banche e debiti sovrani; obiettivi che potranno essere conseguiti con maggiore rapidità se gli stessi si accompagneranno ad una progressiva riduzione delle asimmetrie che caratterizzano l'Eurozona;
   a sostenere la necessità di una maggiore semplificazione degli oneri normativi posti dalla legislazione comunitaria a carico delle imprese, in particolare le piccole e micro imprese, sostenendo il lancio di un ambizioso programma basato su una roadmap con scadenze temporali definite;
   con riguardo alle migrazioni, a mantenere alta l'attenzione del Consiglio Europeo sul tema; a valutare proposte operative che consentano un salto in avanti alla politica europea, su tale tema, mirando a realizzare una dimensione di solidarietà e condivisione dell'emergenza; pertanto, a sostenere il rafforzamento di Frontex, tanto dal punto di vista quantitativo dei mezzi, del personale e delle risorse a disposizione, quanto dal punto di vista qualitativo, nel senso dei poteri e del mandato con cui Frontex può operare; a verificare il grado di consenso in vista di una revisione del regolamento di Dublino 2, dei criteri di accoglimento e distribuzione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, a promuovere l'ulteriore coordinamento e scambio di informazioni satellitari e di intelligence avviato con il progetto Eurosur che partirà il prossimo mese di dicembre;
   ad agire in sede di Consiglio Europeo affinché sia dato mandato alla Commissione europea e al Consiglio di individuare le azioni necessarie ai fini di cui sopra, chiedendo loro di riferire alla riunione del Consiglio Europeo di dicembre 2013; a porre la questione del Mediterraneo fra le priorità del Semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea dal 1o luglio 2014.
(6-00036) (Nuova formulazione) «Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Basso, Baruffi, Bargero, Giacobbe».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

MARE MEDITERRANEO

EUROVOC :

zona euro

politica occupazionale

Consiglio europeo

tecnologia digitale

mercato comunitario

promozione degli investimenti