ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00035

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 93 del 09/10/2013
Abbinamenti
Atto 6/00032 abbinato in data 09/10/2013
Atto 6/00033 abbinato in data 09/10/2013
Atto 6/00034 abbinato in data 09/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: MARCHI MAINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALESE ROCCO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013
TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 09/10/2013
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 09/10/2013
ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 09/10/2013


Stato iter:
09/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 09/10/2013
Resoconto FASSINA STEFANO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
PARERE GOVERNO 09/10/2013
Resoconto FASSINA STEFANO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/10/2013

DISCUSSIONE IL 09/10/2013

ACCOLTO IL 09/10/2013

PARERE GOVERNO IL 09/10/2013

APPROVATO IL 09/10/2013

CONCLUSO IL 09/10/2013

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00035
presentato da
MARCHI Maino
testo di
Mercoledì 9 ottobre 2013, seduta n. 93

   La Camera,
   premesso che:
    la Nota di aggiornamento 2013 provvede ad aggiornare le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché gli obiettivi programmatici, rispetto a quelli contenuti nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile, tenendo conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee;
    per quanto riguarda il quadro macroeconomico:
     la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso (da –1,3 per cento a –1,7 per cento) e per il 2014 (da +1,3 per cento a + 1 per cento) rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno;
     per il triennio 2015-2017, la Nota espone, invece, una revisione verso l'alto delle previsioni, anche in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo;
     per il medesimo triennio, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL, posto che l'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7 per cento nel 2015, 1,8 per cento nel 2016 e 1,9 per cento nel 2017);
     gli occupati sono previsti ridursi nel 2013 dell'1,8 per cento, in netto peggioramento di 1,5 punti percentuali rispetto alla stima di aprile; il dato si mantiene negativo anche per il 2014, mentre nel triennio 2015-2017 mostra segnali di ripresa, con un valore positivo prossimo all'1 percento;
    per quanto riguarda l'evoluzione della finanza pubblica:
     il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2013 di aprile si riflette anche sulla finanza pubblica;
     in particolare la Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel Documento di economia e finanza, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati, il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo;
     nel 2013 l'indebitamento netto a legislazione vigente supera di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa di un andamento delle entrate che risente della revisione al ribasso dell'andamento del prodotto, anche in conseguenza dell'adozione congiunta in numerosi stati dell'Unione europea delle politiche di consolidamento fiscale di elevata intensità;
     il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime del DEF;
     il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio 2013, con riferimento sia a quello corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, che, più lievemente (-0,1 per cento), al saldo primario;
     le spese correnti, al netto degli interessi, si mantengono sul percorso di riduzione già indicato ad aprile, anche se su valori lievemente più elevati e questo, unitamente ad una previsione della spesa per interessi che dal 2015 risulta in rapporto al PIL consistentemente più contenuta rispetto alle previsioni di aprile;
    per quanto riguarda gli obiettivi programmatici di finanza pubblica:
     l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche viene indicato nel 2013 al 3 per cento del PIL – incorporando una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato risultante a legislazione vigente – nel 2014 al 2,5 per cento, nel 2015 all'1,6 per cento, nel 2016 allo 0,8 per cento e nel 2017 allo 0,1 per cento;
     in termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, viene confermato l'obiettivo di risanamento delle finanze pubbliche già prefigurato dal DEF, benché il dato dell'indebitamento netto strutturale risulti ora pari a zero dal 2015, anziché nel 2014, rimanendo comunque su valori prossimi al pareggio (close to balance) già dall'anno 2013;
     per il bilancio dello Stato, gli obiettivi programmatici sono stabiliti in termini di saldo netto da finanziare di competenza, al netto delle regolazioni contabili e debitorie, in un disavanzo non superiore a 39,1 miliardi di euro nel 2014, 18,2 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016;
     la pressione fiscale, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di Pil, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, è indicata su livelli analoghi a quelli già stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del PIL nel 2013 (44,4 per cento nel DEF) diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,3 per cento nel 2017;
     il rapporto debito/PIL programmatico – al lordo dei sostegni finanziari agli altri Stati membri dell'UEM e dei debiti pregressi della PA – passa dal 127 per cento del 2012 al 132,9 per cento nel 2013, valore che rimane sostanzialmente stabile anche nel 2014, per poi iniziare a ridursi significativamente, anche a seguito dell'esaurirsi dei pagamenti dei debiti commerciali della PA; nel triennio successivo il rapporto debito/PIL dovrebbe diminuire di 12,7 punti percentuali, fino a giungere al 120,1 per cento nel 2017, includendo sia gli introiti annuali da privatizzazioni, per un ammontare pari a circa 0,5 punti percentuali di PIL all'anno, sia i migliori tassi di crescita del PIL previsti nel triennio 2015-2017;
    per quanto riguarda le raccomandazioni rivolte all'Italia il 9 luglio scorso dal Consiglio UE concernenti la riduzione del debito, l'efficienza e qualità della pubblica amministrazione, il sistema finanziario, il mercato del lavoro, il sistema fiscale e la concorrenza, per ogni raccomandazione la Nota dà conto degli interventi già posti in essere dal Governo e delle indicazioni programmatiche sulle azioni di riforma previste nei diversi settori, tra cui i seguenti:
     in tema di politica fiscale e finanziaria, si definisce un triplice obiettivo: sostenere la domanda, rivedere la composizione della tassazione e ridistribuire il carico fiscale;
     in questo quadro, la Nota sottolinea l'impegno del Governo per la rivisitazione della tassazione immobiliare in un'ottica di maggiore equità, eliminando le penalizzazioni per le fasce più deboli e la sostituzione dell'IMU con una service tax che permetta di consolidare il decentramento fiscale mantenendo la parte di imposizione sull'immobile e introducendo una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti, restituendo ai comuni la base immobiliare propria territoriale e la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all'interno di un massimale nazionale;
     in materia di tassazione del lavoro, si evidenzia la necessità di portare avanti azioni per ridurre il cosiddetto «cuneo fiscale» utilizzando le risorse derivanti dalla lotta all'evasione, dalla razionalizzazione degli incentivi alle imprese e dall'efficientamento della spesa pubblica e si evidenzia il fatto che per l'anno 2013 è stato disposto il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per 2,5 miliardi di euro;
     sotto il profilo del sostegno alle imprese, si persegue l'obiettivo di estendere l'incentivo fiscale sul nuovo capitale proprio introdotto con l'Aiuto alla crescita economica (ACE) ad altri aspetti, quali la promozione delle misure di defiscalizzazione delle grandi opere per allargare la platea delle opere ammesse al beneficio, abbassando la soglia agli interventi con un valore inferiore ai 500 milioni;
     in relazione alle politiche di coesione, si fissa l'obiettivo di una migliore spendibilità delle risorse disponibili, ritenendosi necessaria una riprogrammazione delle risorse a rischio disimpegno, concentrando i fondi disponibili su poche misure con effetto anticiclico, quali la promozione dell'occupazione giovanile e il contrasto alla povertà, prevedendosi a tal fine, l'istituzione dell'Agenzia per la coesione territoriale, con il compito di potenziare la capacità tecnica e amministrativa delle regioni e delle amministrazioni centrali e locali;
     con riferimento alla valorizzazione del patrimonio pubblico, al fine di ridurre il debito pubblico, si fa riferimento al recente avvio del piano straordinario di valorizzazione e cessione del patrimonio di proprietà delle amministrazioni pubbliche, nell'ottica di assicurare importanti risorse da destinare prioritariamente al Fondo per l'ammortamento del debito;
   ritenuto che:
    le citate misure, in considerazione della situazione economica del Paese, debbano essere integrate per l'anno 2013, con il prossimo provvedimento che accompagnerà il disegno di legge di stabilità 2014, prevedendo il rifinanziamento ulteriore della cassa integrazione in deroga pari almeno a 300 milioni di euro;
    le misure volte alla riduzione del cuneo fiscale e, più in generale, della riduzione della pressione fiscale, sia per i lavoratori che per le imprese, debbano essere reperite, a partire dalla legge di stabilità 2014, prioritariamente attraverso misure di riqualificazione strutturale della spesa, mediante la spending review;
    i vincoli derivanti dal patto di stabilità interno debbano essere adeguatamente rimodulati con la legge di stabilità 2014, in modo da consentire agli enti locali di realizzare un'efficace politica di sviluppo degli investimenti, incluso il trasporto pubblico locale;
   preso atto del fatto che:
    il Governo considera collegati alla decisione di bilancio i provvedimenti in materia di sviluppo e semplificazione, enti locali, lavoro ed equità sociale, giustizia civile, green economy e lotta agli sprechi ambientali e interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare;
    valutati positivamente gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, inclusi i saldi del bilancio programmatico dello Stato, e gli interventi che il Governo intende a tal fine realizzare,

impegna il Governo:

   1) a perseguire, nell'ambito del periodo di riferimento, gli obiettivi programmatici come ridefiniti dalla Nota di aggiornamento;
   2) ad integrare, con il prossimo provvedimento d'urgenza che accompagnerà il disegno di legge di stabilità 2014, le risorse da destinare, per l'anno 2013, al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per un importo pari almeno a 300 milioni di euro;
   3) a reperire le risorse da destinare alla riduzione del cuneo fiscale, sia per i lavoratori che per le imprese, e, più in generale, alla riduzione della pressione fiscale, a partire dalla legge di stabilità 2014, prioritariamente attraverso misure di riqualificazione strutturale della spesa mediante la spending review;
   4) a rimodulare, con la legge di stabilità 2014, i vincoli derivanti dal patto di stabilità interno in modo da consentire agli enti territoriali la realizzazione di un'efficace politica di sviluppo degli investimenti, incluso il trasporto pubblico locale;
   5) a rivisitare, con la legge di stabilità 2014, la tassazione immobiliare in un'ottica di maggiore equità e progressività, anche in vista della prossima riforma del catasto, eliminando le penalizzazioni per le fasce più deboli e prevedendo la sostituzione dell'IMU con una service tax che permetta di consolidare il decentramento fiscale mantenendo la parte di imposizione sull'immobile e introducendo una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti, restituendo ai comuni la base immobiliare propria territoriale e la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all'interno di un massimale nazionale.
(6-00035) «Marchi, Palese, Tabacci, Misiani, Andrea Romano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica fiscale

debito

cassa integrazione

aiuto finanziario

alleggerimento del debito

evasione fiscale

lavoro giovanile

politica di sostegno