ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12443

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 869 del 12/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 22/11/2017


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/10/2017
Stato iter:
22/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2017
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 22/11/2017
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/10/2017

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/11/2017

DISCUSSIONE IL 22/11/2017

SVOLTO IL 22/11/2017

CONCLUSO IL 22/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12443
presentato da
VICO Ludovico
testo presentato
Giovedì 12 ottobre 2017
modificato
Mercoledì 22 novembre 2017, seduta n. 890

   VICO, BENAMATI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il piano a vita intera, elaborato nel luglio 2013, pianifica l'attività di decommissioning per quanto concerne il settore nucleare ancora presente in Italia, anno per anno, definendone tempi e costi complessivi, fabbisogno;

   già nel dicembre 2013 erano state riviste al ribasso le attività di decommissioning programmate per i 4 anni successivi;

   tale rifasatura si è declinata successivamente nell'attività di programmazione dell'ottobre 2014, del febbraio 2016 e infine nel dicembre 2016;

   il risultato è che nel 2016 sono state eseguite circa il 30 per cento delle attività programmate nel 2013;

   il nuovo Consiglio di amministrazione, insediatosi nel luglio 2016, nel mese di dicembre 2016 ha proceduto a rivedere la programmazione approvata a febbraio dello stesso anno, riducendo le attività di decommissioning per un importo di 153 milioni di euro;

   l'autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico nella delibera 381/2017 «prefigura un ulteriore incremento dei significativi ritardi accumulati dalla commessa nucleare e la conseguente crescita dei costi a vita intera, con ulteriori slittamenti della data di fine attività prevista per importanti progetti»;

   il continuo rinvio della data di conclusione di importanti progetti di decommissioning si sta riverberando sul rinvio della data di fine lavori che riguardano impianti e centrali nucleari coinvolti;

   inoltre, per ogni anno di rinvio della data di fine lavori, al conto complessivo vanno aggiunti i costi «fissi» di funzionamento e mantenimento in sicurezza degli impianti che ammontano ad oggi a circa 135 milioni di euro all'anno;

   i risultati della gestione e le continue revisioni degli ultimi anni mostrano un trend preoccupante in quanto senza un rapido cambio degli indirizzi ed una profonda ristrutturazione di Sogin, verosimilmente i costi saliranno ben oltre i 10 miliardi di euro ed il decommissioning verrà ultimato dopo il 2050;

   il continuo rinvio delle attività di decommissioning di impianti la cui attività è cessata almeno 30 anni fa, comporta un aumento dei rischi di incidente nucleare;

   il caso più preoccupante è quello della realizzazione, già in ritardo di almeno 15 anni e definitivamente bloccata ad agosto 2017, dell'impianto Cemex;

   Cemex serve alla solidificazione, mediante miscelazione con cemento, di 233 metri cubi di rifiuti liquidi radioattivi prodotti negli anni ’70 (40 anni fa) dall'impianto Eurex a Saluggia (VC) ed ancora custoditi nel sito;

   il 10 agosto 2017, 5 anni dopo averlo sottoscritto, Sogin ha risolto il contratto con il raggruppamento temporaneo di imprese di cui è mandataria Saipem, per la realizzazione del progetto Cemex, per asseriti «gravi inadempimenti» e «manifesta incapacità»;

   il 10 agosto 2017, Sogin ha contestato «una serie di gravi inadempimenti e ritardi» al raggruppamento temporaneo di imprese, di cui è di nuovo mandataria Saipem, impegnato nella realizzazione dell'Icpf presso il sito Itrec di Rotondella diffidando ad adempiere l'appaltatore;

   Saipem ha a sua volta contestato entrambe le decisioni di Sogin, ritenendosi danneggiata e citando per questo Sogin con richiesta di risarcimento di circa 70 milioni di euro;

   il risultato è che i progetti sono bloccati, senza alcuna previsione né di soluzioni alternative né di tempi per il completamento di 2 opere essenziali per la sicurezza del Paese –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza al fine di scongiurare ulteriori ritardi nelle attività di decommissioning consentendo la definitiva messa in sicurezza dei siti interessati.
(5-12443)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 novembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-12443

  Rispondo ai quesiti posti dall'Onorevole interrogante facendo presente, in via preliminare, che il Governo è a conoscenza delle vicende descritte e della situazione complessiva relativamente a quanto esposto circa le attività di decommissioning e i ritardi rispetto alla tempistica originaria.
  Riguardo al tema del contenzioso con Saipem, lo scorso 10 agosto il Consiglio di Amministrazione di Sogin ha deciso di avvalersi delle clausole risolutive espresse nei confronti del raggruppamento temporaneo di imprese, di cui è mandataria Saipem S.p.A., riguardo il contratto di appalto per la realizzazione dell'impianto CEMEX. Il 14 agosto Sogin ha pertanto comunicato tale decisione con conseguente risoluzione del contratto. La decisione è stata presa a seguito di un'attività istruttoria che ha evidenziato l'impossibilità di giungere al completamento dell'appalto e che non è stato possibile risolvere alcuni punti bloccanti sulle realizzazioni, secondo modalità che non fossero in contrasto con il Codice degli appalti.
  Considerata l'entità dei ritardi, il Ministero dello sviluppo economico, con lettera del Ministro del 12.10.2017, ha chiesto alla Sogin di far conoscere le valutazioni sullo stato del sito dal punto di vista della sicurezza e del monitoraggio dello stesso. La Sogin ha riferito che, in considerazione delle caratteristiche costruttive dei serbatoi e di quelle progettuali delle strutture che li contengono, dei sistemi generali di controllo e monitoraggio radiologico del sito (condotti anche in contraddittorio con l'Agenzia di Protezione dell'Ambiente Regionale) e nella fattispecie delle aree di stoccaggio dei rifiuti radioattivi liquidi, non si ravvisano problemi in materia di salute e incolumità pubblica, di sicurezza per la salute dei lavoratori e dell'ambiente circostante.
   In ogni caso, la Sogin ha deciso di istituire una Task Force, con il compito di effettuare un'approfondita analisi delle condizioni di sicurezza dei liquidi radioattivi di Saluggia.
  Per quanto riguarda il prosieguo nella realizzazione delle opere CEMEX, la Sogin sta completando le proprie valutazioni al fine di garantire una tempestiva ripartenza dei lavori ed ha già comunque avviato le procedure per la messa in sicurezza e la conservazione delle opere realizzate.
  Con riguardo all'impianto ICPF nel sito ITREC di Rotondella, il CdA di Sogin ha preso atto di una serie di problemi tecnici (evidenziati anche dall'Autorità di controllo) e ritardi da parte del raggruppamento temporaneo di imprese, di cui è mandataria la stessa Saipem. Sogin ha quindi diffidato ad adempiere l'appaltatore affinché portasse a termine nell'impianto i ripristini delle difettosità riscontrate dall'Autorità di controllo durante la sua azione ispettiva e completasse le realizzazioni delle opere in elevazione. L'assenza di tali ripristini urgenti e i ritardi accumulati dal raggruppamento temporaneo di imprese sulla realizzazione del deposito hanno portato la Sogin a decidere di non mantenere in vita il rapporto contrattuale.
  Riguardo la questione più generale dei ritardi e l'aumento del costo del processo di decommissioning a vita intera, rispetto alle valutazioni sui tempi già definite negli anni scorsi preciso quanto segue.
  Per cercare di recuperare sui ritardi e dare più efficienza all'intero processo, occorre agire su molte leve, non solo all'interno della Sogin, anche se quest'ultima rimane comunque il principale soggetto operativo. Proprio prendendo in debita considerazione le vicende occorse nei precedenti anni che hanno causato lo slittamento di alcune attività, i nuovi vertici della Società hanno ritenuto necessario procedere intanto ad una ridefinizione delle metodologie di programmazione delle attività, con particolare riguardo all'individuazione di ambiti prioritari di intervento e obiettivi di risultato, quali:
   a) l'avanzamento delle attività su Bosco Marengo in vista del brown field, il primo di un sito nucleare italiano, previsto per la prima metà del 2018;
   c) la demolizione del camino della centrale nucleare del Garigliano, realizzata con il ricorso a soluzioni progettuali e tecnologie nazionali, ultimata da pochi giorni;
   d) l'avvio dello smantellamento dei vessel di Garigliano e di Trino, previsto nel primo semestre 2019, con parziale recupero dei ritardi accumulati nei precedenti piani.

  In aggiunta, sempre al fine di ricalibrare il piano pluriennale di decommissioning in termini di congruenza di tempi e costi, di validità delle strategie adottate e di completo allineamento agli standard internazionali di riferimento, nonché lo stato dei siti e dei relativi programmi di decommissioning, lo stesso Consiglio di Amministrazione di Sogin ha ritenuto opportuno avviarne una revisione, sottoponendolo pertanto con domanda formale il 3 febbraio 2017 nell'ambito dei servizi ARTEMIS forniti dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica per una «Peer Review», (ovvero una revisione del lavoro da parte di «colleghi»).
  A maggio è stato consegnato il dossier completo a cui sono succedute una serie di visite di riscontro da parte degli esperti dell'Agenzia.
  In esito a questa revisione, la Sogin ha messo a punto un nuovo piano a vita intera, approvato dal CdA in data 14 Novembre 2017, adeguato ai migliori standard internazionali e che include anche il contenimento strutturale dei costi ottenuto con le azioni di efficientamento avviate nel 2017 e da consolidare nel 2018, in particolare attraverso una riduzione del 5 per cento del personale e l'incremento dei ricavi operativi da attività per terzi con commesse in crescita del 30 per cento.
  Il Piano sarà inviato al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero dello sviluppo economico, oltre che all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, in ottemperanza al quadro del sistema regolatorio vigente.
  Voglio altresì puntualizzare che, dalla revisione dell'Agenzia, la Sogin è risultata essere soggetto in grado di realizzare il programma italiano di smantellamento e gestione dei rifiuti radioattivi, grazie alla forte cultura della sicurezza ed a un elevato livello di attenzione nella manutenzione degli impianti che la caratterizza, in piena linearità con le migliori pratiche internazionali riguardo l'utilizzo di tecnologie e metodologie di decommissioning per il pieno completamento dei progetti strategici di lunga durata.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incidente nucleare

industria nucleare

politica nucleare