ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11985

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 842 del 26/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2017
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2017
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2017
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2017
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/07/2017
Stato iter:
28/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 28/07/2017
Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/07/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 28/07/2017
Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/07/2017

SVOLTO IL 28/07/2017

CONCLUSO IL 28/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11985
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo di
Mercoledì 26 luglio 2017, seduta n. 842

   BUSINAROLO, SARTI, FERRARESI, AGOSTINELLI, BONAFEDE e COLLETTI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   dalla cronaca recente (Il Fatto quotidiano del 6 luglio 2017) si è appreso della perquisizione, il 5 luglio 2017, effettuata dalla Guardia di finanza e disposta dalla procura di Napoli, nell'ufficio e presso l'abitazione del giornalista de Il Fatto quotidiano Marco Lillo che, ad oggi, non risulta indagato;
   la perquisizione, diretta principalmente alla ricerca di tracce informatiche all'origine degli scoop firmati dal giornalista sul caso Consip, nel libro «Di padre in figlio», di cui lo stesso è autore, è stata avviata sulla base dell'ipotesi, avanzata dalla procura napoletana, di presunta rivelazione del segreto d'ufficio, nata dalla denuncia-querela inoltrata dagli avvocati di Alfredo Romeo, immobiliarista coinvolto nel caso Consip, riguardante gravi fatti di corruzione, nel maggiore appalto d'Europa, per 2,7 miliardi di euro;
   ulteriori fonti (www.huffingtonpost.it 6 luglio 2017) riportano che attualmente si indaga contro ignoti, in particolare contro «un pubblico ufficiale al momento non identificato» che avrebbe indebitamente propagato all'esterno notizie coperte dal segreto investigativo, riferibili ad atti depositati presso l'autorità giudiziaria di Napoli;
   in un video pubblicato sul sito de Il Fatto quotidiano il 5 luglio 2017, Lillo precisava che l'informativa del Noe del 9 gennaio 2017, oggetto del decreto di perquisizione, fosse già a disposizione dei principali giornali italiani dal giorno precedente rispetto a quando lo stesso ne è venuto in possesso;
   sempre secondo fonti giornalistiche (La Repubblica del 6 luglio 2017) Lillo dichiarava, inoltre, specificando che non rappresentasse la sua fonte, l'estraneità alla vicenda della giornalista Rai Federica Sciarelli, indagata nel giugno 2017 dalla procura di Roma per rivelazione di segreto, sulla fuga di notizie realizzata con l'articolo de Il Fatto quotidiano che svelava l'inchiesta Consip, nel dicembre 2016;
   a giudizio degli interroganti appare alquanto anomalo l'avvio dell'attività perquisitoria verso Lillo, ad oggi non indagato, per l'ipotesi avanzata dalla procura napoletana e il caso in questione può rappresentare una seria minaccia alla libertà di stampa, sancita dall'articolo 21 della Costituzione;
   la libertà di stampa rappresenta uno dei diritti che un governo democratico, insieme agli organi di informazione, dovrebbe garantire ai cittadini, per assicurare l'esistenza di una stampa libera  –:
   quali iniziative di carattere normativo il Ministro interrogato intenda assumere, onde garantire un'informazione libera e affinché i cittadini siano messi a conoscenza dei fatti quando questi sono opportunamente documentati. (5-11985)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-11985

  Con l'atto di sindacato ispettivo in discussione, gli On.li interroganti, prendendo le mosse dalla perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti del giornalista del Fatto quotidiano, Marco Lillo, chiedono di conoscere quali iniziative normative il Ministro intenda assumere affinché sia pienamente garantita la libertà di stampa e un'informazione libera.
  Va preliminarmente osservato che esula dalle prerogative del Ministro della giustizia esprimere valutazioni di qualsiasi natura su procedimenti in corso e, tanto più, su uno specifico atto di indagine disposto dall'Autorità giudiziaria, avverso il quale l'interessato potrà legittimamente esperire i rimedi impugnatori previsti dall'ordinamento.
  Merita tuttavia segnalare che, sulla base di quanto comunicato dalla Procura della Repubblica di Napoli, il decreto di perquisizione in parola ha dato ampio spazio al tema delle garanzie del giornalista e sono state precisate sia le finalità e l'oggetto dell'atto di indagine, sia le modalità delle operazioni disposte. La perquisizione è stata altresì preceduta dall'invito al giornalista all'esibizione e consegna di quanto oggetto di ricerca, invito rimasto ineseguito.
  Ciò premesso, va rilevato, in via generale, che il nostro ordinamento già garantisce un equilibrato bilanciamento tra la libertà di stampa e l'attività di ricerca della prova nel processo penale.
  Al giornalista professionista è infatti assicurata, dall'articolo 200 c.p.p., la garanzia del segreto professionale, quale ineludibile presidio posto a tutela della libera ed incondizionata attività di informazione.
  Ed è proprio correttamente interpretando tale previsione che la Suprema Corte di cassazione, in linea con la giurisprudenza della CEDU, ha più volte affermato che la posizione del giornalista professionista impone all'Autorità giudiziaria, nell'adozione di misure invasive della libertà personale, tra cui perquisizioni e sequestri, un diverso e più attento modus operandi, che investe l'onere motivazionale del provvedimento, in ordine alle finalità dell'atto, all'oggetto della ricerca ed alle stesse modalità tecniche delle operazioni, laddove riguardino strumenti informatici nella disponibilità del giornalista.
  Merita poi segnalare, sul versante delle iniziative legislative, che, nella direzione auspicata dagli On.li interroganti, si muove il disegno di legge n. 1119, già approvato alla Camera ed attualmente all'esame del Senato, anche in materia di diffamazione a mezzo stampa, che prevede, tra l'altro, la modifica del citato articolo 200 c.p.p. estendendo il segreto professionale e le relative prerogative processuali, attualmente previsto per i soli giornalisti professionisti, anche ai pubblicisti.
  Preme da ultimo ricordare che il tema della tutela della libertà di stampa e del diritto dei cittadini all'informazione, secondo i principi sanciti dalla Corte di Strasburgo, è espressamente contemplato tra i principi e criteri direttivi della delega governativa in materia di disciplina delle intercettazioni, contenuta nella legge di riforma del processo penale, di recente approvazione.
  Il complesso delle iniziative conferma l'attenzione riservata dal Ministro della giustizia alla questione in discussione nella piena consapevolezza che il libero e corretto esercizio della libertà di stampa assicuri una piena dialettica democratica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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