ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09718

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 688 del 07/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 07/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/10/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/10/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/10/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 07/10/2016
Stato iter:
02/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/11/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 02/11/2016
Resoconto BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/10/2016

DISCUSSIONE IL 02/11/2016

SVOLTO IL 02/11/2016

CONCLUSO IL 02/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09718
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Venerdì 7 ottobre 2016, seduta n. 688

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   Patrizio Cairoli, giornalista di Askanews, ha reso nota una lettera alla Ministra interrogata, per denunciare quanto accaduto al padre, malato terminale, deceduto all'ospedale San Camillo di Roma dopo due giorni di agonia al pronto soccorso;
   si legge che l'unica forma di privacy concessa al malato è stato poter mettere un indumento sospeso tra il muro e il paravento con dello scotch al fine di separarlo da altri pazienti e dall'affluenza del pronto soccorso, poiché non vi erano stanze ove trasferirlo nelle ultime ore di vita;
   il San Camillo è uno dei più grandi ospedali di Roma, tuttavia il direttore sanitario, Luca Casertano, ha dichiarato che all'interno del pronto soccorso non esistono aree destinate ai pazienti in fin di vita;
   da una dichiarazione della Ministra interrogata si è appreso che sono stati inviati gli ispettori presso l'ospedale per le verifiche del caso;
   quanto accaduto al paziente, purtroppo, non resta un caso isolato ed è dovuto, oltre ai tagli generali messi in atto dal Ministero della salute, soprattutto al regolamento degli standard ospedalieri (decreto ministeriale n. 70 del 2015), che ha cancellato la presenza delle cure palliative negli ospedali;
   gli standard ospedalieri hanno scordato che la sofferenza, ma anche il fine vita, s'incontrano molto spesso proprio negli ospedali ed è un diritto del cittadino – sancito dalla legge n. 38 del 2010, oltre che un dovere etico, nel rispetto della dignità della persona, ottenere la garanzia della cura, attraverso non solo, eventuali posti letto dedicati, ma anche la presenza di medici palliativisti;
   con la presenza di cure palliative si sarebbe non solo intercettato il malato in pronto soccorso e sarebbero state erogate le opportune prestazioni volte al sollievo della sofferenza, ma si sarebbe potuta trovare una rapida soluzione assistenziale laddove in quell'ospedale, in quel momento, non fosse stato possibile realizzarla;
   nel percorso di cura del signor Cairoli, la presenza di cure palliative ospedaliere, a fianco dell'erogazione delle cure oncologiche specifiche, avrebbe potuto intercettare il bisogno di palliazione e quindi l'aggravamento clinico, prima che giungesse al tragico epilogo, trattando la sofferenza, prima a livello ambulatoriale, poi, quando necessario, con l'invio alle strutture deputate alla presa in carico domiciliare e/o residenziale;
   nell'audizione del Ministro interrogato in Commissione affari sociali – svoltasi nella seduta del 5 ottobre 2016 – concernente gli aggiornamenti dei livelli essenziali di assistenza, non vi è nessuna traccia delle cure palliative, che pure dovrebbero a pieno diritto ai sensi della legge n. 38 del 2010 essere considerate un livello essenziale di assistenza presente in tutti i luoghi deputati alla cura dei malati, dall'ospedale al territorio;
   non si può non notare con dispiacere che alle molteplici interrogazioni presentate in tal senso non è stata data alcuna risposta;
   quanto accaduto all'ospedale San Camillo rientra, ad avviso degli interroganti, nell'ambito di un'omissione di cure adeguate a un malato oncologico giunto con sofferenza alla fine della sua vita –:
   se non ritenga – stante la totale assenza di riferimenti alle cure palliative nella relazione del 5 ottobre 2016 in Commissione affari sociali – di dover assumere urgenti iniziative per l'introduzione delle cure palliative negli ospedali;
   se non ritenga opportuno promuovere una revisione del regolamento sugli standard ospedalieri, al fine di inserirvi le cure palliative;
   se non ritenga – anche a fini di privacy, poiché non può essere sufficiente l'invio di ispettori solo in seguito a tragici eventi come quello del San Camillo – di doversi adoperare, con gli strumenti e le risorse disponibili, per garantire a tutti i cittadini malati terminali il diritto a veder alleviata la sofferenza e a una morte dignitosa. (5-09718)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 novembre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-09718

  Il Ministero della salute, attesa la gravità dell'episodio in esame, relativo al decesso di un paziente di 74 anni avvenuto il 24 settembre 2016 presso l'Azienda Ospedaliera San Camillo di Roma, ha ritenuto necessario e urgente, disporre una ispezione, a cura del gruppo, istituito dal Ministro della salute il 27 marzo 2015.
  L'Ispezione ha avuto luogo l'11 ottobre 2016. Di seguito riporto il contenuto della relazione preliminare presentata dagli ispettori.
  «Il paziente era assistito presso il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero del San Camillo, dove era giunto con urgenza il 22 settembre alle ore 5, trasportato dal Servizio 118, per un dolore al fianco destro riferibile ad una caduta accidentale avvenuta circa 7 giorni prima.
  Il paziente, affetto da una neoplasia prostatica con ripetizioni a livello epatico ed osseo, si presentava in condizioni generali mediocri, ma vigile ed orientato. Venivano effettuate le indagini diagnostiche e le terapie del caso. Nel corso della giornata le condizioni si aggravavano e, alle ore 13 circa, ne è stata data informazione alla famiglia.
  Trascorse dodici ore dall'accesso e ritenuto, da parte dei medici del Pronto soccorso, di ricoverare il paziente, si procedeva alla ricerca di un posto letto adeguato in una Unità Operativa di medicina o di Oncologia all'interno del Presidio stesso. Durante l'attesa della disponibilità del posto letto, il paziente veniva allocato in un settore comunicante con l'area dedicata all'attività di Pronto Soccorso dei codici bianchi e verdi ed ivi, considerate le condizioni terminali e nonostante l'assistenza clinica, alle ore 14,17 del 24 settembre 2016 avveniva l'exitus.
  Sulla base della documentazione disponibile e dei colloqui intercorsi con la Dirigenza Generale e Sanitaria dell'Azienda Ospedaliera e del Presidio, si evince che, pur essendo la gestione clinica del caso specifico condotta correttamente, la collocazione del paziente appare inidonea e non rispondente alle necessità dettate da un dignitoso contesto di accompagnamento fino all'exitus.
  Il percorso di questo paziente va considerato nella sua interezza, dalla presa in carico territoriale da parte del medico di famiglia alla definizione di un percorso sia oncologico che assistenziale, fino al momento del ricovero in P.S., struttura oggetto della visita effettuata. Gli ispettori ritengono che molte delle cause che hanno portato ad una definizione di inappropriato percorso vadano individuate nella fase extraospedaliera. A questo scopo, si riservano di avviare una approfondita indagine conoscitiva sia sugli eventuali percorsi territoriali che riguardano il paziente, sia sulle tematiche più generali riguardanti la rete oncologica, la rete di presa in carico territoriale e gli aspetti legati all'assistenza domiciliare e/o presso strutture appropriate disponibili nella regione Lazio.
  Per quanto riguarda, invece, la struttura di emergenza dell'Ospedale San Camillo, nel rinviare ad aspetti più di dettaglio e di approfondimento delle tematiche relative al fenomeno del sovraffollamento del Pronto Soccorso, dei rapporti spesso difficoltosi tra il Pronto Soccorso e le strutture di ricovero, e di quelli ancor più problematici tra le strutture di ricovero e presa in carico, pubblica o privata, da parte di strutture di post acuzie o residenziali, si sottolinea che presso l'ospedale, a partire dal gennaio 2016, erano stati affrontati, con soluzioni idonee ed anche efficaci, nuove modalità di gestione dei percorsi e di alleggerimento del carico dei pazienti barellati in attesa di ricovero. Purtroppo, una serie di eventi imprevedibili, come un incendio nella “holding area” nonché un ritardo nel ripristinare l'efficacia di queste misure, hanno riportato la gestione alle precedenti criticità strutturali».
  Per superare le anomalie emerse in tale circostanza nella struttura, gli ispettori suggeriscono alcune prime raccomandazioni e proposte di miglioramento.
  L'assenza di una Osservazione Breve Intensiva (OBI), e ancor più la precarietà dei locali e dei percorsi, richiedono una modifica strutturale più incisiva di quella provvisoriamente messa in atto, recentemente, con i fondi del Giubileo della Misericordia 2016.
  In particolare, è necessaria l'istituzione di una adeguata OBI, di un'area per i colloqui psichiatrici più idonea e, naturalmente, di un locale più adatto ai pazienti terminali che necessitano di assistenza umanamente più dignitosa e che risultano essere assolutamente non infrequenti.
  La frequenza di casi analoghi di pazienti terminali, anche se non tutti oncologici, registrata durante la visita effettuata (70 decessi nel 2015 e oltre 40 alla data del 30 settembre 2016) evidenzia, sicuramente, difetti di organizzazione a livello territoriale (percorsi oncologici per pazienti terminali, assistenza domiciliare integrata, comunicazione ospedale-territorio) e, pertanto, si ribadisce la necessità di una più approfondita analisi di questi ed altri aspetti della rete territoriale, rinviando gli opportuni suggerimenti nell'ambito della relazione definitiva.
  Aggiungo, che gli esiti della ispezione che ho sopra riportato, sono stati sottoposti con nota del Ministro della salute in data 17 ottobre 2016, al Presidente Zingaretti – in qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Lazio –.
  Successivamente, in data 24 ottobre 2016 è stato adottato il decreto del Commissario ad acta finalizzato a: incrementare lo standard regionale di posti nelle hospice; ridefinire ed aggiornare il fabbisogno regionale di posti in hospice – in ottemperanza alle indicazioni contenute nei Programmi Operativi 2016-2018; stabilire che la programmazione dei posti in hospice dovrà essere coerente con i LEA, demandare alle ASL la stipula di specifici accordi interaziendali, per la definizione di percorsi di presa in carico e di accesso ai servizi assistenziali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cure palliative

pronto soccorso

diritto dell'individuo