ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07434

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/01/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/01/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/02/2016
Stato iter:
27/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/07/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 27/07/2016
Resoconto FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/01/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 11/02/2016

DISCUSSIONE IL 27/07/2016

SVOLTO IL 27/07/2016

CONCLUSO IL 27/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07434
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   FERRARESI, PAOLO BERNINI, SARTI, SPADONI, DALL'OSSO, DELL'ORCO, CRIPPA, DA VILLA, LIUZZI, DE ROSA, MICILLO, BUSTO e ZOLEZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   una vasta porzione del territorio di pianura della regione Emilia-Romagna è caratterizzato dal fenomeno della subsidenza naturale, con abbassamenti del terreno compresi tra 1 e 3 mm all'anno, dovuto al progressivo compattamento dei terreni alluvionali;
   alla subsidenza naturale si sovrappone, in particolare, in tutta l'area costiera, compreso il delta del Po, quella generata dall'uomo, «antropica», manifestatasi a partire dagli anni ’50-’60 del secolo scorso, dovuta all'estrazione di acque sotterranee metanifere e di gas da giacimenti profondi che hanno innescato, in pochi anni, un'accelerazione dell'abbassamento del terreno di decine di volte superiore ai livelli normali, fino a oltre un metro, con punte di circa due metri nei pressi di Porto Viro (Ro);
   recenti dati delle livellazioni confermano come, ad esempio, la coltivazione di un giacimento di gas metano produca un abbassamento indotto del terreno di circa 6-8 mm l'anno, interessando un'area irregolare compresa tra i 5 e i 10 chilometri dal punto del giacimento; si tratta di un fenomeno riguardante non solo il territorio emerso, tua anche il fondale marino che, trasformandosi, indebolisce le difese della costa;
   il territorio della provincia di Ferrara è, da sempre, particolarmente fragile e vulnerabile, per il suo complesso rapporto con le acque essendo situato, per circa il 40 per cento, sotto il livello del mare, con imponenti arginature a delimitazione del perimetro esterno e con fondamentali opere atte a garantire lo scolo delle acque meteoriche, le infiltrazioni dei fiumi e del mare, mantenendo efficiente la rete di bonifica esistente che, pur tuttavia, in alcune occasioni, non ha potuto evitare allagamenti diffusi e persistenti, anche a seguito delle mutate condizioni meteo-climatiche;
   una vasta area del territorio provinciale è inserita dall'Autorità di bacino del fiume Po nella categoria di rischio idraulico indicata come fascia C e denominata «Aree di inondazione per piena catastrofica»;
   per frenare l'aggravarsi del fenomeno di subsidenza per cause antropiche, negli anni ’60, le estrazioni, iniziate ai primi del ’900, furono interrotte per disposizione di legge, ma gli effetti di abbassamento già innescati proseguirono anche successivamente e, per far fronte al grave dissesto idraulico provocato, si rese indispensabile la realizzazione di nuovi impianti idrovori, l'adeguamento degli esistenti e dell'intera rete scolante;
   solo per la gestione e il mantenimento efficiente delle reti idrauliche di bonifica, canali e impianti di sollevamento, sono necessari enormi investimenti, e qualsiasi misura di mitigazione e compensazione dei danni derivanti dalla estrazione di idrocarburi, proposta dalle compagnie petrolifere, non potrà mai essere adeguata a garantire i costi sociali connessi, sia ad una eventuale crisi idraulica, che a carico dell'intero sistema socio-economico provinciale;
   da diversi anni, per fronteggiare il fenomeno della subsidenza, la regione Emilia Romagna destina consistenti fondi pubblici per rimediare e compensare al dissesto del territorio, in particolare costiero, dove è rilevante l'erosione delle spiagge e la conseguente perdita di sabbia (1 cm di abbassamento, per 100 km di costa, comporta una spesa di 13 milioni di euro solo per l'acquisto della sabbia);
   il «Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara», l'ente più autorevole sul territorio, quanto a funzioni e responsabilità per la sicurezza idraulica dello stesso, ha espresso più volte, con atti deliberativi, la propria netta contrarietà alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio provinciale e nel mare antistante asserendo che: «... l'esigenza primaria di tutela del territorio ferrarese, in quanto area vulnerabile ad elevato rischio, supera qualsiasi rassicurazione o offerta di elementi di compensazione o mitigazione, anche se appoggiati su pretese basi scientifiche portate a supporto delle richieste stesse»;
   un'estesa porzione del territorio provinciale rientra nel Parco regionale Delta del Po, ambiente umido più importante d'Italia e tra i più importanti d'Europa, recentemente riconosciuto come riserva della biosfera (MAB) dell'Unesco, conferendo a Ferrara e al territorio del Delta del Po il titolo di patrimonio mondiale dell'umanità; riconoscimento al valore di un paesaggio urbano e naturalistico unico al mondo;
   l'intero territorio provinciale, a tutela della sua biodiversità straordinaria, è costellato di aree protette come riserve naturali regionali, aree di riequilibrio ecologico e siti Natura 2000 siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale;
   l'Emilia-Romagna ha una superficie territoriale complessiva di 22.122 chilometri quadrati di questi, circa 7 mila chilometri quadrati  (pari al 33 per cento totale) sono interessati da 35 permessi di ricerca e 1774,5 (pari al 9 per cento del totale) sono interessati dalle 37 concessioni di coltivazione di idrocarburi attive e ben 5 siti di stoccaggio gas; 
   l'intera superficie della provincia di Ferrara è ormai completamente interessata da permessi di ricerca e concessioni di coltivazione, principalmente di gas naturale; attualmente, sono in corso di valutazione di impatto ambientale, 7 istanze di ricerca e 2 di coltivazione, mentre sono già vigenti: 6 permessi di ricerca, 4 concessioni di coltivazione, 1 concessione di stoccaggio gas, 1 concessione di coltivazione di risorse geotermiche;
   in seguito al terremoto di maggio 2012, la regione Emilia-Romagna, d'intesa con il dipartimento nazionale di protezione civile, ha istituito una Commissione internazionale tecnico-scientifica di esperti, nota come «Commissione Ichese», per lo studio di possibili relazioni tra le attività estrattive di idrocarburi e l'aumento dell'attività sismica nell'area colpita dal sisma, la quale non ha escluso, nelle sue conclusioni, che le attività di estrazione e reiniezione degli idrocarburi coltivati in zona, possano avere contribuito a innescare e/o influenzare la durata e la potenza dell'attività sismica in una struttura già sismogeneticamente attiva;
   l'incremento del numero e dell'intensità dei terremoti nel 2012 e 2013 ha indotto il Governo olandese ad ammettere, in una lettera del Ministro dell'economia Kamp al Parlamento, la gravità della situazione: «durante l'ultimo decennio il numero di terremoti per anno e, inoltre, il numero di forti terremoti nel campo di Groningen, è aumentato in proporzione all'incremento della produzione di gas»; le compagnie petrolifere sono state costrette a risarcire con 1,2 miliardi di euro i proprietari di 30 mila edifici danneggiati nella provincia dai terremoti indotti dopo il 2008, a fronte di un danno stimato di circa 30 miliardi di euro per 152.000 case danneggiate;
   il decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014, convertito nella legge n. 164 dell'11 novembre 2014 il cosiddetto «Sblocca Italia»), fissa una serie di misure tali da influenzare sensibilmente la politica ambientale ed energetica per l'intero territorio nazionale, impedendo di fatto istituzioni locali di operare scelte in autonomia; la giurisprudenza costituzionale ha costantemente ribadito che il potere dello Stato è condizionato dal raggiungimento dell'intesa con le regioni interessate in quanto «atto maggiormente espressivo del principio di leale collaborazione» e che tale principio impone il rispetto di una procedura articolata e a struttura necessariamente bilaterale, tale da assicurare lo svolgimento di reiterate trattative, non superabile con decisione unilaterale di una delle parti;
   una recente sentenza della Corte di giustizia europea (Seconda Sezione) dell'11 febbraio 2015, ha ritenuto necessario uno studio di valutazione d'impatto ambientale cumulativo, che tenga conto di tutte le attività di ricerca e coltivazione presenti e previste, senza limitarsi ai confini comunali o regionali e metta fine al frazionamento dei progetti, in quanto l'impatto di uno potrebbe amplificarsi in presenza di impianti limitrofi già esistenti;
   il Consiglio regionale dell'Emilia Romagna ha approvato, già il 12 luglio 2011, una risoluzione sulla ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi, al fine di tutelare il territorio regionale, impegnano la giunta regionale a «dare il proprio parere negativo a tutte le richieste di ricerca e coltivazione presentate in aree del territorio regionale colpite dalla subsidenza e da fenomeni franosi»;
   il Parco Delta del Po, il consorzio di bonifica «Pianura di Ferrara», i comuni di Argenta, Comacchio, Copparo, Formignana, Masi Torello, Ostellato e Portomaggiore, oltre alle associazioni ambientaliste: Legambiente, WWF e Greenpeace, hanno espresso la propria contrarietà a nuovi permessi di ricerca, a nuove perforazioni, a nuovi sondaggi nel terreno, nonché a nuove coltivazioni di idrocarburi –:
   se, in considerazione di quanto esposto in premessa, il Governo non ritenga, per quanto di competenza, che possano sussistere rischi potenziali di pregiudizio, in un'area con le caratteristiche idrogeologiche descritte, per la sicurezza idraulica del territorio, a seguito di nuove attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi;
   se il Governo non ritenga, per quanto di competenza, che nuove attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, in un'area interessata da faglie tettonicamente e sismicamente attive, possano accrescere il rischio di sviluppare terremoti e quindi provocare conseguenti danni a cose e persone;
   se non si ritenga necessario, in base al principio di precauzione, di assumere iniziative per il ritiro delle concessioni autorizzate di estrazione o stoccaggio di idrocarburi in aree dove sia accertata la presenza di faglie attive nel sottosuolo;
   se e come intenda il Governo garantire nell'ambito delle proprie competenze, con massima attenzione, il rispetto delle prescrizioni nel corso delle procedure riguardanti le valutazioni di impatto ambientale delle richieste ricerca e coltivazione di idrocarburi secondo, secondo le indicazioni fornite dalla sentenza della Corte di giustizia europea (seconda Sezione) dell'11 febbraio 2015. (5-07434)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 27 luglio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-07434

  Con riferimento alle questioni poste dagli Interroganti, relative al fenomeno di subsidenza in Emilia-Romagna, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Innanzitutto, si deve opportunamente precisare che nell'esame delle valutazioni di impatto ambientale inerenti attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, sia a terra che a mare, la problematica della subsidenza è stata sempre considerata dal Ministero dell'ambiente tra gli aspetti di maggiore interesse, come testimoniano gli innumerevoli atti di compatibilità ambientale rilasciati dallo stesso. Molte delle prescrizioni contenute in tali atti, infatti, hanno come finalità il monitoraggio e la prevenzione di tali fenomeni di subsidenza. Eguale attenzione è posta nelle citate valutazioni di impatto ambientale relativamente alla problematica della sismicità indotta. Allo stesso modo si evidenzia che anche nell'ambito dei procedimenti di competenza regionale sono presi in considerazione i possibili impatti sulle differenti componenti ambientali e territoriali e, pertanto, anche gli aspetti idrogeologici e di sicurezza idraulica del territorio, in particolare per la subsidenza, per i progetti di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi.
  Il tema della subsidenza è da anni oggetto di monitoraggio da parte degli Enti locali, in particolare dall'ArpaER e dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emila-Romagna. L'ArpaER gestisce la rete di monitoraggio regionale, basata su 2300 capisaldi di livellazione e 60 punti GPS e sta facendo uso di tecniche di telerilevamento basate sull'interferometria radar. L'area maggiormente critica è compresa tra le province di Bologna e Modena. Per quanto riguarda, comunque, la costa, il litorale, nel suo complesso, mostra una prevalente tendenza alla diminuzione della subsidenza (per maggiori dettagli si possono consultare i seguenti siti: http://www.arpae.it/dettaglio–generale.asp ? id=2969&idlivello=1423 e http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologia/temi/subsidenza).
  Con riferimento alle possibili relazioni tra le attività di esplorazione e ricerca di idrocarburi e l'aumento di attività sismica nell'area interessata da dette attività, si fa presente che la Commissione ICHESE, istituita a seguito della sequenza sismica del maggio 2012, ha consegnato nel febbraio 2014 il proprio rapporto. Nel rapporto ICHESE si evidenzia che dallo studio effettuato non sono stati rinvenuti elementi che permettessero di associare la sequenza sismica del maggio 2012 in Emilia alle attività operative svolte nei campi di Spilamberto, Recovato, Minerbio e Casaglia. Pur tuttavia, non è stato possibile escludere che le attività effettuate nella Concessione di Mirandola abbiano potuto contribuire ad innescare la sequenza. Nello specifico la Commissione ha affermato che: «La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L'attuale stato delle conoscenze e l'interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l'attività sismica del 2012 in Emilia.».
  Inoltre, sulla scorta delle indicazioni della Commissione ICHESE, sono stati attivati da parte della Regione, del Ministero dello sviluppo economico e del concessionario degli studi specifici sul sito di Mirandola e, contestualmente, il Ministero dello sviluppo economico ha predisposto una commissione di esperti incaricata della stesura di specifiche Linee Guida per il monitoraggio delle attività di coltivazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo di gas naturale e, più in generale, per le attività di sottosuolo.
  In attesa dei risultati nel sito di Mirandola e della predisposizione delle Linee Guida, la Regione Emilia-Romagna ha disposto la sospensione delle procedure di propria competenza di rilascio dell'intesa nell'ambito dei procedimenti statali in itinere riguardanti permessi di ricerca e prospezioni nonché le concessioni di coltivazioni e stoccaggio d'idrocarburi nell'intero territorio dell'Emilia-Romagna (delibera di giunta 547/2014).
  Sempre secondo quanto comunicato dalla Regione Emilia-Romagna, gli approfondimenti effettuati su Mirandola, terminati nel luglio 2014, dopo essere stati valutati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, hanno permesso di affermare che non vi sono evidenze scientifiche atte a dimostrare che le attività del campo in questione abbiano innescato la sequenza sismica del maggio 2012.
  Visti gli esiti degli approfondimenti eseguiti a Mirandola e la pubblicazione delle Linee Guida, avvenuta nel novembre 2014, nel luglio 2015 la Regione Emilia-Romagna ha revocato la predetta sospensione precedentemente decisa in merito alle attività sugli idrocarburi (delibera di giunta 903/2015).
  Con particolare riferimento, altresì, alle attività svolte sul sito di Cavone, il Ministero dello sviluppo economico fa presente di aver avviato con la Regione Emilia Romagna azioni per la realizzazione di studi e attività nel suddetto campo. All'esito di tali iniziative, concluse nel luglio 2014, è stato dimostrato che le attività di Cavone non hanno avuto alcuna influenza sugli eventi sismici dell'Emilia-Romagna del 2012.
  La stessa Regione ha, inoltre, siglato un accordo con il Ministero dello sviluppo economico finalizzato a promuovere lo sviluppo nel settore energetico, ribadire l'impegno nella riduzione dei consumi, attuare le Linee Guida in tre siti sperimentali individuati e migliorare la sicurezza delle attività di ricerca e coltivazione delle risorse del sottosuolo.
  Si segnala peraltro che il Ministero dello sviluppo economico con decreto del 25 marzo 2015, ha introdotto l'obbligo di effettuare i monitoraggi della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro per tutte le nuove attività di produzione di idrocarburi, secondo le specifiche tecniche più avanzate, individuate nelle linee guida, di cui sopra.
  Da ultimo, si segnala anche che la Sentenza della Corte di Giustizia europea del 11 febbraio 2015 stabilisce che, secondo il Diritto Europeo, che non c’è l'obbligo di VIA per i progetti di ricerche di idrocarburi ma che su tali tipologie di progetti c’è l'obbligo di sottoporli a screening.
  Si sottolinea che le valutazione ambientali, sono procedure che prescindono da limiti amministrativi quali i confini comunali, e che nei procedimenti di VIA è obbligatorio valutare anche gli impatti cumulativi, ossia gli impatti derivanti da altri progetti analoghi che possono essere presenti nell'intorno dell'area interessata; anche in questo caso a tali valutazioni nessun limite può essere imposto da eventuali confini amministrativi (comunali e/o regionali).
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicurano gli onorevoli interroganti che il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività con il massimo grado di attenzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona protetta

protezione dell'ambiente

riserva naturale