ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06100

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 466 del 21/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: GRILLO GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 21/07/2015
MINISTERO DELL'INTERNO 21/07/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 10/08/2015
Stato iter:
26/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 26/01/2016
Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/07/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 10/08/2015

DISCUSSIONE IL 26/01/2016

SVOLTO IL 26/01/2016

CONCLUSO IL 26/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06100
presentato da
GRILLO Giulia
testo di
Martedì 21 luglio 2015, seduta n. 466

   GRILLO, BARONI, DI VITA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE, MANTERO, CANCELLERI, DI BENEDETTO, LUPO, NUTI, D'UVA, MARZANA e RIZZO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   Alcuni articoli d'inizio luglio 2015 del giornale on-line Sud Giornalismo d'Inchiesta danno conto di quanto segue;
   il 4 luglio 2015 sono state trasferite all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania tredici salme recuperate al largo della Libia, dove lo scorso 18 aprile si verificò un'immane tragedia, con il decesso di 700 immigrati;
   nella stessa mattina del 4 luglio del 2015 sono state compiute operazioni da parte del servizio disinfezione del comune di Catania della zona adiacente al reparto di ginecologia del Vittorio Emanuele;
   il servizio disinfezione si occupa di impedire ogni possibile infezione, che può scaturire dalla presenza delle salme; le operazioni di disinfezione prevedono l'uso di sostanze chimiche disinfettanti molto fastidiose da respirare; nel caso specifico, sono state effettuate non interrompendo la funzionalità dei reparti di ginecologia e di radiologia del Vittorio Emanuele, permettendo l'accesso ai pazienti e ai lavoratori;
   le operazioni si sono svolte anche al cospetto degli assessori comunali D'Agata e Scialfa; i due esponenti istituzionali mostrano segni di nervosismo per la presenza e per le domande della stampa sulla procedura di profilassi effettuata per trasferimento delle salme;
   i rappresentanti istituzionali del comune di Catania affermano che quanto eseguito per la disinfezione dell'ospedale Vittorio Emanuele è una procedura normale; mentre operatori sanitari e medici sostengono che quel tipo di bonifica non ha precedenti;
   gli accertamenti medico-legali sono condotti, alla presenza di polizia scientifica e mobile, da esperti dell'università di Catania e degli Atenei di Palermo e Messina;
   il professor Antonio Gulisano, direttore della diagnosi prenatale dell'ospedale Vittorio Emanuele ha denunciato che le operazioni di trasferimento delle salme in ambienti non refrigerati e la conseguente perdita di liquami hanno determinato complicazioni all'interno del reparto, compreso il ricovero di alcuni dipendenti per l'insorgere di sintomi da tossicosi;
   i corpi sono stati trasportati all'ospedale Vittorio Emanuele dentro normali sacche e depositati in ambienti non adatti a contenerli; i locali in questione sono delle vecchie sala parto del reparto di ginecologia; nello stesso padiglione ogni giorno si assistono donne incinte;
   un'intervista, rilasciata a Sud Giornalismo d'Inchiesta il 5 luglio, il professore Antonio Gulisano, direttore del reparto di diagnosi prenatale solleva forti dubbi sull'operazione di trasferimento delle salme in putrefazione al Vittorio Emanuele; il responsabile del reparto prenatale afferma, che la scelta del luogo sarebbe stata individuata dalla prefettura di Catania;
   i vertici istituzionali del comune di Catania, dal sindaco Bianco, all'assessore D'Agata, interpellati dalla stampa, hanno dichiarato che le operazioni collegate al trasferimento delle salme all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania hanno coinvolto vari enti, dalla prefettura alla procura;
   l'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 285 del 1990, regolamento di polizia mortuaria prevede, al comma 1, che i comuni devono disporre di un obitorio per l'assolvimento delle seguenti funzioni obitoriali:
    a) mantenimento in osservazione e riscontro diagnostico dei cadaveri di persone decedute senza assistenza medica; medico-legale riconoscimento e trattamento igienico-conservativo;
    b) l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 285 del 1990, regolamento di polizia mortuaria prevede, al comma 2, che nel territorio di ciascuna unità sanitaria locale le celle frigorifere debbono essere non meno di una ogni ventimila abitanti;
   l'articolo 45, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 285 del 1990, prevede che le autopsie, anche se ordinate dall'autorità giudiziaria, devono essere eseguite dai medici legalmente abilitati all'esercizio professionale;
   nell'audizione del 7 luglio 2015 presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie criminali, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catania, dottor Giovanni Salvi sostiene a proposito dei migranti: «Vi anticipo un'altra notizia, che non è ancora nota, ma non è più segreta, ovvero che abbiamo chiesto il giudizio immediato per il capitano e per il suo assistente per l'affondamento dell'imbarcazione che il 18 aprile ha provocato centinaia di morti, probabilmente più di 800. Non sapremo mai i dati esatti. Il recupero che si sta facendo ne indica già alcune centinaia. Ve ne sono circa 70 fuori, 90 li avevamo identificati nella prima ispezione; poi ci sono quelli all'interno della nave e tutti quelli che sono andati dispersi» –:
   quali chiarimenti possano fornire i Ministri interrogati in ordine alle operazioni di cui in premessa che appaiono agli interroganti discutibili e rischiose, per la salute dei cittadini e del personale sanitario e medico, in particolare in relazione ai seguenti aspetti:
    a) l'utilizzo di normali sacche per salme, non adatte a trattenere i liquami;
    b) il ricorso del personale sanitario dell'ospedale a cure per tossicosi;
    c) il trasferimento delle salme nel reparto di ginecologia, nel quale ogni giorno vengono assistite donne incinte;
   alla luce delle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania, dottor Giovanni Salvi, se siano ipotizzabili nuovi trasferimenti di cadaveri di migranti al fine di essere sottoposti a processi di identificazione e accertamento delle cause della morte sotto tutela dell'autorità giudiziaria;
   se siano a conoscenza del luogo dove sono state allocate attualmente le altre salme dei migranti periti in mare il 18 aprile 2015;
   se, nel caso in cui sia prevista una prosecuzione dell'azione di identificazione e accertamento della morte per come già avvenuta e descritta in premessa, non valutino di convocare un tavolo congiunto tra comune di Catania, regione siciliana, prefettura, ASP, per pianificare le azioni necessarie, tutelando la salute dei cittadini e del personale medico-sanitario;
   se si intenda in tale ambito la possibilità di usare i locali dell'Istituto di medicina legale dell'università di Catania, dotato di ambienti appositi per i processi di identificazione dei cadaveri e di riconoscimento delle cause della morte anziché locali inidonei e non preposti a questo scopo come accaduto nell'episodio descritto in premessa;
   quali iniziative di competenza, intendano intraprendere i Ministeri interrogati per evitare che si possano ripetere gli episodi accaduti all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania per come descritti in premessa. (5-06100)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 26 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06100

  In merito alla problematica segnalata nell'interrogazione parlamentare in esame, a cui si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Catania ha comunicato quanto segue.
  La Marina Militare ha provveduto al recupero del relitto del naufragio del 18 aprile 2015 e dei corpi dei migranti deceduti a seguito del tragico evento.
  Il Commissario straordinario per le persone scomparse ha coordinato le operazioni di identificazione delle salme recuperate e di prelievo del DNA, che sono state affidate all'istituto «Labanof» dell'Università degli Studi di Milano.
  In tale contesto, il 3 luglio 2015 sono giunti al Porto di Catania i primi 13 cadaveri rinvenuti nel natante affondato e, sulla base delle intese raggiunte in sinergia con le Forze dell'Ordine, il comune di Catania e l'Azienda Ospedaliera Universitaria «Policlinico-Vittorio Emanuele», i Vigili del Fuoco hanno curato il trasferimento dei corpi dal container refrigerato della Marina Militare ai locali messi a disposizione dall'Azienda Ospedaliera.
  Durante le operazioni di trasporto sono stati adottati tutti i dispositivi di sicurezza previsti per evitare eventuali contaminazioni.
  I locali dove si sono svolte le operazioni di esame delle salme, individuati a seguito di scrupolosa valutazione, per escludere ogni possibile conseguenza sulla salute degli utenti e del personale dell'ospedale, ospitavano un tempo la clinica ostetrica, ormai trasferita presso altro presidio, e non risultano più utilizzati per attività assistenziale né per punto nascita.
  Le prestazioni assistenziali degli attigui laboratorio di analisi e ambulatorio di diagnosi prenatale che, comunque, si trovano in un altro edificio, sono state temporaneamente espletate in altri siti.
  A scopo meramente precauzionale, gli Enti preposti hanno provveduto all'isolamento della zona per la durata delle operazioni (dalle ore 16.00 del venerdì alle ore 04.00 della domenica) ed alla pulizia straordinaria dell'area adiacente ai locali in questione al termine dell'esame autoptico dei corpi, circoscrivendo il disagio per le persone al tempo strettamente necessario per lo svolgimento delle stesse operazioni.
  Allo stato attuale, non è previsto il trasferimento di ulteriori salme da identificare nel territorio della provincia di Catania.
  In merito alla vicenda segnalata, il Ministero della salute ha provveduto ad attivare il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ed il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania ha fornito le seguenti precisazioni.
  I locali utilizzati per l'esame autoptico erano stati individuati in esito ai sopralluoghi delle Autorità coinvolte (Prefetto, Questore, Procuratore Capo, due Assessori del comune, Direttore Azienda Ospedaliera e responsabile dell’équipe medica autoptica).
  Il container refrigerato della Marina Militare è stato collocato a tre metri circa dall'ingresso dei locali e le operazioni di scarico e trasporto delle salme sono state effettuate da personale specializzato dei Vigili del Fuoco.
  Durante le operazioni, alle quali hanno assistito, tra gli altri, il Prefetto, il Procuratore Capo, i due Assessori, il Direttore Sanitario aziendale, non si è verificato alcun inconveniente.
  Le salme erano custodite in apposite sacche in plastica e negli ambienti utilizzati sono stati attivati condizionatori portatili prima dell'arrivo dei corpi.
  Al termine di ciascun esame, le salme venivano composte in singole bare, sigillate a cura della ditta di trasporti funebri contattata.
  Le sacche ed il materiale monouso utilizzato in sede autoptica sono stati trattati come rifiuti speciali, sigillati in contenitori e smaltiti a cura dell'Azienda Ospedaliera.
  La sanificazione degli ambienti esterni ed interni è stata curata da operatori del comune di Catania e delle ditta interna alla struttura ospedaliera.
  Il NAS di Catania ha verificato che i locali utilizzati (posti al piano terra/rialzato del padiglione 10), non ospitano da tempo servizi dei reparti di ostetricia e ginecologia, mentre presso i laboratori di anatomia patologica (primo piano) e di citogenetica e diagnosi prenatale (secondo piano), non vengono effettuati interventi; le pazienti sono monitorate e sottoposte alle analisi nel corso della gravidanza.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

costituzione di societa'

politica sanitaria

maternita'