ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05377

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 411 del 17/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: CULOTTA MAGDA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/04/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/04/2015
Stato iter:
17/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2015
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 17/09/2015
Resoconto CULOTTA MAGDA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/04/2015

DISCUSSIONE IL 17/09/2015

SVOLTO IL 17/09/2015

CONCLUSO IL 17/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05377
presentato da
CULOTTA Magda
testo di
Venerdì 17 aprile 2015, seduta n. 411

   CULOTTA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il Piano sanitario della regione Siciliana 2011-2013, in linea con gli orientamenti programmatici nazionali e internazionali, ha inteso rimodulare la rete materno-infantile per garantire adeguati standard di qualità relativamente all'organizzazione ed alle funzioni collegate all'assistenza, con la finalità di attuare progressivamente le previsioni di cui alle «Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo» di cui all'accordo della conferenza unificata Stato-regioni, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 2011;
   con il decreto del 14 gennaio 2015 dell'assessorato alla salute, relativo alla «Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia», pubblicato sul supplemento ordinario della GURS n. 4 del 23 gennaio 2015 è stata prevista la chiusura del punto nascita dell'Ospedale «G. Giglio» di Cefalù, per mancato raggiungimento della soglia minima di 500 parti all'anno;
   in base a quanto previsto dai successivi decreti attuativi assessoriali la ginecologia dell'ospedale «G. Giglio» di Cefalù dovrà pertanto essere chiusa entro il 30 aprile 2015;
   nel 2012 sulla questione si era già pronunciato il TAR di Palermo che aveva bocciato la chiusura del punto nascita di Cefalù. Nell'ordinanza emessa si rilevava la «carenza» di motivazioni addotte a sostegno della chiusura. D'altra parte, nel riconoscere la mancata qualificazione di struttura pubblica dell'ospedale, si riconosceva tuttavia la peculiarità gestionale mista pubblico-privato che di fatto consentiva di superare la motivazione della natura non pubblica della struttura ospedaliera. Nella sentenza, inoltre, veniva sottolineato che il centro disponeva di un'alta qualificazione sanitaria;
   nel 2013 il TAR, rispetto alla precedente pronuncia, confermava la chiusura del punto nascita di Cefalù; furono considerate decisive dal TAR la breve distanza che intercorre tra Cefalù e Termini Imerese e la natura mista della struttura dell'Ospedale. Quest'ultimo, infatti a quella data essendo ancora una fondazione pubblico/privata, non poteva essere totalmente assimilato a una struttura pubblica in senso stretto qual era ed è invece il presidio ospedaliero di Termini Imerese;
   l'Ospedale «G. Giglio» di Cefalù oggi è una struttura pubblica; la giunta regionale siciliana con deliberazione n. 409 del 24 dicembre 2013 ha preso atto del nuovo statuto dell'istituto G. Giglio e del passaggio quindi da fondazione pubblico-privata a fondazione pubblica; fra i soci: la regione Siciliana, il comune di Cefalù, l'azienda sanitaria provinciale di Palermo, l'azienda ospedaliera ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo, l'azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione civico – G. Di Cristina-Benefratelli di Palermo;
   lo stesso, per la sua posizione baricentrica, al confine tra la provincia di Palermo e quella di Messina, serve un territorio molto vasto, non di certo inferiore, per numero di parti, per efficienza e per professionalità, ad altri centri nascita. Nel 2014 il totale dei parti è stato di 420 con un incremento, rispetto al 2013, di circa il 15 per cento. Si prevede un ulteriore trend di crescita nei primi mesi del 2015, con circa 20 parti in più rispetto all'anno precedente. Inoltre, non si è registrato nessun caso di mortalità neonatale e perinatale negli ultimi 5 anni; circa 10 neonati sono stati trasferiti a Palermo nel corso del 2014 nei giorni successivi al parto, durante osservazione, con dimissione nei giorni successivi al trasferimento senza nessuna complicanza imputabile al peripartum. Alla luce di questi dati si rileva che l'Istituto «G. Giglio» di Cefalù è una struttura che ha dimostrato di saper crescere in qualità e nel numero di parti;
   per quanto attiene i tagli cesarei, si evidenzia che, in controtendenza rispetto al dato regionale sul numero di interventi, la struttura di Cefalù conta già una percentuale di tagli cesarei pari a circa il 20 per cento, notevolmente inferiore quindi alla media regionale ed in linea con gli obbiettivi del Piano sanitario della regione Sicilia;
   l'ospedale «G. Giglio» di Cefalù dispone poi di un'assistenza completa nelle 24 ore, presentando tutti i requisiti indispensabili per la sicurezza delle partorienti e dei neonati quali: ginecologo di guardia, pediatra neonatologo di guardia, ostetrica di guardia, anestesista di guardia, terapia intensiva, unità di terapia intensiva cardiologica, centro trasfusionale e radiologia con TAC e RM attivi 24h/24h, laboratorio d'analisi e reparti di cardiologia, chirurgia generale e medicina interna, nonché assistenza di psicologia clinica con servizio dedicato all'ostetricia disponibile h24. L'unità operativa, con una dotazione di n. 12 posti letto e un day hospital, conta un organico di 8 ginecologi, 4 pediatri, 6 ostetriche, 6 infermiere professionali, 3 operatrici socio sanitarie e una puericultrice;
   l'ospedale «G. Giglio» di Cefalù presenta inoltre un'assistenza ostetrico-ginecologica attiva 24 ore su 24, a differenza dei punti nascita di Termini Imerese e Petralia che possono contare invece solo sulla reperibilità. Tutti questi elementi dimostrano che la dotazione organica, strumentale e strutturale del punto nascita di Cefalù risulta essere ben superiore rispetto ai minimi richiesti dalla normativa;
   in data 3 marzo 2015 la conferenza dei sindaci del distretto socio-sanitario 33, composta dai sindaci dei comuni di Cefalù, Lascari, Gratteri, Campofelice Di Roccella, Collesano, San Mauro Castelverde, Castelbuono, Isnello e Pollina, con la partecipazione dei Presidenti dei Consigli comunali e dei Capigruppo consiliari, preso atto delle notizie diffuse a mezzo stampa sulla chiusura di alcuni punti nascita, fra cui quello in essere presso l'ospedale «G. Giglio» di Cefalù, interpretando la forte richiesta che si levava dal Territorio, chiedevano al presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta ed all'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, di sospendere, ove già emanato, il provvedimento di chiusura del punto nascita presso l'ospedale «G. Giglio» di Cefalù; e decidevano di ricorrere contro la regione Siciliana per tale scelta;
   in data 3 aprile 2015 è stato consegnato al Ministero della salute un documento redatto dal «Comitato per il centro nascite Madonie e Nebrodi», composto da privati cittadini dei diversi comuni interessati, avente ad oggetto la richiesta di deroga per il mantenimento del punto nascita dell'ospedale di Cefalù;
   in data 15 aprile il TAR per la Sicilia (sezione terza) ha rigettato l'istanza sul ricorso (numero di registro generale 1110 del 2015), proposto dai Comuni del Distretto socio-sanitario 33, contro l'assessorato regionale alla salute relativa alle delibere della giunta di Governo della regione siciliana di approvazione del «Piano per la Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera siciliana» e sue integrazioni;
   nonostante il rigetto dell'ultimo ricorso da parte del TAR della Sicilia, i sindaci dei comuni interessati intendono andare avanti in appello, per continuare a difendere un presidio indispensabile per il comprensorio –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti rappresentati;
   se il mantenimento del punto nascita dell'ospedale «G. Giglio» di Cefalù sia stato valutato dal Tavolo di monitoraggio sull'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, con riferimento ai possibili gravissimi disservizi alla popolazione del territorio e in particolare alle partorienti che dovrebbero percorrere decine e decine di chilometri prima di poter giungere a un punto che garantisca loro adeguata assistenza e pertanto all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
   se non intenda assumere un'iniziativa normativa per concedere una deroga all'attuale disciplina. (5-05377)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 settembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-05377

  La riorganizzazione della rete dei punti nascita nasce in seguito all'Accordo Stato-Regioni 16 dicembre 2010, recante «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo».
  Tale Accordo impegna tutte le Regioni, comprese quelle in Piano di rientro dal deficit sanitario, ad attuare 10 linee di azioni per la ridefinizione del percorso nascita.
  La prima di tali linee (misure di politica sanitaria e di accreditamento) prevede la chiusura dei punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 parti/anno, in quanto non in grado di garantire la sicurezza per la madre ed il neonato, prevedendo l'adozione di stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale e fissando il numero di almeno 1000 parti/anno quale parametro a cui tendere.
  L'Accordo, inoltre, identifica i livelli di complessità assistenziale delle UU.OO. di ostetricia/ginecologia e di neonatologia e terapia intensiva neonatale/pediatria, e definisce gli standard operativi, di sicurezza e tecnologici a cui le Regioni devono conformarsi nel percorso di ridefinizione dei punti nascita.
  Detti standard sono richiamati nel decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, del 2 aprile 2015, n. 70, contenente il «Regolamento recante definizione sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», pubblicato in G.U. in data 4 giugno 2015.
  Le linee di azione contenute nel citato Accordo, che fanno specifico riferimento ad un sistema di rete dei punti nascita del tipo «Hub» e «Spoke», vincolano, in tal senso, le Regioni ad attivare anche il sistema di trasporto assistito materno (STAM) e il sistema di trasporto in emergenza del neonato (STEN).
  La costante azione di affiancamento alle Regioni operata dal Ministero della salute sulle tematiche della sicurezza del percorso nascita è attestata, tra l'altro, dal rinnovo, con d.m. del 19 dicembre 2014, del Comitato Percorso Nascita Nazionale, che supporta tutte le Regioni e Province Autonome nell'attuazione delle migliori soluzioni per la qualità e la sicurezza del percorso nascita ed assicura, nel contempo, un efficace coordinamento permanente tra le Istituzioni centrali e periferiche.
  Segnalo che, a seguito del decesso di una neonata avvenuto durante il trasporto da Catania verso l'Unità di terapia intensiva neonatale di Ragusa, verificatosi il 12 febbraio 2015, sono state impartite dal Ministero della salute stringenti prescrizioni alla Regione Siciliana, inerenti al completamento del previsto piano di riorganizzazione della rete dei punti nascita. Tali prescrizioni riguardano, tra l'altro, la chiusura/accorpamento dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno, il completamento dell'attivazione su tutto il territorio regionale di STAM/STEN, e, laddove la Regione volesse mantenere in attività punti nascita con numero di parti al di sotto dello standard minimo di 500/anno, la formulazione di una proposta sulla quale il Ministero della salute intende esprimere un parere preventivo vincolante.
  Rispetto a tale proposta di deroga, il 13 marzo 2015 la Regione Siciliana ha inviato a questo Ministero una prima «proposta deroga mantenimento punti nascita per particolari condizioni oro geografiche», in cui viene chiesto di valutare la deroga per 9 punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti/anno: Mussomeli, Bronte, Nicosia, Mistretta, peraltro già chiuso nel 2012, Corleone, Lipari, Petralia, Pantelleria e la Casa di cura «I. Attardi» di Santo Stefano di Quisquina.
  A tale nota, in cui non si menziona il punto nascita di Cefalù, ne ha fatto seguito una seconda, il 14 marzo 2015, nella quale la Regione, relazionando in merito alle azioni messe in atto conseguentemente alle prescrizioni impartite, ha dichiarato che sta procedendo alla disattivazione, entro il 30 aprile 2015, dei punti nascita pubblici di Licata, Cefalù, Paterno e della Casa di cura «Argento» di Catania.
  Successivamente, in data 23 aprile 2015 è pervenuta al Ministero della salute una ulteriore nota, con la quale la Regione Siciliana richiede la deroga anche per i punti nascita di Cefalù e di Licata, «a causa degli oggettivi, allo stato attuale, insuperabili disagi di viabilità che rendono difficili i collegamenti con il territorio e che potrebbero comportare inadeguatezza dell'assistenza sanitaria».
  Ecco perché ad oggi, il programma di riorganizzazione dei punti nascita prevede, per quanto attiene agli ospedali di Cefalù e Termini Imerese, la concessione di una deroga fino al 31 dicembre 2016: nel corso di tale periodo i due punti nascita verranno monitorati dalla Regione Siciliana per verificare l'andamento delle nascite.
  Successivamente la Regione, sulla base dei volumi di attività, come anche dei volumi totali di attività dei due presidi ospedalieri, ne dovrà valutare il mantenimento in funzione, anche in base a quanto indicato dal citato decreto n. 70/2015.
  Il suddetto decreto, peraltro, è stato recepito dalla Regione Siciliana con il Decreto 14 gennaio 2015 «Riqualificazione e ri-funzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istituto ospedaliero

spese sanitarie

prima infanzia