ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05005

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 389 del 11/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: CRIPPA DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/03/2015

SOLLECITO IL 21/07/2016

SOLLECITO IL 09/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05005
presentato da
CRIPPA Davide
testo di
Mercoledì 11 marzo 2015, seduta n. 389

   CRIPPA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   CIM S.p.A. (Centro interportuale merci) nasce nel 1987 per volontà di Finpiemonte e del comune di Novara;
   l'interporto è inserito dal PRGC del Comune di Novara all'interno di un'area regolata dal Piano particolareggiato esecutivo (P.P.E.) approvato il 18 maggio 1987 dallo stesso comune di Novara;
   nell'anno 1989 viene costituita l'apposita Società mista a capitale pubblico-privato, Centro Intermodale Merci S.p.A. (C.I.M. S.p.A.);
   la realizzazione del primo lotto funzionale dell'opera è stata resa possibile dalla concessione di finanziamenti a valere sul Fondo Investimenti Occupazione (FIO) relativo al 1989;
   la prosecuzione dell'iniziativa è assicurata dall'accesso ai fondi della legge n. 240 del 1990 che individua il Centro merci quale struttura interportuale di primo livello;
   nell'anno 1998, con delibera del Consiglio comunale di Novara, viene definitivamente approvato il P.P.E.;
   la variante relativa all'area del Centro viene adottata definitivamente con delibera del consiglio comunale in data 27 settembre 1999;
   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare formula parere positivo, con una serie di prescrizioni, sul complessivo progetto di completamento del terminale ovest con decreto di valutazione impatto ambientale (VIA) n. 5658 del 12 dicembre 2000;
   il decreto di valutazione impatto ambientale sopracitato sottolinea come le aree interessate dall'insediamento del centro intermodale ricadano nella fascia di rispetto dei corsi d'acqua ai sensi della legge n. 431 del 1985;
   ad oggi l'area interportuale è inserita nella fascia «B» del Piano stralcio dell'autorità di bacino;
   l'area presenta forte criticità di ordine idrogeologico legata all'immediata vicinanza del fiume Terdoppio, suscettibile di esondazioni nell'eventualità di piene eccezionali;
   importanti criticità riguardano altresì le aree insediate poste di poco a valle rispetto all'area dell'interporto;
   si evidenzia poi come la vicina presenza dell'area industriale del quartiere S. Agabio ponga potenziali problemi in termini di presenza di sostanze pericolose e rischi incidentali;
   come cita il decreto VIA, un ulteriore ingombro sulle aree esondabili potrebbe peggiorare l'assetto idrogeologico della zona, considerando l'assenza di una contestuale opera idrogeologica relativa alle sponde del fiume;
   all'interno del decreto di VIA n. 5658 del 12 dicembre 2000 erano quindi specificate, tra le altre, le seguenti prescrizioni:
    c) «sia previsto un ampliamento della fascia di vegetazione naturale posta tra l'interporto esistente ed il fiume Terdoppio»;
    g) «dovranno essere ottemperate tutte le prescrizioni individuate dalla Regione Piemonte»;
   in merito al punto g), la regione Piemonte con nota del 30 marzo 2000 prescrive di subordinare in ogni caso la realizzazione dell'opera all'adozione di specifiche condizioni quali:
    1) «che la fascia fluviale per l'ampiezza di 150 metri sia sistemata a verde con essenze arbustive e arboree tipiche del paesaggio fluviale»;
    2) «dovrà essere ripristinato ed infoltito il corridoio ecologico a lato della sponda sinistra del Terdoppio»;
    3) «è indispensabile per la fattibilità dell'opera, al fine delle necessarie garanzie di sicurezza per gli abitati limitrofi, la risoluzione delle problematiche idrauliche ambientali del torrente Terdoppio»;
   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si esprime riguardo le verifiche di sua competenza di ottemperanza alle prescrizioni aventi per oggetto la difesa del territorio in merito alle esondazioni del Terdoppio con nota del 5 giugno 2001 nella quale si fa presente che non sono ancora state adottate le diverse soluzioni previste dal Piano assetto idrogeologico in quanto ancora assente un accordo di programma (che verrà stipulato solo nel 2005);
   l'autorità di bacino del fiume Po comunica il parere nel quale non si ritiene compatibile la presenza di pile interne all'alveo del torrente, mentre si sollecita un pronto adeguamento del ponte esistente;
   solo nel 2012, dopo alcune osservazioni prodotte dal comitato locale, è stata installata una serranda, spesso non completamente chiusa;
   tale condizione consente ad oggi il passaggio delle acque direttamente nell'alveo senza passare per le vasche, fattore dimostrerebbe quindi la noncuranza rispetto allo stato degli impianti di raccolta;
   in caso di pioggia le acque, quindi, corrono direttamente nello scarico del Terdoppio anziché nelle vasche di recupero;
   la poca acqua raccolta nelle stesse presenterebbe sostanze oleose provenienti dai piazzali;
   i terreni agricoli adiacenti risultano tuttora a livello dell'alveo, mentre i lavori di innalzamento e di rinforzo spondale avrebbero dovuto proseguire fino alla derivazione della Roggia Mora, qualche centinaio di metri più a sud;
   in caso di eventuale esondazione le acque non incontrerebbero ostacoli fino alla frazione di Pernate, incontrando per di più due fontanili;
   si fa presente che l'ultima ed unica visita ispettiva ministeriale risalirebbe al 2001;
   in tale anno le aree erano tutte un unico piano campagna ma dopo 12 anni l'assetto idrogeologico risulta profondamente mutato considerando che da allora il CIM ha raddoppiato le sue superfici;
   nel rispetto del Piano assetto idrogeologico (PAI) gli adeguamenti di allargamento e rinforzo dovevano proseguire fino alla diga della Roggia Mora. Erano inoltre previste paratie mobili e l'adeguamento del ponte di corso Trieste che ad oggi non ha sufficiente portata;
   il piano regolatore sostiene che le aree in questione non sono idonee a ricevere nuove strutture;
   all'interno della relazione della dottoressa Vallaro al servizio della Programmazione e Pianificazione Urbanistica del Comune di Novara – del 26 gennaio 2011 prot. 5993 R.I. 00/1425, si specifica come CIM nell'anno 2001 abbia ottenuto giudizio positivo condizionato da prescrizione del decreto di valutazione dell'impatto ambientale 5658/2000 in merito all'assetto idraulico complessivo della zona viste le notevoli criticità in caso di piogge intense, criticità che erano già emerse durante l'alluvione che ha colpito la provincia di Novara nel 2002;
   come specificato nella relazione, anche in virtù della regolamentazione del Piano assetto idrogeologico era stato previsto per il tratto nord e sud la realizzazione di un diversivo di piena del Terdoppio che rientra nel quadro complessivo di regolamentazione del piano stralcio per l'assetto idrogeologico;
   nell'ambito dei tavoli tecnici intercorsi con le direzioni regionali competenti nel corso dell'approvazione al PRGC è stato formalmente approvato dall'autorità di bacino del Po di delimitare le aree alluvionali e conseguentemente realizzare le opere previste per la mitigazione del rischio;
   il tracciato di massima del diversivo è stato poi inserito nel nuovo piano regolatore di Novara;
   il 13 luglio 2005 regione Piemonte, comune di Novara, RFI S.p.a. e Ferrovie Nord Milano hanno sottoscritto un accordo di programma dove per opere di mitigazione si prevedeva la progettazione (a cura di comune e regione) l'approvazione (a cura del comune) e la realizzazione (a cura del comune) di un diversivo di piena denominato «scolmatore del Terdoppio»;
   in merito a questo intervento il comune di Novara dichiarò che per la fase progettuale e per la realizzazione dell'opera si sarebbe appoggiato ad una convenzione da stipulare con la partecipata CIM spa. La regione Piemonte avrebbe cofinanziato la spesa prevista all'80 per cento;
   la progettazione dovette tener conto delle prescrizioni previste nel PAI;
   la progettazione CIM ha quindi previsto la realizzazione dello scolmatore in due fasi, di cui per la prima esiste un progetto preliminare, mentre la seconda di completamento era vincolata alla realizzazione di interventi di adeguamento del Terdoppio a valle di Novara;
   il tracciato previsto si svilupperebbe lungo un corridoio libero da edifici nella zona ad est del corso naturale del Terdoppio tagliando corso Trieste a circa 500 metri dall'attuale ponte verso Pennate, in un'area frequentemente soggetta ad allagamenti, per una lunghezza di circa 1330 metri;
   l'insieme di tali opere (variazioni urbane, diversivo, rialzi spondali, riempimenti), come citato nella relazione, dovrebbero essere considerati come interventi parziali rispetto agli attuali rischi di allagamento dell'intera area che verrebbe definitivamente posta in sicurezza solo a seguito di interventi complessivi sull'asta fluviale;
   la relazione conclude affermando che «considerata la frequenza statistica delle esondazioni, i costi del comune abbastanza contenuti (contributi finanziari regionali e CIM) per la realizzazione della prima fase del diversivo, il blocco di ogni attività edilizia in zona in attesa dell'intervento AIPO e le modifiche sostanziali apportate ai piani, programmi e studi approvati e condivisi fino ad ora, si evidenzia in questa eventuale decisione (il blocco di ogni attività edilizia in zona) una contraddittorietà da ben valutare e giustificare. In questa ipotesi diventa ancor più fondamentale approntare delle efficaci azioni di protezione civile» –:
   considerando la mancata realizzazione di buona parte della prescrizione prevista dalla regione Piemonte secondo cui si sarebbe dovuta subordinare l'opera CIM alla risoluzione delle problematiche idrauliche ambientali del torrente Terdoppio, e considerando che da decreto del Ministero dell'ambiente n. 5658 del 12 dicembre 2000 si sarebbero dovute ottemperate tutte le prescrizioni individuate dalla regione Piemonte, se i Ministri interrogati se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia nel corso degli anni svolto verifiche presso il Centro intermodale merci di Novara e quante ne siano state fatte;
   nel caso di risposta affermativa, da chi siano state effettuate;
   se risulti agli atti se siano state fatte verifiche o ispezioni nella fase di realizzazione dell'opera;
   quali azioni, nel pieno della propria competenza, i Ministri interrogati ritengano di mettere in atto al fine di fare in modo che si realizzino quanto prima tutte quelle opere necessarie al fine di mettere in sicurezza il territorio su cui sorge il CIM e quelli limitrofi. (5-05005)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

idrogeologia

inquinamento dei corsi d'acqua

corso d'acqua