ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04636

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Abbinamenti
Atto 5/04905 abbinato in data 13/01/2016
Atto 5/06670 abbinato in data 13/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015 05/02/2015
Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 03/02/2015
Stato iter:
13/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2016
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 13/01/2016
Resoconto VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

SOLLECITO IL 13/10/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/01/2016

DISCUSSIONE IL 13/01/2016

SVOLTO IL 13/01/2016

CONCLUSO IL 13/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04636
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   VALLASCAS, L'ABBATE, MASSIMILIANO BERNINI e PARENTELA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   a seguito della deliberazione preliminare adottata dal Consiglio dei ministri nella riunione del 6 novembre 2008, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 marzo 2009 è stato definito il procedimento di alienazione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nella società Tirrenia di Navigazione spa, nonché la cessione delle partecipazioni detenute dalla stessa nelle società di cabotaggio regionali Caremar (Campania Regionale Marittima spa), Saremar (Sardegna Regionale Marittima spa), Toremar (Toscana Regionale Marittima spa) e Siremar (Sicilia Regionale Marittima spa);
   l'articolo 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, che contiene gli accordi di programma definiti tra Stato e regioni interessate, al comma 8, stabilisce che «La Tirrenia di navigazione S.p.a. e la Siremar-Sicilia Regionale Marittima S.p.a., nonché la Caremar-Campania Regionale Marittima S.p.a., la Saremar-Sardegna Regionale Marittima S.p.a. sono privatizzate, in conformità alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti in materia, attraverso procedure di gara aperte, non discriminatorie, atte a determinare un prezzo di mercato, le quali, relativamente alle privatizzazioni realizzate dalle regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana, possono riguardare sia l'affidamento dei servizi marittimi sia l'apertura del capitale ad un socio privato»;
   il provvedimento individuava, quale termine ultimo per la pubblicazione dei bandi di gara per la privatizzazione di Tirrenia e delle controllate Saremar, Siremar e Toremar, il 31 dicembre 2009, e stabiliva, a garanzia del mantenimento dei livelli dei servizi erogati sulla base delle convenzioni in vigore e dei contratti di servizio stipulati, la somma complessiva di 184.942.251 di euro annui, a decorrere dal 2010, di cui la quota parte della regione Sardegna era pari a 13.686.441 euro, per una durata non superiore ai 12 anni;
   nel recepire la legge 20 novembre 2009, n. 166, la regione Sardegna deliberò che nel procedimento di privatizzazione le quote azionarie della società avrebbero dovuto essere suddivise tra una quota pubblica, attraverso l'acquisizione da parte della finanziaria della regione Sardegna Sfirs, non inferiore al 49 per cento, e una quota privata, pari alla restante parte del capitale sociale;
   le difficoltà riscontrate nel processo di privatizzazione di Tirrenia spa a cui ha fatto seguito la dichiarazione dello stato di insolvenza della società, con sentenza n. 332 del 12 agosto 2010 del tribunale di Roma, hanno determinato una sospensione del procedimento di privatizzazione di Saremar che vanta tuttora un credito con Tirrenia pari a 11 milioni e mezzo di euro;
   in virtù dei ritardi nella privatizzazione della Saremar, e dopo diversi richiami alla regione Sardegna, nel 2012, l'amministrazione dello Stato ha sospeso l'erogazione delle risorse necessarie al mantenimento dei servizi, risorse che, a tutt'oggi, vengono erogate dalla regione Sardegna per un ammontare pari a 16 milioni di euro annui;
   nel mese di gennaio del 2014, l'Unione europea ha condannato la Saremar S.p.a. al risarcimento di 10 milioni e 800 mila euro, perché considerati aiuti di stato ottenuti dalla regione Sardegna, tra il 2011 e il 2012, nell'ambito del progetto «flotta sarda»;
   questo stato di cose ha determinato una situazione di grave difficoltà nei conti della società di cabotaggio, nella disponibilità di spesa e solvibilità nei confronti dei fornitori; una situazione degenerata in misura tale che nel mese di luglio del 2014, la società ha presentato alla sezione fallimentare del tribunale di Cagliari istanza di accesso alle procedure di concordato preventivo;
   l'istanza è stata esitata venerdì 16 gennaio 2015 con il deposito del decreto del tribunale di Cagliari che ha accolto la richiesta e il piano presentato dalla società Saremar;
   in questo caso, si potrebbe delineare una situazione di grave svantaggio per la proprietà pubblica dell'azienda, con una svendita del patrimonio societario, costituito prevalentemente dalla flotta, per l'ammodernamento della quale nel 2010 la regione ha investito 7 milioni di euro, al solo valore dei debiti maturati da Saremar, tra cui la sanzione dell'Unione europea, e nonostante l'azienda vanti un credito con Tirrenia pari a 11 milioni e 500 mila euro;
   si configurerebbe in tale modo, ad avviso degli interroganti, un vergognoso sperpero del patrimonio pubblico a vantaggio di un soggetto privato che, tra l'altro, sarebbe destinatario delle sovvenzioni pubbliche previste nelle norme di privatizzazione;
   attualmente la Saremar garantisce i collegamenti diurni con l'arcipelago della Maddalena, dove risiedono stabilmente oltre 11 mila abitanti, per un totale di 21 corse, e con l'isola di San Pietro, dove risiedono 6 mila abitanti, per un totale di 22 corse (circa 15 da Portovesme e 7 da Calasetta);
   la precarietà della condizione in cui opera la Saremar, e l'acquisizione da parte di un privato, destano molteplici preoccupazioni sulla continuità e qualità dei servizi erogati, con particolare riguardo all'affacciarsi di logiche di mercato e di redditività in un contesto in cui va salvaguardato, a garanzia della continuità territoriale interna, un servizio fondamentale e necessario come i collegamenti con le isole minori;
   peraltro queste preoccupazioni sarebbero giustificate dagli esiti dei procedimenti di alienazione delle altre aziende di cabotaggio marittimo controllate da Tirrenia;
   la Toremar, ad esempio, privatizzata nel 2011, dopo una recente sentenza del Consiglio di Stato, dovrà essere gestita da un operatore diverso dal primo aggiudicatario della gara; anche la Caremar ha dovuto subire un lungo iter giudiziario, fatto di ricorsi e rinvii della privatizzazione (il nuovo gestore dovrebbe subentrare nel 2015); mentre nel caso di Siremar, sarebbero emersi gravi inadempimenti contrattuali da parte del gestore aggiudicatario del bando di privatizzazione;
   nel complesso l'esperienza della privatizzazione avrebbe fatto emergere una situazione controversa caratterizzata da ricorsi e conseguenti rinvii dell'avvio delle nuove gestioni; inosservanze contrattuali, quanto a corse, orari, tariffe ed altre modalità operative determinate da un abbattimento dei costi di gestione, con conseguenti disservizi e contenziosi con soggetti pubblici; riduzione del personale impiegato e ricorso a lavoratori stagionali; mancato rinnovo o impiego di naviglio non adeguato;
   l'alienazione della Tirrenia e delle controllate sarebbe stata giustificata, tra le altre cose, con la necessità di rispettare obblighi comunitari in materia di concorrenza, peraltro ai definiti in maniera perentoria e comunque mai con una previsione di alienazione dell'azienda;
   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 marzo 2009, in premessa, sottolinea «che l'obiettivo della liberalizzazione e dell'accesso non discriminatorio, al mercato del cabotaggio marittimo di servizio pubblico, assicurando effettiva concorrenza, è raggiunto anche tramite la cessione al mercato del controllo delle società esercenti tali servizi mediante ricorso a procedura, competitiva, trasparente e non discriminatoria»;
   da quanto esposto si evince che la privatizzazione non è una condizione necessaria e obbligatoria per stabilire eguali condizioni d'accesso al mercato del cabotaggio marittimo di servizio pubblico, ma, al limite, che concorrerebbe alla sua realizzazione;
   la Commissione europea, nella procedura di infrazione n. 2007/4609 – ex articolo 258 del TFUE, nel rilevare violazioni all'articolo 4 del Regolamento n. 3577/92 sul principio della «libera prestazione dei servizi», fa intendere che l'obbligo riguarda il rispetto dei principi di libera concorrenza con parità di accesso al settore, indipendentemente dal fatto che i soggetti siano pubblici o privati;
   nel dettaglio, il regolamento (CEE) n. 3577/92(2) del Consiglio prevede una serie di norme dirette a tutelare i collegamenti marittimi non adeguatamente serviti dal mercato, in particolare, autorizza gli Stati membri ad imporre obblighi di servizio pubblico e concludere contratti di servizio pubblico per servizi regolari da, verso e tra le isole. Rientra inoltre nella competenza delle autorità nazionali stabilire se vi sia necessità di un servizio pubblico e finanziare tale servizio –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per fare in modo che un servizio di particolare rilevanza come il collegamento territoriale con le isole minori della Sardegna venga salvaguardato nelle frequenze e nella qualità e non subisca ripercussioni negative dall'ingresso di un privato nella sua gestione;
   se non ritenga opportuno, in relazione alla situazione di criticità e al procedimento fallimentare in corso, assumere iniziative per sospendere le procedure di privatizzazione dell'azienda al fine di evitare una svendita della flotta e del patrimonio societario;
   se debba considerarsi obbligatoria la procedura di privatizzazione Saremar, di tutto o parte del capitale sociale (anche di una quota di minoranza) o se essa possa essere derogata (come lascerebbe intendere la normativa comunitaria di riferimento e suggerirebbero gli esiti non ottimali delle privatizzazioni delle altre società regionali di navigazione ex Tirrenia), mantenendo quote e servizio in capo a soggetti pubblici, come avviene oggi presso la regione Sardegna, già gestore diretto e proprietario per il 100 per cento di società esercente il trasporto pubblico locale su gomma;
   se non ritenga che debba essere sbloccata la quota annuale di finanziamento assegnata dallo Stato alla Saremar per il tramite della regione Sardegna, pari a 13.686.441 euro, che non viene più erogata dal 2012 per effetto del mancato avvio del processo di privatizzazione;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per rimodulare tutto il processo di privatizzazione della Saremar, anche in considerazione delle difficoltà riscontrate nella cessione ai privati della Tirrenia e delle sue controllate regionali, con la previsione di un'acquisizione pubblica delle quote dell'azienda regionale della Sardegna, visto che sussistono le condizioni previste dall'Unione europea. (5-04636)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 13 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-04636

  Rispondo congiuntamente alle interrogazioni degli onorevoli Vallascas e Pili in quanto vertono su medesimo argomento.
  Faccio presente che la mancata attuazione delle norme di cui alle leggi nazionali n. 166 del 2009 e n. 163 del 2010, nonché di quanto sancito dall'Accordo di Programma Stato-Regioni del 3 novembre 2009, le quali prevedevano l’iter per il riassetto della disciplina dei collegamenti marittimi pubblici a carattere regionale fra la Sardegna e le proprie isole minori, è dipesa esclusivamente dalla circostanza che la regione Sardegna non ha avviato nei tempi previsti le procedure per la privatizzazione, non consentendo, pertanto, il trasferimento delle risorse economiche messe a disposizione dalla citata legge n. 166 del 2009 per lo svolgimento dei servizi in argomento.
  Inoltre, la stessa Regione impose nel 2011 alla Saremar l'esercizio di rotte di collegamento con il continente che successivamente furono oggetto di procedura di infrazione da parte della UE e che determinarono l'emanazione della Decisione – C/2013/9101 final – del gennaio 2014. Per effetto di tale decisione, Saremar ha dovuto restituire oltre 10 milioni di euro, il che ha determinato il dissesto economico della società.
  A seguito dell'apertura della procedura di concordato preventivo, si è resa impossibile l'applicabilità delle norme sopracitate, che prevedevano, nell'ambito della privatizzazione, la cessione del compendio aziendale (divenuto indisponibile) e la stipula del contratto di servizio per la gestione delle rotte, quali presupposti per fruire del finanziamento statale. Peraltro non è stato possibile formulare altre ipotesi di salvataggio per la società Saremar conformi con la normativa europea in materia di compatibilità di aiuto di Stato.
  È quindi intervenuto il legislatore nazionale che, al fine di garantire la continuità territoriale tra la Sardegna e le proprie isole minori, ha approvato la legge n. 125 del 6 agosto 2015, di conversione del decreto-legge n. 78 del 2015, che, all'articolo 8, comma 13-septies, ha previsto che le risorse di cui al comma 16, lettera c), dell'articolo 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, possono essere utilizzate a copertura degli oneri annuali di servizio pubblico relativi al contratto di servizio stipulato all'esito dell'affidamento del predetto servizio sulla base di una procedura di gara aperta e non discriminatoria, nel rispetto delle norme nazionali ed europee di settore e nei limiti di quanto necessario per coprire i costi netti determinati dall'adempimento degli obblighi di servizio pubblico individuati dallo stesso contratto; tale gara dovrà essere gestita dalla regione Sardegna.
  Aggiungo che, l'articolo 1, comma 485, della legge di stabilità 2016 ha integrato il citato articolo 8, comma 13-septies, prevedendo la possibilità di utilizzare, entro il 30 giugno 2016, le risorse stanziate nel limite di 6,5 milioni di euro per assicurare i servizi di collegamento marittimo attualmente convenzionato con la Regione, anche tramite la prosecuzione del contratto con la marittima Saremar.
  Tutto ciò premesso, nel ricordare che il MIT è competente in questa materia esclusivamente ai fini dell'erogazione contabile per la regione Sardegna dei fondi statali inderogabilmente fissati dalla sopracitata normativa per il compimento dei servizi in argomento, faccio presente che rispetto alla questione dell'evoluzione della vicenda Saremar si è, ad oggi, unicamente a conoscenza che la regione Sardegna, con proprie delibere approvate nel corso del 2015, stabiliva il termine del 31 dicembre 2015 per la cessione di tutti i beni aziendali della Saremar, con conseguente estinzione della società e quindi conseguente impossibilità di procedere alla sua privatizzazione.
  Per completezza d'informazione, quanto alla proroga in capo alla Saremar, specifico che in realtà i dodici anni si riferiscono alla durata del nuovo contratto di servizio da stipularsi fra la regione Sardegna e l'acquirente di Saremar, che si sarebbero dovuti calcolare agli esiti della procedura di privatizzazione, la quale non si è mai effettivamente realizzata.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

privatizzazione

cabotaggio marittimo

accesso al mercato