ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15431

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 734 del 01/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 01/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/02/2017
Stato iter:
20/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/04/2017

CONCLUSO IL 20/04/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15431
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Mercoledì 1 febbraio 2017, seduta n. 734

   ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   con direttiva 2008/50/CE del 21 maggio 2008 relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, sono stati stabiliti i valori limite per la qualità dell'aria;
   con decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, «Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa», è stato istituito un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente;
   con deliberazione del consiglio regionale del Lazio n. 66 del 10/12 2009 è stato approvato il piano di risanamento della qualità dell'aria della regione Lazio, in attuazione degli articoli 8 e 9 del decreto legislativo n. 351 del 1999, pubblicato sul S.O. n. 60 al Bollettino ufficiale della Regione n. 11 del 20 marzo 2010, che all'articolo 12 delle NTA stabilisce che le disposizioni contenute nella sezione IV (PROVVEDIMENTI PER IL RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA) si applicano nei territori dei comuni che ricadono nella zona A (classe 1) e B (classe 2) di cui all'articolo 3 del piano;
   con deliberazione della giunta regionale del Lazio n. 536 del 15 settembre 2014 è stata approvata la nuova classificazione del territorio regionale, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 155 del 2010, in base ai risultati degli studi modellistici ed ai monitoraggi eseguiti dall'Arpa Lazio sulla qualità dell'aria nell'ultimo quinquennio 2011-2015, dalla quale risulta che dei 321 comuni del Lazio, ben 91 ricadono in classe 1 (ex zona A del PRQA), cioè nella classe con più elevato grado d'inquinamento atmosferico determinato dai superamenti dei limiti di legge degli inquinanti, che si ricorda essere limiti sanitari;
   con nota circolare n. 635050 del 20 dicembre 2016 la regione Lazio ha raccomandato ai comuni del Lazio maggiormente inquinati di predisporre un piano di intervento operativo (PIO) comunale, con le modalità di una progressiva attuazione dei provvedimenti da adottare in relazione al persistere o all'aggravarsi delle condizioni d'inquinamento e di prendere visione delle prescrizioni per la predisposizione e l'attuazione del piano e delle misure emergenziali da adottare –:
   di quali elementi disponga il Governo circa le misure per il mantenimento ed il risanamento della qualità dell'aria adottate negli ultimi 5 anni nella regione Lazio, stante il superamento dei limiti di più inquinanti in molte realtà comunali, e se non ritenga urgente assumere iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di ridurre il rischio di superamento dei valori limite, anche al fine di evitare procedure d'infrazione in ambito europeo al nostro Paese. (4-15431)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 aprile 2017
nell'allegato B della seduta n. 782
4-15431
presentata da
ZARATTI Filiberto

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si fa presente che, per fronteggiare il problema dell'inquinamento atmosferico, la regione Lazio con Dcr n. 66 del 10 dicembre 2009, ha approvato il piano per il risanamento della qualità dell'aria che definisce il complesso degli interventi finalizzati alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici, laddove si verifica il superamento dei valori limite previsti dalla normativa, ed al mantenimento della migliore qualità dell'aria nel resto del territorio regionale.
  A seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 155 del 2010, la regione Lazio ha, altresì, provveduto ad adeguare la zonizzazione del territorio regionale (deliberazione n. 536 del 15 settembre 2016) e la rete di monitoraggio della qualità dell'aria (deliberazione n. 478 del 4 agosto 2016) in base a quanto richiesto dalla normativa vigente (deliberazione di giunta regionale n. 217 del 18 maggio 2012). In base alla nuova zonizzazione, il territorio regionale è stato suddiviso in 3 zone per l'ozono, ossia litoranea, Appennino-Valle del Sacco e agglomerato di Roma, e 4 zone per tutti gli altri inquinanti, ossia agglomerato di Roma, zona appenninica, zona Valle del Sacco e Zona litoranea.
  Inoltre, la regione ha approvato la deliberazione n. 688 del 15 novembre 2016 concernente i «Criteri per l'assegnazione dei contributi, erogati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per la realizzazione degli interventi di risanamento della qualità dell'aria, in attuazione del “programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni di materiale particolato in atmosfera nei centri urbani” istituito con decreto ministeriale 16 ottobre 2006». La regione fa presente che i fondi ministeriali saranno ripartiti al fine di garantire sia a soggetti pubblici sia privati il sostegno all'attuazione delle misure idonee al contenimento e al contrasto all'inquinamento atmosferico.
  Sempre la Regione segnala che, attualmente, il piano è in fase di revisione e con la deliberazione n. 834 del 30 dicembre 2016 sono state approvate le «Linee guida per la redazione dell'aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell'aria (Prqa) approvato con Dcr n. 66 del 10 dicembre 2009 della regione Lazio». In fase di approvazione è, invece, la proposta di deliberazione n. 3852 del 2 marzo 2017 relativa alle «Linee Guida sui criteri per la sostenibilità territoriale degli impianti per la produzione di energia elettrica da combustione, diretta ed indiretta, di biomasse». Sono stati, inoltre, approvati una serie di provvedimenti direzionali, sia propedeutici che successivi agli atti di giunta, diretti a darvi attuazione.
  Dai dati comunicati dalla regione Lazio e da quelli disponibili sul sito
web dell'Arpa Lazio, per l'anno 2015, le aree più critiche nel territorio regionale sono l'agglomerato di Roma e la Valle del Sacco, a causa del maggiore carico emissivo e, per la zona Valle del Sacco, delle caratteristiche morfologiche del territorio che non favoriscono la dispersione degli inquinanti in atmosfera.
  Per quanto concerne l'agglomerato di Roma, la criticità principale è rappresentata dall'NO2 per cui, nelle stazioni urbane di Corso Francia, Largo Magna Grecia e Fermi, la concentrazione media annua supera i 60 μg/m3. Nel contesto cittadino solo Villa Ada e Ciampino hanno concentrazioni annue inferiori al limite di legge. Il numero di superamenti orari del valore limite di 200 μg/m3 non è mai oltre la soglia massima consentita (18 volte l'anno). Relativamente al PM10 si registrano superamenti del valore limite giornaliero di 50 μg/m3 superiore al massimo consentito (35 in un anno civile) nelle stazioni di Cinecittà, Preneste, Tiburtina, Francia, Ciampino, Largo Magna Grecia e Cipro. Non viene invece superato il valore limite per la concentrazione media annuale di PM10 in nessuna stazione all'interno dell'Agglomerato di Roma. Riguardo l'ozono, presso tutte le stazioni, ad eccezione di Bufalotta e Cipro, si sono registrati superamenti dell'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 μg/m3), mentre il valore obiettivo per la protezione della salute umana è stato superato nelle sole stazioni di Cinecittà (29 giorni di superamento) e Preneste (30 giorni di superamento).
  Per quanto riguarda la zona della Valle del Sacco, il PM10 rappresenta la maggior criticità della zona, sia per la media annua, che risulta superiore al valore limite consentito di 40 μg/m3 nelle stazioni di Frosinone Scalo e Ceccano, sia per i superamenti giornalieri che sono in numero inferiore ai 35 consentiti solo nelle stazioni di Fontechiari e Anagni, arrivando, invece, nelle stazioni di Ceccano e Frosinone Scalo a, rispettivamente, 121 e 115 superamenti di 50 μg/m3. Per l'NO2 il numero di superamenti del valore limite orario di 200 μg/m3 rimane inferiore al massimo consentito (18 in un anno civile), mentre la concentrazione media annua è superiore al valore limite di 40 μg/m3 nella stazione di Frosinone Scalo (43 μg/m3). Riguardo l'ozono si registrano superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute umana nelle stazioni di Frosinone Mazzini (31 giorni di superamento) e Fontechiari (61 giorni di superamento). In tale zona si riscontrano inoltre alcune criticità per il benzo(a)pirene per il quale il limite normativo viene superato sia nella stazione di Frosinone Scalo, con 3,08 ng/m3, sia in quella di Colleferro Europa con 1,17 ng/m3.
  Per quanto riguarda le altre zone, le uniche criticità riscontrate nel 2015 sono relative all'ozono, per il quale si registrano superamenti del valore obiettivo previsto per la protezione della salute umana in tutte le stazioni della Zona Appenninica, e nella sola stazione di Allumiere (52 giorni di superamento) nella Zona Litoranea.
  Come previsto dalle norme di attuazione del Piano (deliberazione di giunta regionale n. 164 del 5 marzo 2010), nei due agglomerati di Roma e Frosinone, per l'entità dei superamenti dei limiti di legge, sono previsti provvedimenti specifici e più restrittivi, ad esempio sulla circolazione veicolare e sugli impianti termici, che devono essere predisposti dalle singole amministrazioni comunali tramite la redazione di un Piano di intervento operativo (P.I.O.).
  Per quanto riguarda il comune di Roma, con deliberazione di giunta comunale n. 242 del 19 luglio 2011, sono stati approvati una serie di provvedimenti di prevenzione e contenimento dell'inquinamento atmosferico, di tipo permanente, quali la limitazione della circolazione alle auto maggiormente inquinanti nelle zone più sensibili (ZTL centro storico e ZTL Anello ferroviario) e lo sviluppo di forme di mobilità sostenibile, e provvedimenti di tipo emergenziale e programmato. Inoltre con D.A.C, n. 21 del 16 aprile 2015, è stato approvato il Piano generale del Traffico Urbano (PGTU) che prevede, in aggiunta a quanto già vigente, ulteriori provvedimenti con ricadute positive sulla qualità dell'aria. A partire dal mese di gennaio 2016, il Comune di Roma, per quanto di competenza, ha avviato un Tavolo Tecnico finalizzato all'individuazione degli interventi diretti a contrastare l'inquinamento atmosferico; con deliberazione di giunta comunale n. 76/2016 ha deliberato l'attuazione dei provvedimenti di limitazione della circolazione veicolare previsti dal nuovo PGTU (D.A.C. n. 21/2015) per la prevenzione e il contenimento dell'inquinamento atmosferico, stabilendo, all'interno della ZTL anello ferroviario, il divieto programmato per il periodo 21 novembre 2016-31 marzo 2017 di accesso e di circolazione dal lunedì al venerdì (24h/24h), con esclusione del sabato, della domenica e dei giorni festivi infrasettimanali, per gli autoveicoli alimentati a benzina «Euro 2». Tale divieto programmato di accesso di circolazione diverrà divieto permanente a partire da novembre 2017.
  La succitata deliberazione di giunta comunale ha, altresì, approvato la ridefinizione del Piano di intervento operativo (articolo 25 delle norme di attuazione del piano di risanamento della qualità dell'aria) con una serie di misure dirette al ripristino del valore limite di NO2 stabilito dalla Direttiva attualmente violata. Il nuovo Piano di intervento operativo, in vigore dal 21 novembre 2016, individua i criteri operativi in base ai quali vengono disposti i necessari provvedimenti da adottarsi, di volta in volta con apposito atto, all'interno della ZTL «fascia verde» a seconda delle situazioni di criticità da inquinamento che si dovessero verificare nei vari periodi dell'anno; tali provvedimenti di contenimento sono adottati sulla base dei dati e delle previsioni modellistiche fornite da Arpa Lazio.
  Relativamente alla zona Valle del Sacco, si deve far presente inoltre che, rispetto all'agglomerato di Roma, dove le emissioni predominanti derivano dal traffico urbano, la situazione delle sorgenti emissive è più complessa, considerato che in questa zona vi sono notevoli fonti emissive industriali, da traffico locale e autostradale, oltre alle emissioni civili residenziali. Inoltre, tale zona è interessata in generale da una situazione meteoclimatica sfavorevole e da caratteristiche morfologiche del territorio che non favoriscono la dispersione degli inquinanti in atmosfera.
  Per tale zona, secondo quanto dichiarato dalla regione in merito ai provvedimenti per la riduzione delle emissioni di impianti di combustione ad uso industriale, l'attività della provincia riguardo il rilascio delle autorizzazioni AIA è stata portata a termine e alcune autorizzazioni, rilasciate prima dell'entrata in vigore del Piano di qualità dell'aria, saranno riesaminate per allinearle alle disposizioni in esso contenute, e anche i controlli agli impianti industriali saranno intensificati per le verifiche sulla corretta conduzione degli stessi. Secondo la regione, la completa attuazione delle prescrizioni sugli impianti industriali contenute nelle norme di attuazione del piano consentirà ulteriori miglioramenti sulla qualità delle emissioni.
  Per quanto riguarda il comune di Frosinone, dando attuazione al piano regionale di risanamento della qualità dell'aria, sono stati emanati, nel corso degli ultimi anni, una serie di provvedimenti per il risanamento della qualità dell'aria, tra cui interventi programmatici di limitazione del traffico, oltre ad altre misure quali la riduzione delle temperature negli ambienti degli edifici residenziali, commerciali, direzionali, ricreativi, di culto, sportivi, scolastici e assimilabili. A ciò si aggiunge il divieto di climatizzazione di cantine, box e garage e la riduzione di 2 ore dell'accensione degli impianti rispetto alla norma per quelli alimentati a gasolio. È vietato, inoltre, usare legna o biomasse per impianti di riscaldamento superiori a 35Kw, se è possibile l'alimentazione a gas o gpl; da evitare anche l'uso di camini aperti e chiusi, stufe a legna,
pellet e biomasse anche per le abitazioni, quando provviste di rete gas o gpl.
  Inoltre, secondo quanto dichiarato dalla regione, per rafforzare gli interventi fino ad oggi adottati dai singoli comuni per contrastate i superamenti dei limiti di legge del PM10, è prevista l'attivazione di azioni coordinate tra i comuni della Valle del Sacco (Colleferro, Alatri, Anagni, Ferentino, Ceccano, Frosinone e Cassino) attraverso un piano di interventi concertati e simultanei sul traffico urbano e sul riscaldamento domestico.
  La regione, ai sensi della normativa vigente, ha altresì provveduto ad informare e a sensibilizzare, con circolari ed incontri, tutti i comuni del territorio regionale sulla situazione di inquinamento atmosferico presente e sugli adempimenti da mettere in atto per contrastarlo; in particolare con circolare n. 635050 del 20 dicembre 2016 è stato trasmesso un elaborato con le prescrizioni per la predisposizione e l'attuazione dei Piani di intervento operativo (PIO) ai sensi dell'articolo 25 delle norme di attuazione del piano di risanamento della qualità dell'aria. L'attuazione delle misure previste negli anzidetti provvedimenti sarà seguita dall'Arpa Lazio attraverso studi modellistici approfonditi per la valutazione dell'efficacia di tutte le misure, regionali e locali, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di legge. L'Arpa Lazio, tra l'altro, cura l'organizzazione, la presentazione e la diffusione via
web, sul link «centro regionale della qualità dell'aria» delle informazioni relative all'inquinamento atmosferico regionale, fruibili dalla popolazione, dalle amministrazioni provinciali e comunali e dalle altre autorità competenti in materia di tutela ambientale; tale forma di comunicazione è attuata in coerenza con le indicazioni della Comunità europea in materia di accesso alle informazioni.
  La regione ha, poi, comunicato a tutti i Comuni del Lazio, l'avvenuta pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale serie generale n. 239 del 12 ottobre 2016, il decreto ministeriale n. 20 del 20 luglio 2016, che approva il «Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro» e definisce le modalità per la presentazione dei progetti al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  A livello nazionale, si segnala che, stante la competenza primaria delle Regioni in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria, l'azione del Ministero dell'ambiente è stata mirata a garantire un costante e fondamentale supporto alle Amministrazioni locali. In primo luogo, al fine di favorire un confronto istituzionale sul tema della valutazione e gestione della qualità dell'aria, è stato istituito, presso il Ministero, un coordinamento tra i rappresentanti dello stesso, del Ministero della salute, di ogni regione e provincia autonoma, dell'Upi e dell'Anci e le agenzie e gli istituti tecnici con competenze in materia ambientale (ISPRA, ISS, ENEA, CNR). Nel contesto del coordinamento sono individuati gli indirizzi comuni per la valutazione della qualità dell'aria ed anche in relazione agli strumenti di pianificazione.
  Inoltre, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato da tempo un'azione di indirizzo e coordinamento di tutte le amministrazioni centrali aventi competenza in settori che producono emissioni in atmosfera al fine di definire una strategia volta all'individuazione di misure condivise da attuare congiuntamente su tutto il territorio nazionale.
  In particolare, è stata avviata un'interlocuzione con le regioni del centro sud, finalizzata a porre in essere soluzioni mirate e condivise per l'individuazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria specifiche per tali territori, anche sul modello dell'accordo di programma delle regioni del bacino padano.
  Infine, si segnala che il 30 dicembre 2015 è stato sottoscritto un importante protocollo d'intesa tra il Ministero dell'ambiente, la conferenza delle regioni e province autonome e l'associazione nazionale dei comuni italiani per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell'aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane.
  In particolare, tale protocollo prevede tra le misure urgenti, da attivare dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10 (di regola 7 giorni) le seguenti: abbassamento dei limiti di velocità di 20km/h nelle aree urbane estese al territorio comunale e alle eventuali arterie autostradali limitrofe, previo accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; attivazione di sistemi di incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
  Tale protocollo prevede importanti misure di sostegno agli interventi regionali e locali di risanamento, come la destinazione di circa 12 milioni di euro al finanziamento di misure dirette ad incentivare il trasporto pubblico locale e la mobilità alternativa al trasporto privato. Il decreto del Ministro dell'ambiente, di indirizzo circa la destinazione e l'utilizzo delle risorse, così come quello direttoriale di fissazione della regolamentazione del programma sono stati già pubblicati sul sito del Ministero (decreto ministeriale DEC-2016-316 del 10 novembre 2016 e decreto direttoriale RIN-DEC-2016-0000125 del 22 novembre 2016).
  Nel protocollo si prevede, inoltre, un impegno a precisare le attività da finanziare con strumenti di incentivazione esistenti (fondo per la mobilità sostenibile, fondo per la realizzazione di reti di ricarica elettrica, fondo per la riqualificazione energetica delle scuole e degli edifici pubblici), per un importo totale di circa 350 milioni di euro. In tale ambito sono già stati attivati 6 milioni di euro per il finanziamento di interventi di mobilità sostenibile ed efficienza energetica nelle città di Bologna, Roma, Milano e Torino, nonché 35 milioni di euro destinati al programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro al fine di finanziare progetti predisposti da uno o più enti locali e riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a 100.000 abitanti, diretti a incentivare iniziative di mobilità urbana alternative all'automobile privata.
  Un ulteriore contributo, infine, è atteso dall'attuazione della nuova direttiva sui tetti alle emissioni.
  Lo scorso 14 dicembre è stata adottata, infatti, la direttiva 2016/2284/Unione europea, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, la cosiddetta direttiva NEC
(National emission ceilings). Tale direttiva stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni nazionali per gli inquinanti biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH3) e polveri PM2,5 da raggiungere entro il 2020 e il 2030.
  Tali obiettivi sono individuati come percentuali di riduzione delle emissioni dei singoli inquinanti rispetto ai valori registrati nel 2005 e mirano a garantire una riduzione generalizzata dell'inquinamento atmosferico sul territorio dell'Unione Europea.
  La riduzione delle emissioni, necessaria a raggiungere gli obiettivi, deve essere perseguita tramite la predisposizione, l'adozione e l'attuazione di specifici «programmi di controllo» nazionali. Il programma dovrà, in particolare, definire le priorità politiche ed il loro rapporto con le priorità stabilite in altri settori d'intervento pertinenti, compresi i cambiamenti climatici, l'agricoltura, l'industria e i trasporti; dovranno, infine, essere chiarite le responsabilità attribuite alle diverse autorità (nazionali, regionali e locali).
  Un contributo rilevante alla riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera è pertanto atteso dall'attuazione della citata direttiva NEC.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

applicazione del diritto comunitario

tasso di inquinamento

controllo dell'inquinamento