ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13921

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 661 del 25/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: NUTI RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 25/07/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/07/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/07/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 16/09/2016

SOLLECITO IL 10/11/2016

SOLLECITO IL 14/02/2017

SOLLECITO IL 07/04/2017

SOLLECITO IL 27/07/2017

SOLLECITO IL 09/11/2017

SOLLECITO IL 29/11/2017

SOLLECITO IL 06/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13921
presentato da
NUTI Riccardo
testo di
Lunedì 25 luglio 2016, seduta n. 661

   NUTI, DI BENEDETTO, DI VITA, LUPO e MANNINO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la provincia e la città di Palermo sono territori ove la criminalità organizzata di tipo mafioso è profondamente e storicamente radicata, come, d'altronde, le relazioni annuali della direzione nazionale antimafia certificano: nell'ultima relazione disponibile, pubblicata nel febbraio 2016, con riferimento a «Cosa Nostra» si legge che «deve confermarsi, anche all'esito delle investigazioni svolte in quest'anno – come costantemente segnalato nelle precedenti relazioni – che la città di Palermo è e rimane il luogo in cui l'organizzazione criminale esprime al massimo la propria vitalità sia sul piano decisionale (soprattutto) sia sul piano operativo, dando concreta attuazione alle linee strategiche da essa adottate in relazione alle mutevoli esigenze imposte dall'attività di repressione continuamente svolta dall'autorità giudiziaria e dalla polizia giudiziaria»;
   questa situazione, secondo gli interroganti, si riflette inevitabilmente anche sulla macchina amministrativa locale, come dimostrano, tra l'altro, recenti indagini che hanno coinvolto il comune di Palermo e le sue società partecipate;
   infatti, nel 2009 un dipendente del comune, Gabriele Oliveri, è stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento in favore del boss mafioso latitante Andre Adamo;
   nel 2011 sono stati arrestati due dipendenti della società partecipata AMAT, tra i 36 esponenti delle famiglie mafiose palermitane di Brancaccio, San Lorenzo, Resuttana e Passo di Rigano, arrestati in un maxi blitz coordinato dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, e accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e traffico di stupefacenti: uno dei due dipendenti AMAT arrestati è Matteo Inzerillo, già coinvolto negli anni Novanta nell'inchiesta Iron Tower su un traffico di droga fra la Sicilia e gli Stati Uniti, esponente di spicco della fazione degli «scappati», coloro che furono esiliati dopo aver perso la guerra di mafia contro i corleonesi, e che, secondo gli inquirenti, stavano cercando di ricostituire una nuova cupola mafiosa nel palermitano;
   nel febbraio dei 2015, il consigliere comunale Giuseppe Faraone, già assessore provinciale, è stato arrestato con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso in quanto avrebbe fatto da intermediario per la «messa a posto» di un cantiere edile;
   numerosissimi sono stati, inoltre, in questi anni i casi corruttivi registrati con riferimento sia al comune di Palermo, sia alle sue società partecipate, tenendo presente che, come ben illustrato in una recente relazione della direzione investigativa antimafia al Parlamento, tra mafia e corruzione c’è un «nesso congenito e fortissimo», o, come illustrato recentemente dal pubblico ministero antimafia Nino Di Matteo, «Mafia e corruzione sono ormai facce della stessa medaglia ma mentre i boss sono adeguatamente puniti, i corrotti che vanno a braccetto con i padrini sono garantiti da una sostanziale impunità dalla politica»;
   nel giugno del 2014, ben 11 dipendenti della società partecipata COIME sono stati arrestati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al peculato, falso e accesso abusivo a sistema informatico, per aver organizzato una truffa da quasi 1 milione di euro, alternando fraudolentemente le buste paghe di molti dipendenti;
   nel febbraio del 2014 è stato denunciato a Palermo un dipendente della società partecipata RAP, con l'accusa di ricettazione e violazione della normativa in materia ambientale;
   nel dicembre del 2014 le autorità di polizia hanno proceduto all'arresto di 16 dipendenti del comune di Palermo, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, istigazione alla corruzione, truffa e falso materiale, per aver truccato le cartelle esattoriali delle imposte comunali Tarsu e Tares;
   gli amministratori della società partecipata AMIA (oggi in fallimento) nell'aprile del 2015 sono stati condannati per bancarotta fraudolenta l'ex presidente e i membri del consiglio di amministrazione e il direttore generale della società, con interdizione dai pubblici uffici: gli imputati, a vario titolo, avrebbero iscritto nel bilancio del 2005 false plusvalenze derivanti da vendite di automezzi e di immobili per un valore di 16 milioni di euro, che in realtà, nel passaggio da Amia ad Amia servizi Srl erano stati affittati; le presunte false plusvalenze avrebbero tenuto in vita l'Amia che altrimenti avrebbe dovuto essere ricapitalizzata o messa in liquidazione o assoggettata a procedure concorsuali;
   nell'aprile del 2015, 5 dipendenti della società partecipata RAP sono stati tratti agli arresti domiciliari mentre altri 3 sono stati sottoposti alla misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, a chiusura di un'indagine su furti di carburante e beni aziendali che avvenivano quasi quotidianamente;
   nell'ottobre del 2015, 84 fra agenti della polizia municipale e dipendenti della società partecipata COIME sono finiti sotto indagine per sospette timbrature multiple per conto di terzi del proprio badge, risultando in servizio mentre erano assenti dal posto di lavoro;
   due funzionari del comune, Mario Li Castri e Giuseppe Monteleone, sono stati promossi dirigenti a tempo determinato nel giugno 2015, quando all'epoca dei fatti risultavano indagati dalla procura di Palermo per abusivismo e successivamente rinviati a giudizio;
   nell'aprile del 2016, un dipendente degli uffici comunali della protezione civile palermitana è stato indagato per l'usanza della doppia timbratura del proprio badge di riconoscimento;
   nell'aprile 2016 è apparsa la notizia di un dipendente della società partecipata RESET che, nel normale orario di lavoro, avrebbe svolto compiti ad esclusivo vantaggio personale di un dirigente comunale, nello specifico il lavaggio di un'autovettura, in un'area definita dagli organi di stampa «assolutamente off-limits» presso la sede dell'assessorato comunale alla cultura; tale servizio, secondo quanto riportato dai quotidiani, costituirebbe un comportamento usuale all'interno dell'edificio dell'assessorato e non un episodio isolato;
   nell'aprile del 2016, è stato reso noto all'opinione pubblica che all'interno di locali della polizia municipale palermitana un barbiere veniva ospitato per esercitare, da anni e in maniera del tutto illegittima, la propria professione in favore dei dipendenti della polizia medesima;
   nel maggio del 2016 è stato arrestato un altro dipendente della società partecipata RAP per detenzione di armi e di droga;
   nel luglio del 2016, il consiglio di giustizia amministrativa si è pronunciato sul bando di concorso per dirigenti a tempo determinato indetto nel dicembre 2014 dal comune di Palermo, definendo una nomina illegittima, con ricadute su tutte le altre nomine avvenute con modalità similari, così come da tempo è stato denunciato tramite alcune interrogazioni parlamentari alla Camera dei deputati la n. 5-06573, la n. 4-09911 e la n. 4-13217;
   persino un ex-sindaco è stato condannato penalmente: nel 2009, il programma satirico televisivo «Striscia la notizia» scoprì che l'allora sindaco di Palermo, Diego Cammarata impiegava consciamente a fini personali un operaio della società partecipata GESIP (oggi in fallimento), durante il normale orario lavorativo, come skipper manutentore della propria imbarcazione; per questo Cammarata è stato condannato nel febbraio 2016 in secondo grado per truffa a due anni mentre l'operaio della GESIP è stato condannato a 1 anno e mezzo;
   anche l'Autorità nazionale anticorruzione ha svolto un'intensa attività ispettiva e di controllo presso il comune di Palermo negli ultimi anni;
   in particolare, con riferimento alle norme sulla trasparenza, l'Anac ha rivolto due rilevazioni negative sulle informazioni contenute sul sito web istituzionale del comune di Palermo datate 19 marzo 2014 e 29 maggio 2014, per mancanza di alcuni dati e informazioni;
   la deliberazione n. 5, adunanza 30 settembre 2014 denunciava pensanti anomalie e difformità relative al progetto comunale di realizzazione della linea tranviaria, per un valore al prezzo di aggiudicazione nel 2005 pari a circa 192 milioni di euro più, Iva e lievitato sino al costo odierno complessivo di circa 323 milioni di euro, inoltrando successivamente le carte alla Procura della Repubblica di Palermo e alla Corte dei conti; in particolare sono stati contestati: lavori avviati in mancanza di progetto esecutivo e senza quindi una chiara stima iniziale dei costi, ritardi nello portamento dei sottoservizi che hanno fatto slittare il completamento dell'opera, varianti non autorizzate subito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal comune (e quindi non conformi alla contabilità di Stato), errori progettuali per otto milioni di euro non contestati ai progettisti, consulenze costosissime; come diretta conseguenza della deliberazione, il direttore generale di AMAT, nonché responsabile unico del progetto dell'appalto si è autosospeso dal consiglio di amministrazione di AMAT;
   nel giugno del 2016, l'Anac inviò un dossier alla procura della Corte dei conti e alla procura della Repubblica di Palermo, sui lavori di somma urgenza eseguiti dal comune per interventi in 3 edifici scolastici e 2 edifici di proprietà comunali, che sarebbero stati deliberati con modalità non corrette, in quanto i lavori eseguiti non avevano carattere di somma urgenza ma, in larga parte manutentiva e quindi soggetti ad un iter differente;
   lo stesso responsabile della prevenzione della corruzione presso il comune di Palermo, come si può leggere nella propria relazione sullo stato di attuazione degli adempimenti discendenti dalla legge n. 190 del 2012, nonché dal piano triennale di prevenzione dei fenomeni corruttivi del comune di Palermo – Triennio 2014-2016 «Con nota riservata del 09.10.2014 avente ad oggetto “Conferimento degli incarichi dirigenziali – legge n.190 del 2012 articolo 1 comma 46 – attività di vigilanza del Responsabile della prevenzione dei fenomeni corruttivi”, lo scrivente ha segnalato il caso di n. 2 dirigenti dell'amministrazione destinatari di sentenza penale di condanna per reati contro la pubblica amministrazione, nei confronti dei quali dovrà essere valutata l'applicazione degli effetti del citato articolo 1 comma 46»;
   la società partecipata GESIP (oggi in fallimento) fu costituita nel 2001 e vi confluirono 1550 precari, dei quali 637 ex detenuti delle cooperative storiche e il restante dal bacino dei lavoratori socialmente utili, per un costo di oltre 54 milioni di euro, lievitati negli anni successivi fino a circa 2000 unità ed un costo totale a carico del comune che arrivò a sfiorare nel 2012 circa 70 milioni di euro;
   in questa società nel corso degli anni si sono annoverati numerosi casi di assenteismo da parte del proprio personale, oggi passato in larga parte alla società partecipata di nuova costituzione RESET, e dedito ad altri impieghi durante il normale orario di lavoro: ad esempio 1 dipendente è stato scoperto mentre era dedito a vendere cibo in un esercizio commerciale, 5 dipendenti sono stati impiegati come muratori per la ristrutturazione della casa di un dirigente, 3 dipendenti invece impiegati come autisti di politici, mentre nel corso del primo semestre del 2010. Inoltre ben 5 dipendenti sono stati accusati a vario titolo di rapporti con Cosa Nostra; nelle notizie di stampa non è, infatti, difficile ritrovare articoli o servizi televisivi che definiscono una parte di questi lavoratori come «fannulloni»;
   inoltre, ciclicamente, i dipendenti della GESIP hanno messo in atto collettivamente episodi di violenza inaudita all'interno della città di Palermo, arrivando a provocare vere e proprie scene di guerriglia urbana come nel 2012, quando addirittura minacciarono di bloccare la città di Palermo e persino Io svolgimento delle elezioni amministrative locali, al fine di richiedere milioni di euro da parte delle istituzioni per poter coprire i buchi di bilancio della società e continuare ad erogare gli stipendi;
   la pericolosità sociale di questo fenomeno è stata attestata, tra l'altro, anche da un servizio del programma satirico televisivo Striscia la notizia del maggio 2012, in cui l'allora Ministro alla coesione territoriale Fabrizio Barca, intervistato da Stefania Petyx, ammetteva che le risorse erano state sottratte alle politiche di sviluppo della regione siciliana, sottolineando la necessità dell'intervento economico per motivi di ordine pubblico;
   da ultimo il 22 luglio 2016, il capo del personale della società partecipata RESET, ha ricevuto ultimamente diverse minacce dai dipendenti della società, precedentemente in GESIP, fino a subire una grave intimidazione, venendo incendiata la propria vettura;
   quanto finora esposto descrive, secondo gli interroganti, seppur non in maniera esaustiva, un quadro preoccupante della gestione delle osa pubblica a Palermo, a prescindere dal sindaco in carica, e rappresenta, sempre secondo gli interroganti, una chiara assenza di una seria politica di contrasto di eventi illeciti all'interno dell'amministrazione comunale e delle sue partecipate, che non ha ostacolato l'accesso da parte della criminalità, anche organizzata, alla macchina amministrativa –:
   se il Governo non intenda, per quanto di competenza, attivare iniziative ispettive, da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica della ragioneria generale dello Stato e dell'Ispettorato per la funzione pubblica presso il dipartimento della funzione pubblica, al fine di verificare la regolarità della situazione amministrativo-contabile presso l'ente comune di Palermo e le sue società partecipate;
   se il Governo non ritenga di valutare se sussistano i presupposti per assumere le iniziative di competenza ai sensi degli articoli 141 e seguenti nel testo unico della legge sull'ordinamento degli enti locali alla luce del preoccupante susseguirsi di fenomeni criminogeni all'interno delle istituzioni locali palermitane. (4-13921)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

traffico di stupefacenti

relazione