ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09788

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 459 del 10/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 10/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 21/10/2015

SOLLECITO IL 22/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09788
presentato da
D'INCÀ Federico
testo di
Venerdì 10 luglio 2015, seduta n. 459

   D'INCÀ e BRUGNEROTTO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   secondo l’«Indagine Piccoli Comuni 2012» dell'associazione ambientalista Legambiente e dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) realizzata dall'Istituto per la finanza e le economie locali (IFEL), nei piccoli comuni italiani, ossia le realtà amministrative con popolazione residente inferiore o pari a 5.000 abitanti, vivono circa 10 milioni di persone e la superficie territoriale amministrata dai piccoli comuni ricopre il 54 per cento del territorio nazionale. Il 72 per cento dei comuni, infatti, ha meno di 5.000 abitanti, eppure rappresentano una realtà importantissima per la difesa dell'ambiente, della cultura e dell'agricoltura. Rappresentano inoltre delle vere e proprie roccaforti di identità e sono custodi del patrimonio storico-artistico, naturale ed enogastronomico italiano. Infatti, in queste aree vi si trova il 16 per cento dei musei ed aree archeologiche di proprietà statali e il 94 per cento di essi presenta almeno un prodotto DOP. I piccoli comuni sono anche il luogo privilegiato di sperimentazione delle buone pratiche più innovative in fatto di energia, economia verde e riciclo dei rifiuti;
   purtroppo però, ormai da tempo si assiste ad un progressivo spopolamento, che ha assunto carattere strutturale, di vaste aree interne del Paese, montane ed insulari. Tale fenomeno sta determinando così una vera e propria emergenza che necessita, a parere dell'interrogante, dell'adozione di una serie di strumenti normativi e di adeguate risorse pubbliche, da adottare con carattere di urgenza;
   con la perdita di abitanti, le comunità locali di queste aree smarriscono la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, tradizioni millenarie, uniche, irripetibili finiscono per sempre, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio per effetto dello spopolamento e, parallelamente, cresce la congestione nei centri urbani e crescono i problemi di degrado ambientale;
   a determinare tale fenomeno hanno contribuito anche l'adozione di politiche di sviluppo, volte a privilegiare, in termini di investimenti pubblici nelle infrastrutture e di creazione di servizi, le aree sviluppate dell'Italia e le politiche di bilancio, improntate al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica, che attraverso i cosiddetti «tagli lineari» hanno comportato una drastica riduzione di diversi servizi nei settori importanti, quali il trasporto urbano, sanitario e quello scolastico. La diminuzione della presenza pubblica in termini di servizi, unita ad una sempre più preoccupante diminuzione delle attività economiche private ha avuto significativi riflessi anche sul piccolo commercio urbano e sull'artigianato che hanno subito una drastica riduzione. Gli effetti più evidenti ed immediati si sono maggiormente evidenziati nei comuni di dimensione demografica minore con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, anche in considerazione, delle caratteristiche insediative storiche dei sistemi montani e collinari, basati su un'articolazione molto diffusa di centri abitati gravitanti sul comune capoluogo;
   a titolo di esempio, nel solo territorio Bellunese, area a netta prevalenza di piccoli comuni montani (dai dati desunti annualmente dai registri anagrafici comunali e rielaborati dal sistema statistico della regione Veneto), si prefigura un crollo demografico dei tanti piccoli paesini sempre più abbandonanti, della montagna Bellunese. E il trend di decrescita comincia ad accelerare sempre più. L'ultimo dato elaborato (2013) parla di 209.430 abitanti in provincia di Belluno;
   a conferma delle precedenti osservazioni si può citare il raffronto con il trend di crescita delle altre province venete che hanno caratteristiche morfologiche diverse dal Bellunese. Infatti, mentre la provincia di Belluno decresce, tutte le altre (eccetto l'altrettanto «periferica» Rovigo) crescono. Il Veneto è passato da poco più di 4 milioni di abitanti negli anni ’70 ai quasi 5 milioni di abitanti nel 2013. Treviso è cresciuta di 190 mila unità, Vicenza di circa 162 mila, Verona di 161 mila e Padova di 141 mila e Venezia cresce solo di 21 mila abitanti –:
   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative per istituire un Osservatorio nazionale sullo spopolamento, da realizzare attraverso accordi con l'UPI, l'UNCEM, le province, le regioni maggiormente coinvolte nel fenomeno e con il supporto scientifico delle università;
   se e quali iniziative intenda intraprendere, al fine di: migliorare la mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento; migliorare le infrastrutture e i servizi maggiormente «sensibili» ai fini della qualità della vita (servizi sanitari, servizi scolastici, servizi per il tempo libero e le attività sportive, servizi telematici e altro); realizzare laboratori artistici e culturali per i giovani, in collegamento con istituti d'arte, accademie musicali, che comprenderanno anche attività estive di stage; recuperare e riqualificare gli edifici, gli spazi pubblici e le reti di servizio; promuovere attività di ricerca e alta formazione nei comuni, in cui le università potrebbero essere incentivate a localizzare ricerche e corsi di alta formazione su tematiche legate alle risorse ambientali e culturali dei territori; attrarre nuove iniziative imprenditoriali compatibili con le specificità locali; promuovere e attivare pacchetti integrati di localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati, attraverso la messa a disposizione a condizioni di vantaggio di immobili pubblici e privati non utilizzati da destinare ad attività produttive (artigianato, turismo, servizi e altro), terreni e case rurali non utilizzati da destinare ad attività agricole, forestali e di turismo rurale; promuovere e sostenere condizioni di lavoro flessibile, soprattutto per le donne, anche attraverso il telelavoro; estendere ai piccoli comuni gli incentivi, già previsti a favore delle zone montane, della «pluriattività» da parte dei coltivatori diretti per lavorazioni di sistemazione e manutenzione del territorio; dare precedenza ai piccoli comuni nell'accesso ai finanziamenti pubblici per la realizzazione di programmi di e-government e per la realizzazione del sistema pubblico di connettività (larga banda); disporre incentivi finanziari e «premi di insediamento» a favore di coloro che trasferiscono la residenza e/o la sede di lavoro, pongono in essere interventi di recupero del patrimonio abitativo, ovvero avviano un'attività economica, nei piccoli comuni; garantire al fine di promuovere e di sostenere lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli comuni, il riequilibrio demografico del Paese, contrastandone lo spopolamento e favorendone il progressivo ripopolamento. (4-09788)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

comune

finanziamento pubblico

spopolamento