Legislatura: 17Seduta di annuncio: 378 del 19/02/2015
Primo firmatario: SCAGLIUSI EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015 DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015 LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015 PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 19/02/2015 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/07/2016
SOLLECITO IL 15/04/2015
MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 27/07/2016
SCAGLIUSI, CASO, DE LORENZIS, LIUZZI, SIBILIA e PETRAROLI. —
Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
nel 2006, viene indetta una gara per la costruzione del nuovo porto di Molfetta al massimo ribasso, con un importo base di 69 milioni di euro;
la gara viene aggiudicata l'anno successivo all'associazione temporanea di imprese guidata dalla Cmc di Ravenna, per un importo di 57 milioni di euro;
nel 2008, appena due anni dopo la gara, la giunta di Molfetta, cittadina in provincia di Bari, guidata dall'allora sindaco di Molfetta e senatore Antonio Azzollini, approva un progetto esecutivo da 72 milioni di euro, che quindi non tiene conto del ribasso ottenuto in gara;
c’è una relazione dell'Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici, datata 15 gennaio 2009 ed elenca una serie di gravi irregolarità nei lavori per il nuovo porto di Molfetta;
è proprio la relazione dell'Autorità di vigilanza a sottolineare, già nel 2009, «la non completa definizione del progetto definitivo dei lavori, che non consente la completa definizione dei costi e dei tempi per la realizzazione dell'intervento»;
da quel documento, trasmesso alla procura Trani, è nata l'inchiesta con 62 indagati che il 7 ottobre 2013 ha portato all'arresto di due persone: il responsabile unico dell'appalto per il comune, Vincenzo Balducci, e il procuratore speciale della Cmc, l'azienda appaltatrice, Giorgio Calderoni;
l'inchiesta ha portato anche all'accusa, per Azzollini in qualità di sindaco di Molfetta, di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico, falso in atto pubblico, abuso d'ufficio, violazione delle normative ambientali, violazione della normativa sul lavoro, violenza e minaccia a pubblico ufficiale;
tra le contestazioni più gravi ad Azzollini e la sua amministrazione, quella di aver convenuto con il consorzio di imprese appaltatrici, guidato dalla coop rossa Cmc di Ravenna, una transazione da 7,8 milioni di euro a titolo di compensazione per lo stop dei lavori dovuto alla presenza degli ordigni;
il 12 marzo 2013, il suicidio del dirigente del settore appalti del comune di Molfetta, Enzo Tangari, nei giorni in cui la polizia giudiziaria acquisiva in Municipio i documenti necessari a chiudere l'inchiesta;
ad oggi, «i lavori sono realizzati al 60 per cento», afferma il sindaco Natalicchio. Il cantiere è fermo, sotto sequestro dal 7 ottobre 2013, il giorno degli arresti;
nel frattempo le casse dello Stato hanno continuato a foraggiare il cantiere del porto di Molfetta con un fiume di soldi. Infatti, nel testo della legge di stabilità 2015 presentato dal Governo e approvato a fine dicembre 2014 per apportare tagli ai Ministeri e agli enti locali, il comune di Molfetta ha visto arrivare uno stanziamento di dieci milioni di euro non richiesto. Peccato che il porto sia già interamente finanziato, che il cantiere sia sotto sequestro dal 7 ottobre dell'anno 2014 e che i lavori, a quella data, fossero già sostanzialmente fermi per la presenza in mare di migliaia di ordigni bellici che impedivano il dragaggio del fondale;
una delibera della nuova giunta, datata 25 novembre 2014, elenca tutti i finanziamenti statali ricevuti dal comune di Molfetta per realizzare il porto. La somma ammonta a 159 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i dieci milioni dell'ultima manovra: 169 milioni, dunque, a fronte di un'opera appaltata sette anni fa a una cifra tre volte più piccola, nonostante, in comune confermano che a fronte dei 169 milioni di euro stanziati dallo Stato non è mai esistito qualcosa di simile a un business plan o, almeno, un'analisi costi-benefici;
gli altri copiosi fondi ottenuti dallo Stato, ricostruiscono i pubblici ministeri vengono dirottati dall'amministrazione Azzollini verso esborsi che con il porto non hanno nulla a che fare. Tra queste, 624 mila euro in incentivi ai dipendenti comunali e tante altre spese correnti, compresi, spiegano i pubblici ministeri, «111.526 euro in “cancelleria e stampa” e 34.378 euro in “conti di ristoranti”». Secondo i pubblici ministeri di Trani, l'amministrazione Azzollini ha comunque abusato di quei soldi per far risultare nel bilancio del comune un «fittizio equilibrio economico», nonché per attestare «falsamente» il rispetto del patto di stabilità –:
perché il Governo abbia assunto l'iniziativa di stanziare ulteriori 10 milioni di euro nell'ambito della legge di stabilità 2015 per l'ultimazione del porto di Molfetta nonostante il porto sia già stato interamente finanziato con somme già di gran lunga superiori a quanto richiesto considerato che, secondo i pubblici ministeri di Trani, l'amministrazione Azzollini ha abusato di quei soldi per far risultare nel bilancio del comune un «fittizio equilibrio economico»;
se, alla luce di quanto premesso, il Ministro non ritenga doveroso assumere iniziative per congelare l'importo di ulteriori 10 milioni di euro stanziato per il porto, fino a che non venga fatta intera chiarezza sulla vicenda dagli organi competenti. (4-08048)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):impianto portuale
norma di lavoro
pubblico ministero