ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04563

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 214 del 17/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/04/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 31/07/2014

SOLLECITO IL 31/07/2014

SOLLECITO IL 20/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04563
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo presentato
Giovedì 17 aprile 2014
modificato
Giovedì 31 luglio 2014, seduta n. 276

   FERRARESI, ZOLEZZI, DELL'ORCO, SPADONI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la città di Carpi, in provincia di Modena, è tra i paesi colpiti dal sisma del maggio 2012 ed ha subìto, al pari di altre, la rottura in vari punti della rete idrica;
a seguito di questi eventi il servizio di igiene degli alimenti e nutrizione dell'azienda unità sanitaria locale di Modena ha eseguito uno specifico monitoraggio della qualità dell'acqua erogata dalle reti di distribuzione per uso civile in alcuni comuni, già nei mesi di luglio e settembre del 2012: nei comuni di Finale Emilia e Cavezzo si sono riscontrati valori significativi di fibre di amianto: 10.174 fibre/l a Finale E., 1.017 a Cavezzo;
nelle analisi effettuate successivamente a Carpi, il 7 maggio 2013, su 4 punti di prelievo, si ritrovano fibre in valori compresi tra le 1.017 e le 5.426 fibre/l; nel successivo esame, in data 10 giugno 2013, le fibre passano a valori compresi tra le 9.411 e le 10.426 fibre/l.; il 3 settembre 2013 in 2 dei 4 punti di prelievo i valori riscontrati sono tra le 53.978 e le 130.024 fibre/l., in data 19 dicembre 2013 in 3 punti si ritrovano valori compresi tra le 7.654 e le 53.978 fibre/l;
in una conferenza stampa congiunta di comune, AUSL e AIMAG (l'azienda di gestione dell'acquedotto), di luglio 2013, il sindaco afferma: «Gli esperti ci hanno rassicurato circa la salubrità dell'acqua nonostante questo fenomeno, le micro particelle di amianto anche se ingerite non hanno effetti dannosi sulla salute»;
ciò non è bastato a tranquillizzare la cittadinanza la quale si è organizzata in comitati, in particolare di genitori delle locali scuole pubbliche, materne ed elementari, che hanno fornito i propri figli di acqua in bottiglia da usare nelle ore di permanenza a scuola;
anche a seguito di tale mobilitazione si è istituito, su iniziativa del comune, un tavolo tecnico che il 30 ottobre 2013 ha redatto una relazione in cui risulta: «La disamina di questi risultati ci indica che l'acqua in esame non è mai stata e non è in grado di formare una pellicola protettiva di carbonato di calcio sulla superficie interna delle tubazioni in c-a(cemento-amianto). Un'acqua come quella in esame esplica una accelerazione della lisciviazione delle condotte con conseguente rilascio di fibre d'amianto»;
per evitare il fenomeno sta per essere messa in atto una proposta soluzione tecnica, sperimentale, consistente in un dosaggio in continuo di un formulato a base di fosfato monosodico alimentare e zinco nell'acqua da trattare; Giancarlo Ugazio, già docente di Patologia generale della Facoltà di Medicina di Torino, però avverte: «Vogliono sperimentare il composto? Lo facciano su un solo pezzo di acquedotto, in modo da verificare i risultati, prima di coinvolgere i cittadini trattandoli come cavie»;
il Dipartimento di sanità Pubblica dell'AUSL di Modena, servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, riconosce che: «al momento non sono a noi note esperienze analoghe e data la scarsità di riferimenti bibliografici, si è proceduto in data 27 gennaio 2014 a richiedere, in accordo con la Regione, un parere all'Istituto Superiore di Sanità»;
il parere è pervenuto in data 24 febbraio 2014 e mette in evidenza che per quanto riguarda l'aspetto tecnico, in particolare riferito alla efficacia del trattamento sul rilascio delle fibre di amianto, da un punto di vista teorico la soluzione proposta è considerata praticabile, mentre per quanto riguarda gli aspetti sanitari, riferiti a possibili effetti sfavorevoli sulla salute, vengono messe in rilievo alcune criticità richiamate nel documento «Linee guida sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del decreto ministeriale 7 febbraio 2012 n. 25» con particolare riferimento all'utilizzo di prodotti che rispondano a criteri di purezza previsti dal settore alimentare, a concentrazioni dei prodotti che non superino limiti imposti dalla normativa o che possano causare rischi per il consumatore, a modalità di dosaggio dei prodotti e sistemi di monitoraggio delle concentrazioni in rete;
in sostanza si riconosce la possibilità di dare avvio a questa sperimentazione;
la legge n. 257 del 27 marzo 1992 sancisce la completa dismissione (estrazione, importazione, lavorazione) delle tubazioni in cemento-amianto ed impone alle regioni la predisposizione di piani di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto;
il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 114 indica che non sono ancora noti i valori di concentrazione di amianto aerodisperso, al di sotto dei quali non vi è più rischio di contrarre malattie neoplastiche amianto correlate;
il decreto del Ministero della sanità del 14 maggio 1996 (normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica) richiama l'attenzione delle competenti amministrazioni ad un controllo dello stato di conservazione delle reti nonché ad una rapida e progressiva sostituzione di tubazioni e serbatoi in cemento-amianto per il possibile rilascio di fibre di amianto;
il medesimo decreto, all'allegato 3 comma 1, recita: «Studi a livello internazionale su popolazioni esposte attraverso l'acqua potabile a concentrazioni di fibre di amianto variabili da 1 Mln fibre/l a 200 Mln fibre/l provenienti sia da sorgenti naturali contaminate che dalla cessione da parte di condotte o cassoni in cemento amianto, non hanno fornito finora chiare evidenze di una associazione fra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di acqua potabile contenente amianto. L'interpretazione dei dati ottenuti dal complesso di tali ricerche è a tutt'oggi un problema dibattuto sul quale non vi è unanimità di vedute»;
il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 27 aprile 2004 inserisce l'amianto (asbesto) come possibile causa del tumore gastroenterico (da ingestione) nelle malattie professionali, da segnalare obbligatoriamente;
il principio della precauzione deve ritenersi sempre prioritario in ambito legislativo ed amministrativo in quanto la presenza dell'amianto come materiale componente dell'acqua potabile può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, che ad oggi non consente però di determinarne il rischio con sufficiente certezza;
numerosi esperti nel campo della salute, tra cui la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice del centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni dell'istituto Ramazzini di Bologna, il professor Luciano Mutti, direttore di medicina generale e del laboratorio di oncologia clinica ASL11 di Vercelli, il professor Giancarlo Ugazio già ordinario di patologia generale presso l'università di Torino e presidente del gruppo di ricerca per la prevenzione della patologia ambientale, hanno messo più volte in evidenza come l'utilizzo di acqua con presenza di amianto per usi antropici può essere rischioso per la salute umana, non solo per l'ingestione ma anche e soprattutto perché con l'evaporazione le fibre sono destinate ad aereodisperdersi nell'ambiente di vita, a contaminare abiti, lenzuola, suppellettili, e quindi respirate con conseguente aumento del rischio di compromissione della salute;
la pericolosità dell'amianto nell'acqua potabile è stata sottolineata anche nel corso della recente seconda Conferenza internazionale dell'ONA (Osservatorio nazionale amianto) ONLUS, che si è tenuta il 20 e 21 marzo 2014 a Roma presso la Camera dei deputati;
si ritiene che la prevenzione, la bonifica e la messa in sicurezza del nostro territorio dalle tante situazioni di inquinamento ambientale, dissesto idrogeologico, pericolosità sismica, siano la vera priorità per il Paese, sia sotto l'aspetto della salute dei cittadini, del rilancio dell'occupazione, del sostegno all'economia dei territori, dello sviluppo del turismo: sono la prima opera infrastrutturale su cui investire –:
se il Ministro della salute non intenda attivarsi presso l'Istituto superiore di sanità per approfondire le questioni evidenziate in premessa al fine di valutare se l'immissione di un formulato a base di fosfato monosodico alimentare e zinco nell'acqua da trattare per contenere le fibre di amianto presenti nell'acqua potabile possa comportare dei rischi sotto il profilo della tutela della salute dei cittadini e, una volta completato questo accertamento, se non intenda comunicarne le risultanze al comune di Carpi;
se, nella redazione del piano nazionale amianto siano state adeguatamente considerate le possibili conseguenze derivanti dalla presenza dell'amianto nelle tubazioni e, in ogni caso, se non si ritenga necessario adottare iniziative per la verifica della eventuale presenza di fibre di amianto nelle reti idriche italiane con i relativi termini entro i quali adempiere a queste verifiche;
se si ritenga necessario prevedere di realizzare e disporre un piano nazionale di ammodernamento delle infrastrutture legate all'utilizzo e alla gestione dell'acqua pubblica, anche utilizzando i fondi strutturali europei, sia per evitare la dispersione di acqua sia, soprattutto, per salvaguardarne la salubrità rispetto al rischio amianto e altri agenti patogeni in essa presenti. (4-04563)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

CARPI,MODENA - Prov,EMILIA ROMAGNA

EUROVOC :

amianto

sostanza pericolosa

consumo alimentare

acqua potabile

rischio sanitario

prevenzione delle malattie

protezione dell'ambiente