ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02098

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 92 del 08/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: FICO ROBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/10/2013
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 14/10/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 09/01/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 31/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02098
presentato da
FICO Roberto
testo di
Martedì 8 ottobre 2013, seduta n. 92

   FICO, LUIGI DI MAIO, CECCONI, BRESCIA, TURCO, FERRARESI, D'AMBROSIO, CASO, D'UVA, MANLIO DI STEFANO, NUTI, SIBILIA e NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   a quanto risulta agli interroganti, nel comune di Maiori (SA), la frazione di Erchie versa ormai da anni in una situazione di grave degrado ed emergenza, a causa dell'inerzia delle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo;
   quest'ultime, infatti, a partire dal 2002, anno di avvio dell’iter di realizzazione del PUAD (progetto di riqualificazione delle aree demaniali finalizzato al riassetto urbanistico, al rilancio economico e alla tutela nel complesso dei cittadini e del patrimonio sociale), a tutt'oggi non hanno realizzato alcuna infrastruttura connessa o derivante da detto progetto, di fatto cagionando il recesso della frazione, la nascita di notevole contenzioso sia con i privati titolari di concessioni demaniali sia con altre amministrazioni pubbliche, ma soprattutto determinando la sussistenza di una situazione di pericolo per i cittadini residenti e i numerosi turisti, derivante dalla mancata attuazione di piani di evacuazione necessari a salvaguardare la sicurezza dell'abitato, che risulta inserito in zona di grave dissesto idrogeologico, documentato dall'accurata relazione predisposta dall'autorità di bacino destra Sele;
   tale, situazione risulta ancor più aggravata dal fatto che interessa il contesto geografico della costiera amalfitana area di primaria importanza in quanto rientrante nel patrimonio dell'UNESCO e nelle zone SIC (siti di interesse comunitario);
   gli interroganti ritengono che il contenzioso innescato dal comune con gli altri partecipanti al procedimento (Soprintendenza per i beni architettonici, per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico BAPPSAD - di Salerno e Avellino, l'autorità di bacino destra del Sele e i privati titolari di concessioni demaniali) abbia causato una perdita di gettito in conseguenza della mancata riscossione dei canoni relativi alle concessioni demaniali oggetto di contesa;
   l'azione del comune necessita da parte del Ministro la massima attenzione perché con decreto legislativo n. 85 del 28 maggio 2010 (cosiddetto «federalismo demaniale»), è stata attribuita la titolarità di gran parte dei beni del demanio dello Stato alle regioni, province, comuni e città metropolitane, ma detto decreto non ha cambiato nulla della disciplina delle concessioni demaniali marittime e dei canoni che vengono pagati per esse in quanto il 1o comma dell'articolo 4 stabilisce che i beni del demanio marittimo non entrano a far parte del patrimonio disponibile delle regioni. Essi restano assoggettati al regime stabilito dal codice civile, dal codice della navigazione, dalle leggi statali compresa la legge finanziaria per il 2007 (n. 296 del 2006), disciplinante gli attuali canoni di concessione, alle leggi regionali che normano rilascio delle concessioni demaniali marittime nonché alle norme comunitarie (cosiddetta direttiva «Bolkestein» – CE 123 del 2006), secondo cui le opere costituenti le singole attività oggetto di concessione demaniale (stabilimenti balneari e attività commerciali in genere) devono essere removibili, ad esclusione dei servizi tecnologici e di depositi adibiti a stoccaggio strutture, quindi composti essenzialmente da elementi lignei;
   l'operato dell'amministrazione comunale in relazione alla deliberazione del PUAD appare agli interroganti evidentemente insufficiente, e desta perplessità circa la sua sostanziale conformità alle leggi dello Stato e alla congruità in relazione ai fini per cui è stato predisposto;
   andrebbero valutati gli effetti negativi in termini economico-finanziari del mancato pagamento dei canoni relativi alle concessioni oggetto di contesa a danno dello Stato e dell'aggravio delle procedure burocratiche (gare d'appalto, modifiche e varianti di volta in volta apportate al progetto, rinvio dei lavori e altro) dovuto allo slittamento di ben 10 anni dei tempi di approvazione del PUAD;
   sarebbe opportuno verificare se siano state rispettate le disposizioni europee a tutela del patrimonio e della libera concorrenza del mercato di cui alla direttiva «Bolkestein» richiamata in premessa, poiché è, infatti palese che il borgo saraceno è ancora teatro di una cementificazione dell'arenile risultato di pregressi abusi edilizi a danno del demanio, e tra l'altro ancora non bonificati;
   occorrerebbe approfondire le responsabilità in merito alla crisi dell'economia locale, in forte regressione, anche in considerazione del fatto che le attività balneari e quelle dei servizi connessi (parcheggi, negozi, ristoranti, le strutture ricettive, e altro) sono state di fatto private di un efficiente e idoneo supporto infrastrutturale con grave nocumento per l'indotto turistico e che la situazione è stata aggravata dall'aver fatto ricorso a permessi di costruzione «in sanatoria» sulle aree demaniali gestite in concessione dai privati per le attività commerciali, che ha comportato un aumento di condotte connesse all'esercizio abusivo delle attività economiche (noleggio natanti, servizio navetta verso spiagge limitrofe) sugli spazi destinati alla libera balneazione, che nel corso degli ultimi 10 anni si sono ridotti notevolmente;
   andrebbe verificato il rispetto del «corretto equilibrio tra aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili» di cui all'articolo 1, comma 254, della legge finanziaria per il 2007 –:
   se si intendano assumere iniziative normative volte a rivedere la disciplina delle concessioni demaniali marittime ai fine di garantire una maggiore aderenza della stessa al quadro giuridico definito a livello dell'Unione europea;
   se si intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di avviare un monitoraggio con il coinvolgimento degli enti territoriali sul rispetto del corretto equilibrio tra aree concesse a privati e arenili liberamente fruibili;
   quali iniziative siano state assunte a salvaguardia dell'incolumità della popolazione della frazione (e qui si considera anche il flusso turistico, che nel periodo estivo incrementa le presenza finanche del 2000 per cento), perennemente esposta al pericolo di frane ed esondazioni, pericolo grave e contingente come risulta dalla relazione dell'autorità di bacino destra Sele;
   se risultino le ragioni per cui ad oggi non sia ancora realizzato il piano di evacuazione previsto per le zone a rischio idrogeologico individuate nel territorio, posto che di tale pericolo è traccia storica lo straripamento del 2004 del torrente S. Nicola. (4-02098)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIUME SELE

GEO-POLITICO:

MAIORI,SALERNO - Prov,CAMPANIA

EUROVOC :

idrogeologia

infrastruttura turistica

acque di balneazione

amministrazione locale