ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00667

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 26 del 30/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: DE LORENZIS DIEGO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 30/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 09/07/2013

SOLLECITO IL 06/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00667
presentato da
DE LORENZIS Diego
testo di
Giovedì 30 maggio 2013, seduta n. 26

   DE LORENZIS. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   dall'ordinanza del giudice delle indagini preliminari di Taranto, Patrizia Todisco, si apprende che, anche durante il periodo di amministrazione Ferrante, in continuità con l'amministrazione diretta dai Riva, l'Ilva ha continuato a disattendere gli impegni presi con Governo ed enti locali. Il giudice, infatti, avrebbe affermato che «non si ha evidenza di alcuna iniziativa intrapresa dalla società per ottemperare alle disposizioni prima impartite dai custodi e poi, in parte, confermate dall'Aia del 2012»;
   sempre nell'ordinanza, relativamente al provvedimento, si legge che quest'ultimo, «non prevede alcuna pianificazione economico-finanziaria dei predetti interventi. Motivo per cui lo stesso, allo stato attuale, oltre a non risultare congruo in termini temporali (sono previsti tempi estremamente lunghi in considerazione dell'attualissimo problema sanitario-ambientale) non dà alcuna garanzia di realizzazione, non avendo la società, allo stato e per quanto espresso, disponibile una adeguata copertura economica»;
   dall'ordinanza si apprende, inoltre, che l'Ilva sarebbe responsabile di non aver messo a norma le attrezzature e di aver quindi causato il decesso, negli ultimi mesi, di tre operai;
   il decreto di sequestro preventivo del 22 maggio 2013, esaminata la richiesta della procura di Taranto avanzata il 27 aprile 2013, il giudice per le indagini preliminari, ha disposto il sequestro preventivo di un quantitativo di beni in possesso all'Ilva Spa e a Riva FIRE pari a 8 miliardi e 100 milioni di euro, pari al profitto dei reati imputabili all'Ilva;
   sempre nel decreto di sequestro si apprende che l'inquinamento è avvenuto con una «massiva attività di sversamento nell'area-ambiente di sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo tali sostanze nelle aree interne allo stabilimento, nonché rurali ed urbane circostanti lo stesso... determinando un gravissimo pericolo per la salute pubblica e cagionando eventi di malattia e morte nella popolazione residente nei quartieri vicino al siderurgico... con l'ulteriore aggravante del numero delle persone concorrenti nel reato»;
   dalla perizia epidemiologica, redatta ad inizio del 2012, si apprende che: «l'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di diversi apparati dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte» e che «nei 13 anni di osservazione, sono attribuibili alle emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno), ovvero l'1,4 per cento della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache. Sono altresì attribuibili 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno) in gran parte nella popolazione di età pediatrica, 638 casi totali, 49 per anno»;
   il 25 maggio 2013 il consiglio di amministrazione dell'Ilva ha rassegnato le proprie dimissioni, destando forti perplessità sulle prospettive di impiego future dei lavoratori dello stabilimento;
   l'impianto siderurgico, a detta dello scrivente, ricoprendo un'area di 15 milioni di metri quadri, è di dimensioni eccessive per il contesto urbano nel quale è sorto e si trova in prossimità delle case e delle scuole del quartiere Tamburi di Taranto e più in generale dei comuni di Taranto e di Statte;
   lo stesso impianto utilizza una tecnologia concepita oltre 50 anni fa con Cokerie, Altoforni e impianti di agglomerazione, che sono tra l'altro, gli impianti da dove provengono le emissioni maggiormente nocive –:
   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno promuovere metodologie di conversione industriale della produzione di acciaio attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie quali il Corex e il Finex;
   se non ritengano procedere, come è avvenuto a Genova, attuando la chiusura dell'area a caldo, per salvaguardare l'ambiente e la salute della cittadinanza;
   se non ritengano possibile procedere ad una riconversione economica dell'area, guardando ad esempi virtuosi come il modello di Pittsburgh, di Bilbao o della valle della Rhur;
   se non reputino necessario adottare delle misure volte a garantire il reddito dei lavoratori, anche alla luce delle recenti dimissioni del consiglio di amministrazione. (4-00667)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

industria siderurgica

sanita' pubblica

inquinamento chimico

nocivita'

protezione dell'ambiente