ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02722

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 729 del 24/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 24/01/2017
Stato iter:
28/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/03/2017
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 28/03/2017
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/03/2017

SVOLTO IL 28/03/2017

CONCLUSO IL 28/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02722
presentato da
GELMINI Mariastella
testo presentato
Martedì 24 gennaio 2017
modificato
Martedì 28 marzo 2017, seduta n. 768

   GELMINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   i produttori italiani di riso hanno lanciato l'allarme di fronte al record registrato nella campagna 2015/2016 delle importazioni comunitarie di riso lavorato, varietà «indica» proveniente dai Paesi del Sud-Est asiatico, in particolare Cambogia e Myanmar, e alla riduzione delle esportazioni comunitarie, con conseguente aumento degli stock comunitari di riporto nella campagna attuale;
   l'Italia è il primo Paese produttore di riso dell'Unione europea, con i suoi 234 mila ettari coltivati a riso e un consumo annuo di 6 chilogrammi pro capite; sul territorio nazionale operano 4.265 aziende che danno lavoro a circa 5.000 addetti e circa 100 industrie risiere, per un giro d'affari di circa un miliardo di euro;
   l'indica non viene consumata in Italia, ma esportata in Europa. Con l'invasione del riso proveniente da Paesi quali Cambogia e Myanmar (che importano a dazio «zero»), la superficie coltivata con tale varietà è scesa da 75 a 33 ettari;
   nel primo semestre del 2016 l’import di riso in Italia è cresciuto del 7,5 per cento a 59 milioni di euro, mentre l’export è calato del 3,7 per cento a 280 milioni di euro;
   nel 2009 sono stati aboliti i dazi alle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar e già nel 2015 l'Unione europea aveva raccomandato al Governo cambogiano di stabilizzare i volumi dell’export di riso verso il continente europeo;
   il Governo di Phnom Penh ha totalmente disatteso alle rassicurazioni fornite, tanto che la Commissione europea è nuovamente intervenuta il 13 luglio 2016, inviando una propria delegazione in Cambogia, senza tuttavia ottenere alcun risultato concreto;
   diventa fondamentale salvaguardare gli interessi della filiera risicola italiana e comunitaria, creando un fronte comune che convinca le istituzioni comunitarie ad agire con rapidità, anche ripristinando i dazi alle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar;
   dal 1o gennaio 2017 è entrato in vigore, anche se in via provvisoria, l'accordo commerciale tra l'Unione europea e l'Ecuador. L'accordo prevede la possibilità di importare nell'Unione europea a dazio zero il riso da seme e un contingente annuo (per cinque anni) di 5.000 tonnellate con il codice NC 1006;
   secondo Eurostat, le importazioni comunitarie di riso dall'Ecuador, assoggettate a dazio zero, hanno riguardato mediamente 20 tonnellate di prodotto. Si tratta di un altro «colpo basso», che si aggiunge alle tante altre concessioni accordate ai Paesi del Sud-Est asiatico e alle importazioni agevolate da Cambogia e Myanmar;
   l'Ente nazionale risi ha convocato e organizzato per il febbraio 2017 a Milano gli stati generali dei principali Paesi produttori –:
   quali iniziative il Governo intenda adottare in sede comunitaria al fine di salvaguardare la produzione italiana di riso, che, è bene ricordarlo, è destinata per un terzo al consumo interno, mentre per il resto è destinata all'esportazione in Europa e nel mondo. (3-02722)
(24 gennaio 2017)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

importazione comunitaria

dazi doganali

cerealicoltura