ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01942

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 550 del 19/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: NUTI RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 19/01/2016
Stato iter:
20/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/01/2016
Resoconto NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 20/01/2016
Resoconto ALFANO ANGELINO MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 20/01/2016
Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/01/2016

SVOLTO IL 20/01/2016

CONCLUSO IL 20/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01942
presentato da
NUTI Riccardo
testo presentato
Martedì 19 gennaio 2016
modificato
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   NUTI e GRILLO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   gli organi elettivi e di governo del comune di Catania sono al centro delle cronache locali e nazionali per alcune vicende che hanno interessato la Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, nonché la Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia presso l'Assemblea regionale siciliana;
   risulterebbe, dalla stampa, che «Cosa nostra» sarebbe riuscita ad infiltrarsi nell'appalto per la realizzazione del piano urbanistico attuativo a Playa, zona meridionale di Catania, per un investimento totale di circa 300 milioni di euro;
   la società che dovrebbe realizzare questo progetto, Stella polare s.r.l., sarebbe collegata alla criminalità organizzata, tramite i tre soci fondatori, l'imprenditore veronese Renzo Bissoli e i catanesi Salvatore Modica e Francesco Strano: l'imprenditore Bissoli, già condannato in primo grado a sette anni per bancarotta fraudolenta, vanta frequentazioni con Mariano Incarbone, imprenditore autonomista condannato in appello a cinque anni per associazione mafiosa, così come ricostruito nella sentenza che ha portato alla condanna in primo grado per concorso esterno alla mafia dell'ex presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, accusato di essere stato il referente politico di una serie di appalti di interesse della criminalità organizzata, tra cui appunto il piano urbanistico attuativo; il catanese Modica è cognato di Giovanni Parisi, considerato un esponente del clan mafioso dei Laudani, che in passato avrebbe favorito la latitanza di Francesco Pistone, pregiudicato affiliato allo stesso clan; il catanese Strano avrebbe ricoperto ruoli all'interno della società Futuria costruzioni s.r.l., costituita dalla moglie di Francesco Guardo e madre di Michele Guardo, entrambi affiliati a Cosa nostra catanese e arrestati nel 2014 nel blitz antimafia «Caronte»;
   infine, ancora non si sa tramite quali fondi la società Stella polare s.r.l. finanzierà il progetto, in quanto le risorse sono generalmente indicate come «fondi esteri», senza specificazione alcuna;
   nel dicembre 2014 il consiglio comunale di Catania ha approvato con una forte maggioranza, nonostante i fatti di cui sopra, il piano urbanistico attuativo di Playa, disattendendo, tra l'altro, il parere fornito dal consiglio regionale dell'urbanistica della Regione siciliana, il quale chiedeva, tra l'altro, un alleggerimento della cementificazione all'interno del progetto;
   nell'aprile del 2013, il sindaco di Catania Bianco veniva intercettato telefonicamente in conversazione con l'imprenditore-editore Ciancio, il quale esprimeva la propria soddisfazione per una prima approvazione del piano urbanistico attuativo nell'aprile del 2013 da parte del consiglio comunale di Catania: all'epoca, Ciancio era sottoposto ad intercettazioni e vanta tutt'oggi forti interessi sulle aree investite dal piano urbanistico attuativo di Playa;
   a seguito di segnalazioni, la Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia presso l'Assemblea regionale siciliana aveva avviato un'indagine al fine di verificare eventuali infiltrazioni mafiose all'interno del consiglio comunale di Catania: le risultanze, secondo quanto emerge anche da fonti di stampa, descrivono legami, verificati o supposti, tra alcuni consiglieri e la criminalità organizzata, in particolare:
    a) il consigliere Riccardo Pellegrino (Popolo della libertà – opposizione) è fratello di Gaetano Pellegrino, arrestato ed indagato per indagato per il delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale, uomo di fiducia di Nuccio Mazzei, capo dei Carcagnusi e figlio del boss Santo Mazzei; la Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia presso l'Assemblea regionale siciliana paventa il rischio di scambio elettorale politico-mafioso, visto il gran numero di voti ottenuti da Riccardo Pellegrino nel quartiere di San Cristoforo, noto per l'altissima densità criminale;
   b) Lorenzo Leone (Articolo 4 – maggioranza), presidente della sesta municipalità, è fratello di Gaetano Leone, coinvolto nell'operazione antimafia «Arcipelago» del 2001, con numerosissimi precedenti penali, tra cui anche estorsione e associazione criminale mafiosa, condannato in quanto esattore del pizzo del clan Santapaola proprio nel quartiere di Librino, all'interno della VI circoscrizione;
   c) Erika Marco (Il Megafono – maggioranza) è legata a Rosario Pantellaro, fratello di Giovanni Pantellaro, condannato per il reato di cui all'articolo 416-bis del codice penale ed oggi collaboratore di giustizia; inoltre, il padre, Fabio Marco, è stato imputato nel processo per le tangenti e le infiltrazioni mafiose nell'appalto per l'ospedale Garibaldi e poi prescritto e sarebbe stato indicato da pentiti e accusa come uomo-cerniera tra mafia e burocrati, mentre lo zio della consigliera, Francesco Marco, è a capo della società Icomit srl, di cui è socia Anna Gulisano, moglie di Saro Pantellaro, dipendente Multiservizi e fratello di Giovanni Pantellaro, pentito del clan Cappello detto «Giocattolo»;
   d) Salvatore Giuffrida (Tutti per Catania – opposizione), consigliere più votato, sarebbe stato vicino ad ambienti appartenenti alla criminalità del quartiere di Monte Po, ove il consigliere ha raccolto circa mille preferenze;
   e) Salvatore Spataro (Primavera per Catania – maggioranza) ha raccolto il maggior numero di preferenze nel quartiere di Librino, dove ha ottenuto la maggior parte dei voti;
   f) Alessandro Porto (Patto per Catania – maggioranza), al momento della candidatura, risultava indagato per l'accusa di voto di scambio nelle elezioni nazionali del 2006, dovuta alle dichiarazioni del pentito ed ex reggente del clan Cappello Gaetano D'Aquino, secondo il quale il consigliere si sarebbe mosso per l'elezione al Senato della Repubblica di Giovanni Pistorio (Mpa); tuttavia, le dichiarazioni di D'Aquino sono state comunque ritenute inattendibili e la posizione di Porto archiviata;
   g) Maurizio Mirenda (Grande Catania – opposizione), a maggio del 2013, qualche settimana prima delle elezioni comunali, viene monitorato dalla polizia etnea durante un incontro a casa di Nino Balsamo, allora agli arresti domiciliari e già sorvegliato speciale con precedenti per riciclaggio, furto aggravato e associazione a delinquere, nonché cognato di Orazio Privitera, boss del clan Cappello-Bonaccorsi;
   h) Francesco Petrina (Primavera per Catania – maggioranza), titolare dell’Etnabar, è stato indicato dall'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo come il «Retina, Etnabar» a cui faceva riferimento il collaboratore di giustizia Vincenzo Pettinati, il quale, a questo proposito, parlava di metodi di scambio denaro-voti legati alle elezioni del 2008 –:
   se non ritenga che i fatti esposti in premessa, nel loro complesso, siano tali da gettare ombre pesanti sulla legalità e sulla trasparenza nell'amministrazione del comune di Catania, nonché sufficienti per avviare le procedure di insediamento di una commissione di accesso, ai sensi dell'articolo 143 testo unico degli enti locali, affinché possa esserne verificata ed accertata l'estraneità rispetto a condizionamenti da parte della criminalità organizzata.
(3-01942)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

piano urbanistico

sicurezza e sorveglianza