ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01813

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 514 del 03/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 03/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
SALTAMARTINI BARBARA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 03/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 03/11/2015
Stato iter:
04/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/11/2015
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
RISPOSTA GOVERNO 04/11/2015
Resoconto MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 04/11/2015
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/11/2015

SVOLTO IL 04/11/2015

CONCLUSO IL 04/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01813
presentato da
GUIDESI Guido
testo presentato
Martedì 3 novembre 2015
modificato
Mercoledì 4 novembre 2015, seduta n. 515

   GUIDESI, FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, INVERNIZZI, MOLTENI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   il mercato del latte ha perso oltre il 20 per cento nel giro di un anno e mezzo, con prospettive non certo confortanti, il che impone strategie di azione condivise e forti e comunque diverse da quelle applicate fino ad oggi;
   il mercato stenta a trovare una giusta remunerazione del prezzo del latte per la complessità di uno scenario condizionato da un operatore principale, straniero, soprattutto francese e tedesco, che determina le oscillazioni del prezzo;
   le stalle italiane ormai stanno facendo i conti con una remunerazione ben al di sotto dei costi di produzione che rende impossibile resistere. Il latte oggi viene pagato agli allevatori in media 0,35 centesimi al litro, mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di circa 1,5 euro al litro. Il prezzo riconosciuto agli allevatori non copre neanche i costi per l'alimentazione degli animali. Fino ad oggi sono state chiuse in Italia oltre 172.000 stalle e fattorie ad un ritmo di oltre 60 al giorno, con effetti drammatici sull'economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale, nonché sull'occupazione. Queste chiusure hanno causato un aumento delle importazioni dall'estero di latte;
   il settore lattiero-caseario rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare italiano, con 36 mila imprese di allevamento che producono 110 milioni di tonnellate di latte bovino di produzione complessiva e generano nella filiera un valore di 28 miliardi di euro, con quasi 180 mila occupati della filiera. Circa la metà del latte consegnato è destinato alla produzione di ben 48 formaggi dop;
   non si può aspettare inermi la scomparsa degli allevamenti italiani, dei lavoratori italiani e del vero made in Italy e il conseguente abbandono dei territori. Sono necessarie regole trasparenti sulle produzioni lattiero-casearie, al fine di consentire agli allevatori e ai consumatori di avere un'equa remunerazione, un giusto prezzo e la garanzia di quello che si mangia. È necessario, quindi, poter garantire agli allevamenti di poter continuare a lavorare e al consumatore un prodotto di grande qualità;
   a luglio 2015 la regione Lombardia raggiunse un accordo al «tavolo latte» con i produttori e le cooperative ad un prezzo di 37,004 euro per 100 litri. L'accordo prevedeva l'introduzione di un'indicizzazione del prezzo basata sull'andamento del prezzo al consumo di una serie di prodotti lattiero-caseari (ad esempio, formaggi dop) e delle materie prime a carico degli allevatori, con conseguente effetto correttivo rispetto alle oscillazioni, senza dover ricorrere ad una contrattualistica ingessata;
   la regione Lombardia è il principale produttore di latte nazionale e se non si riesce a raggiungere un accordo con i produttori diventa impossibile poter ottenere un risultato congruo per gli allevatori e le stalle si trovano ad essere ancor più a rischio chiusura. Oggi gli allevatori vivono una situazione surreale, con un soggetto che invia lettere in cui comunica il prezzo di acquisto del latte in maniera unilaterale;
   in merito all'indicazione in etichetta dell'origine del prodotto, la normativa italiana è andata spesso in contrasto con le «regole» europee. La Commissione europea ritiene incompatibile con il mercato unico e la libera concorrenza la presunzione di qualità legata alla localizzazione nel territorio nazionale di tutto o di parte del processo produttivo di un prodotto alimentare;
   si prenda il caso del regolamento (UE) n. 1169/2011, entrato in vigore il 12 dicembre 2014, che ha fissato nuove disposizioni circa le informazioni contenute nelle etichette dei prodotti alimentari allo scopo di realizzare una base comune per regolamentare le informazioni sugli alimenti e consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli. Tra le informazioni obbligatorie importanti non viene menzionata l'indicazione dello stabilimento di produzione e di confezionamento della merce. La normativa italiana, che invece ne prevedeva l'obbligo, a seguito di questo regolamento, è stata abrogata e quindi ora l'indicazione rimarrà solo facoltativa per il produttore. La non obbligatorietà dell'indicazione dello stabilimento di produzione comporta un grave danno al made in Italy;
   alle indicazioni obbligatorie contenute nel regolamento, circa l'origine e gli altri elementi obbligatori da inserire in etichetta, gli Stati membri possono introdurre disposizioni relative ad ulteriori indicazioni obbligatorie, con particolare riferimento al Paese d'origine o al luogo di provenienza di alimenti, solo ove esista un nesso comprovato tra talune qualità dell'alimento e la sua origine o provenienza e ciò sia ritenuto rilevante per i consumatori. È impensabile che oggi i consumatori non debbano sapere precisamente da dove arriva la metà del latte che si beve e con quale latte siano prodotti i formaggi e suoi derivati;
   è fuor di dubbio che la normativa comunitaria sull'etichettatura va rivista e adeguata ai migliori standard qualitativi esistenti nei Paesi virtuosi, come l'Italia, perché è ambigua e contraddittoria, come nel caso dell'obbligo di indicare la provenienza in etichetta della carne bovina, ma non per i prosciutti, per l'ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per i formaggi, per il miele, ma non per il latte. Tutte queste contraddizioni giuridiche non fanno altro che impedire al consumatore di conoscere quello che realmente sta consumando, visto che, ad esempio, per il latte a lunga conservazione tre cartoni su quattro sono stranieri perché privi dell'indicazione di provenienza –:
   quali iniziative intenda assumere per rendere obbligatoria – per il latte fresco e quello a media e lunga conservazione, nonché per il latte usato come materia prima su tutti i prodotti lattiero-caseari italiani, formaggi, latte, mozzarella e altri, che poi si avvalgono del marchio made in Italy – l'indicazione in etichetta del luogo di origine, di provenienza, dello stabilimento di produzione e confezionamento, nonché quali siano le intenzioni del Ministro interrogato circa la possibilità di far ripartire sul tavolo della regione Lombardia le trattative con i produttori sul prezzo del latte, tutto ciò al fine di valorizzare la qualità del latte italiano e dei suoi derivati, che si trova a dover competere con il latte estero, che ha un minor costo e soprattutto una qualità inferiore e che è causa dell'abbattimento del prezzo del latte e della conseguente chiusura di molteplici stalle. (3-01813)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto lattiero-caseario

latte

retribuzione del lavoro