ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01801

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 511 del 27/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/10/2015
Stato iter:
28/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/10/2015
Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2015
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 28/10/2015
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/10/2015

SVOLTO IL 28/10/2015

CONCLUSO IL 28/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01801
presentato da
PESCO Daniele
testo presentato
Martedì 27 ottobre 2015
modificato
Mercoledì 28 ottobre 2015, seduta n. 512

   PESCO, VILLAROSA, RUOCCO, ALBERTI, PISANO, FICO, CASTELLI, SORIAL, CASO, BRUGNEROTTO, D'INCÀ e CARIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il giorno 21 ottobre 2015 la Repubblica on line titolava: «Bankitalia, Visco indagato per la vicenda Popolare di Spoleto – Un'offerta da cento milioni di euro buttata inspiegabilmente nel cestino, l'accordo-quadro per l'ingresso di Banco Desio coperto da omissis, una cessione di crediti per 95 milioni di euro che misteriosamente finisce in perdita. C’è qualcosa di più del semplice “atto dovuto”, dietro l'iscrizione sul registro degli indagati del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e di altre sette persone per l’affaire della Banca popolare di Spoleto. Lo suggeriscono sia la gravità dei quattro reati ipotizzati in concorso (corruzione, infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità, truffa e abuso d'ufficio), sia l'impenetrabile “no comment” dietro cui si è trincerata la procura di Spoleto, dopo che il Fatto ieri ha rivelato l'esistenza di un fascicolo, il n. 2267/2015, a carico di Visco e di chi ha gestito la Bps negli ultimi due anni. Anche da Via Nazionale assicurano massima collaborazione con i magistrati ma chiariscono di “Non poter entrare nel merito” della vicenda»;
   si riscontrano altri diversi casi in cui il ruolo della vigilanza è stato svolto in modo quantomeno dubbio, come, ad esempio, nei casi seguenti:
    a) Cassa di risparmio di Genova, la cui gestione ha portato all'arresto del vice presidente dell'Abi Berneschi ed altri, processati anche per i reati di associazione a delinquere, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, esportazione illecita di denaro all'estero;
    b) Banca popolare di Vicenza, per la quale, a giudizio degli interroganti, la Banca d'Italia non ha posto in essere l'esercizio di tutte le sue prerogative: non solo non ha espletato il suo ruolo di vigilanza, ma, godendo della più totale indipendenza, non ha consentito di far emergere le responsabilità di Banca popolare di Vicenza, impegnando in modo abnorme lo strumento del commissariamento (nel caso di Bene Banca Vagienna, che venne usata per elargire finanziamenti alla banca vicentina in crisi di liquidità) o non usandolo proprio (per la stessa Banca popolare di Vicenza), come denunciato da associazioni e risparmiatori, oltre che oggetto di svariati atti di sindacato ispettivo
   Banca popolare Etruria e Lazio commissariata in extremis dopo i crediti dubbi alla clientela per 1,69 miliardi di euro, pari al 22,9 per cento e 770 milioni di euro di sofferenze;
   Unicredit e il caso delle infiltrazioni mafiose con l'inchiesta dei Ros che sembra provare i rapporti con Matteo Messina Denaro, come titola perfino la Stampa: «Unicredit, la riunione che inguaia Palenzona»
   Banca Marche, che concedeva prestiti, mutui e fidi in cambio di un «pizzo» del 5 per cento;
   i grandi scandali legati a Banca Monte Dei Paschi e Cassa di risparmio di Ferrara, alla cui drammaticità finanziaria si sono unite le funeste sorti di ex dirigenti scomparsi in modo assai sospetto. Nello specifico, Paolo Bonora, ex direttore generale di CariFerrara, e David Rossi, ex responsabile della comunicazione Monte Dei Paschi di Siena, alle quali non si può non aggiungere anche la scomparsa di Donato Valz Gen di Banca Sella –:
   alla luce del recepimento della direttiva BRRD n. 2014/59/UE sul bail in che conferisce maggiori ed ulteriori poteri alla Banca d'Italia e in considerazione dell'immagine negativa che i suddetti eventi attribuiscono allo Stato italiano sia sul piano nazionale che internazionale, quali siano i motivi per i quali non abbia ancora richiesto formalmente le dimissioni del governatore Visco ovvero per quali motivi non abbia assunto le iniziative di competenza per la revoca dell'incarico e quali siano le iniziative che intende assumere al fine di porre fine al conflitto di interessi desumibile dalla circostanza che l'organo di vigilanza Banca d'Italia sia partecipato dal 95 per cento delle istituzioni creditizie e finanziarie sottoposte alla medesima vigilanza. (3-01801)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

istituto di credito

mafia