ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01800

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 511 del 27/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/10/2015
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/10/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/10/2015
Stato iter:
28/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2015
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 28/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/10/2015

SVOLTO IL 28/10/2015

CONCLUSO IL 28/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01800
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo presentato
Martedì 27 ottobre 2015
modificato
Mercoledì 28 ottobre 2015, seduta n. 512

   PAGLIA, SCOTTO, MARCON e MELILLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 19 settembre 2015 il Governo, nel presentare al Parlamento la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2015, allegava un «Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale» con il quale evidenziava il risultato molto lusinghiero raggiunto grazie all'attività di accertamento dell'amministrazione finanziaria che ha assicurato, nel solo 2014, all'erario riscossioni per complessivi 14,2 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2013 pari all'8,4 per cento. Tuttavia, il consolidamento di tale strategia di contrasto all'evasione fiscale sembra oggi essere sconfessato dalle recente scelta del Governo di voler innalzare, al fine di aumentare la domanda di consumi interni, da 1.000 euro a 3.000 euro il limite di utilizzo del contante nei pagamenti;
   non più tardi di un anno fa, il 19 novembre 2014, il Ministro interrogato, rispondendo in aula ad un atto di sindacato ispettivo, dichiarava testualmente: «La scelta di limitare la circolazione del contante e di procedere ad un progressivo abbassamento della soglia è motivata dall'esigenza di fare emergere le economie sommerse in considerazione del vasto utilizzo di tale modalità di pagamento in Italia e alla necessità di aumentare la tracciabilità delle movimentazioni finanziarie per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, l'evasione e l'elusione fiscale. Va ricordato, poi, l'elevato costo di gestione del contante, che secondo le più recenti stime, comporta un onere in media pari allo 0,4 per cento del prodotto interno lordo, che diventa 0,5 in un Paese come l'Italia, per un ammontare pari a circa 8 miliardi di euro l'anno. La normativa volta a limitare la circolazione del contante, se rafforzata da interventi paralleli tesi ad incentivare l'utilizzo della moneta elettronica e degli altri strumenti di pagamento, produce prevedibili effetti positivi sui consumi»;
   di contro, oggi nell'ambito della «rivoluzione copernicana» preannunciata dal Governo in materia fiscale ed a giustificazione della decisione di aumentare la soglia del contante, il Ministro interrogato sostiene che non ci sarebbe alcuna «correlazione tra intensità del limite del contante e la diffusione dell'economia sommersa e che in quei Paesi che non hanno fissato un limite l'evasione fiscale sarebbe bassissima»;
   dalla fissazione a 3.000 euro del limite di utilizzo del denaro contante, che impedisce, tra l'altro, di tracciare il pagamento degli affitti «in nero» e tutte quelle operazioni di money transfer che consentono di inviare denaro in tutto il mondo, ma alle quali spesso si ricorre per attività di riciclaggio, la lotta all'evasione condotta fino ad oggi dall'Agenzia delle entrate ne uscirebbe sminuita e mortificata;
   diversi studi dimostrano, piuttosto, come un ricorso più diffuso a forme di pagamento elettronico permetterebbe, da un lato, attraverso la tracciabilità delle transazioni, di coadiuvare le azioni di contrasto all'evasione fiscale ed al riciclaggio di denaro, di compliance fiscale e, quindi, favorire l'emersione di ricchezza sommersa, e, dall'altro, di ridurre il costo di gestione del denaro contante a tutto vantaggio dell'economia italiana, aspetto, quest'ultimo, spesso sottovalutato dagli esercenti stessi, ma che secondo dati diffusi dalla Banca d'Italia sfiorerebbe, anche a causa dell'eccessiva rigidità della filiera del trasporto e della contazione del denaro, gli 8 miliardi di euro all'anno, che corrispondono allo 0,5 per cento del prodotto interno lordo, il 49 per cento dei quali sarebbe sostenuto da banche ed infrastrutture per l'offerta dei servizi di pagamento, mentre il restante 51 per cento sarebbe a carico delle imprese –:
   quali siano i reali motivi che hanno indotto il Governo a compiere una tale virata nella strategia di contrasto all'evasione fiscale e di emersione dell'economia sommersa, innalzando a 3.000 euro il limite di utilizzo del denaro contante nei pagamenti, se tale scelta sia stata condivisa con l'amministrazione finanziaria, come la stessa si possa conciliare con un'efficace azione di contrasto all'elusione ed all'evasione fiscali e quali siano per il Governo in termini di stima gli effetti, ascrivibili alla misura, sulla domanda di consumi e sul ciclo economico. (3-01800)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

evasione fiscale

riciclaggio di denaro

economia sommersa