ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01780

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 506 del 20/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: SBERNA MARIO
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 20/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 20/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/10/2015
Stato iter:
21/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/10/2015
Resoconto SBERNA MARIO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2015
Resoconto LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 21/10/2015
Resoconto GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/10/2015

SVOLTO IL 21/10/2015

CONCLUSO IL 21/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01780
presentato da
SBERNA Mario
testo presentato
Martedì 20 ottobre 2015
modificato
Mercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507

   SBERNA e GIGLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il 22 maggio 1978 veniva promulgata la legge n. 194, «Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza»;
   uno degli articoli della legge n. 194 del 1978 prevede che ogni anno il Ministero della salute presenti una relazione sull'attuazione della legge: andamento del fenomeno, caratteristiche delle donne che fanno ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, modalità di svolgimento e perfino un monitoraggio ad hoc su interruzione volontaria di gravidanza e obiezione di coscienza; nella relazione presentata il 15 ottobre 2014 si sottolinea più volte la riduzione del numero di interruzione volontaria di gravidanza, che ha subito un decremento del 4,2 per cento rispetto al 2012;
   il Ministero della salute ha più volte sostenuto che questo risultato sia molto positivo e lo lega direttamente all'efficacia della prevenzione, tanto da affermare, nella «Relazione al Parlamento sulla attuazione della legge contenente norme per tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)» del 15 ottobre 2014, che «la riduzione dei tassi di abortività osservata recentemente anche tra le donne immigrate sembra indicare che tutti gli sforzi fatti in questi anni, specie dai consultori familiari, per aiutare a prevenire le gravidanze indesiderate e il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza stiano dando i loro frutti anche nella popolazione immigrata»;
   in data 22 settembre 2015 è stata pubblicata dalla testata giornalistica on line Espresso un'inchiesta sul cosiddetto «aborto fai da te». Prolificano, cioè, i siti che vendono farmaci per l'interruzione di gravidanza, che spiegano cioè come fare un aborto con pillole di uso comune (medicinali antiulcera e altro) che hanno lo stesso effetto della RU486, che consigliano l'acquisto del misoprostolo (conosciuto come Cytotec, Artrotec, Misodex, Misofenac), che causa delle forti contrazioni dell'utero, il distaccamento del feto dalla placenta e quindi la sua espulsione;
   siti che presentano la loro offerta in modo accattivante, garantendo poche domande, anonimato, prezzi scontati, tutela della privacy. E tacendo gli immani rischi che le pratiche suggerite comportano per la salute delle donne. Le conseguenze di questa pericolosa tendenza agli aborti «fai da te» sono scritte sui referti medici degli ospedali, che si sono poi trasformati in denunce in tutta Italia e che hanno già dato inizio a numerose inchieste giudiziarie (Genova – dove una diciassettenne alcuni mesi fa fu salvata dai medici per un soffio –, Torino, Pescara, solo per citarne alcune);
   si tratta di una pratica alla quale non ricorrono solamente le donne straniere non in regola con i documenti terrorizzate all'idea di rivolgersi a un consultorio o a un ospedale o le prostitute costrette dai loro «protettori», ma anche moltissime italiane, fra l'altro giovanissime. I dati Istat, infatti, rilevano un aumento degli aborti spontanei negli ultimi anni con punte del 67 per cento tra le giovanissime tra i 15 e i 19 anni;
   i farmaci originariamente destinati ad usi diversi sono andati ad alimentare un incontrollabile mercato nero e un floridissimo business su internet. Infatti, il rischio di incappare in medicinali contraffatti è altissimo. Spesso sono farmaci con un principio attivo minimo o con eccipienti nocivi per la salute, che sono stati lavorati in condizioni igieniche disastrose;
   ma questo espande il ricorso all'aborto clandestino che si voleva combattere e si traduce in una palese violazione della legge. Se essa infatti stabilisce che la RU486 venga somministrata solo in ospedale, ci deve essere un motivo;
   il numero degli aborti clandestini è enorme ed è quantificato – ottimisticamente, poiché non ci sono dati certi, con una ricognizione ferma al 2005 – tra i 12 mila e i 15 mila casi per le italiane e tra i tremila e i cinquemila per le straniere –:
   se il Ministro interrogato non ritenga doveroso indagare su un fenomeno che tutte le analisi reputano in crescita, indicando quali iniziative intenda porre in essere, nell'ambito delle proprie competenze, per sopperire alla carenza di serie campagne di sensibilizzazione che aiutino a non dare credito a siti che pubblicizzano in modo ingannevole e vendono il «kit per l'aborto», con serie conseguenze per la salute delle giovani donne coinvolte.
(3-01780)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto

prodotto farmaceutico

relazione