ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01679

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: BARBANTI SEBASTIANO
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 08/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 08/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 08/09/2015
Stato iter:
09/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/09/2015
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
 
RISPOSTA GOVERNO 09/09/2015
Resoconto LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 09/09/2015
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/09/2015

SVOLTO IL 09/09/2015

CONCLUSO IL 09/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01679
presentato da
BARBANTI Sebastiano
testo presentato
Martedì 8 settembre 2015
modificato
Mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 478

   BARBANTI, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, MUCCI, PRODANI, RIZZETTO, SEGONI e TURCO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   nel 2010 è stata disposta dalla regione Calabria, con il decreto n. 18 del 2010 emanato per il riordino della rete ospedaliera, della rete di emergenza e urgenza e della rete territoriale, la trasformazione in punto di primo intervento rafforzato dell'ospedale di Trebisacce «Chidichimo»;
   in seguito alla suddetta decisione il comune ha adito le vie legali per ottenerne il ripristino della funzionalità complessiva e garantire alla popolazione residente la fruizione di un diritto e di un servizio pubblico essenziale costituzionalmente garantito e tutelato dall'articolo 32 della Costituzione, che testualmente recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività (...)»;
   nonostante ciò, la sentenza di primo grado del tribunale amministrativo regionale ha negato il diritto alla salute mediante la trasformazione in punto di primo intervento rafforzato dell'ospedale;
   la vicenda, dopo l'esito sfavorevole del primo grado, è proseguita in appello dinnanzi al Consiglio di Stato;
   alla fine di aprile 2015, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del comune di Trebisacce contro la trasformazione dell'ospedale in punto di primo intervento rafforzato;
   nonostante ciò la funzionalità dell'ospedale non è stata ripristinata;
   il commissario ad acta Scura continua ad osteggiare la riapertura, seppure parziale, del «Chidichimo»;
   sono già trascorsi più di quattro mesi dalla data del pronunciamento del Consiglio di Stato che ha sentenziato la riapertura del «Chidichimo». Nonostante ciò il commissario ad acta sta violando il principio del rispetto dello Stato di diritto poiché si rifiuta di dare attuazione alla sentenza, incurante del suo dovere di garantire il rispetto di quanto stabilito dal supremo organo della giustizia amministrativa, così da garantire alle popolazioni dell'Alto Jonio i livelli minimi di assistenza e la necessaria assistenza sanitaria nelle condizioni di emergenza ed urgenza;
   le considerazioni espresse dal commissario ad acta, che si riportano testualmente: «Siete quattro gatti, potete curarvi a Policoro in 20 minuti, a Taranto in un'ora e a Bari in un'ora e mezza, voi non avete bisogno di un ospedale», oltre che inopportune, sono intrise di semplici e sommarie valutazioni politiche che non spettano e non competono all'ufficio del commissario, chiamato ad applicare la legge, garantire i livelli essenziali di assistenza e, soprattutto, le emergenze-urgenze nelle zone disagiate, così come prevede anche il Patto per la salute 2014/2015, oltre che ripianare il debito;
   per consentire al Ministro interrogato un'attenta valutazione dei fatti e dei diritti, si ritiene utile ricordare gli elementi salienti della vicenda;
   la regione Calabria ha l'obbligo di garantire l'assistenza sanitaria ospedaliera ai propri cittadini e i livelli essenziali di assistenza, sia con riferimento alle emergenze-urgenze, che al numero di posti letto per aree geografiche determinate. Nella zona jonica il rapporto di 1,3 posti letto per 1.000 abitanti è inferiore a quello regionale e nazionale;
   il distretto sanitario cui appartiene Trebisacce, è costituito da 17 comuni di cui 9 montani con circa 60.000 abitanti. Le strade di collegamento alla statale jonica sono impervie e tortuose e, soprattutto d'inverno, rendono il traffico particolarmente difficile; i comuni sono situati a pettine rispetto alla strada statale 106 che d'estate, per i noti problemi di traffico e pericolo, non consente un flusso veloce;
   la distanza dei comuni dagli ospedali spoke calabresi più vicini, escluso i comuni di Trebisacce, Villapiana, Cassano e Francavilla, è superiore ad un'ora di viaggio. L'indicazione dell'ospedale spoke di Policoro, quale presidio più vicino che consentirebbe le cure urgenti, è da ritenersi artificioso e pretestuoso, peraltro più distante dai comuni a sud. La regione Calabria, allo stato, ha l'obbligo di garantire cure sanitarie ospedaliere nel proprio territorio;
   la programmazione sanitaria di altre regioni è ininfluente, prescindendo, naturalmente, da futuri accordi, allo stato inesistenti. Tanto viene sancito anche dalla sentenza del Consiglio di Stato (si confronti pagina 18 della sentenza n. 2151 del 2015). Infatti, in caso di emergenza, il servizio 118 ha l'obbligo di ricoverare i pazienti presso gli ospedali calabresi e non di altre regioni;
   il riferimento al numero di abitanti per distretto è stato inopportuno, perché se così fosse, escluso quello di Cosenza, tutti gli ospedali dovrebbero essere chiusi. Tutti i bacini degli ospedali spoke attivi sono sotto i 60.000 abitanti. Peraltro, a seguito di precedenti sollecitazioni, il commissario per Trebisacce dichiara che il proprio decreto n. 9 del 2015 non può essere modificato, mentre poi per altre realtà, con bacini d'utenza inferiori, prevede il potenziamento dell'esistente. Con ciò riconoscendo implicitamente e contraddittoriamente le legittime aspettative degli altri territori, si vogliono solo evidenziare le contraddizioni e le pretestuosità di Scura;
   la conferenza Stato-regioni, nel prevedere i presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, stabilisce i presupposti e prevede il tempo massimo di percorrenza dal pronto soccorso più vicino di 60 minuti o di 90 minuti all'ospedale spoke o hb. In tale contesto per confutare le fumose e confuse cognizioni del commissario, si ritiene utile precisare che l'ospedale di zona disagiata è possibile prevederlo, oltre che in presenza di distanze superiori ai 60 minuti, quando l'area, ove sono situati i comuni, sia geograficamente ostile e disagiata, tipicamente montana o premontata, con collegamenti di rete viaria complessa e conseguente dilatazione dei tempi, peraltro senza alcun elisoccorso. Tali presupposti per Trebisacce e l'Alto Jonio-Sibaritide sussistono tutti, per cui le deduzioni del commissario sono errate e difformi anche dalla legge. La zona disagiata non necessariamente deve trovarsi in montagna o deve nevicare d'inverno;
   la mobilità passiva, al contrario di quanto dichiarato dal commissario Scura, è chiaramente aumentata, rispetto agli anni in cui l'ospedale di Trebisacce non aveva subito la suddetta trasformazione. La differenza è di quasi 1,8-2 milioni rispetto a tali anni. La mobilità passiva dell'area nord Calabria costa alla regione Calabria circa 20 milioni all'anno, che possono essere investiti a Trebisacce e Praia, per drenare l'emigrazione sanitaria. Solo Trebisacce nel 2013 ha registrato 3.059 casi di ricovero extraregione, comportando una spesa di euro 10.907,516, superiore al costo dell'intero ospedale attivo. Pur volendo ridurla del 50 per cento perché non riuscirebbe in ogni caso a frenare integralmente la migrazione sanitaria, sarebbe maggiore di euro 5.000.000 e dunque superiore al costo dell'ospedale di zona disagiata. Anche la differenza rispetto agli anni in cui Trebisacce non era stato trasformato, è di circa euro 3.800.000 (dati ufficiali asp). Come si vede, Scura interpreta erroneamente anche i propri dati. Peraltro negli anni in cui era aperto non si è fatto mai nulla per potenziarlo e ciò ha provocato una riduzione dei ricoveri appropriati;
   il commissario Scura richiama futuri ed inesistenti servizi (ospedale Sibaritide ed elisoccorso da costruire). Intanto la gente muore. L'ultima vittima per mancanza di cure urgenti è della sera del 27 agosto 2015. Il ricovero a Rossano ha solo certificato il decesso di una giovane donna. Scura ha solo una visione urbanocentrica della sanità, marginalizzando e penalizzando i centri periferici, che hanno maggiore necessità di servizi;
   il commissario sembra voler anestetizzare le capacità intellettive dei cittadini facendo promesse che erano proprie della vecchia politica, promettendo di aprire la Casa della salute, che, anche nel caso in cui fornisse dei buoni servizi, non potrebbe mai soddisfare le emergenze-urgenze e pensando di poter garantire in questo modo servizi territoriali efficienti, dimenticando però di programmarli per la Calabria;
   si pensa di poter risolvere i problemi con l'elisoccorso, che però già ora viene limitato nei voli, proprio per le ingenti spese di funzionamento. Tali argomentazioni peraltro sono state bocciate anche dal Consiglio di Stato nella richiamata sentenza, che intima alla regione di predisporre il piano delle rete ospedaliera sull'esistente e non su ciò che deve essere ancora costruito;
   il commissario Scura non tiene conto della sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato, con la quale è stato annullato il decreto n. 18 del 2010 e tutti gli atti presupposti connessi e consequenziali alla trasformazione dell'ospedale di Trebisacce. In uno stato di diritto le sentenze devono essere applicate e Scura si sta sottraendo volontariamente all'esecuzione di un giudicato giurisdizionale, configurando anche un'ipotesi di reato ai sensi dell'articolo 650 del codice penale. Il relativo giudizio di ottemperanza è stato già deliberato e avviato;
   il pronto soccorso con divisioni e servizi minimi ed essenziali, al contrario di quanto ritiene il commissario, non è pericoloso ma è necessario per salvare vite umane. Si pensi che attualmente al punto di primo intervento di Trebisacce, con carenza di mezzi e uomini, sono state effettuati quasi 10.000 interventi in un bacino invernale di 60.000 abitanti che d'estate si quadruplicano, peraltro a ridosso di un'importante e pericolosa strada (strada statale 106), dove spesso si verificano incidenti gravi e mortali;
   per ribadire la fattibilità, così come prevede la legge, per l'attivazione dell'ospedale di zona disagiata e di confine in rete con l'ospedale spoke di riferimento, si ricorda che la pianta organica prevede il pronto soccorso con divisione medica di appoggio di 20 posti letto, una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi day surgery, un pronto soccorso con medico dedicato all'emergenza-urgenza integrato nella struttura del dea di riferimento, più i servizi di diagnostica, per un totale di circa 20 medici più infermieri. Nel caso di specie a Trebisacce già lavorano 12 medici che devono essere integrati con 4 anestesisti (già previsti), 4 chirurghi e infermieri, già in parte in servizio, per cui economicamente l'importo sarebbe limitato a non più di euro 2.000.000 annui per il personale, che totalmente costerebbe 7-8 milioni annui. Per il ripristino delle sale operatorie, vi è già un progetto esecutivo dell'asp con fondi esistenti, ex articolo 20 della legge n. 67 del 1987. In proposito vi è anche la disponibilità eventuale dei comuni a farsi carico degli oneri per il ripristino delle due sale operatorie;
   dalle considerazioni fatte emerge chiaramente un ostracismo da parte del commissario Scura, una volontà di non applicare la legge e, fatto ancor più grave, ad eseguire una sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato. È chiara la difficoltà del commissario a gestire e programmare la sanità in Calabria, che copre l'80 per cento del bilancio regionale. Peraltro allo stato non ha raggiunto alcun obiettivo, se non quello di creare tensione continua tra i cittadini e le istituzioni comunali in tutta la Calabria. Cosa ancora più grave, non consente al presidente della regione legittimamente eletto di dettare le linee di indirizzo programmatiche in materia di sanità. Basti pensare alla possibilità di prevedere tre cardiochirurgie a Reggio Calabria, lasciando altri territori e province senza servizi sanitari ospedalieri;
   in merito alle dichiarazioni riportate circa il numero esiguo di abitanti di un'area importante della Calabria, peraltro attraversata da primarie e pericolose vie di comunicazione, offensive e che denotano limiti culturali e gestionali, così come l'inopportuno invito a ricoverarsi a Policoro, anziché attivare e potenziare i presidi ospedalieri calabresi che sanno di provocazione e di insulto, si reputa oltraggioso consentire ad un organo dello Stato di esprimere tali frasi davanti ad organi istituzionali eletti e rappresentativi di cittadini o pensare di programmare la distribuzione di presidi sanitari escludendo bacini limitati di abitanti, dal momento che anche i 60.000 cittadini dell'Alto Jonio cosentino-Sibaritide godono del diritto sancito, come già ricordato, dall'articolo 32 della Costituzione che Scura dovrebbe conoscere ed attuare;
   il commissario ha dato prova di non conoscere la geografia e le esigenze dei cittadini, distorcendo anche l'interpretazione della legge, ma cosa ancor più grave è cambiare idea a giorni alterni; infatti il 2 giugno 2015, proprio in occasione della visita all'ospedale di Trebisacce, disse che era stato un errore chiudere Trebisacce e chiese alla dirigenza dell'asp di preparare un piano di riordino della rete ospedaliera, inserendo Trebisacce in rete con Castrovillari. Ciò è stato ribadito anche in altre circostanze. Non ultimo l'incontro con i vertici dell'asp del 6 agosto 2015 in cui il commissario ha chiesto di modificare la proposta prevedendo per Trebisacce l'ospedale di zona disagiata o di confine, come risulta da atto formale protocollato, in rete con Castrovillari per poi cambiare nuovamente opinione addossando ad altri responsabilità che sono sue proprie;
   non si comprende se ci si trova innanzi a strategie predeterminate o dovute ad altri fattori esterni ancora sconosciuti;
   la Calabria, come tutte le regioni italiane, deve garantire il diritto alla salute ai propri cittadini, indipendentemente dal numero e dal luogo dove sono residenti;
   ciò è dimostrato dal fatto che la stessa struttura commissariale nel redigere il piano operativo 2013/2015 ha previsto, proprio la riconversione in ospedale di zona disagiata o di confine di Trebisacce e Praia, in considerazione del fatto che sulle due coste nord, ionica e tirrenica, non sussistono ospedali, da attivare anche per frenare l'emigrazione sanitaria verso altre regioni e garantire l'assistenza ospedaliera ai residenti –:
   se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di garantire il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato per ripristinare immediatamente il funzionamento dell'ospedale. (3-01679)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rete stradale

istituto ospedaliero

diritto alla salute