ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01664

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 475 del 04/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: PLACIDO ANTONIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/08/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI E I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI E I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO delegato in data 04/08/2015
Stato iter:
05/08/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/08/2015
Resoconto PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 05/08/2015
Resoconto BOSCHI MARIA ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RIFORME COSTITUZIONALI E RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 05/08/2015
Resoconto PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/08/2015

SVOLTO IL 05/08/2015

CONCLUSO IL 05/08/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01664
presentato da
PLACIDO Antonio
testo presentato
Martedì 4 agosto 2015
modificato
Mercoledì 5 agosto 2015, seduta n. 476

   PLACIDO. — Al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento . — Per sapere – premesso che:
   in data 31 luglio 2015 venivano rese anticipazioni circa il rapporto che la Svimez pubblica annualmente nel mese di ottobre;
   dalle medesime anticipazioni emergono dati che erano già ampiamente noti e che confermano quanto l'Italia abbia problemi di crescita strutturali molto forti rispetto al resto dell'Europa;
   secondo alcuni economisti meridionalisti le analisi sul Mezzogiorno, ad opera della Svimez, non evidenziano in maniera corretta la complessità delle problematiche che il sud del Paese ha, ossia il gap infrastrutturale e i tassi di povertà che aumentano in maniera esponenziale sono diversi sia sul piano economico che su quello sociale all'interno delle stesse regioni meridionali. È riduttivo affermare che il sud d'Italia sia uguale all'interno delle singole regioni che lo compongono: la Calabria rappresenta una realtà socioeconomica fortemente compromessa sia dal punto di vista della programmazione del territorio e sia per quanto riguarda le politiche da porre in essere al fine di sfruttare al meglio le risorse economiche dei fondi strutturali europei. La Campania presenta differenti criticità che potrebbero essere invertite in positivo se accompagnate da una capacità di programmazione e di spesa dei fondi comunitari; diversamente altre regioni come la Puglia rappresentano livelli di certificazione della spesa comunitaria decisamente superiori alla media meridionale che, negli ultimi anni, hanno garantito un miglioramento dell'utilizzo dei fondi strutturali all'interno di politiche di coesione e sviluppo ed hanno consentito la realizzazione di infrastrutture strategiche per il bacino del Mediterraneo;
   i dati della Svimez indicano che la ricchezza pro capite del Trentino, regione più ricca, è di 37.665 euro, mentre in Calabria, regione più povera, soltanto di 15.807 euro;
   il Mezzogiorno registra un forte calo dei consumi interni (dall'inizio della crisi il 13,2 per cento in meno) e degli investimenti (-4 per cento nel solo 2014), oltre al calo, ulteriore, degli occupati che nel 2014 sono stati 5,8 milioni: questo stato delle cose riporta indietro di 21 anni;
   secondo la Svimez, il Sud sarà interessato nei prossimi anni da una crisi demografica che porterà al calo delle nascite di oltre 4 milioni di persone: una vera e propria «desertificazione demografica» che renderà le regioni del Sud, in particolar modo la Calabria, territorio di anziani e pensionati;
   destano preoccupazione i dati sull'occupazione delle giovani donne under 34: a fronte di una media italiana del 34 per cento (in cui il Centro-Nord arriva al 42,3 per cento) e di una media europea (a 28 Stati) del 51 per cento, il Sud si ferma al 20,8 per cento. Tra i 15 e i 34 anni sono quindi occupate al Sud solo una donna su 5;
   l'Italia è un Paese sempre più diviso e diseguale, con un Sud che ha pagato nel corso degli anni della crisi il prezzo più alto delle politiche adottate dei tagli lineari della spesa pubblica. Gli ingenti tagli – sanità, scuola e su tutti l'università – hanno lacerato la trama sociale ed economica del Meridione d'Italia a vantaggio di altre macro aree del Paese che da tempo beneficiano di investimenti infrastrutturali di ben altra portata. Il Sud vede aumentare la pressione fiscale al livello locale grazie al meccanismo perverso dei tagli lineari;
   al 31 maggio del 2015 l'Italia ha speso il 73,6 per cento dei fondi strutturali della programmazione 2007-2013, ossia 3 punti in meno rispetto all'obbiettivo che il Governo Renzi si era dato, anche se grazie ad un allentamento delle regole europee le spese potranno essere certificate entro la primavera del 2017;
   i due precedenti governi, Monti e Letta, avevano strutturato la squadra di Governo affidando a due Ministri, Fabrizio Barca prima e Carlo Trigilia poi, la programmazione e la gestione dei fondi comunitari con la creazione di cabine di regia che hanno consentito di migliorare le performance e la certificazione di spesa dei fondi comunitari;
   dal mese di aprile 2015 il nostro Paese è privo di un Ministro o Sottosegretario di Stato che abbia le piene deleghe delle politiche di coesione territoriale con cui, al di là di quello che appare agli interroganti uno schema «parolaio» della politica del fare dell'attuale Esecutivo, avviare all'interno degli organismi competenti un lavoro di razionalizzazione della capacità di spesa certificata dei fondi strutturali. È evidente che la tanto declamata cabina di «regia politica» sui fondi comunitari del Governo Renzi si è ridotta ad un mero esercizio lessicale e potrebbe essere anche peggio nel caso in cui vi fosse l'intenzione di disimpegnare la quota di cofinanziamento nazionale dei fondi comunitari, al fine di finanziare la riduzione delle tasse utilizzando le risorse non impegnate. Si verrebbe così a creare una paradossale inversione di senso nell'utilizzo di fondi europei in funzione pro ciclica invece che anticiclica: è interessante osservare come la Polonia abbia certificato il 97,5 per cento della spesa comunitaria creando 300 mila posti di lavoro e 1661 chilometri di ferrovia –:
   per quali ragioni il Governo non abbia, a tutt'oggi, assegnato le deleghe per le politiche di coesione al nuovo Sottosegretario di Stato, Claudio De Vincenti, con cui avviare la tanto annunciata «regia politica» sui fondi comunitari, i quali, se ben programmati e conseguentemente certificati per spesa, potrebbero ridurre in maniera importante il gap socioeconomico e infrastrutturale esistente all'interno del «sistema Paese». (3-01664)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

creazione di posti di lavoro

coesione economica e sociale

politica comunitaria dell'ambiente