ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01640

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 468 del 24/07/2015
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/04402
Abbinamenti
Atto 3/01559 abbinato in data 28/07/2015
Atto 3/01638 abbinato in data 28/07/2015
Atto 3/01639 abbinato in data 28/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 24/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/07/2015
Stato iter:
28/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/07/2015
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 28/07/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/07/2015

DISCUSSIONE IL 28/07/2015

SVOLTO IL 28/07/2015

CONCLUSO IL 28/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01640
presentato da
PILI Mauro
testo presentato
Venerdì 24 luglio 2015
modificato
Martedì 28 luglio 2015, seduta n. 470

   PILI. – Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . – Per sapere – premesso che:
   il 2 gennaio 2015 Sogin spa, si apprende dal sito istituzionale, ha consegnato ad Ispra la proposta di Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale e parco tecnologico;
   Sogin spa nel sito dichiara che tale consegna sarebbe avvenuta «rispettando i tempi previsti dal decreto legislativo n. 31 del 2010, ossia entro 7 mesi dalla pubblicazione della guida tecnica n. 29 di Ispra, avvenuta il 4 giugno 2014»;
   secondo le informazioni riportate nel sito, per elaborare la Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale, Sogin spa ha applicato i criteri di localizzazione stabiliti dall'Ispa con la guida tecnica n. 29 e indicati dall'Iaea con la safety guide n. 29;
   dopo la consegna della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale, Ispra ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei criteri da parte di Sogin spa e validare la Carta. Al termine di tale lavoro – si legge ancora – è previsto che entro un mese il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare comunichino il loro nulla osta affinché Sogin spa pubblichi la Carta;
   appare sin troppo evidente che i criteri apparentemente tecnici indicati da Ispra e applicati da Sogin spa portino ad individuare tra i potenziali siti anche la Sardegna, con a fianco altre 5 regioni;
   il piano di Sogin spa, presentato il 2 gennaio 2015 e sollecitato nemmeno dieci giorni fa alla Camera dei deputati con un'interpellanza urgente dell'interrogante, ripercorre il piano Ispra per individuare il deposito unico nazionale. Il piano di Sogin spa propone una sovrapposizione di documenti impressionante, ma che ha un comune denominatore: escludere tutte le aree a rischio sismico;
   l'Ispra e conseguentemente Sogin spa arrivano alla Sardegna per esclusione di tutto il resto, contemplando però altre 5 regioni;
   carte e mappe che indicano rischi, pericoli e che, in sintesi, affermano che la Sardegna sarebbe la terra più sicura per le scorie nucleari;
   il risultato è inaccettabile: realizzare il deposito unico nazionale in Sardegna;
   a decidere tutto sono i criteri di esclusione individuati da Ispra;
   prima di tutto vengono escluse le aree vulcaniche attive e quiescenti, poi quelle contrassegnate da sismicità elevata e, infine, quelle interessate da fenomeni di fogliazione;
   la Sardegna secondo tutti i piani connessi e richiamati non rientrerebbe in alcun modo in queste prime tre priorità di esclusione;
   secondo tale simulazione la Sardegna sarebbe l'unica regione d'Italia a corrispondere a questi criteri individuati;
   il fatto stesso che tutti questi elementi vengono ora esplicitamente rappresentati da Sogin spa sono un elemento di gravità assoluta, proprio perché si sta tentando di mettere in piedi un piano che vede sostanzialmente la Sardegna come terra di conferimento per le scorie nucleari;
   la Sardegna deve essere esclusa anche come ipotesi per la realizzazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari;
   questo piano di deposito unico nazionale non si farà mai né in Sardegna, né in Italia;
   il deposito nucleare unico sarà secondo l'interrogante l'ennesimo pozzo senza fondo;
   questo piano di Sogin spa è solo l'ennesimo strumento delle lobby del nucleare e degli appalti che puntano a progettare, spendere e spandere con troppi omissis che devono essere respinti senza se e senza ma;
   le carte e gli studi allegati al piano rendono all'interrogante evidente che non si tratta di scelta tecnica;
   le risposte evasive ed elusive del Governo Renzi sono secondo l'interrogante indice di un implicito orientamento in senso favorevole a tale programma;
   si tratta di miliardi di euro per portare le scorie nucleari, realizzare un deposito unico nazionale, mantenere in piena efficienza le centrali esistenti e, soprattutto, un grande business nucleare;
   c’è un fiume di risorse verso le lobby nucleari che va immediatamente fermato;
   la Sardegna si è dichiarata totalmente contraria a qualsiasi ipotesi di deposito unico nucleare;
   l'interrogante nel 2003 in qualità di presidente della regione Sardegna bloccò il piano del generale Jean per la realizzazione del deposito unico nazionale, portando la conferenza dei presidenti ad approvare la proposta di rigettare integralmente quel piano che ora si ripresenta maldestramente;
   da mesi l'interrogante ripeteva con atti di sindacato ispettivo e pubbliche denunce che in ambienti Sogin si continuava a dire che la Sardegna sarebbe un sito ideale per il deposito unico nazionale di scorie nucleari;
   questo è un progetto che in Sardegna verrà respinto in tutti i modi;
   non passerà mai un piano irrazionale nell'approccio tecnico, scientifico e sociale e che ha dimostrato di essere fallimentare nella sostanza se dopo 11 anni non è stato fatto niente;
   ci sono flussi di denaro nel settore nucleare che non possono continuare a sfuggire al controllo di tutti. Sono soldi dei cittadini prelevati dalle bollette degli italiani e bisogna porre mano alla revisione dei progetti. Tutto questo ha bisogno di soluzioni strategiche e non tampone;
   un deposito unico nazionale che per ragioni già evidenziate nel passato, costituzionali e di volontà popolare, non potrà trovare nessun accoglimento, per nessuna ragione, in Sardegna;
   dopo dodici anni dal blocco del progetto scellerato di Sogin spa, per la realizzazione di un sito unico nazionale per stoccare tutte le scorie nucleari conservate nelle centrali italiane dismesse e per il rientro di molte altre dall'estero, il rischio ritorna attuale;
   va ridiscussa alla radice la decisione di realizzare un deposito unico nazionale alla luce di valutazioni di natura scientifica, economica e di opportunità;
   proposte che la Sardegna ha avanzato dodici anni fa condividendo l'impostazione del fisico Carlo Rubbia, che aveva messo a punto un piano di ricerca per l'abbattimento della radioattività delle scorie;
   un deposito unico nazionale dal quale devono, comunque, essere escluse, senza se e senza ma, realtà come la Sardegna che hanno, sia sul piano normativo-costituzionale che popolare, escluso la volontà di ospitare tale sito unico nazionale;
   una posizione che non si può nemmeno discutere;
   i sardi sono pronti ad ogni azione pur di respingere un'ipotesi che la Sardegna non accetterà mai –:
   se il Governo intenda, nel pieno rispetto della trasparenza, far conoscere tale piano venendo incontro all'esigenza di ovviare a tale silenzio proprio dopo la presentazione dello stesso piano da parte di Sogin spa;
   se non ritengano di dover escludere la regione Sardegna per le ragioni richiamate, costituzionali, statutarie, ambientali e strategiche, al fine di evitare anche gravi problemi all'ordine pubblico;
   se non ritengano di dover recedere da tale proposito di realizzare un deposito unico nazionale e individuare un piano che preveda ricerca avanzata per l'abbattimento della radioattività delle stesse scorie e la sistemazione nei depositi già in essere nelle aree che ospitano le vecchie centrali nucleari;
   se non ritengano di dover rendere note le risorse che effettivamente si spendono per la gestione di queste scorie nucleari e la loro effettiva consistenza. (3-01640)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

agitazione politica

conferenza dei presidenti