ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01198

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 343 del 02/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: CECCONI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 02/12/2014
Stato iter:
03/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/12/2014
Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/12/2014
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 03/12/2014
Resoconto CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/12/2014

SVOLTO IL 03/12/2014

CONCLUSO IL 03/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01198
presentato da
CECCONI Andrea
testo presentato
Martedì 2 dicembre 2014
modificato
Mercoledì 3 dicembre 2014, seduta n. 344

   CECCONI, PESCO, CASTELLI, DADONE, RUOCCO, SORIAL, CANCELLERI, CASO, BARBANTI, BRUGNEROTTO, ALBERTI, CARIELLO, PISANO, COLONNESE, VILLAROSA, CURRÒ e D'INCÀ. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   in alcuni Stati, come gli Stati Uniti d'America, il Governo si astiene dallo stipulare contratti relativi a «derivati», soprattutto in seguito all'aver accertato i gravissimi rischi nei quali è possibile incorrere. L'Italia al contrario – come si apprende da fonti stampa – sembrerebbe essere il maggior utilizzatore di strumenti derivati;
   gli strumenti derivati sono contratti o titoli il cui prezzo dipende da un altro strumento finanziario, definito «sottostante», il cui valore è relazionato ad una vera e propria «scommessa». L'incertezza della scommessa determina la rischiosità degli strumenti derivati. Come attività sottostanti si riscontrano diverse tipologie di parametri, ad esempio azioni, obbligazioni, indici finanziari, commodity come il petrolio o anche di un altro derivato, ma esistono derivati basati sulle più diverse variabili, perfino sulla quantità di neve caduta in una determinata zona o sulle precipitazioni in genere. Il derivato si sostanzia, in determinati casi, anche in una vera e propria scommessa, rischiosa e speculativa, basata su un evento incerto futuro;
   nella seduta della Camera dei deputati n. 605 del 15 marzo 2012, il Sottosegretario Marco Rossi Doria, in risposta a interrogazione parlamentare, ha dichiarato che, alla data suddetta, il nozionale complessivo di strumenti derivati a copertura di debito emessi dalla Repubblica italiana ammontava a circa 160 miliardi di euro, a fronte di titoli in circolazione, al 31 gennaio 2012, per 1.624 miliardi di euro. All'epoca, quindi, il nozionale ammontava a circa il 10 per cento dei titoli in circolazione; «degli strumenti derivati in essere», affermava il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, «circa 100 miliardi erano interest rate swap, 36 miliardi cross currency swap, 20 swaption e 3,5 miliardi degli swap ex Ispa»;
   secondo fonti giornalistiche, nei primi otto anni di utilizzo degli strumenti derivati le finanze pubbliche hanno beneficiato di quasi 8 miliardi di euro di guadagni, mentre a partire dal 2006 la tendenza si è invertita e le perdite sono state sempre più consistenti. Da elaborazioni di la Repubblica e Financial Times (svolte sulla base di una relazione del Ministero dell'economia e delle finanze sul debito pubblico, inviata alla Corte dei conti a inizio 2013) emerge che un rilevante numero di derivati (del valore di 31 miliardi di euro), ristrutturati nel 2012, ha generato circa 8 miliardi di euro di minusvalenze di mercato. Le perdite si sono concretizzate nell'ipotesi di scadenze o risoluzione anticipata;
   l'intenzione del Governo sembra essere quella di permettere che, in futuro, vengano predisposte delle garanzie su «conti ad hoc», immunizzando dal rischio le banche. Infatti, nel caso in cui l'Italia andasse in default, le banche riceverebbero automaticamente le liquidità poste a garanzia, di fatto qualificandosi come creditori privilegiati rispetto ai detentori di titoli pubblici (btp), che ormai in gran parte sono in possesso di investitori italiani;
   è doveroso precisare che nell’«eurozona» solo Portogallo ed Irlanda hanno posto in essere accordi di garanzia bilaterale sul «debito» e l'Italia potrebbe essere la terza in ordine cronologico di adesione al sistema prescritto;
   dopo la rivalutazione delle quote azionarie di Banca d'Italia, che di fatto ha generato circa 7 miliardi di euro di plusvalenze per pochi istituti bancari, bilanciate solo da un miliardo di maggiori entrate fiscali, e dopo la deducibilità ai fini irap delle «perdite» sui crediti in 5 anni (rispetto ai 18 originari) che ha consentito alle sei principali banche di ricevere ulteriori sgravi per 514 milioni di euro, sembra eccessivo concedere alle banche un ulteriore privilegio, visto che, contemporaneamente, agli italiani – in piena crisi economica – è stato chiesto l'ennesimo sacrificio pur consci che il livello di tassazione effettiva sfiora ormai il 55 per cento del prodotto interno lordo;
   non si dispone di dati ufficiali dai quali sia possibile evincere il valore nozionale degli strumenti derivati sottoscritti fino ad oggi dallo Stato italiano, l'ammontare dei flussi di cassa in entrata e uscita, con quali banche siano stati sottoscritti e quale sia il capitale di riferimento, quale sia la tipologia tecnica e quale sia il valore complessivo delle garanzie che verranno eventualmente stipulate relativamente ad operazioni in strumenti derivati;
   recenti iniziative del Governo sembrerebbero riferirsi a possibili garanzie su strumenti derivati già stipulati; non si comprendono le ragioni di una modifica di un contratto già stipulato e conseguentemente le ragioni di una modifica contrattuale a favore delle banche con le quali sono stati stipulati i medesimi strumenti derivati –:
   quale sia il valore complessivo degli accordi di garanzia bilaterale in relazione alle operazioni in strumenti derivati e quale siano le ragioni che hanno portato a preferire la scelta di destinare tali risorse come garanzia sulle operazioni in strumenti derivati a discapito dell'opportunità di destinare le medesime risorse al finanziamento delle politiche sociali, che risultano particolarmente necessarie nell'attuale contesto economico e sociale.
(3-01198)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

esazione delle imposte

credito incrociato