ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00225

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 58 del 23/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: CENTEMERO ELENA
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 23/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 23/07/2013
Stato iter:
24/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/07/2013
Resoconto CENTEMERO ELENA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2013
Resoconto CARROZZA MARIA CHIARA MINISTRO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 24/07/2013
Resoconto CENTEMERO ELENA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/07/2013

SVOLTO IL 24/07/2013

CONCLUSO IL 24/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00225
presentato da
CENTEMERO Elena
testo presentato
Martedì 23 luglio 2013
modificato
Mercoledì 24 luglio 2013, seduta n. 59

   CENTEMERO e BALDELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   l'istruzione e la formazione rappresentano ambiti di particolare importanza per ogni Paese, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza che per la valorizzazione del capitale umano. A questo scopo, tra i compiti dello Stato vi è quello di tutelare il diritto alla libertà di scelta educativa, diritto riconosciuto nelle Costituzioni e nelle legislazioni della gran parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa, compreso il nostro Paese, l'Italia;
   tutto questo è stato chiaramente ribadito nella risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa n. 1904, F-67075 di Strasburgo, del 4 ottobre 2012, «Il diritto alla libertà di scelta educativa in Europa», la quale, dopo aver ribadito che «in un quadro giuridico nazionale appropriato, le scuole che non sono gestite dallo Stato (di seguito “scuole private”, indipendentemente dalla terminologia e dalle diversità specifiche nei diversi Paesi) possano favorire lo sviluppo di un'educazione di qualità e l'adeguamento dell'offerta formativa alla domanda delle famiglie» raccomanda agli Stati membri del Consiglio d'Europa:
    a) «6.1. di procedere rapidamente all'analisi richiesta per identificare le riforme necessarie a garantire in maniera effettiva il diritto alla libertà di scelta educativa;
    b) 6.2. di assicurare una messa in opera progressiva di queste riforme a ciascun livello di governo (Stato, regioni, enti locali) secondo le proprie competenze in materia, al fine di andare verso miglioramenti sistematici auspicabili in termini ragionevoli e tenendo conto delle implicazioni di disponibilità finanziaria»;
   il rapporto Education at a glance del 2010 evidenzia che nei Paesi Ocse i Governi, a seguito della crisi economica globale, stanno ridefinendo i loro impegni finanziari e l'istruzione è al centro di un rinnovato interesse. Education at a Glance del 2010 prende in esame la seguente questione: in che misura i genitori possono scegliere le scuole dei loro figli. Per quanto concerne la libertà di scelta delle famiglie, il rapporto mette in evidenzia che, oltre alle scuole pubbliche, i Paesi in genere hanno una varietà di istituzioni educative superiore all'Italia. Sono quattro dei cinque Paesi Ocse per i quali i dati sono disponibili, che consentono a scuole private che dipendono dal Governo e a scuole private indipendenti di fornire l'istruzione obbligatoria. La quota di scuole private che dipendono dal Governo supera il 10 per cento in sette Paesi. Tra i sistemi utilizzati per favorire la libertà di scelta vi sono incentivi fiscali come i voucher per la scolarizzazione, soprattutto per gli studenti economicamente svantaggiati, o sgravi fiscali a favore di genitori o famiglie e anche per i privati che danno finanziamenti alle scuole. Il rapporto Ocse mette in evidenza che i finanziamenti pubblici alle scuole dovrebbero essere effettivamente legati al numero di alunni, ossia il finanziamento dovrebbe seguire lo studente per rendere effettiva le libertà di scelta delle famiglie;
   la legge 10 marzo 2000, n. 62, in attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, ha sancito che il nostro è un sistema integrato di istruzione, che comprende scuole statali, scuole paritarie private e comunali, e ha sancito le condizioni per il riconoscimento della parità scolastica tra le scuole statali e le scuole non statali e della funzione pubblica svolta a pieno titolo da queste ultime. Nel sistema nazionale di istruzione, la realizzazione della parità scolastica rappresenta il riconoscimento della libertà di scelta da parte delle famiglie nell'educazione scolastica dei propri figli e dà attuazione a numerosi principi costituzionali;
   la Costituzione, infatti, sancisce all'articolo 3 l'uguaglianza dei cittadini e all'articolo 30 il dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. La Repubblica, inoltre, detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato (articolo 33), ossia senza oneri per la loro istituzione, come è chiarito dai dibattiti dell'Assemblea costituente, ma non per il funzionamento;
   il costante richiamo europeo al sostegno di tutti gli istituti pubblici deve far riflettere la nostra società su cosa si intenda per scuola pubblica e per sistema nazionale di istruzione integrato, che forniscono il loro servizio a tante famiglie sul territorio nazionale: in questo contesto, infatti, spesso l'aggettivo «pubblico» non indica ciò che è statale, ma ciò che nasce per il popolo, per tutti. Un servizio è pubblico quando è accessibile a tutti in modo libero, senza preclusione né economica, né sociale, rispetto ai potenziali fruitori;
   il modello europeo conferma la conclusione che la qualifica di «servizio pubblico» non deriva dalla qualifica del «soggetto gestore», bensì dall'intrinseca utilità del servizio stesso, i cui requisiti sono indicati e valutati dallo Stato che ha compiti di controllo del soggetto gestore (enti privati e pubblici) di tale servizio;
   questo principio favorisce nel resto d'Europa la libertà di scelta educativa, da parte delle famiglie, di un servizio educativo pubblico tra una pluralità di gestori accreditati;
   in questo contesto il diritto alla libertà di scelta educativa deve essere assolutamente tutelato, mentre attualmente appare fortemente contratto rispetto ad una situazione di emergenza finanziaria;
   la situazione delle scuole paritarie nel nostro Paese risulta essere particolarmente grave a causa di diversi fattori, tra cui le difficoltà di carattere economico che riguardano molte famiglie e la lentezza dei trasferimenti dei contributi statali e della maggioranza delle amministrazioni regionali e comunali, che generalmente concorrono al sostegno delle scuole paritarie gestite da enti no-profit;
   i circa 500 milioni di euro di finanziamento alle scuole paritarie sono una parte dei 40 miliardi di euro di spesa per la scuola pubblica e rappresentano una piccola parte, che, però, ha una fondamentale importanza, laddove il sistema delle scuole statali non riesce ad arrivare, in particolare sulla scuola dell'infanzia su cui è necessario tornare ad investire;
   le scuole paritarie contano 1.042.000 alunni, ovvero circa il 12 per cento dell'intera popolazione scolastica, e svolgono un ruolo eccellente in termini di servizi educativi;
   anche secondo quanto è emerso dalle recenti dichiarazioni del Ministro interrogato in occasione della presentazione delle linee programmatiche del proprio mandato alle Commissioni riunite istruzione pubblica, beni culturali del Senato della Repubblica e Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione mediante misure volte a tutelare la qualità e l'inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie;
   è auspicabile che sia data la giusta attenzione all'indagine conoscitiva, richiesta dal gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, in Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, sul sistema scolastico italiano di istruzione e formazione integrato in Italia e in Europa (libertà di scelta, autonomia e qualità) riguardante un'analisi approfondita del sistema nazionale di istruzione e formazione integrato, come designato dalla legge n. 62 del 2000 in un confronto con i sistemi degli altri Stati membri dell'Unione europea;
   il decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, all'articolo 2 («riduzione dei costi della politica»), dispone che le regioni riducano i costi collegati agli apparati politici;
   dette riduzioni dovevano essere decise dalle regioni entro il 23 dicembre 2012, ovvero entro il 7 giugno 2013, qualora occorressero modifiche statutarie;
   la disposizione prevede, inoltre, che l'80 per cento dei trasferimenti dovuti a ciascuna regione sia assegnabile ed erogabile solo a condizione che la medesima regione abbia attuato le suddette disposizioni di contenimento dei costi della politica. Sono esclusi dall'applicazione di questa sanzione soltanto gli stanziamenti destinati al servizio sanitario nazionale ed al trasporto pubblico locale;
   risulta che per tali motivi sarebbero stati accantonati circa 160 milioni di euro del fondo destinato ai trasferimenti alle regioni per il sostegno alle scuole paritarie (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca – capitolo di bilancio 1299);
   tale accantonamento riguarderebbe tutte le regioni, anche quelle che hanno effettuato le disposizioni di contenimento dei costi della politica (cioè la maggior parte);
   tale trasferimento non rappresenta un trasferimento effettivo alle regioni, bensì una mera partita di giro verso le quasi 14.000 scuole paritarie, che, come previsto dalla legge di stabilità per il 2013, sanno di poter contare su un contributo complessivo di 502 milioni di euro per il 2013 –:
   se il Governo, alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga doveroso procedere con la massima urgenza all'erogazione delle risorse per il 2013, da destinare alle scuole paritarie, che risultano attualmente accantonate, e possa dare avvio a politiche di supporto ed implementazione del sistema nazionale integrato d'istruzione, come previsto dalle normative ed in linea con i Paesi dell'Unione europea, anche attraverso la stabilizzazione, per il prossimo triennio, dei finanziamenti previsti a sostegno delle scuole paritarie del nostro Paese. (3-00225)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

istruzione privata

istruzione pubblica

societa' di servizi

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incentivo fiscale