Legislatura: 17Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015 ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015 FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015 PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015 VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015 D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/12/2015 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 15/01/2016 Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE RISPOSTA GOVERNO 15/01/2016 Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) REPLICA 15/01/2016 Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE IL 15/01/2016
SVOLTO IL 15/01/2016
CONCLUSO IL 15/01/2016
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
come previsto dall'articolo 45 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, alcune regioni italiane stanno procedendo al riacquisto dei bond di tipo «bullet» (Bor con rimborso in unica soluzione a scadenza) collocati/emessi a suo tempo per la ristrutturazione dei debiti sottoscritti con le banche e Cassa depositi e prestiti che hanno successivamente generato le note criticità connesse ai contratti derivati ed ai fondi per l'ammortamento del debito («sinking fund»). Le regioni non dispongono di risorse sufficienti al riacquisto dei suddetti strumenti finanziari e per tal motivo sarà necessario emettere buoni del tesoro poliennale (btp) con scadenza trentennale. Un'operazione simile è stata già posta in essere, seppur senza successo, nel mese di dicembre 2014; nello stesso periodo il Governo, nonostante autorevoli pareri contrari, riconosceva a favore delle banche strumenti finanziari come collaterale per garantire le medesime per il pesantissimo «mark to market» negativo sui derivati di Stato così come previsto dai commi 387 e seguenti dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015). I collaterali sono stati richiesti dalle banche per garantirsi il pagamento dei crediti da maturare su 160 miliardi di euro di operazioni in essere, pari a circa 40 miliardi di euro;
da fonti giornalistiche si apprende che alcune regioni hanno chiesto la ristrutturazione del debito;
il riacquisto dei bond implicherebbe la chiusura dei contratti derivati (di copertura e/o per l'ammortamento del debito) connessi. Alcune regioni così come previsto dall'articolo 41 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, stanno procedendo all'ammortamento mediante i cosiddetti fondi per l'ammortamento del debito predisposto con titoli o «sinking fund», che si differenzia dall'ammortamento fatto con il più semplice «swap di ammortamento»;
questa ulteriore ristrutturazione, oltre a «liberare» risorse finanziarie immediate (altrimenti impegnate) per ripagare i bond, di fatto, «cancellerebbe», ad avviso degli interpellanti, un passato di operazioni poco trasparenti e di dubbia convenienza economica, così come confermato da numerosi procedimenti giudiziari, sia in sede civile che penale. Infatti, con il decreto-legge n. 112 del 2008 (poi convertito, con modificazioni, dalla legge n. 203 del 23 dicembre 2008), all'articolo 62, era stato posto un divieto normativo a sottoscrivere nuove operazioni rimasto in vigore e confermato ancora con la legge di stabilità per il 2014 (articolo 1, comma 572);
dall'analisi dei dati finanziari si evince che i suddetti bond che immediatamente prima dell'offerta venivano quotati a 300 bps sopra il prezzo «mid swap», ora sono richiesti dalle stesse regioni a soli 40/50 bps. In altre parole, le regioni stanno pagando anche 250 bps in più rispetto al prezzo giudicato «fair» solo poco prima. Ciò lascerebbe intendere che le regioni considerano il proprio merito creditizio – addirittura – pari o superiore a quello di Repubblica italiana –:
se il Governo intenda assumere iniziative normative per rafforzare le garanzie di indipendenza delle professionalità deputate a fornire attività di consulenza per la sottoscrizione dei suddetti strumenti finanziari;
sulla base di quali criteri gli «advisor» abbiano fissato i prezzi di offerta per il riacquisto dei bond;
quali siano i criteri in base ai quali sono state individuate le stime (pricing) dei contratti derivati e dei relativi fondi per l'ammortamento del debito, nonché per la congruità del prezzo di estinzione anticipata (costo di sostituzione);
quali siano i costi connessi ed il differenziale rispetto al «fair value» dei contratti derivati e dei relativi fondi per l'ammortamento del debito;
sulla base di quali criteri e secondo quali modalità sia stata individuata la convenienza economica e finanziaria delle suddette operazioni di ristrutturazione nel rispetto dei principi posti dall'articolo 41, della legge n. 448 del 2001;
quale sia l'ammontare del «cost of funding» per finanziare il riacquisto dei suddetti strumenti finanziari e sulla base di quali criteri siano stati stimati i rischi del credito e il relativo impatto a carico della finanza pubblica;
sulla base delle previsioni del Governo, quanto e quale sarà il maggior vantaggio in termini erariali derivanti dalle suddette operazioni e a quali finalità verrà destinato;
sulla base delle previsioni del Governo, se sia previsto un costo a carico delle regioni ed, in caso affermativo, quale saranno le modalità di accantonamento nei bilanci regionali per ripagare il nuovo debito ristrutturato.
(2-01201) «Ruocco, Pesco, Alberti, Fico, Pisano, Villarosa, D'Incà».